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“nonostante le recenti piogge, utili comunque a ristorare la superficie dei terreni per permettere le semine, lo scenario idrologico presenta un deficit assai rilevante, rappresentando un gap storico di impoverimento della falda nel sottosuolo”, afferma un comunicato di anbi, nel rilevare che “il dato piu’ allarmante arriva dall’emilia romagna, dove l’acqua stoccata nel sottosuolo, normalmente accessibile alle colture, presenta quantitativi che vanno da -150% a -200% rispetto alla media storica del periodo”. “l’agenzia regionale prevenzione ambiente energia (arpae) segnala come il contenuto idrico dei terreni e’ oggi inferiore alla norma (soprattutto nel settore nord-est del ferrarese), mentre nelle falde superficiali si registrano livelli, che sono generalmente tipici delle estati piu’ siccitose”, spiega il comunicato. “si stima che, nel comprensorio servito dal canale emiliano romagnolo, la mancanza di piogge abbia reso critica la gestione delle colture di graminacee su una superficie di circa 50.000 ettari e grosse complicazioni si registrano anche nella semina delle colture primaverili-estive, la maggior parte delle quali irrigate”, sottolinea il comunicato. “la siccita’ e’ diventata un fenomeno strutturale a seguito dei cambiamenti climatici, cui deve corrispondere un adeguamento della rete idraulica, soprattutto ora che autosufficienza alimentare ed energetica sono diventati obbiettivi prioritari nelle scelte di futuro per il paese”, evidenzia francesco VINCENZI, presidente di anbi. “ne e’ conseguenza la necessita’ di attuare in tempi adeguati la gestione efficiente e sostenibile dell’acqua, impiegandola per una pluralita’ di usi: dall’irrigazione alla produzione idroelettrica senza dimenticare gli utilizzi industriale, civile ed ambientale”, afferma il comunicato. “in questo senso vanno sia il nostro piano di efficientamento della rete idraulica del paese, sia il cosiddetto piano dei 10.000 laghetti, proposto insieme a coldiretti”, spiega VINCENZI. “la ‘buona pratica’ arriva dal canale emiliano romagnolo, una delle grandi aste irrigue del paese e per la quale e’ necessario monitorare costantemente il livello idrometrico del fiume po, al fine di gestire gli eventi siccitosi”, sottolinea il comunicato. “da un punto di vista idraulico, sappiamo che quando il livello del grande fiume, al rilevamento di palantone, scende a circa 2,50 metri sul livello del mare, il sistema idraulico va in sofferenza, rischiando il blocco delle pompe”, spiega raffaella ZUCARO, neo direttore generale del consorzio c.e.r.. “per questo, gia’ da due anni, sono stati avviati i lavori di ammodernamento dei sistemi elettroidraulici”, aggiunge ZUCCARO. “oltre a cio’, il consorzio c.e.r. si sta dotando di ulteriori 4 nuove pompe tecnologicamente avanzate, in grado di favorire un migliore adattamento al mutamento del clima, che sta condizionando le portate del principale corso d’acqua italiano”, rende noto il comunicato. “nella difficile condizione idrica, vissuta da ampie zone del paese, si conferma la lungimiranza del sistema irriguo nazionale irriframe, voluto da anbi a servizio dei consorzi di bonifica italiani e sulla cui piattaforma sono integrati i principali strumenti tecnici, sviluppati in termini di modalita’ d’irrigazione, automazione degli impianti, sensori e dati satellitari, al fine di fornire il miglior consiglio irriguo all’agricoltore”, ricorda massimo GARGANO, direttore generale di anbi. “il consorzio c.e.r., oltre alla nuova interfaccia webgis irriframe, si sta attrezzando per fornire supporto diretto all’agricoltore in campo, concentrando la poca acqua disponibile nelle fasi piu’ critiche delle colture, contenendo i danni potenziali della siccita’”, precisa il comunicato. “in questo clima di grande incertezza climatica ed economica, con i costi proibitivi dell’energia e dei fertilizzanti, oltre alle quotidiane azioni resilienti, la struttura di ricerca agronomica e’ all’opera, presso il laboratorio acqua campus a budrio, per dare soluzioni concrete al settore agricolo”, afferma il presidente del consorzio c.e.r., nicola DALMONTE. “forte della sua esperienza sul campo anche in situazioni critiche, il consorzio c.e.r. si conferma cosi’ indispensabile punto di riferimento nazionale nelle azioni di contrasto alla perdurante siccita’”, conclude il comunicato.