NELLE CONSIDERAZIONI FINALI DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA FABIO PANETTA AMPIA ANALISI SU CONSEGUENZE DAZI

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oggi il governatore della banca d’italia fabio PANETTA ha presentato le considerazioni finali in occasione della pubblicazione della relazione annuale sul 2024. qui le considerazioni finali https://bit.ly/3FAmUvH; qui la sintesi della relazione annuale sul 2024 https://bit.ly/4jsZSF1; qui il rapporto annuale sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici (risc) sul 2024 https://bit.ly/3FAG9oX. il governatore ha dedicato ampio spazio alla questione dei dazi sottolineando che: ” (….) i dazi attualmente in vigore negli stati uniti, sebbene inferiori a quelli annunciati all’inizio di aprile, restano i piu’ elevati del secondo dopoguerra e sono causa del sensibile aumento dei dazi medi a livello mondiale (..) l’inasprimento delle barriere doganali potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio. negli stati uniti, l’effetto stimato e’ circa il doppio. i dazi potrebbero comportare una minore domanda di lavoro e un aumento delle pressioni inflazionistiche, in una fase gia’ caratterizzata da aspettative di inflazione in rialzo. stanno inoltre incidendo negativamente sulla fiducia di famiglie e imprese, con possibili ripercussioni su consumi e investimenti. il susseguirsi di annunci, smentite e revisioni alimenta incertezza e volatilita’ sui mercati. si tratta di condizioni che rischiano di amplificare l’effetto dei dazi e che potrebbero protrarsi nel tempo, considerata la complessita’ dei negoziati commerciali, che tipicamente richiedono tempi ben piu’ lunghi dei 90 giorni di sospensione annunciati. (….)le politiche protezionistiche stanno spingendo l’economia mondiale su una traiettoria pericolosa. i dazi oggi in vigore potrebbero ridurre il commercio internazionale di circa il 5 per cento, dando avvio a una riconfigurazione delle filiere produttive globali. ne deriverebbe un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente. (….)gli stati uniti costituiscono il principale mercato di sbocco per i prodotti dell’area, assorbendo quasi un quinto delle esportazioni. alcuni dei settori piu’ esposti ai dazi – quali i mezzi di trasporto, i macchinari e le bevande – mostrano gia’ un peggioramento della fiducia, delle attese sugli ordini e delle prospettive occupazionali. le barriere doganali potrebbero ridurre la domanda di prodotti europei anche in modo indiretto, frenando l’economia globale. inoltre, la cina e alcuni paesi del sud est asiatico, caratterizzati da un eccesso di capacita’ produttiva e da un ampio surplus commerciale con gli stati uniti, cercheranno nuovi sbocchi per contrastare l’effetto dei dazi, accentuando cosi’ la pressione competitiva sui mercati europei. (…)sul fronte dell’inflazione, i prezzi dell’energia sono diminuiti sensibilmente e l’euro si e’ rafforzato. in un contesto di crescita debole e di intensa concorrenza internazionale, questi sviluppi potrebbero comprimere la dinamica dei prezzi al consumo. le aspettative di mercato indicano un ritorno al di sotto del 2 per cento gia’ nella seconda meta’ di quest’anno e un livello medio dell’1,7 nel 2026. si tratta di un quadro economico non ancora definito. un ulteriore apprezzamento dell’euro, un aumento dell’incertezza o condizioni finanziarie piu’ restrittive potrebbero amplificare l’impatto recessivo dei dazi. inoltre, un incremento maggiore del previsto delle esportazioni cinesi verso l’europa potrebbe comprimere l’attivita’ produttiva e l’inflazione”.