LE CONSIDERAZIONI FINALI DEL GOVERNATORE DI BANCA D’ITALIA VISCO

nelle considerazioni finali https://bit.ly/42hkvLR svolte oggi il governatore di bankitalia ignazio VISCO ha toccato una molteplicita’ di temi a cominciare da quelli piu’ al centro della dialettica politica con alcuni richiami rivolti innanzitutto al governo. PNRR: nel breve periodo resta da vincere la sfida del pnrr. «non c’e’ tempo da perdere. si tratta di uno snodo cruciale; esso deve pero’ essere parte di una piu’ ampia strategia di lungo periodo per agevolare la trasformazione della nostra economia». alla quale devono concorrere anche le necessarie riforme. che pero’ non devono mai perdere di vista le compatibilita’ di bilancio. IMMIGRAZIONE: il calo della popolazione nelle eta’ centrali potranno essere mitigati nel medio periodo, oltre che da un allungamento dell’eta’ lavorativa, solo da un aumento del saldo migratorio (che pure nello scenario di base l’istat prefigura pari a 135.000 persone all’anno, piu’ del doppio degli ultimi dieci anni, dopo una media di oltre 300.000 nel precedente decennio). per gestire i flussi migratori occorreranno politiche ben concepite di formazione e integrazione, indispensabili per l’inserimento dei migranti nel tessuto sociale e produttivo. un recupero della natalita’ dai livelli particolarmente bassi del 2021, per quanto auspicabile, rafforzerebbe l’offerta di lavoro solo nel lunghissimo periodo.SICUREZZA NAZIONALE: la sicurezza nazionale puo’ essere tutelata evitando politiche protezionistiche generalizzate, che rafforzerebbero la tendenza all’aumento delle barriere agli scambi commerciali e agli investimenti diretti esteri emersa nell’ultimo quinquennio; restrizioni nel commercio internazionale volto a influenzare la localizzazione delle imprese, oltre a introdurre distorsioni nella concorrenza, rischierebbe di produrre nuove tensioni, anche nei rapporti tra paesi affini per valori, istituti e politiche. In alcuni casi misure protezionistiche potrebbero persino rivelarsi controproducenti rispetto all’obiettivo di accrescere la differenziazione geografica degli approvvigionamenti. POVERTA’: negli ultimi trent’anni l’apertura dei mercati ha fornito un contributo fondamentale al benessere, non solo economico, di un’ampia parte della popolazione mondiale. il numero di persone in condizioni di poverta’ estrema e’ sceso da quasi due miliardi a meno di 700 milioni; l’incidenza della popolazione in condizione di malnutrizione si e’ ridotta nei paesi in via di sviluppo da oltre il 25 a meno del 15 per cento. vi si e’ accompagnato un forte incremento dell’alfabetizzazione e la speranza di vita si e’ allungata in media di piu’ di 10 anni. i miglioramenti sono stati specialmente evidenti per le economie che in questo periodo si sono pienamente integrate nel commercio internazionale e nelle catene globali del valore. alcuni paesi, principalmente dell’africa subsahariana, dove in buona parte si concentra l’espansione demografica prevista per i prossimi decenni, ne sono invece stati toccati solo marginalmente. INTEGRAZIONE DEI MERCATI: sarebbe un errore sottovalutare i benefici dell’integrazione dei mercati, in particolare in un’economia aperta come la nostra. ne’ si puo’ dimenticare che le sfide che vanno oggi affrontate – dalla lotta al cambiamento climatico al contrasto delle pandemie, dalla riduzione della poverta’ alla gestione delle pressioni migratorie – hanno natura globale e non possono essere risolte che con azioni coordinate a tale livello. sul piano esterno, e’ dunque necessario preservare il funzionamento delle istituzioni multilaterali e ridare forza alla cooperazione internazionale. CONGIUNTURA ECONOMICA: Gli effetti del conflitto in Ucraina sull’economia dell’area dell’euro sono stati amplificati dalla forte dipendenza di molti paesi membri dalle importazioni di prodotti energetici, in particolare di gas naturale. Il loro rincaro, congiuntamente a quello dei prodotti agricoli, anch’esso in larga misura provocato dalla guerra, ha inciso sul potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle meno abbienti, e sui costi di produzione delle imprese……Oltre i tre quarti della crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo sarebbero direttamente o indirettamente riconducibili ai rincari dell’energia e a quelli delle derrate alimentari…… Le strategie di prezzo delle imprese giocheranno un ruolo fondamentale: simmetricamente a quanto avvenuto nella fase di rialzo dei corsi dell’energia del 2022, le recenti riduzioni di costo dovrebbero ora essere trasmesse ai prezzi dei beni e dei servizi…..Quello che occorre per un recupero del potere d’acquisto e’ una crescita piu’ sostenuta della produttivita’. Eventuali misure di bilancio dovranno rimanere temporanee e mirate; e’ bene che gli interventi si chiudano tempestivamente quando non piu’ indispensabili. EXPORT: la rinnovata vitalita’ del sistema economico si e’ manifestata nella robusta espansione delle esportazioni e nella forte ripresa dell’accumulazione di capitale. dal quarto trimestre del 2019 le vendite all’estero di beni sono aumentate in volume dell’11 per cento, piu’ che negli altri grandi paesi dell’area dell’euro. nell’ultimo biennio gli investimenti sono cresciuti di oltre il 20 per cento, segnando una netta cesura rispetto alla protratta fase di debolezza seguita alla crisi finanziaria globale.