ANBI, DA CALABRIA TOSCANA ED EMILIA ROMAGNA ESEMPI INNOVAZIONE E RICERCA PER TUTELA ACQUA E AMBIENTE

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“quando indichiamo l’innovazione tra le priorita’ per contrastare la crisi climatica, insieme ad un grande piano di manutenzione del territorio ed alla realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche, non lanciamo uno slogan, ma una pratica che costantemente applichiamo per le nostre competenze e possibilita’”. lo afferma in un comunicato francesco VINCENZI, presidente di anbi. “cosi’, a catanzaro, e’ stata la significativa presenza del procuratore della repubblica, nicola GRATTERI, ad inaugurare l’installazione di 2.700 apparecchi di controllo e distribuzione irrigua su una superficie di circa 11.000 ettari nei comprensori alli tacina ed alli copanello; sara’ cosi’ garantita l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica, riducendo i costi gestionali”, informa il comunicato. “con questo progetto abbiamo intercettato risorse stanziate per la lotta al cambiamento climatico dal ministero di agricoltura, sovranita’ alimentare e foreste”, spiega il commissario del consorzio di bonifica ionio catanzarese, fabio BORRELLO, che precisa: “il nuovo sistema di distribuzione irrigua, che interessa 12 comuni da squillace a belcastro, permettera’ di gestire i picchi di richiesta, garantendo piu’ regolarita’ al servizio. cio’ dimostra come pure al sud siamo in grado di spendere le risorse pubbliche velocemente e bene”. “e’ questa la dimostrazione che, anche in calabria, i consorzi di bonifica ed irrigazione sono presidio di legalita’, equita’ ed innovazione; chiedere iter piu’ snelli per la realizzazione di opere pubbliche non vuol dire diminuire i controlli, ma accelerare le procedure, superando inutili lungaggini burocratiche”, sottolinea il direttore generale di anbi, massimo GARGANO, presente al convegno inaugurale. “e’ invece un progetto di ricerca scientifica per intercettare e rimuovere le plastiche galleggianti prima che arrivino al mare, quello interessante il padule di fucecchio e presentato da regione toscana, consorzio di bonifica 4 basso valdarno, universita’ degli studi di pisa (dipartimento di ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni), gia’ impegnati sul fronte della definizione di strumenti per il miglioramento della gestione dei livelli idrici nell’area palustre”, prosegue il comunicato. “e’ gia’ stata installata qualche barriera, in via sperimentale, nel territorio e ne collocheremo tre all’interno del cratere del padule di fucecchio, posizionandole a rotazione per permettere la navigabilita’̀ dell’area; nei due anni di durata, il progetto consentira’ di analizzare le plastiche e capire quali siano i punti di immissione per intervenire in maniera preventiva”, spiega maurizio VENTAVOLI presidente del consorzio di bonifica 4 basso valdarno. “sono barriere che raccolgono le plastiche galleggianti, quindi non interferiscono con i sedimenti che devono andare ad alimentare le nostre coste gia’ in grande difficolta’, ne’ interferiscono con la flora e la fauna”, evidenzia l’assessora all’ambiente di regione toscana, monia MONNI, nel precisare che “gli sbarramenti saranno inoltre realizzati con il legno di alberi caduti nel padule, dimostrando attenzione all’inserimento paesaggistico-ambientale nella piu’ importante area umida del centro italia”. “la realizzazione di apposite barriere lungo i corsi d’acqua permette di recuperare la plastica, quando e’ ancora riciclabile, in quanto non esposta all’azione di acqua marina e sole, vale a dire le principali cause di degrado e scomposizione in microplastiche che, oltre ad essere fonte di inquinamento, sono facilmente ingeribili dalla fauna marina, rientrando cosi’ anche nella catena alimentare umana”, sottolinea il comunicato. “il progetto si articola in tre punti”, spiega stefano PAGLIARA, docente alla facolta’ di ingegneria dell’universita’ di pisa, che prosegue: “il primo prevede lo studio idraulico del bacino per sperimentare la barriera piu’ idonea. si passera’ poi all’installazione sperimentale di una o piu’ barriere in legno come pioppo, castagno o canna di bambu’, realizzando un sistema a basso impatto ambientale con tipologia biotecnologica, considerato che il territorio del padule e’ tutelato da tre aree protette. infine, l’ultimo step e’ quello della raccolta dati e del monitoraggio per due anni: il rifiuto galleggiante sara’ catalogato, pesato e suddiviso per tipologia di materiale, cosi’ da creare un database storico”. “ogni anno il sistema fluviale globale rilascia negli oceani un quantitativo di plastica indicato in circa 2 milioni di tonnellate. l’obbiettivo del progetto e’ quindi di contribuire a ridurre la quantita’̀ di microplastiche presenti nell’ambiente marino ed i conseguenti danni”, evidenzia il presidente di anbi, francesco VINCENZI. “il progetto s’inserisce all’interno di un quadro internazionale: infatti, tutte le attivita’ di ripristino dell’ecosistema marino e terrestre fanno parte degli obbiettivi che l’onu ha indicato nell’agenda 2030”, precisa il comunicato, che conclude: “in questo ambito va infine segnalato un progetto di ricerca dell’universita’ di parma che, in collaborazione anche con il consorzio di bonifica di piacenza, mira all’elaborazione di protocolli per il monitoraggio dei livelli d’inquinamento da nano-microplastiche e da residui ambientali dell’antiparassitario ivermectina attraverso la valutazione dei livelli rilevati nei gamberi rossi della louisiana, (procambarus clarkii), specie alloctona, considerata sentinella. lo studio portera’ alla stesura di lavori scientifici da pubblicare su riviste di settore”.