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“la nuova architettura della gestione del rischio nel piano strategico della pac 2023-2027” e’ stato il tema del convegno che si e’ svolto oggi per iniziativa di masaf, agea e ismea e nel corso del quale sono intervenuti giuseppe BLASI, capo dipartimento masaf e autorita’ di gestione del psp 2023-2027; roberto bruno mario GIAROLA, direttore ufficio per il coordinamento dell’attivita’ giuridica, legislativa e del contenzioso della protezione civile; salvatore CARFI’, direttore dell’organismo di coordinamento agea e livio PROIETTI, commissario straordinario ismea e amministratore fondo agricat. le assicurazioni agevolate – ha detto BLASI – “sono il pacchetto di strumenti piu’ importanti mai attivate dal nostro paese e fa riferimento ai fondi comunitari” e “anche a strumenti molto innovativi come quello dei pagamenti diretti”. attraverso questo pacchetto di strumenti – ha aggiunto – “mettiamo a disposizione del settore circa 700 milioni di euro all’anno: e’ una cifra importantissima, mai attivata prima, pero’ ci rendiamo conto che purtroppo sta diventando insufficiente perche’ le problematiche a cui dobbiamo far fronte sono tantissime”. per BLASI e’ sempre piu’ impellente chiedersi se la pac sia attrezza per “poter far fronte a una variabilita’ delle condizioni agro climatiche che mette sempre piu’ a rischio il reddito degli agricoltori”. il capo dipartimento del masaf ha ricordato che la riserva di crisi della pac e’ costituita con i soldi degli aiuti diretti, cioe’ degli agricoltori, storicamente utilizzata per crisi di mercato. dallo scorso anno – ha ricordato BLASI – la misura e’ stata richiesta per emergenze meteo climatiche anche dall’italia che ha ottenuto 60 milioni di euro cofinanziabili per il 200%. fondi volti a compensare la siccita’ del 2022/2023 e l’alluvione di emilia romagna, marche e toscana. BLASI ha messo in luce le difficolta’ di utilizzo di queste risorse e il ruolo giocato da agricat per semplificare l’istruzione delle domande, cercando di evitare tutte le sovrapposizioni con aiuti di altro tipo e utilizzando una convenzione con la protezione civile perche’ “su tutti i temi delle calamita’ naturali occorre lavorare fianco a fianco con una base comune e scambiare le informazioni con tutti coloro che sul territorio sono in grado di fornire i dati”. altrettanto importante – ha aggiunto BLASI – e’ la collaborazione con le regioni alle quali ha rivolto un appello perche’ non blocchino in conferenza stato-regioni provvedimenti precedentemente condivisi a livello tecnico. e’ necessaria “piu’ sinergia”, ha esortato BLASI. la complessita’ del funzionamento del sistema della protezione civile italiano e’ stata descritta da GIAROLA, il quale ha fatto notare come il suo dipartimento venga chiamato in causa per le situazioni piu’ disparate e “nella risoluzione di problematiche che hanno radici molto strutturate nel tempo” o “che hanno radici in ambiti di competenze molto specialistici di cui noi sappiamo poco o nulla”. “io non dico che la complessita’ sia un disvalore perche’ se quelle cose sono state scritte dal nostro regolatore, se abbiamo costruito dei ragionamenti di un certo genere, sono sicuro che ci sia un motivo e ci sia la corretta valutazione dei valori e degli interessi in campo, ma tendiamo a dimenticarci di lasciarci una uscita d’emergenza e se questa uscita di emergenza deve essere improvvisata alla fine del percorso e’ sicuramente piu’ complicato. ecco perche’ il dipartimento da tempo cerca di spostare l’attenzione di tutto il sistema di protezione civile, quindi il governo centrale, le regioni e gli enti locali e anche le parti tecniche, non tanto sul tema della gestione emergenziale quanto sul tema dell’attivita’ di previsione e di prevenzione”. in questa direzione va il protocollo che abbiamo sottoscritto con il masaf poco fa e che parla di scambio di informazioni e di dati, ha spiegato GIAROLA. ad illustrare il funzionamento del fondo agricat e’ stato CARFI’, il quale ha il quale ha spiegato che agea ha inteso semplificare i procedimenti amministrativi legati alle assicurazioni agricole; implementare un modello proattivo di pagamento automatico; ridurre le anomalie; erogare gli aiuti in tempi utili. a questo scopo – ha proseguito – agea ha redatto delle linee di evoluzione che si basano su quattro interventi fondamentali in ambito sian: integrare l’attuale componente pai (piano assicurativo individuale) all’interno del fascicolo aziendale nazionale nel sian, standardizzando le regole di comportamento con quelle gia’ in uso; ristrutturare tutti i servizi necessari ad acquisire le informazioni dalle compagnie assicurative e dai consorzi che supportano gli agricoltori nella gestione del negoziato; avviare una gestione della domanda di aiuto automatica che deve essere integrata con la gestione di tutte le altre domande di aiuto relative alle superfici e agli animali e precompilata utilizzando i dati acquisiti tramite il fascicolo aziendale; revisionare le procedure relative alla gestione dell’istruttoria e alla liquidazione degli aiuti massimizzando i risultati dei controlli anticipati e procedendo in modo tempestivo alla liquidazione degli aiuti nei tempi utili a quelli declinati nell’ambito del psn e della normativa nazionale. in questo modo – ha aggiunto CARFI’ – il pai sara’ eliminato e tutto si svolgera’ in automatico, ne’ sara’ rilevante la scarsa conoscenza del sostegno alle assicurazioni agricole che ha contrassegnato le precedenti campagne assicurative. CARFI’ ha anche sottolineato positivamente la consapevolezza di tutti gli stakeholder – caa e consorzi di difesa in primis – del proprio ruolo. ha concluso la prima parte dei lavori il commissario ismea PROIETTI che ha spiegato come gli scopi del fondo agricat, da norma di legge, siano due: favorire un approccio integrato alla gestione del rischio ampliando il ventaglio di strumenti a disposizione delle imprese per la tutela delle produzioni agricole contro gli eventi meteoclimatici di natura catastrofale e aumentare il grado di resilienza e la capacita’ di risposta delle aziende agricole ai cambiamenti climatici nonche’ di incrementare il numero di imprese agricole aderenti a programmi di gestione del rischio e di favorire il riequilibrio territoriale e settoriale del sostegno pubblico. in sostanza – ha spiegato – agricat non ha la pretesa “di fornire la risposta totalitaria alla gestione del rischio e soprattutto al risarcimento dei danni che derivano da questi eventi catastrofali”, anche perche’ le franchigie sono abbastanza elevate e le percentuali di risarcimento sono piuttosto basse, ha asserito PROIETTI, precisando che non si applicheranno ai fondi previsti per l’alluvione in emilia romagna e le zone delimitate di marche e toscana. “il problema e’ che questo settore strategico per l’economia nazionale non puo’ essere cosi’ abbandonato al destino dei cambiamenti climatici e agli eventi catastrofali” ed “quindi e’ necessario trovare il sistema per ridurre al massimo il rischio di questa attivita’ di intrapresa che e’ fondamentale per il sistema paese”, ha aggiunto. PROIETTI, tornando al fondo agricat, ha individuato due limiti: “il primo e’ che e’ rivolto ai suoi assicurati che sono tutti percettori di provvidenze tramite la domanda unica pac, il secondo limite e’ riferito a determinati eventi catastrofali, non a tutti gli eventi non alla grandinata non alla Mosca olearia non alla fitopatia”. comunque il fondo, ha aggiunto, elimina il problema della mancata conoscenza deglle agevolazioni per gli strumenti assicurativi e costituisce comunque un sostegno per gli agricoltori. potra’ contribuire anche a ridurre la differenza tra nord e centro sud nl numero di assicurati, ha auspicato PROIETTI. i lavori sono proseguiti con gli interventi dei rappresentanti regionali: franco CONTARIN per il veneto; gianni FERMARELLI per le marche e paolo GRAMICCIA per il lazio.