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nelle dichiarazioni che la presidente del consiglio giorgia MELONI ha svolto ggi al senato in vista del prossimo consiglio europeo ha fra l’altro annunciato che e’ previsto “primo scambio di opinioni sulla revisione e sulla struttura del prossimo quadro finanziario pluriennale, ovvero il bilancio dell’unione europea; un bilancio pluriennale nel quale l’italia intende indirizzare meglio le risorse; individuare modalita’ innovative e sempre piu’ efficaci per finanziare le nuove priorita’ strategiche; difendere al meglio le voci riguardanti le politiche per la coesione e le politiche agricole che, grazie anche alle riforme effettuate da questo governo, possono oggi raggiungere performance sempre migliori. non e’ invece formalmente all’ordine del giorno del consiglio europeo il tema dei dazi e dei rapporti commerciali con gli stati uniti, ma ovviamente e’ un punto da tenere in grande considerazione, soprattutto per una nazione esportatrice e che da molti anni e’ in surplus commerciale come l’italia”. per quanto riguarda i dazi MELONI ha dichiarato: “come sapete, al momento l’amministrazione TRUMP ha deciso di riattivare, lo scorso 12 marzo, i dazi sulle importazioni dall’unione europea di acciaio, alluminio e determinati prodotti derivati (dazi che erano stati attivati nel 2018 e poi sospesi nel 2021). gli stati uniti hanno inoltre annunciato la possibilita’ di attivare, il prossimo aprile, ulteriori dazi su altri comparti, di cui pero’ non sono ancora noti i dettagli. la commissione europea ha risposto all’entrata in vigore delle misure statunitensi annunciando delle contromisure di riequilibrio, alcune delle quali scatteranno il 1° aprile, mentre altre sono attualmente allo studio e dovrebbero entrare in vigore successivamente. il quadro e’ quindi complesso e in costante evoluzione, tenuto conto che gli stati uniti hanno attivato misure simili anche nei confronti di altre nazioni. personalmente sono convinta che si debba continuare a lavorare con concretezza e con pragmatismo per trovare un possibile terreno d’intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, ne’ gli stati uniti ne’ l’europa. . e credo non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono. se infatti e’ vero che i dazi imposti sulle merci extra ue possono teoricamente favorire la produzione interna, in un contesto fortemente interconnesso come quello delle economie europea e statunitense il quadro si complica: i dazi possono facilmente tradursi in inflazione indotta, con la conseguente riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e il successivo innalzamento dei tassi da parte della banca centrale europea per contrastare il fenomeno inflattivo, come abbiamo gia’ visto. risultato: inflazione e stretta monetaria che frenano la crescita economica. non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi.e per questo credo che le energie dell’italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buon senso tra stati uniti ed europa, dettate piu’ dalla logica che dall’istinto, in un’ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica”.