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con i dazi «siamo a un punto di rottura». servira’ un accordo con gli usa, «ma non sara’ come prima», ha detto mario DRAGHI intervenuto al XVIII simposio COTEC Europa. essendo l’unione europea “una grande economia» “e’ fortemente aperta al commercio. questa apertura aumenta notevolmente l’esposizione della nostra crescita e dell’occupazione alle misure politiche dei nostri partner commerciali e ai cicli politici che hanno origine al di fuori dell’europa. la nostra esposizione principale e’ verso gli stati uniti. cio’ significa che se la domanda statunitense dovesse indebolirsi, anche le importazioni dei nostri partner dall’europa diminuirebbero. le analisi della bce mostrano che, in caso di shock al pil statunitense, questi effetti indiretti sull’area dell’euro sarebbero addirittura superiori a quelli diretti», ha indicato DRAGHI. a suo giudizio«le recenti azioni dell’amministrazione statunitense»…. «avranno quindi sicuramente ripercussioni sull’economia europea. e anche se le tensioni commerciali dovessero attenuarsi, l’incertezza rischia di persistere e di frenare gli investimenti in tutto il settore manifatturiero dell’ue».