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Gli agricoltori giapponesi accusano la regolamentazione governativa per la
carenza di riso

Dicono che una politica di limitazione della produzione ha peggiorato la
situazione

Tokyo

Negli Stati Uniti, l’accessibilità economica degli alimenti è diventata un
tema centrale nel dibattito politico nazionale. In Giappone, invece, il
governo è accusato di aver peggiorato il problema del riso.

Il paese, che ha una delle più alte riserve alimentari del mondo, con oltre
200.000 tonnellate di riso di riserva, ha costretto gli agricoltori a
limitare la quantità che possono coltivare. La situazione è diventata così
grave che il governo ha dovuto attingere alle sue riserve di emergenza.

La svolta sorprendente è che, pur affrontando la carenza, il governo sta
ancora pagando gli agricoltori per limitare la quantità che coltivano.
Questa politica, in vigore da oltre mezzo secolo, costa miliardi di dollari
all’anno in spesa pubblica.

Gli agricoltori si sono opposti a queste regolamentazioni governative
domenica scorsa. Durante una manifestazione sotto i ciliegi in fiore in un
parco di Tokyo, più di 4.000 agricoltori hanno agitato striscioni e tazze
di riso, con scritte come “Il riso è vita” e “Non possiamo lasciare che il
riso scompaia”.

La capacità del Giappone di gestire il suo problema del riso potrebbe avere
implicazioni significative per la sua economia e stabilità politica nei
mesi a venire.

A febbraio, i prezzi degli alimenti freschi sono aumentati del 19%, con un
incremento dell’81% del prezzo del riso. Le preoccupazioni per il costo
degli alimenti e di altri beni hanno pesato sui consumatori giapponesi,
influenzando le famiglie e riducendo la spesa.

La carenza di riso è dovuta a diversi fattori, tra cui condizioni
meteorologiche avverse e malattie delle colture. Tuttavia, la causa
principale risiede in una politica governativa che limita la quantità di
riso che può essere coltivata, con l’obiettivo di mantenere alti i prezzi e
garantire il reddito degli agricoltori.

Gli agricoltori alla manifestazione hanno detto che questa politica non sta
funzionando.

“Perché dobbiamo ridurre la produzione quando ci sono terreni disponibili?”
ha detto un agricoltore, sottolineando la necessità di una strategia a
lungo termine per garantire il futuro della produzione di riso.

Il Giappone ha mantenuto questa politica in contrasto con gli Stati Uniti e
l’Unione Europea, che hanno adottato sistemi che permettono agli
agricoltori di produrre quanto vogliono, stabilizzando i prezzi attraverso
sussidi diretti.

Adottare un sistema simile costerebbe circa 5,8 miliardi di dollari
all’anno, rispetto ai 2,52 miliardi attuali, ma incoraggerebbe una
produzione più stabile, secondo un economista dell’Università di Tokyo.

Anche se più costoso, questo approccio potrebbe ridurre la dipendenza dalle
importazioni e garantire una maggiore sicurezza alimentare.

Un portavoce del Ministero dell’Agricoltura ha detto che “non c’è nulla di
sbagliato nella politica attuale”, ma gli esperti avvertono che senza una
riforma agricola strutturale, il problema della carenza di riso continuerà
ad aggravarsi.