COMMISSIONE UE RIVEDE AL RIBASSO PREVISIONI ECONOMICHE 2022 INFLAZIONE RECORD AL 6,1%

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“prima dello scoppio della guerra, per l’ue si prospettava un’espansione economica solida e prolungata. tuttavia, con l’invasione russa dell’ucraina, l’unione si e’ trovata di fronte a nuove sfide appena dopo essersi ripresa dagli effetti economici della pandemia. a causa delle ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime, delle nuove interruzioni dell’approvvigionamento e dell’aumento dell’incertezza, la guerra sta aggravando gli ostacoli alla crescita gia’ in atto che, secondo le previsioni, avrebbero dovuto attenuarsi. cio’ ha indotto la commissione europea a rivedere al ribasso le prospettive di crescita dell’ue e al rialzo le sue previsioni di inflazione”, rende noto un comunicato stampa diramato oggi. “il pil dell’ue dovrebbe mantenersi in territorio positivo grazie all’effetto combinato delle riaperture post-confinamento e della decisa azione politica intrapresa a sostegno della crescita durante la pandemia. in particolare i consumi privati dovrebbero essere sostenuti dalla riapertura post-pandemia dei servizi ad alta intensita’ di contatti, dal mercato del lavoro favorevole e in costante miglioramento, dal minore accumulo di risparmi e dalle misure di bilancio volte a compensare l’aumento dei prezzi dell’energia. infine gli investimenti dovrebbero trarre beneficio dalla piena implementazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dall’attuazione del relativo programma di riforme”, precisa il comunicato. “la crescita del pil reale sia nell’ue che nella zona euro e’ ora prevista al 2,7 % per il 2022 e al 2,3 % per il 2023, in calo rispetto al 4,0 % e al 2,8 % (2,7 % nella zona euro), rispettivamente, delle previsioni intermedie d’inverno 2022. il declassamento del 2022 va letto nel contesto dello slancio di crescita economica registrato nella primavera e nell’estate dello scorso anno, che determina un aumento di circa 2 punti percentuali del tasso di crescita annuo di quest’anno. la crescita della produzione nel corso dell’anno si e’ ridotta dal 2,1 % allo 0,8 %”, indica il comunicato. “il maggior impatto negativo sull’economia mondiale e su quella dell’ue e’ imputabile ai prezzi delle materie prime energetiche che, nonostante fossero gia’ aumentati in misura sostanziale prima della guerra rispetto ai ribassi registrati durante la pandemia, hanno subito pressioni al rialzo e un incremento della volatilita’ a causa dell’incertezza sulle catene di approvvigionamento. cio’ vale per i prodotti alimentari e altri beni e servizi di base per i quali le famiglie hanno riscontrato un calo del loro potere d’acquisto.le interruzioni della logistica e della catena di approvvigionamento indotte dalla guerra, nonche’ l’aumento dei costi di produzione per un’ampia gamma di materie prime, amplificano le turbative del commercio globale causate dalle drastiche misure di contenimento della covid-19 ancora vigenti in alcune aree della cina e gravanti sulla produzione”, osserva il comunicato. “l’inflazione ha ripreso slancio dall’inizio del 2021, passando dal 4,6% su base annua nell’ultimo trimestre del 2021 al 6,1 % nel primo trimestre del 2022. ad aprile l’inflazione complessiva nella zona euro e’ salita al 7,5 %, registrando il massimo storico dell’unione monetaria, mentre secondo le previsioni nel 2022 si attestera’ al 6,1 %, per poi scendere al 2,7 % nel 2023. per l’insieme del 2022 cio’ costituisce una notevole revisione al rialzo rispetto alle previsioni intermedie d’inverno 2022 (3,5 %). nel secondo trimestre di quest’anno l’inflazione dovrebbe raggiungere un picco del 6,9 % per poi diminuire gradualmente mentre, a livello di ue, dovrebbe aumentare dal 2,9 % nel 2021 al 6,8 % nel 2022, per poi riscendere al 3,2 % nel 2023. sempre secondo le previsioni l’inflazione di fondo media dovrebbe superare il 3 % nel 2022 e nel 2023 sia nell’ue che nella zona euro”, avverte il comunicato. “quello che si prepara alla nuova crisi e’ un mercato del lavoro solido. nel 2021 l’economia dell’ue ha visto la creazione di oltre 5,2 milioni posti di lavoro, che hanno attirato quasi 3,5 milioni di persone in piu’ nel mercato del lavoro. inoltre il numero di disoccupati e’ diminuito di quasi 1,8 milioni unita’ e alla fine del 2021 i tassi di disoccupazione sono scesi al di sotto dei precedenti minimi storici. secondo le previsioni le condizioni del mercato del lavoro dovrebbero migliorare ulteriormente con una crescita dell’occupazione nell’ue stimata all’1,2 % quest’anno, sebbene detto tasso di crescita annuale sia indotto dal forte slancio registrato nella seconda meta’ dello scorso anno. si stima che le persone in fuga dalla guerra in ucraina verso l’ue entreranno nei mercati del lavoro solo gradualmente, con effetti tangibili apprezzabili solo a partire dal prossimo anno. secondo le previsioni, i tassi di disoccupazione continueranno a diminuire attestandosi al 6,7 % nel 2022 e al 6,5 % nel 2023 nell’ue e al 7,3 % nel 2022 e al 7,0 % nel 2023 nella zona euro”, spiega il comunicato. “nonostante i costi delle misure tese ad attenuare l’impatto degli elevati prezzi dell’energia e a sostenere le persone in fuga dall’ucraina, il disavanzo pubblico aggregato nell’ue e’ destinato a diminuire ulteriormente nel 2022 e nel 2023 a fronte del costante ritiro delle misure di sostegno temporanee adottate nel contesto della covid-19. secondo le proiezioni il disavanzo nell’ue diminuira’ dal 4,7 % del pil nel 2021 al 3,6 % del pil e al 2,5 % rispettivamente nel 2022 e nel 2023 (al 3,7 % e al 2,5 % nella zona euro). dopo un calo nel 2021 a circa il 90 % (97 % nella zona euro) dal picco storico di quasi il 92 % del pil nel 2020 (quasi il 100 % nella zona euro), il rapporto debito/pil aggregato dell’ue dovrebbe scendere a circa l’87 % nel 2022 e l’85 % nel 2023 (rispettivamente al 95 % e al 93 % nella zona euro), mantenendosi al di sopra dei livelli pre-covid-19”, sottolinea il comunicato. “i rischi delle previsioni sull’attivita’ economica e sull’inflazione dipendono fortemente dall’evoluzione della guerra e, in particolare, dal suo impatto sui mercati dell’energia. data l’elevata incertezza, le previsioni di base sono corredate di un’analisi di scenario basata su modelli che simula l’impatto dell’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e quello di un’eventuale riduzione definitiva dell’approvvigionamento di gas dalla russia. quest’ultimo scenario, piu’ severo, prevede tassi di crescita del pil inferiori di circa 2,5 e 1 punti percentuali rispetto alla previsione di base, rispettivamente nel 2022 e nel 2023, nonche’ un aumento dell’inflazione di 3 punti percentuali nel 2022 e di oltre 1 punto percentuale nel 2023, al di sopra dello scenario di base”, continua il comunicato. “oltre alle potenziali interruzioni dell’approvvigionamento energetico, eventuali criticita’ nelle catene di approvvigionamento superiori alle attese nonche’ rincari aggiuntivi delle materie prime non energetiche, soprattutto alimentari, potrebbero determinare ulteriori pressioni al ribasso sulla crescita e pressioni al rialzo sui prezzi. effetti di secondo impatto maggiori del previsto a fronte di uno shock inflazionistico di importazione potrebbero aggravare il rischio di stagflazione. le forti pressioni inflazionistiche comportano inoltre maggiori rischi per le condizioni di finanziamento, senza dimenticare la covid-19 che continua ad essere un fattore di rischio. al di la’ di questi rischi immediati, l’invasione dell’ucraina da parte di mosca sta portando a un disaccoppiamento economico dell’ue dalla russa, con conseguenze difficili da cogliere appieno in questa fase”, conclude il comunicato.