IMPORT: CIA, MINACCIA PER I CEREALI MADE IN ITALY SERVE PIU’ TRASPARENZA SUI MERCATI

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“‘la massiccia importazione di frumento da paesi come turchia, russia e ucraina, rappresenta un’ulteriore e seria minaccia per le produzioni made in italy. crollano i prezzi all’origine e le semine nazionali sono al minimo storico. serve maggiore trasparenza sui mercati e il riconoscimento dei costi ai cerealicoltori’, afferma cia-agricoltori italiani, ricordando le richieste gia’ avanzate al governo e sempre piu’ in allarme per le sorti di un settore gia’ costretto a lavorare in perdita e senza strumenti adeguati per uscire dalla crisi”. lo rende noto un comunicato di cia, che cosi’ prosegue: “per l’ennesima volta, cia fa riferimento all’inconcepibile mancata istituzione del registro telematico sulle giacenze dei cereali, granaio italia, importante in termini di maggiore trasparenza e la cui entrata in vigore viene continuamente rinviata. cosi’ come si attende da tempo uno strumento che certifichi i costi di produzione per definire, in modo chiaro, anche i termini di contrattazione. il quadro e’ disarmante. l’italia importa il 40% del fabbisogno di grano duro, il 65% di tenero e il 55% del mais. eppure, nonostante la carenza di prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni dei maggiori cereali sono sempre piu’ mortificanti per gli agricoltori. oggi, considerando le ultime quotazioni sul grano duro pari a circa 34 euro al quintale e le rese degli agricoltori di circa 30 quintali a ettaro, si arriva di fatto a una produzione lorda vendibile di 1.100 euro a ettaro, ma con costi di produzione di gran lunga superiori ai 1.400 euro a ettaro. non solo, i primi dati cia sulle nuove semine segnalano un preoccupante calo delle superfici coltivate a grano duro di circa 130 mila ettari. anche a causa dei cambiamenti climatici, si prospettare per il paese un raccolto tra i piu’ bassi di sempre. e la situazione non e’ differente per il grano tenero e il mais. ‘non e’ pensabile andare avanti senza politiche di contenimento da parte dell’europa – chiosa il presidente nazionale di cia, cristiano FINI – le aziende stanno abbandonando le colture. le istituzioni tutte agiscano rapidamente, il governo ci dia risposte immediate rispetto alle istanze presentate da troppo tempo, con un documento concreto di proposte, una mobilitazione in piazza e una petizione online ‘salva-grano’ made in italy, che supera le 75 mila firme. non si trascurino ancora i rischi economici, sociali e ambientali di questa crisi, non solo per il comparto cerealicolo, ma per l’intero paese’.”.