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Le quotidien de medicin 13/3

Pr Serge Hercberg, medico ricercatore in nutrizione: “Il blocco del nuovo
Nutri-Score è puramente politico”

DI ELSA BELLANGER – PUBBLICATO IL 13/03/2025

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Mentre il decreto che istituisce la nuova versione del Nutri-Score è
bloccato dal ministro dell’Agricoltura, il professor Hercberg, spaccatore
di cibo spazzatura, deplora al “Quotidiano” l’ostacolo delle lobby
industriali a una misura di salute pubblica. Per il momento sospeso, il
dispiegamento del nuovo punteggio potrebbe essere accompagnato da una
campagna di informazione pedagogica, indica Santé publique France.

Credito fotografico: Franck Cluzel

IL QUOTIDIANO: Una nuova versione del Nutri-Score doveva entrare in vigore
in Francia il 1° gennaio 2024. In cosa consiste questa evoluzione del logo
nutrizionale?

Pr SERGE HERCBERG: L’aggiornamento del Nutri-Score era previsto fin dalla
sua creazione per tenere conto dei progressi scientifici e delle
riformulazioni dei prodotti da parte degli industriali. Dopo alcuni anni di
utilizzo, la sfida era anche quella di correggere alcune imperfezioni.
Questo aggiornamento è stato condotto da un gruppo di esperti indipendenti
senza legami di interesse.

Le modifiche proposte per migliorare le prestazioni del Nutri-Score mirano
a penalizzare più fortemente i prodotti troppo dolci, troppo salati e
troppo grassi. È il caso dei cereali per la colazione, di alcuni yogurt, di
piatti composti come le pizze o di bevande contenenti dolcificanti, le cui
note sono degradate. Alcuni prodotti sono invece classificati meglio: gli
oli d’oliva e di colza e alcuni formaggi a pasta dura che contengono meno
grassi e sale.

L’applicazione del nuovo Nutri-Score è sospesa alla pubblicazione di un
decreto. Se i ministri Catherine Vautrin (Lavoro, Salute, Solidarietà,
Famiglia) e Yannick Neuder (Salute, Accesso alle cure) l’hanno firmato, il
ministro dell’Agricoltura, Annie Genevard, si rifiuta. Come analizza la sua
posizione?

La decisione del ministro dell’Agricoltura segue la linea delle lobby,
capaci con la loro vicinanza al ministero di bloccare l’attuazione di una
misura di salute pubblica. Fino ad ora, il ministero non si assumeva
l’ostruzione e invocava un ritardo. Ora è scontato, il blocco è puramente
politico. Non è la presa in considerazione di elementi scientifici che
giustifica la sua decisione. Al contrario, si posiziona chiaramente come la
difensore delle lobby attive contro il Nutri-Score.

Ovunque sia adottato il Nutri-Score, gli industriali cercano di
interferire. Negli altri sei paesi in cui lo strumento è in atto (Belgio,
Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera), la nuova versione è
stata introdotta nella data prevista, il 1° gennaio 2024. È quindi in
Francia, paese dove è stato sviluppato e il primo a metterlo in atto, che
il potere delle lobby riesce a influenzare.

Come negli Stati Uniti dove si instaura un movimento antiscienza, ci
troviamo in una situazione in cui il politico disprezza la scienza e nega
la salute pubblica, a vantaggio dei soli interessi economici. Resta da
sperare che i voti di Catherine Vautrin e Yannick Neuder porteranno negli
arbitrati interministeriali.

Otto anni dopo il suo lancio, a che punto siamo nella diffusione del
Nutri-Score?

Al momento della sua adozione nel 2017, solo sei marchi avevano scelto di
apporre il Nutri-Score sulle loro confezioni. Oggi, più di 1.450 marchi lo
hanno adottato, il che rappresenta il 62% dei prodotti alimentari venduti
in Francia. Questo dimostra che gli industriali hanno compreso la domanda
dei consumatori e degli operatori sanitari.

Ma i grandi attori rifiutano ancora questa trasparenza. Con l’aiuto di fake
news, purtroppo veicolate dal ministro dell’Agricoltura, cercano di far
credere che il logo penalizza i prodotti locali. È assolutamente falso. Il
Nutri-Score non fa altro che ricordare che i formaggi e i salumi devono
essere consumati in quantità moderata e ragionevole.

Inoltre, l’immagine del piccolo allevatore produttore di roquefort è un
mito: l’80% della produzione commercializzata di questo formaggio
appartiene a grandi gruppi come Lactalis. L’opposizione al Nutri-Score
viene da grandi attori. Danone ha rimosso il logo dai suoi prodotti, perché
la nuova versione penalizza alcuni dei suoi prodotti lattiero-caseari come
Actimel e Activia, che contengono più zucchero delle bibite gassate,
nonostante le loro affermazioni a favore della salute.

Cosa sappiamo delle ricadute del Nutri-Score e della sua percezione da
parte della popolazione?

Oggi, più di 150 studi dimostrano l’interesse del logo nutrizionale, anche
nella sua nuova versione. Tra i lavori più recenti, uno studio di
modellazione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico (OCSE), pubblicato nel 2024, mostra che un’applicazione del
Nutri-Score in tutti i 27 Stati membri dell’UE consentirebbe di evitare
quasi 2 milioni di casi di malattie non trasmissibili entro il 2050.
L’applicazione in Europa di questa semplice misura, che non costa nulla,
permetterebbe anche di ridurre le spese sanitarie del continente
migliorando al contempo la produttività.

Il Nutri-Score è anche uno strumento ben compreso e ben utilizzato dai
consumatori. Secondo Santé publique France, più del 90% dei francesi lo
sostiene e vorrebbe che fosse obbligatorio. E il 57% ha già modificato i
propri comportamenti di acquisto a causa del logo. Il Nutri-Score non
risolve tutti i problemi legati alla nutrizione, ma contribuisce a
migliorare la qualità dei prodotti consumati e a ridurre un certo numero di
rischi.