LATTE: CIA, SU ACCORDO PREZZO PESA VARIABILE RINCARI PRODUTTIVI E INSTABILITA’ POLITICA

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“l’accordo sul prezzo del latte per il 2022 raggiunto con italatte, societa’ del gruppo lactalis, non soddisfa pienamente cia-agricoltori italiani”, rende noto un comunicato di cia, nel precisare che “l’aumento ottenuto dagli allevatori, infatti, rischia di essere superato presto dall’incremento dei costi di produzione, che non si ferma, complice l’instabilita’ dei mercati e, ora, anche quella politica con la caduta del governo”. “una situazione difficile, che obbliga a una riflessione sugli scenari futuri del comparto lattiero-caseario”, afferma il comunicato. “le aziende zootecniche continuano a registrare un’impennata dei costi produttivi”, ricorda il comunicato, che prosegue: “solo nel primo trimestre dell’anno, gli esborsi degli allevatori sono cresciuti del 16,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. sono aumentati i prezzi degli animali da allevamento (+9,8%) e dei mangimi (+21%), oltre che dei prodotti energetici (+61,5%). e la dinamica dei prezzi di vendita ha dimostrato di non essere in grado di assorbire i maggiori costi, esponendo gli allevatori all’erosione dei margini di guadagno, ormai ai minimi storici. ad aggravare il quadro, poi, le altissime temperature estive che, nella maggior parte delle stalle, stanno provocando una minore produzione di latte”. “l’accordo con italatte, ieri, e’ stato raggiunto su una media di 57 centesimi al litro con nello specifico: 55 cent/l nei mesi di luglio e agosto, 57 cent/l nei mesi di settembre e ottobre, 58 cent/l nel mese di novembre e 60 cent/l nel mese di dicembre”, rileva il comunicato. “cia ritiene, innanzitutto, che accordi siglati con player che possono condizionare, a livello nazionale, le future trattative di mercato delle varie realta’ del settore, devono coinvolgere necessariamente tutte le forze della filiera, soprattutto in un momento cosi’ delicato e instabile dal punto di vista politico ed economico”, sottolinea il comunicato. “una valutazione che si rafforza in considerazione della distanza dell’accordo dagli attuali valori del latte spot, che il 18 luglio ha raggiunto 65,75 euro al quintale”, afferma il comunicato, che precisa: “a milano le quotazioni si attestano questa settimana sui 650-660 euro/tonnellata, mantenendosi per la quarta settimana consecutiva sopra la soglia dei 600 €/t mai raggiunta in precedenza. prezzi sostenuti anche dalla minore produzione di latte a livello mondiale”. “in questo scenario di settore, e in quello di crisi generale, con l’inflazione al +8% e lo spettro di una contrazione dei mercati finanziari che rischia di impattare disastrosamente sui mutui e sulla liquidita’ delle aziende agricole sottoscrivere un accordo che non contempla la variabilita’ e la complessita’ di tutti questi elementi, rischia di avere un effetto controproducente sulla sostenibilita’ economica delle stalle, gia’ in una situazione di forte difficolta’, per i forti rincari sull’alimentazione del bestiame, acuiti dalla perdurante siccita’ che sta mettendo a rischio le colture foraggere”, evidenzia il comunicato. “l’attuale situazione del governo ci pone in una posizione di forte preoccupazione per le prospettive future delle imprese zootecniche, che necessitano di interventi concreti, urgenti e sicuri, per superare questa fase critica”, spiega il presidente nazionale di cia, cristiano FINI. “c’e’ bisogno di un governo pienamente operativo, perche’ tutto questo caos avra’ ripercussioni sull’accesso alle risorse finanziarie e sulla tenuta delle aziende del settore”, conclude FINI.