PRESIDENTE ISTAT CHELLI HA PRESENTATO ALLA CAMERA IL RAPPORTO ANNUALE SULLA SITUAZIONE DEL PAESE

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“a palazzo montecitorio, il presidente dell’istat francesco maria CHELLI ha illustrato il ‘rapporto annuale 2024. la situazione del paese’ (bit.ly/3UYgECX)”. lo rende noto un comunicato dell’istat, che cosi’ prosegue: “nel triennio l’economia italiana e’ cresciuta piu’ della media dell’ue27 e di francia e germania, tra le maggiori economie dell’unione. alla crescita si e’ associato il buon andamento del mercato del lavoro. dalla seconda meta’ del 2021, come le altre maggiori economie europee, l’italia si e’ confrontata con l’ascesa dei prezzi originata dalle materie prime importate, seguita a fine 2022 da un rapido processo di raffreddamento, rafforzatosi nel 2023. l’episodio inflazionistico ha avuto effetti differenziati sulle imprese e, in particolare, sulle famiglie – con le retribuzioni che non hanno tenuto il passo dell’inflazione – riducendo il potere di acquisto soprattutto delle fasce di popolazione meno abbienti. la performance degli ultimi anni ha fatto seguito a due decenni in cui la struttura dell’economia italiana si e’ adattata, con fatica, ai cambiamenti del contesto competitivo e all’impatto della transizione digitale. il sistema produttivo, la pubblica amministrazione e gli individui hanno mostrato progressi significativi nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione, accelerati dalla pandemia. permangono pero’ alcune criticita’ e ritardi, anche nello sviluppo delle competenze digitali. negli ultimi 20 anni l’italia ha difeso il proprio posizionamento come paese esportatore, ma la concorrenza delle economie emergenti ha messo in crisi una parte rilevante delle industrie su cui si basava la specializzazione nazionale, che si e’ gradualmente modificata. d’altra parte, la lentezza nello sviluppo delle attivita’ terziarie intense in conoscenza, oltre che in una debole dinamica delle esportazioni di servizi, si e’ riflessa in un’accresciuta dipendenza dall’estero. in questo periodo, la crescita dell’attivita’ economica e della produttivita’ del lavoro sono state particolarmente deboli, rispetto sia all’esperienza storica sia alle altre maggiori economie europee. il recupero recente dell’attivita’ di investimento, in particolare nella componente immateriale, se sostenuto, potrebbe contribuire nei prossimi anni al miglioramento delle prospettive di crescita del nostro paese”. il rapporto integrale e’ disponibile al link bit.ly/3UL8kVR.