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“la pesca unita e’ necessaria in questa fase ma l’unita’ e’ anche importante per l’agricoltura: tutti insieme possiamo fare la differenza”, ha detto il segretario generale della uila stefano MANTEGAZZA che ha concluso oggi i lavori del convegno di uila pesca su “pescatore: un mestiere da mettere in sicurezza”, aperto dall’intervento della segretario enrica MAMMUCARI. il sindacalista ha sottolineato che “su quello da fare siamo tutti d’accordo” riferendosi, innanzi tutto, all’ opportunita’ di “organizzare fronte comune a bruxelles” anche alla luce della “violenza subita ieri” con il voto del parlamento europeo sul regolamento sui controlli. MANTEGAZZA ha ribadito che le scelte ambientaliste di bruxelles portano, a suo giudizio, alla riduzione della qualita’ del cibo e alla punizione del lavoro dei pescatori tant’e’, ha aggiunto, che, in pochi anni, l’ import italiano di pesce e’ passato dal 20% all’ 80%. “dobbiamo pretendere che europa coniughi la sostenibilita’ economica con la sostenibilita’ sociale e ambientale presidiando – se possibile preventivamente – bruxelles. “abbiamo un governo che ci ascolta e vediamo se riusciremo su obiettivi come la cig a risolverli nella legge di stabilita’”, ha concluso. “vogliamo ripartire dalla fatica di questo mestiere”, ha detto MAMMUCARI sottolineando, fra l’altro, la riduzione drammatica della flotta italiana, ritenuta unica responsabile del danno all’ambiente come il tabacco e lo zucchero che, pero’ – ha sottolineato – continuiamo a importare. ma – ha osservato – non tutto e’ perduto grazie alla resilienza dei pescatori che, tra l’altro, non solo senza clamore ripuliscono mare ma sono profondi conoscitori del clima. “la pesca vuole vivere nel grande mercato globale con regole comuni” ha aggiunto MAMMUCARI – perche’ ora e’ difficile “spiegare ai pescatori italiani in fermo il regolamento ue sui controlli mentre i colleghi tunisini operano e non devono rispettare le stesse regole”. “per la prima volte c’e’ in italia fronte unito che ha detto no all’ action plan”, ha osservato la sindacalista ricordando, fra l’altro, che i lavoratori dipendenti del settore pesca sono meno di 22 mila. un settore – ha affermato MAMMUCARI – che deve diventare lobby. tra le questioni in sospeso che anfrebbero affrontate dal parlamento MAMMUCARI ha indicato il riconoscimento del lavoro del pescatore come usurante e la semplificazione del riconoscimento dei titoli dei lavoratori extra comunitari. “sottoscrivo le parole di MAMMUCARI perche’ sono anche i nostri obiettivi sia sul variegato fronte interno” sia soprattutto in sede europea dove “stiamo cercando di andare in europa con obiettivi fermi per far capire che nel mediterraneo le regole devono essere uguali per tutti i pescatori” su cui e’ necessaria una posizione forte della commissione ue”, ha detto il sottosegretario all’agricoltura patrizio LA PIETRA (fdi). il ministro francesco LOLLOBRIGIDA – ha aggiunto – sta cercando di traslare facilitazioni agricole sul settore pesca. a nome dell’alleanza delle cooperative della pesca ha parlato gianpaolo BUONFIGLIO secondo cui “ci sono segnali positivi” dal governo come sul fronte del granchio blu ma – ha aggiunto – “molte questioni in sospeso”. “la rete va dipanata e ci vuole qualcosa di nuovo anche con un cambio culturale”, ha indicato don bruno BIGNAMI, secondo cui “i porti sono luoghi privilegiati per elaborare il nuovo. sono anche intervenuti ivana VERONESE, segretario nazionale uil; francesca BIONDO, direttore federpesca, che ha ripreso il tema del riconoscimento dei titoli dei lavoratori stranieri e del riconoscimento della figura della coadiuvante. “cambiare narrazione del settore pesca”, ha esortato romano MAGRINI responsabile relazioni sindacalidi coldiretti, insistendo sulla necessita’ di un’ azione preventiva a bruxelles per combattere la deriva ambientalista e cibo sintetico.