CIA CHIEDE INCONTRO A LOLLOBRIGIDA SERVONO RISPOSTE CONCRETE PER GARANTIRE REDDITO AGRICOLTORI

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“occorrono risposte concrete per garantire il reddito delle aziende e permettere al settore agricolo di occupare un ruolo centrale nell’economia del paese. cia-agricoltori italiani pone nuovamente all’attenzione del governo e dell’ue, dopo la manifestazione dell’associazione il 26 ottobre a roma”. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione che cosi’ prosegue: “le richieste di cia al governo riguardano gli sgravi fiscali, gli interventi contro i rincari e le misure a favore dei giovani. sul versante ue, servono cambiamenti sostanziali alla proposta della commissione sui terreni incolti, oltre alla riduzione dell’impatto del green deal sulle aziende. cia ha, dunque, chiesto un incontro urgente col ministro francesco LOLLOBRIGIDA , finalizzato ad individuare tutte le misure da mettere in campo. si terranno, in seguito, incontri territoriali con parlamentari e presidenti regionali. cia ricorda che il biennio 2022-23 e’ stato particolarmente difficile per gli agricoltori a causa delle ripetute avversita’ meteorologiche, delle fitopatie e gli alti costi di produzione per una congiuntura di mercato complessa. si chiede, quindi, al governo di gestire l’emergenza in atto introducendo sgravi fiscali per il settore primario: dall’irpef sui redditi agricoli, all’esonero contributivo per gli agricoltori, oltre a una maggiore compensazione dell’iva zootecnica (bovini e suini). per mitigare l’impatto del rincaro dei fattori di produzione, cia chiede, invece, la reintroduzione del credito d’imposta per l’acquisto di gasolio, gia’ ottenuto nel 2023 dopo una lunga battaglia portata avanti dall’associazione. sul fronte delle giovani imprese, cia ritiene necessario l’esonero contributivo per gli agricoltori under 40 e il rifinanziamento del ‘fondo piu’ impresa’. a sostegno dei comparti piu’ deboli, si intervenga con un immediato utilizzo delle risorse del fondo per le emergenze e facilitazioni nell’accesso al credito. a livello europeo, per cia e’ urgente una maggiore semplificazione nelle regole sui pagamenti per l’attuale pac per rispettare le tempistiche previste e garantire agli agricoltori la sostenibilita’ economica delle loro aziende. per quanto concerne le politiche green della commissione, si reputa essenziale la proroga alla deroga del 4% per l’incolto, con periodicita’ triennale e senza vincoli ambientali legati alle scelte produttive dell’azienda. si introducano, inoltre, le deroghe approvate in parlamento sui prodotti agroalimentari nel ‘regolamento imballaggi’ e si approvino definitivamente le regole ue sulle nuove biotecnologie (ngt-tea) per dare alle aziende strumenti alternativi, in grado di ridurre gli impatti negativi del green deal. necessario, infine, confermare l’esclusione delle attivita’ zootecniche dalla direttiva sulle emissioni industriali, facendo prevalere la sostenibilita’ concreta alle scelte ideologiche. ma lo spreco si combatte anche educando il consumatore. e’ il caso di alcune cooperative che hanno deciso di puntare sulla valorizzazione di parti meno nobili dei prodotti come quelle di carni e salumi, grazie alla collaborazione con enti locali o ristoranti. e cosi’ alimenti che sarebbero destinati a finire nei rifiuti vengono trasformati in vere e proprie risorse con corsi che insegnano come cucinare quelli che solo in apparenza possono essere trattati come scarti alimentari domestici. che sia una spesa di terra o di mare, per evitare di buttare via il cibo, precisa fedagripesca, gli italiani utilizzano strategie diverse: il 36,84% sceglie di acquistare solo piccole quantita’, il 31,58% solo quello che serve, il 15,79% congela i prodotti in scadenza, il 10,53% si cimenta in ricette di cucina creativa con gli avanzi, il 5,26% acquista prodotti a lunga scadenza. dalla terra al mare, pesci, molluschi e crostacei freschi sono prodotti che per 4 italiani su 5 difficilmente finiscono in pattumiera per il costo e le abitudini di acquisto a ridosso dell’impiego in cucina come emerge da una indagine condotta da fedagripesca. tra i prodotti ittici freschi, e’ il tonno a fare la parte da leone tanto da meritarsi l’appellativo di ‘maiale del mare’, visto che come per il maiale di terra, non si butta via nulla. in questo caso gli sprechi vengono abbattuti gia’ in fase di produzione realizzando prosciutto, salsicce, salme di tonno e bottarga. ma anche le lische e le teste dei pesci, nobilitati nelle zuppe, sono una ottima strategie anti spreco. fa eccezione il granchio blu tre volte simbolo dello spreco perche’ ha distrutto oltre il 70% delle produzioni delle vongole veraci del delta del po, per la sua scarsa resa in cucina visto che solo un 15% del prodotto, ovvero la polpa, viene impiegato e perche’ i pescatori sono costretti a buttare via il 90% degli esemplari, da cui guadagnano al massimo 1,50 al chilo, perche’ quelli piu’ piccoli non vengono acquistati”.