DL AIUTI BIS: ANBI, NON PERMETTERE A CONSORZI SCAMBIO ELETTRICO SUL POSTO COSTERA’ 270MLN IN PIU’

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la bolletta dell’energia elettrica, a carico dei consorzi di bonifica (e quindi dei cittadini) sta assumendo dimensioni insostenibili: in media, il sistema consuma annualmente 600.000 megawattora, ognuno dei quali sul mercato libero, nel 2021, costava € 125,46, oggi invece e’ salito a € 441,65! a cio’ si aggiunge un incremento del 30% nei costi e nei consumi per il 2022, dovuto alla necessita’ di contrastare siccita’ ed alte temperature nelle campagne; il che significa una previsione di spesa complessiva pari a € 344.487.000, cioe’ circa 269.211.000 euro in piu’ rispetto all’anno scorso! cosi’, all’indomani del decreto ‘aiuti bis’, anbi torna a proporre la paradossale vicenda del cosiddetto ‘scambio elettrico sul posto’. ‘l’esempio che segue e’ quantomai esemplificativo, – precisa francesco VINCENZI, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (anbi) -considerato l’interesse pubblico di entrambe le attivita’: far pagare, a prezzi di mercato, l’energia necessaria alla gestione idraulica per la salvaguardia dalle alluvioni e la distribuzione irrigua per produrre cibo, e’ come far pagare l’acqua ai vigili del fuoco per spegnere gli incendi’. ‘non solo – aggiunge massimo GARGANO, direttore generale di anbi – i consorzi di bonifica ed irrigazione sono produttori di energia rinnovabile, idroelettrica e fotovoltaica, ma ne possono utilizzare solo la minima parte necessaria all’esercizio dell’impianto in loco; il resto della produzione la devono cedere ad un ente gestore per poi riacquistarla ad un prezzo maggiorato. la nostra richiesta, gia’ prevista in un emendamento al precedente decreto aiuti ma mai arrivato in aula, e’ di poter utilizzare l’energia autoprodotta per la gestione di tutti gli impianti dell’ente consortile’. la vicenda ha assunto contorni di straordinaria importanza di fronte ad una bolletta quadruplicata nel giro di un anno. ‘a questo punto – aggiunge il presidente di anbi – e’ bene ricordare che i costi della gestione ordinaria dei consorzi di bonifica sono suddivisi fra i consorziati, che sono proprietari di immobili e, nel caso dell’irrigazione, aziende agricole. e’ evidente che le amministrazioni consortili, che non hanno scopo di lucro e non possono chiudere i bilanci in rosso, riverseranno i maggiori oneri sull’ammontare dei contributi consortili con scontate conseguenze sui bilanci familiari e sul costo dei prodotti agricoli. questo, nonostante ci sia la palese possibilita’ di abbassare sensibilmente i costi energetici!’. ‘quello elettrico e’ un onere (a carico della comunita’ anche attraverso un inevitabile aumento dei costi dei prodotti alimentari), che potrebbe essere in larga parte abbattuto permettendo, ai consorzi di bonifica ed irrigazione, l’utilizzo dell’energia autoprodotta per tutti i compiti d’istituto e non solo a servizio dell’impianto di produzione. la soluzione – conclude il dg di anbi – e’ talmente lapalissiana e nell’interesse collettivo che la domanda sorge spontanea e la risposta e’ pressoche’ scontata: a chi giova non permetterlo?'”.