CEREALI: CAI CONSORZI AGRARI, BENE SEMINE 2023 GRANO TENERO (+6,2%) CALA GRANO DURO (-1,6%)

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“aumentano nel 2023 i terreni seminati con grano tenero (+6,2%), diminuiscono invece le superfici coltivate con grano duro (-1,6%), ma a preoccupare e’ la mancanza di acqua che potrebbe danneggiare la produzione in questi mesi cruciali. e’ questo il primo quadro della situazione tracciato da cai – consorzi agrari d’italia in base alle stime previsionali del masaf su dati istat per le semine di cereali autunno-vernini”. lo rende noto un comunicato di cai, che prosegue: “i primi dati previsionali sulle semine di grano tenero parlano di 572.175 ettari complessivi con un aumento del 6,2%, pari a 33.404 ettari in piu’ rispetto allo scorso anno. segni positivi per tutte le aree: +8,4% nel nord ovest con 144.183 ettari coltivati, +7% nel nord est con 270.266 ettari, +1,1% nel centro (88.873 ettari) e +5,5% nel sud e nelle isole con 68.860 ettari. le stime sulle semine di grano duro segnalano invece 1.218.151 ettari, con una riduzione di 19.807 ettari rispetto al 2022 (-1,6%). a pesare, in particolare, il calo di 28.942 ettari (-3,2%) nel sud e nelle isole (875.491 ettari rispetto a 904.433 del 2022). aumentano invece le superfici seminate al nord e al centro: 1.910 ettari in piu’ nel nord ovest (+11,2%), 3.947 ettari in piu’ del nord est (+3,8%), 2.551 ettari in piu’ nel centro italia (+1,2%). secondo consorzi agrari d’italia il calo della superficie a grano duro previsto per il 2023 potrebbe essere provvisorio perche’ dovuto in questa fase al mancato inserimento dei dati completi del sud italia, che in diverse aree ha protratto il periodo di semina fino a fine febbraio. in lieve rialzo (+0,2%) le previsioni per l’orzo che interessera’ 268.499 ettari. in crescita gli investimenti nel nord ovest (+21,8%), bene anche il nord est che si ferma a +1,8%. in negativo centro (-1,2%) e sud e isole (-8,5%). se i dati sulle semine, soprattutto di grano tenero, possono considerarsi positivi, a preoccupare consorzi agrari d’italia e’ la mancanza di acqua ed il lungo periodo di siccita’ nelle aree piu’ vocate alla cerealicoltura che potrebbero causare problemi alla produzione”.