CACCIA E DIRETTIVA HABITAT, COMMISSIONE UE AVVIA PROCEDURE D’INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA

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la commissione europea ha reso nota con un comunicato la decisione di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’italia per il mancato rispetto della direttiva uccelli (direttiva 2009/147/ce) e del regolamento reach (regolamento 1907/2006/ce modificato dal regolamento (ue) 2021/57) a causa delle modifiche introdotte nelle norme italiane sulla caccia. la commissione – si legge – ha constatato che diversi atti legislativi italiani non sono conformi a tale normativa dell’ue. inoltre, in violazione della direttiva uccelli, la legislazione italiana conferisce alle regioni il potere di autorizzare l’uccisione o la cattura di specie di fauna selvatica, anche nelle aree in cui la caccia e’ vietata, come le aree protette, e durante il periodo dell’anno in cui la caccia e’ vietata. la legislazione italiana non e’ inoltre conforme alle disposizioni del regolamento reach, quale modificato, sull’uso del piombo nelle munizioni. la commissione ue ha deciso anche di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’italia per la mancata attuazione delle misure previste dalla direttiva habitat (direttiva 92/43/cee), volte a monitorare e a evitare le catture accessorie di cetacei, tartarughe e uccelli marini da parte dei pescherecci. l’italia – spiega il comunicato – non ha istituito un sistema di monitoraggio delle catture e uccisioni accidentali di specie protette, non ha svolto ulteriori ricerche e non ha adottato misure di conservazione per garantire che le catture e le uccisioni accidentali non abbiano un significativo impatto negativo sulla popolazione delle specie protette. l’italia non ha altresi’ adottato misure adeguate per evitare perturbazioni significative di diverse specie marine e di uccelli marini nei siti natura 2000 designati per la loro conservazione e non ha monitorato lo stato di conservazione di diverse specie protette. per entrambe le procedure, dopo il ricevimento delle lettere di costituzione in mora, l’italia dispone di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla commissione ue. in assenza di una risposta soddisfacente, l’esecutivo europeo potra’ decidere di emettere un parere motivato.