CARNE BOVINA: “LES ECHOS”, LE STRADE PER RILANCIARE LA PRODUZIONE FRANCESE

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come fermare la penuria di carne bovina francese? lo chiede dominique CHAPUIS su “les echos”, precisando che la domanda si pone anche se il paese e’ ancora per numero di capi al primo posto in europa. nel 2022, la produzione e’ calata del 4,7%, dopo una stagnazione nel 2021, a causa della riduzione delle mandrie iniziata dal 2016, in mancanza di una remunerazione sufficiente per gli allevatori e in assenza di un ricambio generazionale. in sei anni, la francia ha perso 840.000 vacche (-6%), secondo l’istituto dell’allevamento (idele). “i consumi tengono, ma non ce la facciamo piu’ a fornire capi sufficienti”, dice desolato cedric MANDIM, allevatore e segretario generale della federazione nazionale bovina (fnb). la crisi e’ arrivata fino ai macelli. il gruppo bigard, leader francese, ferma l’attivita’ un giorno a settimana nei suoi 25 siti per fare economia. una delle possibilita’ citate per invertire la tendenza e’ evitare di esportare i giovani bovini da ingrasso, per lo piu’ destinati all’italia. ma occuparsene significa che gli allevamenti dovranno dotarsi di terreni adatti a produrre l’alimentazione necessaria per l’ingrasso, altrimenti costerebbe troppo, rileva CHAPUIS, che segnala come alternativa la possibilita’ di aumentare il numero di vacche nutrici, dato che gia’ l’anno scorso il numero di capi da ingrasso esportati e’ diminuito del 7%. l’altra possibilita’ su cui punta la professione per uscire dalla crisi sono i contratti di filiera, gia’ obbligatori, ma la cui messa in atto nella stalle tarda ad arrivare,