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l’ondata di maltempo, con la tempesta ciaran, e’ l’ultimo colpo di una stagione da dimenticare per il vigneto europa dove la produzione cala del 6% a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, per un totale di poco piu’ di 150 milioni di ettolitri, secondo quanto emerge da una analisi della coldiretti su previsioni aggiornate del copa cogeca, diffusa in occasione dell’incontro “vino, il futuro nel bicchiere” al merano wine festival, con la presenza del presidente ettore prandini. a fare le spese degli effetti del cambiamento climatico quest’anno e’ soprattutto l’italia dove e’ ancora in corso la vendemmia. il nostro paese, con il suo patrimonio di biodiversita’, e’ il piu’ esposto – spiega coldiretti – agli effetti del meteo pazzo, considerato che le operazioni di raccolta durano oltre 100 giorni, le piu’ lunghe d’europa, per la presenza sul territorio nazionale di ben 504 varieta’ iscritte al registro viti (contro le 278 della francia) che necessitano ognuna di tempi differenti di maturazione. il risultato e’ che per la prima volta dopo sette anni, l’italia ha perso la leadership come produttore di vino in europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri in calo del 12% rispetto all’anno scorso mentre la francia e’ diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. dinanzi agli effetti dei cambiamenti climatici bisogna dunque tutelare il vigneto italia – sottolinea la coldiretti – e coniugare le caratteristiche di produttivita’, di resistenza a patogeni e parassiti, di efficiente impiego delle risorse, con quelle di elevata qualita’ per il consumo e per la trasformazione. la ricerca agraria ha oggi a disposizione nuove tecnologie di miglioramento genetico che permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione tea (tecnologie di evoluzione assistita). tecniche che non implicano l’inserimento di dna estraneo alla pianta. per poter cogliere compiutamente queste nuove opportunita’ e’ necessario arrivare a una regolamentazione dei prodotti agricoli ottenuti da tali metodologie che oggi – spiega coldiretti – non trovano una adeguata collocazione a livello normativo comunitario. “una grande sfida per far tornare gli agricoltori protagonisti della ricerca senza che i risultati finiscano nelle mani di poche multinazionali proprietarie dei brevetti” afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI nel sottolineare la necessita’ di “difendere e valorizzare il patrimonio di biodiversita’ agraria nazionale e la distintivita’ delle nostre campagne, garantendo nuove possibilita’ di crescita e sviluppo all’agroalimentare nazionale”.