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le principali industrie alimentari e di bevande, tra cui pepsico, heineken e nestle’, stanno attivamente cercando di ridurre la loro impronta di carbonio affrontando uno dei colpevoli nascosti delle emissioni nelle loro catene di approvvigionamento: i fertilizzanti, scrive il “financial times”. prima dell’entrata in vigore delle regole sulla divulgazione delle emissioni di gas serra nelle loro catene di approvvigionamento, prevista per l’anno prossimo, queste aziende si sono rivolte a start-up di fertilizzanti sostenibili per affrontare i livelli di emissioni, spiega il giornale, rilevando che i nutrienti per colture sostengono la produzione del 50% del cibo mondiale ma contribuiscono significativamente alle emissioni di co₂. i fertilizzanti utilizzati per gli ingredienti agricoli rappresentano circa il 15% delle emissioni totali nelle catene di approvvigionamento della birra e il 35-40% per il pane, secondo esperti del settore. i fertilizzanti a base di azoto e il letame agricolo costituiscono il 5% delle emissioni globali di gas serra, producendo 2,6 miliardi di tonnellate di co₂ all’anno, piu’ dell’aviazione e del trasporto marittimo messi insieme a livello globale, secondo una ricerca pubblicata dalla rivista nature food. per affrontare i cambiamenti normativi, l’industria e i suoi partner stanno intensificando gli sforzi per produrre ammoniaca a basse emissioni di carbonio e pratiche che migliorano l’efficienza dell’uso dell’azoto. aziende come ccm technologies stanno sfruttando l’interesse crescente nei fertilizzanti sostenibili. ccm technologies mescola il co₂ catturato da attivita’ industriali con materiali organici per produrre nutrienti per colture. la societa’ ha recentemente collaborato con nestle’ e cargill, utilizzando gusci di cacao da un sito di produzione di caramelle a york, in inghilterra, per produrre fertilizzante a basse emissioni di carbonio utilizzato nelle catene di approvvigionamento di nestle’. anche heineken e’ parte di un consorzio di investitori che sostiene fertighy, un’azienda di fertilizzanti a basse emissioni. fertighy, con investimenti anche da parte di invivo, prevede di costruire la sua prima fabbrica in spagna nel 2025 e mira a avere due impianti, ognuno con una produzione di 1 milione di tonnellate di fertilizzante a basse emissioni di carbonio all’anno a partire dal 2029. moltre industrie agroalimentari, tuttavia, ritengono che il supporto statale sia essenziale per accelerare la transizione e ridurre il divario di prezzo tra i fertilizzanti tradizionali e le alternative a basse emissioni, conclude il “financial times”.