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la commissione europea ha deciso oggi di registrare due iniziative dei cittadini europei, intitolate “stop cruelty stop slaughter” (basta crudelta’: fermiamo la carneficina) e “stop cibo falso: origine in etichetta”, rende noto un comunicato. gli organizzatori dell’iniziativa “stop cruelty stop slaughter” invitano la commissione a introdurre incentivi per la produzione di proteine vegetali, compresi i sostituti vegetali di latte e uova, e per la produzione di carne coltivata. chiedono inoltre di diminuire il numero di animali allevati e di chiudere progressivamente tutti gli allevamenti a scopo alimentare. gli organizzatori dell’iniziativa “stop cibo falso: origine in etichetta” invitano la commissione a proporre misure volte a garantire che i consumatori europei abbiano accesso a informazioni trasparenti rispetto ai prodotti alimentari che acquistano e che siano rispettate le loro aspettative in termini di qualita’ e sostenibilita’. l’iniziativa chiede anche di garantire un’etichettatura chiara ed esplicita dell’origine per tutti i prodotti alimentari e di rispettare standard coerenti dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro nel mercato interno. poiche’ entrambe le iniziative dei cittadini europei soddisfano le condizioni formali stabilite nella normativa applicabile, la commissione – spiega il comunicato – le ritiene giuridicamente ammissibili ma, in questa fase, non le ha analizzate nel merito. la decisione di registrare un’iniziativa si fonda sull’analisi giuridica della sua ammissibilita’ ai sensi del regolamento sull’iniziativa dei cittadini europei, senza pregiudicare le conclusioni giuridiche e politiche della commissione su tali iniziative o le azioni da intraprendere qualora una delle iniziative ottenga il sostegno necessario di almeno un milione di cittadini dell’ue. precisa il comunicato che il contenuto delle iniziative esprime esclusivamente il punto di vista degli organizzatori e non puo’ in alcun modo considerarsi rappresentativo del parere della commissione europea. a partire da oggi, data di registrazione delle iniziative, gli organizzatori hanno sei mesi di tempo per avviare la raccolta delle firme. se le iniziative otterranno entro un anno almeno un milione di dichiarazioni di sostegno, raggiungendo il numero minimo di firmatari previsto in almeno sette diversi stati membri, la commissione sara’ tenuta a reagire, decidendo se intervenire o no in risposta alla richiesta e motivando la decisione.