BEDUSCHI (LOMBARDIA), BENE NUOVI ORIENTAMENTI UE ULTIMA OCCASIONE PER SALVARE AGRICOLTURA

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“la regione lombardia, attraverso il commento dell’assessore all’agricoltura, sovranita’ alimentare e foreste, alessandro BEDUSCHI, accoglie con favore il nuovo corso della politica agricola europea, delineato oggi dal vicepresidente esecutivo della commissione ue, raffaele FITTO, e dal commissario ue all’agricoltura, christophe HANSEN. un cambio di passo annunciato e necessario per correggere gli errori di un ambientalismo di facciata che, negli ultimi anni, ha penalizzato il settore primario, senza reale beneficio per l’ambiente e la sostenibilita’”. lo rende noto un comunicato stampa regionale. “diamo atto al governo – prosegue BEDUSCHI – e in particolare al ministro francesco LOLLOBRIGIDA di aver portato avanti con determinazione una battaglia che oggi trova finalmente riscontro nelle politiche europee. adesso e’ il momento di passare dalle parole ai fatti perche’ il comparto agricolo non puo’ piu’ permettersi attese e incertezze dall’europa”. “l’assessore – prosegue il comunicato – ha poi sottolineato come sia prioritario intervenire su questioni chiave per il futuro del settore, a partire dalla revisione della direttiva nitrati, che in lombardia ha imposto limiti e vincoli spesso scollegati dalla realta’ produttiva. lo stesso vale per l’equiparazone del digestato come fertilizzante, come abbiamo richiesto nelle scorse settimane a bruxelles con il presidente FONTANA. servono regole piu’ aderenti alle esigenze degli agricoltori, capaci di coniugare la sostenibilita’ ambientale con la sostenibilita’ economica delle aziende”. “questa legislatura – conclude BEDUSCHI – rappresenta l’ultima chiamata per salvare l’agricoltura europea. se non si interviene con misure concrete, il rischio e’ quello di assistere alla chiusura di stalle e aziende, con la conseguente perdita non solo di una storia secolare, ma anche della capacita’ di produrre cibo in italia, a vantaggio di paesi dove si coltiva e alleva senza controlli, oppure di qualche multinazionale del bioreattore. e questo non possiamo permettercelo”.