(riproduzione riservata)
MATTARELLA NOMINA 25 CAVALIERI DEL LAVORO TRA CUI PIETRO MASTROBERARDINO E VITTORIO MORETTI
“il presidente della repubblica, sergio MATTARELLA, ha firmato, in data 30 maggio, i decreti con i quali, su proposta del ministro delle imprese e del made in italy adolfo URSO, di concerto con il ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste, francesco LOLLOBRIGIDA, sono stati nominati 25 cavalieri del lavoro”. ne da’ notizia un comunicato del quirinale. tra i cavalieri nominati due appartengono al settore vitivinicolo: pietro MASTROBERARDINO (campania) e vittorio MORETTI. tra gli altri (sardegna), marina NISSIM grande distribuzione, lombardia, giuliano TOSTI prodotti veterinari, marche. l’elenco completo disponibile qui https://tinyurl.com/3zx6dr38. 30/5/2025
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE MATTARELLA PER I 50 ANNI DELLA RIFORMA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA
un comunicato stampa del quirinale rende noto che, in occasione del 50esimo anniversario dell’entrata in vigore della legge 151/75 sulla riforma del diritto di famiglia, il presidente della repubblica sergio MATTARELLA ha rilasciato la seguente dichiarazione: “la legge di riforma del diritto di famiglia fu un momento fondamentale di applicazione dei principi costituzionali sanciti in particolare agli articoli 29 e 30 della nostra carta, riscrivendo parti significative del codice civile. il legislatore operava cosi’, sul terreno dell’uguaglianza, una modifica radicale dei rapporti all’interno della famiglia sia tra i coniugi, riconoscendo una piena parita’, sia riguardo ai figli, rimuovendo inammissibili discriminazioni tra loro. si attuava un modello di famiglia basato sulla pari condizione tra marito e moglie e sulla libera volonta’ dei coniugi nella gestione del vincolo matrimoniale. a rafforzare il rispetto della volonta’ delle parti, veniva, altresi’, elevata l’eta’ per contrarre matrimonio, si sopprimeva la ‘potesta’ maritale’ sulla moglie e la esclusiva ‘patria’ potesta’ sui figli; cosi’ come ogni altra previsione che sanciva il predominio della volonta’ del marito rispetto alla moglie e ai figli. misure tutte dirette a rendere concreta ed effettiva la pari responsabilita’ tra i coniugi, intervenendo anche sui rapporti patrimoniali della famiglia. realizzando come regime ordinario la comunione dei beni si e’ valorizzato il lavoro della donna all’interno della famiglia cosi’ come la disciplina dell’impresa familiare consentiva di tutelare il lavoro prestato dalla moglie e dai figli. anche il regime successorio veniva modificato, affermando i diritti della moglie e dei figli naturali. la riforma, approvata con un ampio consenso parlamentare, ha reso l’italia un paese piu’ giusto e piu’ libero, riconoscendo pari dignita’ a donna e uomo e ai figli. la tutela dei diritti, naturalmente, non si esaurisce nell’astrattezza delle norme di legge ma richiede consapevolezza, coscienza sociale, rigore. rimangono tuttora laceranti le violenze perpetrate sulle donne, sovente in ambito familiare, sino agli abusi che si registrano nei confronti dei minori. ai vari livelli occorre che le istituzioni sappiano offrire sostegno ai contesti familiari e alle fragilita’ che si manifestano, promuovendo anche una cultura e comportamenti sempre piu’ rispettosi dei diritti e della dignita’ delle persone, specie dei soggetti piu’ deboli, rafforzando cosi’ la coesione sociale”. 19/5/2025
NEL MESSAGGIO DI FINE ANNO DI MATTARELLA RICHIAMI SUL CLIMA, ABBANDONO DELLE AREE INTERNE E MONTANE, ALLUVIONI
il presidente della repubblica sergio MATTARELLA ha rivolto a concittadine e concittadini il tradizionale messaggio di fine anno. il testo ed il video integrali sono disponibili qui https://tinyurl.com/2phy64p6 . di seguito alcuni passaggi del discorso del presidente MATTARELLA: “a livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la poverta’ di tanti. la crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della russia all’ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. otto volte di piu’ di quanto stanziato alla recente cop 29, a baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanita’. una sconfortante sproporzione. (…) tra nord e sud c’e’ una disuguale disponibilita’ di servizi. continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane. colmare queste distanze. assicurare un’effettiva pienezza di diritti e’ il nostro compito. il mutamento del clima incide decisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in italia: ne abbiamo ripetute testimonianze. le alluvioni non possono piu’ essere considerate fatti straordinari. sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiranza, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure. (…) nel 2025 celebreremo gli ottanta anni dalla liberazione. e’ fondamento della repubblica e presupposto della costituzione, che hanno consentito all’italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unita’. una ricorrenza importante. reca con se’ il richiamo alla liberazione da tutto cio’ che ostacola liberta’, democrazia, dedizione all’italia, dignita’ di ciascuno, lavoro, giustizia. sono valori che animano la vita del nostro paese, le attese delle persone, le nostre comunita’. si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della repubblica: e’ questo il compito alto che compete alla politica”. 2/5/2025
IL PRESIDENTE MATTARELLA RICORDA LE VITTIME DEL NAUFRAGIO NEL CANALE DI SICILIA DEL 18 MAGGIO 2015
a dieci anni dal naufragio nel canale di sicilia del 18 aprile 2015, “il presidente della repubblica sergio MATTARELLA – informa una nota del quirinale – ha rilasciato la seguente dichiarazione: ‘dieci anni or sono nel canale di sicilia si consumo’ un’immane tragedia del mare, tra le piu’ terribili che si ricordano nel mediterraneo. i migranti morti e dispersi raggiunsero numeri spaventosi. fra le vittime anche decine di bambini. erano persone che disperatamente cercavano una vita migliore, fuggendo da guerre, persecuzioni, miseria. persone finite nelle mani di organizzazioni criminali, che li hanno crudelmente abbandonati nel pericolo. la repubblica italiana ricorda quelle tante donne e tanti uomini, molti destinati a restare senza nome. e’ la nostra civilta’ a impedirci di voltare le spalle, di restare indifferenti, di smarrire quel sentimento di umanita’ che e’ radice dei nostri valori. nel fare memoria rinnoviamo l’apprezzamento per l’opera di soccorso da parte delle navi italiane che sono riuscite, in condizioni estreme, a salvare vite, rispettando quanto impone la legge del mare. i movimenti migratori vanno governati e l’unione europea deve esprimere il massimo impegno in questo senso. il necessario contrasto all’illegalita’, la lotta alla criminalita’, si nutrono della predisposizione di canali e modalita’ di immigrazione legali che, con coerenza, esprimano rispetto nei confronti della vita umana’.”. 18/4/2025
MATTARELLA, LA CRISI DEL 1929 ALIMENTO’ UNA SPIRALE DI PROTEZIONISMO E MOLTI STATI NON COLSERO LA NECESSITA’ DI COESIONE
il presidente della repubblica sergio MATTARELLA ha ricevuto un dottorato honoris causa all’universita’ di aix-marseille nella sua lectio magistralis ha sottolineato come la pace non sia “un dono gratuito della storia. statisti e popoli, per conseguirla, devono dispiegarvi il loro impegno”. perche’ “la pace occorre volerla, costruirla, custodirla. anche con la paziente messa in campo di misure di fiducia”. MATTARELLA ha, fra l’altro, ricordato “crisi economica del 1929” che “scosse le basi dell’economia globale e alimento’ una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze”. allora, ha osservato il presidente della repubblica, “molti stati non colsero la necessita’ di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, contando sulle risorse di popoli asserviti d’oltremare”. questo porto’ alla piu’ grave delle conseguenze: “fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero piu’ efficaci nella tutela degli interessi nazionali”. 5/2/2025
LA CONCERTAZIONE CON I CORPI INTERMEDI HA PERMESSO ALL’ITALIA DI PROGREDIRE, SOTTOLINEA MATTARELLA
“il confronto, la collaborazione tra i diversi livelli di governo e le associazioni di categoria sono sempre da ricercare. aiuta a definire interventi efficaci nei diversi contesti, a conciliare gli interessi in gioco, quelli degli operatori con quelli dei cittadini, dei residenti, dei turisti. il ruolo dei corpi intermedi, la concertazione tra parti sociali e istituzioni consentono di raggiungere punti di equilibrio e di costruire il futuro. il dialogo, l’ascolto, sono gli strumenti che hanno permesso all’italia di progredire: mentre si colgono, talvolta, spinte a considerare un valore, invece, la rottura, lo scontro. quasi che il progresso non passi, al contrario … attraverso la coesione e la partecipazione. l’interlocuzione non e’ un inciampo, un fastidio, un rito: e’ l’esplicarsi della democrazia di un paese, della vita di una comunita’ non di sudditi ma di cittadini consapevoli”, ha detto il presidente della repubblica sergio MATTARELLA partecipando all’assemblea della confesercenti. 21/11/2024
MATTARELLA, ITALIA GRANDE PAESE DEMOCRATICO CHE SA BADARE A SE STESSA NEL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE
“il presidente della repubblica, sergio MATTARELLA, ha rilasciato la seguente dichiarazione: ‘l’italia e’ un grande paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che ‘sa badare a se’ stessa nel rispetto della sua costituzione’. chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranita’ e non puo’ attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni’.”. ne da’ notizia una nota del quirinale. 13/11/2024
MATTARELLA, NORME UE NON SONO IMPOSTE DA OSCURI POTERI MA CONCORDATE TRA GOVERNI, COMMISSIONE E PARLAMENTO UE
nel suo discorso al forum di cernobbio il presidente della repubblica sergio MATTARELLA ha affrontato, sotto diverse angolazioni, il tema dell’europa. il presidente, fra l’altro, ha dedicato un passaggio alle diverse opinioni che negli stati membri si hanno del ruolo della europa con un richiamo alla responsabilita’ dei decisori che politici che, pur partecipando direttamente alla formazione delle norme comunitarie, ne criticano, in patria, i contenuti. ha detto MATTARELLA: “l’eredita’ dei passi che sono stati compiuti puo’ essere riassunta – a badare al dibattito contemporaneo presente in alcuni paesi europei – tra la considerazione dell’appartenenza all’unione come un vincolo, talora soffocante, per coloro che vi hanno aderito, oppure come un’opportunita’, forse l’unica per il nostro continente, collocato in un mondo – i brics insegnano – fatto sempre piu’ di giganti. sovente i critici omettono due aspetti: anzitutto l’ unione europea e’ il primo esercizio di questa natura caratterizzato dalla partecipazione diretta dei popoli alle decisioni; inoltre, le scelte che, talvolta, sono oggetto di polemiche a livello locale – sconcertanti quando derivano da protagonisti che han preso parte a questi passaggi – sono il frutto non di normative imposte da oscuri poteri, bensi’ sono concordate in sede comunitaria tra i governi nazionali, la commissione, il parlamento europeo, con procedimenti partecipati e trasparenti. va detto piuttosto che l’europa e’ incompiuta, e’ un progetto in divenire. una volta imboccata la strada della unione economica rispetto a quella politica, a dettarne i ritmi sarebbero state – e sono state – le “solidarieta’ di fatto” preconizzate da robert SCHUMAN”. 6/9/2024
MATTARELLA, OGNI ATTO RIVOLTO CONTRO LA LIBERA INFORMAZIONE, OGNI SUA RIDUZIONE A FAKE NEWS, E’ ATTO EVERSIVO CONTRO LA REPUBBLICA
“ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, e’ un atto eversivo rivolto contro la repubblica. garanzia di democrazia e’, naturalmente, il pluralismo dell’informazione. a questo valore le istituzioni della repubblica devono rivolgere la massima attenzione e sostegno”, lo ha detto questa mattina, al palazzo del quirinale, durante la tradizionale cerimonia di consegna del ‘ventaglio’ il presidente della repubblica, sergio MATTARELLA, dopo l’intervento ddel presidente della stampa parlamentare adalberto SIGNORE. 24/7/2024
MATTARELLA NEL 1946 LA SCELTA DEL POPOLO ITALIANO PER LA REPUBBLICA PAGINA DECISIVA DI DEMOCRAZIA
il presidente della repubblica, sergio MATTARELLA, in occasione della ricorrenza della festa della repubblica, ha inviato un messaggio ai prefetti d’italia affinche’ se ne facessero interpreti nelle iniziative promosse a livello locale nella ricorrenza del 2 giugno: «cari prefetti, rivolgo il mio saluto a quanti ricoprono pubblici uffici, alle comunita’ locali, alle espressioni della societa’ che, nei diversi territori, celebrano la festa nazionale del 2 giugno. nel 1946 la scelta del popolo italiano per la repubblica scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale, che avrebbe trovato compiuta articolazione nella carta costituzionale. un esito al quale si giunse dopo i tragici eventi bellici e la lotta di liberazione dal nazifascismo, costellata da molteplici episodi di eroismo, da eccidi efferati, di cui nel corso di quest’anno, con commossa partecipazione, viene commemorato l’ottantesimo anniversario in numerose localita’. fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi e’ dovere civico e preziosa opportunita’ per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettivita’, inserita oggi nella piu’ ampia comunita’ dell’unione europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del parlamento europeo, la sovranita’. fare memoria e’ un esercizio proprio a ogni cittadino e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di liberta’, uguaglianza e solidarieta’ una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente. i prefetti, in particolare, sono chiamati nei territori provinciali a essere, ogni giorno, perno di unita’ e di coesione sociale, incarnando, nei delicati ambiti affidati, la missione di instancabili “operatori della costituzione”, adoperandosi per il bene comune. e’ un’azione che, insieme alle altre istituzioni e alle diverse espressioni della societa’ civile, i prefetti svolgono nella ricerca dell’interesse generale e per rinvenire adeguate soluzioni ai problemi delle comunita’, in una fase resa ancor piu’ ardua dall’aspro contesto internazionale. dagli spazi di mediazione per la tutela dell’occupazione e per il superamento dei conflitti sociali, alla cura, con le amministrazioni locali, delle fasce piu’ deboli della popolazione, a percorsi efficaci di accoglienza e di integrazione dei migranti, si tratta di un lavoro prezioso a favore dell’unita’ del paese e della sua coesione. vale per la tutela delle liberta’ dei cittadini nello svolgersi della vita quotidiana, per lo sviluppo di efficaci cornici di sicurezza per territori sempre piu’ sicuri e vivibili. vale per la garanzia dell’esercizio del diritto di riunione e manifestazione. con il contrasto alle spinte criminali, alla violenza e alla disgregazione, con la promozione, in particolare tra le giovani generazioni, della diffusione dei valori del rispetto della persona e del dialogo tra le distinte posizioni politiche, sociali, culturali, religiose, si affermano importanti testimonianze di devozione alla repubblica e di senso dello stato. quando vengono tessute proficue sinergie tra le istituzioni locali e favoriti percorsi di raccordo tra il centro e i territori, quando – come avvenuto anche nei mesi scorsi – insieme vengono affrontati gli eventi emergenziali, quando gli enti locali sono sostenuti nel superamento dei momenti di crisi amministrativa e finanziaria, viene rinsaldata l’unita’ dell’edificio democratico, valorizzando il principio di autonomia nell’orizzonte della solidarieta’. nel rinnovare i sentimenti di gratitudine della repubblica per l’opera prestata, rinnovo ai prefetti e a tutti coloro che si adoperano per il bene della collettivita’ gli auguri di buon lavoro e di buona festa, nell’auspicio che la ricorrenza del 2 giugno rafforzi la consapevolezza e l’orgoglio della partecipazione, prerogativa di ciascun cittadino». 3/6/2024
INTERVENTO DEL PRESIDENTE MATTARELLA IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL GIORNO DELLA MEMORIA
si e’ svolta al palazzo del quirinale, alla presenza del presidente della repubblica sergio MATTARELLA, la celebrazione del “giorno della memoria”. “‘la storia della deportazione e dei campi di concentramento non puo’ essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che e’ incisa nella coscienza umana’”. con queste parole, un sopravvissuto all’inferno di auschwitz, primo LEVI, scolpiva, nel 1973, il giudizio sulle radici e sulle responsabilita’ prime dello sterminio organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il piu’ grave compiuto nella storia dell’umanita’”. si apre con queste parole il discorso pronunciato da MATTARELLA che cosi’ prosegue: “il piu’ abominevole dei crimini, per gravita’ e per dimensione – il genocidio di milioni di persone innocenti – commesso a meta’ dello scorso secolo nel cuore della civile europa, dove gia’ da molto tempo gli ideali di liberta’, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, e venivano proclamati e largamente praticati. il senso di incredulita’ registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della storia e della natura dell’uomo. l’uomo del novecento – immerso nel tempo della ragione, della fiducia incondizionata nell’avanzamento della scienza, della cultura, della tecnica – mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a un tornante cosi’ tragico; mai avrebbe concepito la possibilita’ di una simile regressione: mentre si confidava – come veniva conclamato – in un’alba radiosa per l’umanita’, si trovo’ improvvisamente precipitato nelle tenebre piu’ fitte. auschwitz spalancava – e spalanca tuttora – i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione. un orrore assoluto, senza precedenti – cui null’altro puo’ essere parificato – ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione. un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano. eppure auschwitz e tutto il meccanismo di sterminio – che ha inghiottito milioni di ebrei, e anche appartenenti al popolo romani’, omosessuali, dissidenti, disabili, testimoni di geova – sono stati concepiti e realizzati da menti umane. menti che, per quanto perverse, hanno sedotto, attratto e spinto alla complicita’ centinaia di migliaia di persone, trasformate in “volenterosi carnefici” secondo la lucida definizione di daniel GOLDHAGEN. eppure le ideologie di superiorita’ razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalita’ e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, virus che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa. ‘siamo uomini – ammoniva ancora primo LEVI – apparteniamo alla stessa famiglia umana a cui appartennero i nostri carnefici”, dimostrando “per tutti i secoli a venire quali insospettate riserve di ferocia e di pazzia giacciano latenti nell’uomo dopo millenni di vita civile.’ nel buio piu’ fitto, nella lunga e oscura notte dell’umanita’, prendendo a prestito un’immagine di elie WIESEL, tante piccole fiammelle hanno indicato una strada diversa dall’odio e dalla oppressione. sono stati i “giusti”, secondo una terminologia cara al popolo ebraico perseguitato. persone che, per motivazioni diverse, hanno rischiato la propria vita e talvolta l’hanno perduta per mettere in salvo cittadini ebrei dalla furia omicida nazifascista. un lungo elenco di nomi, quasi ottocento – come abbiamo ascoltato – quelli finora accertati in italia, una costellazione di luci e di speranza che continua a rassicurare sul destino dell’umanita’. persone tra le piu’ disparate: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani, appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello stato, intellettuali, contadini. accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudelta’, dal senso di umanita’. c’e’ chi ha nascosto e protetto, chi ha falsificato documenti e liste, chi ha aiutato a espatriare. migliaia di gesti, grandi e piccoli, di ribellione contro il conformismo e contro l’ideologia imperante. abbiamo ricordato quest’oggi qualche nome: da giorgio PERLASCA a gino BARTALI e gli altri che, nel video e nelle letture, sono stati riproposti alla nostra riconoscenza. desidero citarne alcuni altri che hanno condiviso il tragico destino della deportazione delle persone che hanno tentato di salvare odoardo FOCHERINI, amministratore del giornale cattolico avvenire d’italia; torquato FRACCON, partigiano, morto a dachau insieme al figlio; il domenicano, padre giuseppe GIROTTI; calogero MARRONE, capo ufficio anagrafe del comune di varese, giovanni PALATUCCI, reggente della questura di fiume; andrea SCHIVO, agente di custodia nel carcere san vittore di milano. scoperti e arrestati dai nazifascisti hanno concluso la vita nei lager tedeschi. di fronte alla barbarie, di fronte all’ingiustizia, tutte queste persone non hanno girato la testa, non hanno volto lo sguardo altrove. hanno sconfitto, innanzitutto dentro loro stessi, la paura, l’inerzia complice, l’indifferenza che, come ci ricorda spesso liliana SEGRE – cui rivolgo un pensiero affettuoso a ottant’anni della sua deportazione – e’ la piu’ perniciosa delle colpe. i “giusti” hanno dimostrato, a rischio della propria vita e di quella delle loro famiglie, che il senso di umanita’, se rettamente coltivato, resiste in ogni condizione e supera persino i confini del tempo e della morte. ci hanno insegnato, anche di fronte a tragedie immani, il valore salvifico dei gesti di coraggiosa solidarieta’. perche’, per ripetere anch’io questa mattina il celebre detto del talmud, “chi salva una vita salva il mondo intero.” l’esempio dei giusti rischiara la nostra via e il nostro percorso. e consente di ritessere quella trama di fiducia nel genere umano che con la costruzione dei campi di sterminio sembrava per sempre distrutta. tuttavia, di fronte a questi esempi di altruismo, di coraggio, di abnegazione, risaltano ancor di piu’ i crimini commessi da altri uomini e altre donne, in nome di regimi dittatoriali e brutali. celebrare doverosamente i giusti non deve far dimenticare i tanti, troppi ingiusti: i pavidi, i delatori per denaro, per invidia o per conformismo; i cacciatori di ebrei; gli assassini; gli ideologi del razzismo. non c’e’ torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilita’ o compiere superficiali operazioni di negazione o di riduzione delle colpe, personali o collettive. non si deve mai dimenticare che il nostro paese, l’italia, adotto’ durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza – le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla repubblica di salo’ collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio. i morti di auschwitz, dispersi nel vento, ci ammoniscono continuamente: il cammino dell’uomo procede su strade accidentate e rischiose. lo manifesta anche il ritorno, nel mondo, di pericolose fattispecie di antisemitismo: del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore la nostra costituzione dispone con chiarezza: tutti i cittadini sono portatori degli stessi diritti. la presenza ebraica e’ stata fondamentale per lo sviluppo dell’italia moderna e nella formazione della repubblica. le comunita’ ebraiche italiane sanno che l’italia e’ la loro casa e che la repubblica, di cui sono parte integrante, non tollerera’, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti. anche ai nostri giorni, la ruota della storia sembra talvolta smarrire la sua strada, portando l’umanita’ indietro, a tempi e stagioni che mai avremmo pensato di dover rivivere. le conquiste della pace e delle liberta’ democratiche sono esaltanti e vanno salvaguardate di fronte a risorgenti tentazioni di risolvere le controversie attraverso il ricorso alla guerra, alla violenza, alla sopraffazione. parole d’ordine, gesti di odio e di terrore sembrano di nuovo affascinare e attrarre, nel nostro continente ma anche altrove. su questo occorrerebbe compiere un’approfondita riflessione: indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanita’ soltanto dolore, distruzione, morte. va richiamata, a questo riguardo, l’importanza decisiva della cultura, dell’istruzione. di quanto – ad esempio – sono preziose le collaborazioni di studio e ricerca tra le universita’, sempre positive; sempre fonte di avanzamento di civilta’, al di sopra di ogni frontiera. sempre affermazione del carattere della cultura, che unisce e non puo’ separare. il fanatismo, religioso o nazionalista, che, mosso da antistoriche e disumane motivazioni, non tollera non soltanto il diritto ma neppure la presenza dell’altro, del diverso, ritiene di poter imporre la sua visione con la forza, la guerra e la violenza, violando i principi fondamentali del diritto internazionale e della civilta’ umana. siamo di fronte a un nuovo “crinale apocalittico” per usare un’espressione cara a giorgio la pira.in alcune zone del mondo, in un’epoca cosi’ travagliata come la nostra, sembra divenuta impossibile non soltanto la convivenza, ma persino la vicinanza. assistiamo, nel mondo – ripeto -, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanita’, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini, persino neonati. immagine di una raccapricciante replica degli orrori della shoah. siamo convinti che i giacimenti di odio siano stati ingigantiti da parole e atti spietati, persino blasfemi. il sogno di una pace, sancita dal reciproco riconoscimento e rispetto delle tre religioni monoteiste figlie di abramo, appare lontano – forse come non e’ mai stato in tempi recenti – ma rimane l’orizzonte di un riscatto di questa parte del mondo, e non soltanto di questa. guardiamo a israele come paese a noi vicino e pienamente amico, oggi e in futuro, per condivisione di storia e di valori. siamo e saremo sempre impegnati per la sua sicurezza. sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di hamas. l’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di gaza. anzitutto per l’irrinunziabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. e anche perche’ una reazione con cosi’ drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio.puo’ accrescere gli ostacoli per il raggiungimento di una soluzione capace di assicurare pace e prosperita’ in quella regione, cosi’ centrale nella storia dell’umanita’ e cosi’ martoriata. coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si puo’ negare a un altro popolo il diritto a uno stato. ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanita’. nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini. i giusti, con il loro coraggio, con la loro speranza e il loro sacrificio ci indicano la direzione e ci esortano ad agire, con determinazione e a tutti i livelli, contro i predicatori di odio e contro i portatori di morte. i giusti italiani sono tra le radici migliori della nostra repubblica. per questo li celebriamo e li onoriamo, tutti insieme, come popolo italiano e come comunita’, oggi, nel giorno della memoria”. 26/1/2024
MATTARELLA, LA PERSECUZIONE RAZZIALE POGGIO’ SU UN SISTEMA DI LEGGI CONCEPITO DA GIURISTI COMPIACENTI
si e’ svolta al palazzo del quirinale, alla presenza del presidente della repubblica sergio MATTARELLA, la celebrazione del “giorno della memoria”. il presidente ha pronunciato un discorso che qui riportiamo integralmente. “rivolgo un saluto molto cordiale, ai presidenti del senato, della camera e del consiglio dei ministri, alla vice presidente della corte costituzionale, a tutti i presenti e a quanti stanno seguendo questo momento di memoria. un saluto particolare a edith BRUCK e sami MODIANO, ringraziandoli per essere qui. ogni anno, il giorno della memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’europa nella prima meta’ del secolo scorso, il novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come «il secolo degli stermini.» lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione. gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosita’ del sistema di sterminio di massa – degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere – pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in europa. il sistema di auschwitz e dei campi ad esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, di istinti brutali, di pregiudizi, di dottrine perniciose, di gretti interessi, e persino di conformismi di moda. tossine letali – razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello stato – che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle universita’ ai salotti, persino tra artisti e scienziati, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti. ringrazio i relatori. il professor SACERDOTI, per la sua puntuale e appassionata relazione. noemi DI SEGNI e il ministro VALDITARA, per le parole piene di significato. il professor FOA’, che ha condiviso con chiara e martina la sua testimonianza dolorosa e preziosa. il giovane davide MILANO. rai cultura per il filmato cosi’ efficace. grazie ad andrea PENNACCHI, che ci ha condotto e ci ha fatto condividere brani illuminanti. e al maestro lotoro con i suoi musicisti. l’arte e’ una forma alta di comunicazione, che ci emoziona e ci aiuta a comprendere in profondita’ fatti complessi e tragici, per i quali le semplici parole non sempre sono sufficienti. avvicinarsi alla comprensione dei motivi per cui la storia dell’umanita’ – e, nello specifico, d’europa – abbia compiuto, nel secolo scorso, una cosi’ grave e spaventosa involuzione e’ un cammino difficile, ma necessario. cosi’ come e’ fondamentale mettere in luce come la persecuzione razziale poggiasse su un complesso sistema di leggi e di provvedimenti, concepiti da giuristi compiacenti, in spregio alla concezione del diritto, che nasce – come ben sappiamo – dalla necessita’ di proteggere la persona dall’arbitrio del potere e dalla prevaricazione della forza. la shoah, infatti, ossia la messa in pratica di una volonta’ di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, e’ stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilita’. la scelta nazista, con le famigerate leggi di norimberga, e quella fascista – che la segui’ omologandovisi – di creare una gerarchia umana fondata sul mito della razza e del sangue forni’ i presupposti per la persecuzione e per il successivo sterminio. il regime fascista, nel 1938, con le leggi razziali agi’ crudelmente contro una parte del nostro popolo. e’ di grande significato che la costituzione repubblicana, dopo la liberazione, volle sancire solennemente, all’articolo 3, la pari dignita’ ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione “senza distinzione di razza”. taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. i costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova italia da quella razzista. per ribadire mai piu’. agli italiani di origine ebraica fu sottratta, da un giorno all’altro, la cittadinanza, cioe’ l’appartenenza allo stato. tra tutti questi innocenti vi erano numerosi volontari e decorati della prima guerra mondiale, vi erano protagonisti della vita sociale, culturale, economica dell’italia. vennero espulsi dall’esercito, dalla pubblica amministrazione, dalle scuole e dalle universita’. fu loro vietato l’esercizio della libera professione. i loro libri, le loro opere d’arte vennero bandite e bruciate. i beni confiscati. il loro censimento in quanto ebrei favori’ la successiva concentrazione nei ghetti o nei campi di detenzione e consenti’ ai carnefici nazisti di portare a termine l’infame opera di deportazione, su vagoni bestiame, verso le fabbriche della morte: i campi di auschwitz-birkenau, chelmno, belzec, sobibor, treblinka e tanti altri. nel nord e nel centro italia, dopo i drammatici fatti seguiti all’8 settembre del 1943, le milizie fasciste parteciparono alla caccia degli ebrei. tanti furono cosi’ consegnati alle ss tedesche. vi furono tanti italiani, i “giusti”, che rischiando e a volte perdendo la propria vita, decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare. rendendo oggi onore a questi italiani, non possiamo sottacere anche l’esistenza di delatori, informatori, traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro. i racconti dei pochi sopravvissuti dai campi di sterminio, ma anche la imponente documentazione raccolta negli archivi del reich, descrivono quei luoghi come l’inferno, il regno della crudelta’, dell’arbitrio, della morte. bambini, anziani, uomini e donne inabili al lavoro finivano direttamente dal treno alle camere a gas, sperimentate dai tecnici nazisti, prima per la spietata e criminale campagna di eliminazione dei disabili e poi con i prigionieri di guerra. agli altri, agli scampati, gli aguzzini riservavano un’esistenza lugubre, durissima, precaria, fatta di massacranti lavori forzati, di freddo, di fame, di umiliazioni, di punizioni corporali, di terrore. al minimo segno di cedimento fisico, attraverso la terribile pratica delle selezioni, venivano spediti anch’essi alle camere a gas. i piu’ sfortunati perirono, tra immani sofferenze, come cavie degli esperimenti dei medici nazisti. altri morirono di freddo o furono uccisi brutalmente durante il trasferimento in altri campi, le cosiddette “marce della morte”. milioni di donne e di uomini, furono spogliati e depredati di tutto, della dignita’ e della vita, ridotti e trattati come oggetti senza valore. rincuora pensare che adesso, oltre ai tanti in visita, ogni anno, migliaia di ragazzi diano vita a una “marcia dei viventi” da auschwitz a birkenau, per vicinanza ai sopravvissuti e per ricordo di quanti vi trovarono la morte. la shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. nessuno stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco eberhard JACKEL, «deciso e annunciato, con l’autorita’ e sotto la responsabilita’ del proprio leader, di voler uccidere, il piu’ possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale.» questo gruppo – cui fa riferimento questo storico – era costituito soprattutto dagli ebrei, considerati il livello piu’ basso nella folle gerarchia umana, concepita dai nazifascisti. nei campi di sterminio perirono anche prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, testimoni di geova, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose. gli ebrei italiani vittime delle persecuzioni razziste – come abbiamo visto nel filmato – sono migliaia di persone, la maggioranza delle quali scomparse nell’oscuro universo di auschwitz. non possiamo dimenticare – ricordando i deportati italiani – le sofferenze patite dai nostri militari, internati nei campi di prigionia tedesca, dopo il rifiuto di passare nelle file della repubblica di salo’, alleata e complice dell’occupante nazista. furono 650 mila. il loro ‘no’ ha rappresentato un atto di estremo coraggio, di riscatto morale, di resistenza. bertold BRECHT, a commento dell’immagine di una donna che si aggirava disperata tra le macerie di un palazzo raso al suolo dai bombardamenti, scrisse: «non incolpare il destino, o donna! le potenze oscure che ti dilaniano hanno un nome, un indirizzo, un volto.» dare un nome e un volto alle potenze oscure, ai criminali che hanno scatenato la guerra e causato la morte di milioni di persone, significa smitizzare la cupa e sanguinosa stagione del nazifascismo e riportare l’accaduto sul terreno concreto delle colpevoli attitudini degli uomini e delle terribili potenzialita’ insite nel loro animo. la parte maggiore della responsabilita’ delle leggi e della politica razzista, in germania e in italia va attribuita ai capi dei due regimi, HITLER e MUSSOLINI. ma il terribile meccanismo di distruzione non si sarebbe messo in moto se non avesse goduto di un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso, nella popolazione. un consenso con gradi e motivazioni diversi: l’adesione incondizionata, la paura, ma anche, e spesso, il conformismo e quell’orribile apatia morale costituita dall’indifferenza. poche e isolate furono le voci e le figure illuminate che, in germania e in italia, parlarono per condannare il razzismo e la sua letale deriva. colpiscono particolarmente le testimonianze dei carnefici. rudolf HOESS, il comandante di auschwitz, che costrui’ e diresse un sistema che produsse la morte di milioni di innocenti, poco prima di essere giustiziato per crimini di guerra, scrisse un agghiacciante memoriale sulla sua carriera di funzionario statale. dopo aver espresso un non celato compiacimento burocratico per il grado di efficienza nello sterminio raggiunto nel suo campo, confido’ di aver talvolta coltivato dubbi sulla necessita’ di uccidere tante persone, ma di aver trovato risposta e conforto nel fatto di eseguire, con zelo e sollecitudine, un ordine proveniente direttamente da HITLER. l’adesione al führerprinzip, la fiducia e l’obbedienza cieca e incondizionata al capo supremo e alle sue volonta’, era arrivata a tal punto da provocare in lui l’indifferenza tra il bene e il male, tra la giustizia e l’iniquita’, anche di fronte al quotidiano spettacolo di migliaia di uomini, donne e bambini, avviati per file ordinate verso le camere a gas. come ha ricordato, nei giorni scorsi, ferruccio DE BORTOLI, “senza memoria non c’e’ giustizia”. il valore della memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle disumane sofferenze loro inflitte. ma e’ espresso nell’impegno che – alla fine della seconda guerra mondiale – gli uomini liberi e gli stati democratici presero, sulle ceneri di auschwitz, per dire mai piu’. un impegno che oggi ci unisce e ci interpella. mai piu’ a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalita’, dalle aggressioni, dalla guerra. mai piu’ a uno stato che calpesta liberta’ e diritti. mai piu’ a una societa’ che discrimina, divide, isola e perseguita. mai piu’ a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorita’ razziale, all’intolleranza, al fanatismo. i principi che informano la nostra costituzione repubblicana e la carta dei diritti universali dell’uomo rappresentano la radicale negazione dell’universo che ha condotto ad auschwitz. principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante – alimentato dall’uso distorto dei social – dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo e’ la forma piu’ subdola e insidiosa. autorita’, gentili ospiti, cari ragazzi, le origini, lo sviluppo, le cause e le nefande conseguenze dell’avvento delle ideologie e dei regimi nazifascisti nel vecchio continente sono stati analizzati, interpretati e discussi sotto la lente di studiosi delle piu’ diverse discipline: storici, filosofi, psicologi, giuristi, sociologi, economisti, politologi, teologi. la ricerca sulla shoah continua a produrre, incessantemente, contributi nuovi e rilevanti. ma osservando, dall’alto e a distanza crescente di anni, il baratro di abominio e perversione culminato nelle camere a gas e nei forni crematori, si viene tuttora colti da un senso di smarrimento, di impotenza, di incredulita’. «eventi incredibili – scrisse luigi MENEGHELLO – e insieme orribilmente documentabili.» i cancelli di auschwitz si spalancano tuttora sopra un abisso oscuro e impenetrabile di cancellazione totale della dignita’ dell’uomo: il buio della ragione che, come avvertiva GOYA, genera mostri. auschwitz – punta emblematica di un sistema e di un’ideologia perversi – e’ dunque il simbolo della mancanza di luce e di speranza, della negazione dell’umanita’ e della vita, l’indicibile, il non-luogo per antonomasia. un biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei crematori di auschwitz, ammonisce e insegna ancora: «sapete cosa e’ successo, non lo dimenticate, e tuttavia non saprete mai.»” 27/1/2023