“THE NEW YORK TIMES”: I SINDACATI AGRICOLI POSSONO ANCORA CRESCERE NEI CAMPI DELLA CALIFORNIA?

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“the new york times” racconta, in un lungo articolo, di come i lavoratori agricoli della united farmers workers (ufw) stiano cercando di riguadagnare l’influenza che avevano avuto mezzo secolo fa, ai tempi del loro fondatore, cesar CHAVEZ, il quale era riuscito, dopo lunghe lotte, a ottenere molte riforme a favore dei braccianti. ora, l’unione e’ l’ombra di cio’ che era decenni fa. l’adesione si aggira intorno ai 5.500 lavoratori agricoli, meno del 2% della forza lavoro agricola dello stato, rispetto ai 60.000 degli anni ’70. nello stesso periodo, il numero di coltivatori coperti da contratti ufw e’ sceso a 22 da circa 150. molte delle conquiste ottenute da CHAVEZ sono state via via smantellate e i lavoratori agricoli hanno visto scendere i loro stipendi e le loro richieste in termini di sicurezza sul lavoro e piu’ in generale la loro forza contrattuale diminuire. la scorsa estate l’ufw ha organizzato una marcia di 24 giorni sotto il sole cocente di agosto per chiedere che il governatore californiano gavin NEWSOM firmasse un disegno di legge che, secondo l’unione, avrebbe reso piu’ facile e meno intimidatorio per i lavoratori votare alle elezioni sindacali, vissuta dai partecipanti anche come una sorta di resa dei conti per un sindacato che cerca disperatamente di riconquistare la sua rilevanza. “si, se puede” e’ lo slogan che e’ risuonato, ed e’ lo stesso che risuonava ai tempi di CHAVEZ.