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“far conoscere un metodo agricolo, quello biologico, rispettoso della terra e degli esseri viventi: e’ con questo obiettivo che a grottaferrata, in provincia di roma, si e’ svolto il primo bio tour, realizzato grazie al progetto being organic in eu, la campagna di promozione proposta da federbio in collaborazione con naturland, associazione tedesca di agricoltori bio, e cofinanziata dall’unione europea”. lo rende noto un comunicato di federbio, che cosi’ prosegue: “tema dell’incontro il vino biologico, prodotto nella cooperativa agricoltura capodarco: e’ la prima tappa di un percorso che attraversera’ l’italia per raccontare il valore aggiunto di filiere biologiche e che avra’ un testimonial d’eccezione, il conduttore e autore tv massimiliano OSSINI, da sempre attento ai temi ambientali e agricoli. un’esperienza sul campo, quella del bio tour, per ripercorrere tutta la filiera in linea con la strategia europea ‘farm to fork’ che, nell’ambito dell’european green deal, mira a raggiungere il 25% di campi bio entro il 2030. un viaggio inedito per diffondere la conoscenza e rafforzare la fiducia verso un settore che puo’ fare bene al presente e al futuro e per promuovere il consumo e la competitivita’ di prodotti biologici italiani. si parte quindi da qui, dai 12 ettari di vigneti impiantati cinquanta anni fa nella zona di grottaferrata e coltivati con tecniche naturali nel rispetto dell’ambiente e delle persone. dalla vigna alla tavola, appunto, passando per una vendemmia praticata con tecnica manuale e cassette – un metodo piu’ antico, che garantisce un rispetto maggiore della pianta – e con alcune accortezze: raccolta delle uve asciutte, per evitare che la condensa le faccia fermentare in cassetta; lavoro concentrato nelle ore piu’ fresche, per il benessere dei raccoglitori e per la salvaguardia del prodotto. la sostenibilita’ ambientale, a capodarco, si coniuga strettamente con quella sociale attraverso il coinvolgimento nelle attivita’ dei campi di persone con disabilita’ fisica, mentale e a rischio esclusione sociale. capodarco e’, infatti, un’azienda biologica che pratica agricoltura sociale dal 1978, col duplice obiettivo di tenere al centro le persone e il rispetto dell’ambiente. nata dalla comunita’ di capodarco di roma, a opera di don franco MONTERUBBIANESI, l’azienda coinvolge nel lavoro agricolo immigrati e persone con disabilita’ fisiche, mentali e a rischio di esclusione sociale. capodarco e’ un esempio di come coniugare inclusione sociale e modelli di sviluppo locale sostenibile. oltre a uno spazio dedicato agli animali e un oliveto, ci sono i vigneti e la cantina. il vino e’ stato scelto come prodotto identificativo della comunita’, sia per la compatibilita’ nella zona geografica dei castelli romani, sia perche’ la bottiglia e’ un ottimo mezzo per raccontare la storia della comunita’ e far viaggiare il loro messaggio. tra le uve che vengono prodotte, la malvasia del lazio, il trebbiano, ma anche i rossi: sangiovese, cabernet sauvignon e merlot. e poi il suolo che, influenzato dalla vicinanza del mare e dal vulcano laziale con monte cavo, conferisce al vino mineralita’ e sapidita’. quello del vino e’ il primo di tre appuntamenti. seguiranno, infatti, altri due bio tour sul territorio italiano per raccontare un metodo agricolo che spesso coniuga anche valori etici e sociali, quali l’inclusione, la lotta contro l’illegalita’ e collaborazioni virtuose”.