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non sono bastati 13 anni, durante i quali governi di diverso colore hanno ignorato l’esito referendario, ma ora, se venisse licenziato definitivamente il decreto legge su “disposizioni urgenti per la tutela ambientale del paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico”, la cui bozza sara’ in discussione in un prossimo consiglio dei ministri, si porrebbe una pietra tombale sulla volonta’ popolare espressa nel giungo 2011, favorendo e rendendo di fatto prioritaria la scelta di ingresso di capitali privati nella gestione dell’acqua, afferma in un comunicato il forum italiano dei movimenti per l’acqua. per ristabilire il diritto negato dalla mancata eseguibilita’ dell’esito referendario del giugno 2011, il forum annuncia che depositera’ a breve un ricorso alla corte europea dei diritti dell’uomo.