GRANO: CIA, SBLOCCARE CARICHI NEI PORTI PER EVITARE COLOSSALE CRISI ALIMENTARE

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un comunicato stampa della cia rende noto che “per scongiurare una colossale crisi alimentare, bisogna sbloccare subito il grano fermo nei porti ucraini. non ci si puo’ permettere una “guerra del pane” globale, che avrebbe ulteriori effetti destabilizzanti per tutti sia a livello geopolitico che economico. cosi’ cia-agricoltori italiani, in merito ai piani messi in campo per liberare circa 25 milioni di tonnellate di grano di kiev, stoccato nei silos e ora anche a rischio marcimento per via del caldo eccezionale. bisogna evitare ogni nuova escalation e fare di tutto per raggiungere al piu’ presto un accordo che porti alla ripresa dell’export di grano bloccato nei porti del mar nero e destinato soprattutto ai paesi dell’africa, che sono quasi totalmente dipendenti da queste risorse -osserva cia-. in diverse aree del continente africano le tensioni sono gia’ iniziate, la carenza di cereali si aggrava e aumenta il pericolo poverta’. d’altra parte, oltre il 50% del grano gestito dal programma alimentare della fao arrivava, abitualmente, dall’ucraina -ricorda cia-. e l’onu ha gia’ avvertito che, se la guerra andra’ avanti e il “granaio del mondo” restera’ sotto le bombe, potrebbe salire a quota 320 milioni il numero di persone a soffrire di fame acuta nel pianeta. per questo motivo, cia si unisce ai numerosi appelli gia’ lanciati, dal premier DRAGHI a papa FRANCESCO, per chiedere di accelerare lo sblocco del grano ucraino ed evitare una catastrofe alimentare. allo stesso tempo, i principali paesi dovranno aumentare la produzione di grano, anche per colmare la minore offerta sui mercati internazionali. in quest’ottica, alla commissione ue spettera’ decidere se accogliere la richiesta degli stati membri, compresa l’italia, all’ultimo consiglio agrifish, di una deroga alla rotazione per il 2023, per consentire un incremento delle semine. quanto all’italia, resta prioritario intervenire in maniera strutturale per abbassare i costi di produzione, in particolare del gasolio agricolo, arrivato fino a 1,45 euro al litro. il prezzo straordinario dei carburanti mette a rischio le trebbiature nelle aree marginali e meno produttive -sottolinea cia- riducendo i raccolti di grano duro in una fase cosi’ delicata”.