REFERENDUM: MININNI (FLAI CGIL), IN MIGLIAIA AI NOSTRI PRESIDI DAVANTI ALLE PREFETTURE. TROPPO SPESSO LAVORO E’ SFRUTTAMENTO

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“‘in italia ancora oggi, troppo spesso, lavorare nell’agroalimentare significa schiavitu’, sfruttamento e rischio per la propria incolumita’. per questo abbiamo voluto dare un segnale forte, organizzando presidi sotto alle prefetture italiane a cui hanno partecipato stamani migliaia di lavoratrici e lavoratori, per promuovere i cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno e chiedere alle istituzioni che vengano applicate le leggi sul contrasto a caporalato e lavoro nero nel settore primario’, ha dichiarato il segretario generale della flai cgil giovanni MININNI a margine della mobilitazione ‘dai campi ai referendum’, una vera e propria manifestazione diffusa che ha visto la categoria sindacale scendere in piazza in tutta la penisola, dalla sicilia al trentino”. lo rende noto un comunicato della flai cgil. “il nostro impegno per un lavoro tutelato, sicuro e giusto passa per l’appuntamento referendario che ci attende fra meno di due settimane”, ha aggiunto MININNI, nel sottolineare che “si tratta di una battaglia fondamentale che possiamo vincere. votando cinque si’ possiamo cancellare immediatamente leggi ingiuste su licenziamenti illegittimi, precarieta’, sicurezza e salute negli appalti e accesso alla cittadinanza italiana”. “alle prefetture la flai ha chiesto la piena applicazione della legge 199 del 2016, mediante l’insediamento in ogni provincia delle sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualita’”, informa il comunicato, che prosegue: “si tratta di organismi dove istituzioni, sindacati e datoriali collaborano per predisporre misure su alloggi, trasporti, intermediazione di manodopera, prevenzione del lavoro nero in agricoltura. ad oggi, solo 49 sezioni territoriali si sono insediate, meno della meta’ di quelle previste”. “dagli incontri con le prefetture abbiamo avuto ritorni positivi”, ha affermato MININNI, che ha concluso: “molti prefetti hanno assunto impegni rispetto alle sezioni territoriali che ancora non sono state istituite, oppure che, pur essendolo, non risultano operative. ora pero’ servono azioni concrete”.