BIOLOGICO: COLDIRETTI, ATTACCO SYNGENTA AL SETTORE COLPISCE ITALIA

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“l’attacco della multinazionale syngenta al biologico colpisce direttamente l’italia che e’ leader europeo nel numero di imprese agricole bio con ben 70mila produttori, con oltre 2 milioni di ettari coltivati”, afferma la coldiretti inseguito alle “dichiarazioni di erik FYRWALD, ceo del colosso agrochimico syngenta secondo il quale di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale provocata dalla guerra in ucraina, e’ necessario rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori”, precisa la coldiretti. “occorre lasciare agli imprenditori la liberta’ di decidere cosa produrre sulla base dei propri interessi e della domanda dei consumatori”, afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI, nel sottolineare che “viviamo in una economia di mercato dove a decidere cosa produrre non puo’ essere di certo la cinese syngenta”. “e’ infatti interessato il parere del massimo esponente della multinazionale del settore dell’agro-industria, specializzato nella produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nelle attivita’ nel campo delle sementi che e’ stato acquistato nel 2017 per 43 miliardi di dollari dal colosso cinese chemchina, il quale nel frattempo si e’ unita con sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari”, evidenzia la coldiretti. “la dichiarazione avviene a poco piu’ di due mesi dall’approvazione in italia della legge sul biologico approvata proprio per rispondere alle attese di produttori e consumatori che in misura crescente si avvicinano al biologico, che finisce oggi nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%) con le vendite totali che nell’ultimo decennio sono piu’ che raddoppiate tanto che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export”, rileva la coldiretti. “indifferente alle richieste dei consumatori che si stanno orientando sempre piu’ verso prodotti sostenibili, il ceo di syngenta, gruppo specializzato, tra le altre cose, nella produzione proprio di prodotti fitosanitari e sementi, ritiene che l’agricoltura biologica favorisce il consumo di terra, danneggia anche il clima e garantisce rese che possono essere inferiori fino al 50% a seconda del prodotto”, continua la coldiretti. “le dichiarazioni dell’alto dirigente, dopo il tentativo fallito dalla multinazionale cinese di acquisire in italia la verisem impegnata nel settore sementiero e non sono purtroppo un caso isolato, rappresentano la punta dell’iceberg di una pericolosa strumentalizzazione degli effetti della guerra per ridurre le garanzie qualitative e di sicurezza degli alimenti ma anche la trasparenza dell’informazione ai consumatori, con la richiesta di deroghe alla legislazione vigente, dall’innalzamento dei limiti massimi ai residui chimici presenti negli alimenti introdotta in spagna per alcuni principi attivi alla richiesta di utilizzo degli ogm non autorizzati, fino alla possibilita’ di utilizzare olio di palma in sostituzione di quello di girasole senza indicarlo esplicitamente in etichetta, concessa con una circolare dal ministero dello sviluppo economico in italia”, sottolinea la coldiretti. “oggi l’agricoltura italiana e’ la piu’ green d’europa, con 316 specialita’ dop/igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini dop/igp, 5333 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la penisola, la leadership nel biologico e nella biodiversita’ ma anche il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari”, ricorda il presidente della coldiretti ettore PRANDINI, nell’evidenziare “il taglio record del 20% sull’uso dei pesticidi che al contrario aumentano in francia, germania e austria nell’ultimo decennio, secondo eurostat”. “l’italia non puo’ accettare passi indietro sulla sicurezza alimentare che mettono a rischio la salute dei consumatori ma anche la competitivita’ del made in italy”, conclude PRANDINI, secondo il quale “il necessario aumento quantitativo delle produzioni deve essere ottenuto nell’immediato salvando aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccita’, ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversita’ e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici”.