ZOOTECNIA: COLDIRETTI, BENE AIUTI DA INTESA STATO-REGIONI STALLE IN CRISI CON +57% COSTI

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“con il rincaro record dei costi di produzione cresciuti del 57% a causa della guerra in ucraina che mette in ginocchio le stalle italiane e’ importante lo stanziamento di oltre 220 milioni di euro da parte del governo per gli allevamenti nazionali, fortemente sostenuto dalla coldiretti”, afferma la coldiretti in occasione dell’accordo raggiunto in conferenza stato regioni sui due decreti del ministero delle politiche agricole per le filiere zootecniche “vogliamo ringraziare il ministro PATUANELLI e le regioni per l’azione congiunta a favore di un settore che rappresenta la spina dorsale del nostro sistema agroalimentare”, dichiara il presidente della coldiretti ettore PRANDINI. “l’aumento del costo dei mangimi collegato al rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais e cereali anche a causa dell’attuale crisi ucraina ha prodotto un aumento dei costi per le produzioni delle uova, del latte e delle carni, al quale si sono aggiunti i rincari su dell’energia. il risultato e’ un crollo del valore aggiunto che in alcuni settori sfiora i 100mila euro ad azienda e che mette un allevamento su dieci a serio rischio di chiusura, secondo un’analisi coldiretti su dati crea”, spiega coldiretti. “le risorse sono indirizzate a tutti i tipi di allevamento: vacche da latte, vitelloni, bufale, suinicola, carni bovine di eta’ inferiore agli 8 mesi, bovini di razze autoctone in contratti di filiera di tipo privatistico o in sistema di qualita’ nazionale o in sistemi di qualita’ dop/igp, ovicaprina: allevamento di conigli, galline ovaiole, tacchini, polli, imprese di trasformazione, incubatoi e centri di imballaggio uova”, rileva coldiretti. “l’allevamento italiano e’ un importante comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro”, continua coldiretti. “per questo quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”, conclude PRANDINI.