Agrilevante, un hub per l’agricoltura della Serbia

Agrilevante, un hub per l’agricoltura della Serbia

Presentata nel contesto della Fiera dell’Agricoltura di Novi Sad l’ottava
edizione di Agrilevante, la kermesse internazionale per le tecnologie
agricole della Serbia e dell’area Mediterranea. I contenuti della rassegna
illustrati dal vicedirettore di FederUnacoma Fabio Ricci in occasione di un
seminario sul tema “Cooperative e Condivisione di Tecnologie Avanzate in
Agricoltura”.

“L’Italia si propone come partner strategico offrendo un modello che
coniuga innovazione, efficienza e sostenibilità, favorendo un approccio
integrato alla produzione agricola. Al centro di questa visione vi è lo
sviluppo di collaborazioni di filiera, capaci di distribuire in modo più
equo il valore creato lungo tutta la catena agroindustriale”. Queste le
parole con cui il direttore dell’Ufficio ICE di Belgrado, Antonio
Ventresca, ha aperto i lavori del seminario dal titolo “Cooperative e
Condivisione di Tecnologie Avanzate in Agricoltura” che si è tenuto questa
mattina nell’ambito della Fiera dell’Agricoltura di Novi Sad. Nel corso del
suo intervento, il direttore Ventresca ha sottolineato alcune delle
principali sfide che l’agricoltura serba si trova oggi ad affrontare, a
partire dal ricambio generazionale, che richiede un’evoluzione nel modo di
organizzare gli spazi produttivi, gli impianti e le risorse umane. Oltre al
direttore Ventresca, l’evento ha visto la partecipazione di Luciano Catani,
addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado; Claudio Mazzotti,
direttore generale della Cooperativa Agricola Braccianti di Campiano;
Giordano Gori, responsabile vendita presso il Consorzio Agrario di Ravenna;
Jelena Bizonj, presidente dell’Associazione delle Cooperativa di Vojvodina;
Ettore Fontana, presidente di Agriserbia, società che fa capo alla Ferrero
Hazelnut Company, e di Fabio Ricci, vicedirettore di FederUnacoma.

Per vincere le sfide menzionate dal direttore dell’ufficio ICE è necessario
puntare sulle tecnologie agricole di ultima generazione, che possono
contribuire in maniera determinante al ricambio generazionale,
all’incremento delle rese produttive, alla razionalizzazione dei processi
colturali. Luciano Catani, ribadendo quanto detto dall’ambasciatore
italiano a Belgrado Luca Gori in occasione della presentazione della fiera
di Novi Sad, ha sottolineato ancora una volta la dinamicità delle relazioni
economiche tra Italia e Serbia con particolare riferimento al settore
agroalimentare. Un comparto che, è stato osservato, punta sull’eccellenza
delle attrezzature Made in Italy per promuovere l’agri-tech e l’agricoltura
sostenibile.

In questa prospettiva le cooperative agricole, in virtù della loro
specifica forma organizzativa, svolgono un ruolo chiave nel promuovere
l’innovazione tecnologica del settore primario specie per quanto concerne
le PMI agricole. Le testimonianze di Claudio Mazzotti e di Giordano Gori
hanno sottolineato gli aspetti più significativi di tale contributo e si
sono soffermati sulle specificità organizzative delle cooperative, di cui
hanno illustrato i vantaggi sotto il profilo tecnico-operativo. Un altro
case study è quello presentato da Ettore Fontana che, parlando della sua
esperienza personale in Agriserbia, ha enfatizzato l’importanza delle
aggregazioni dei produttori agricoli. Queste – ha spiegato Fontana –
svolgono un ruolo di primo piano nell’assicurare qualità ed efficienza alle
filiere di approvvigionamento della nocciola per l’industria dolciaria. Le
cooperative agricole rappresentano dunque un punto di riferimento anche per
il settore primario della Serbia, con riferimento non solo
all’ottimizzazione dei processi produttivi ma, come ha chiarito Jelena
Bizonj, all’impiego su vasta scala di mezzi meccanici di ultima generazione.

Le cooperative agricole del Paese balcanico hanno dunque contribuito alla
robusta crescita delle vendite di macchinari agricoli che ha
caratterizzato i sette anni compresi tra il 2016 e il 2022. “Nel periodo
considerato il valore delle importazioni di macchine agricole è più che
raddoppiato, passando da 86 a 266 milioni di euro. Il dato relativo alle
forniture estere può essere considerato rappresentativo dell’intero mercato
nazionale, poiché – ha affermato il vicedirettore di FederUnacoma – la
quasi totalità dalla domanda di tecnologie per l’agricoltura viene
soddisfatta attraverso lo strumento delle importazioni”. Il trend
incrementale si è interrotto nel 2023 e nel 2024, tuttavia – secondo le
previsioni della società di ricerche Exportplanning – dovrebbe trattarsi di
un fenomeno transitorio. Dall’anno in corso le vendite di mezzi meccanici
dovrebbero tornare a crescere sino a tutto il 2028 ad un ritmo superiore in
media al 4% annuo. Una quota significativa della domanda interna viene
soddisfatta dalle aziende italiane che, con un valore delle esportazioni
pari a 27,7 milioni di euro, nel 2024 si sono confermate al secondo posto
tra i fornitori esteri della Serbia, dietro alla Germania (52,3 milioni).
Trattori (8,7 milioni), macchine per la raccolta (3,7 milioni), mezzi per
la semina, il trapianto e la concimazione (3 milioni) e sistemi per gli
allevamenti, le tecnologie agricole made in Italy maggiormente esportate
nel Paese balcanico lo scorso anno. “L’Italia e la Serbia hanno dunque una
lunga e solida tradizione di relazioni commerciali anche nel comparto
agromeccanico. In questo scenario – ha sottolineato Fabio Ricci – la
prossima edizione di Agrilevante, la grande rassegna della meccanica
agricola per l’agricoltura del Mediterraneo, rappresenta un’importante
occasione per rafforzare ulteriormente la cooperazione tecnica fra i due
Paesi”. L’edizione 2025 della kermesse, in programma a Bari dal 9 al 12
ottobre prossimo, si propone infatti come una grande piattaforma per la
conoscenza della vasta gamma di soluzioni specifiche per l’agricoltura
serba, come un luogo ideale per approfondire le esigenze e le priorità
delle economie agricole del Mediterraneo anche in termini di formazione,
come un “forum” di confronto sui temi di comune interesse e sulle
opportunità di cooperazione. La manifestazione barese, che nel 2023 ha
visto la partecipazione di 350 industrie espositrici da 20 Paesi e
registrato la presenza di 95 mila visitatori (dei quali 4 mila esteri
provenienti da 27 Paesi), si conferma dunque come evento di caratura
internazionale. Oltre ai buyer, agli operatori e ai tecnici provenienti
dall’area mediterranea, dalle regioni balcaniche e mediorientali, sono
attesi a Bari ben 120 delegati esteri in rappresentanza di 38 Paesi, tra
cui figura anche la Serbia. Nei quattro giorni della kermesse i delegati
esteri, il cui incoming è realizzato dall’Agenzia ICE in collaborazione con
FederUnacoma, saranno impegnati in incontri business to business con le
industrie espositrici che permetteranno ai costruttori e agli operatori del
Paese balcanico di trovare le soluzioni tecnologiche più adatte ai
fabbisogni tecnologici dell’economia agricola serba.