RISORSE IDRICHE: ANBI, ITALIA SPACCATA IN DUE. PIU’ PREOCCUPANTE IL SUD. VINCENZI, TUTTO PREVISTO MA IL PAESE DEVE RECUPERARE

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“‘la nostra italia arcobaleno non e’ purtroppo quella per la pace, di cui abbiamo tanto bisogno, ma quella dell’insufficienza d’acqua, che da mesi il nostro osservatorio sulle risorse idriche sta segnalando’: a dirlo e’ uno sconsolato francesco VINCENZI, presidente di anbi, commentando i dati del piu’ recente report”. lo rende noto un comunicato di anbi. “nella distrazione generale dell’opinione pubblica anche quest’anno ci saranno comunita’ del nostro paese, costrette a vivere un’estate d’emergenza idrica, senza considerare i gravi danni, che agricoltura ed ambiente stanno gia’ subendo ora”, prosegue il presidente di anbi. “come spesso e’ accaduto negli anni recenti, l’ ‘italia dell’acqua’ e’ spaccata in due con un nord dove i flussi in alveo riprendono immediatamente vigore anche dopo settimane caratterizzate da stabilita’ atmosferica (con incremento del rischio idrogeologico) ed un sud, dove e’ ormai scontata un’altra estate con restrizioni nella distribuzione idrica con gli inevitabili contraccolpi sull’economia dei territori (soprattutto settore primario, turismo ed energia)”, informa il comunicato, che cosi’ prosegue: “le situazioni piu’ preoccupanti si registrano nel mezzogiorno, dove le sporadiche piogge primaverili non riescono ad incidere su riserve idriche, che si stanno gia’ rivelando insufficienti ad affrontare la stagione piu’ calda. nell’ ‘assetata’ puglia, dopo un aprile siccitoso con una cumulata mensile media di circa 30 millimetri, anche la seconda decade di maggio ha registrato un deficit di precipitazioni medio, pari a -14 millimetri (fonte: arif puglia). esigui sono stati gli afflussi idrici nella sitibonda capitanata: se e’ vero che il ‘trend’ si e’ invertito dopo due settimane di cali, l’incremento (+180.000 metri cubi) non ha pressoche’ intaccato il deficit idrico, che affligge il tavoliere: -219,54 milioni di metri cubi rispetto ai volumi invasabili (-66,2% ) e addirittura -mln. mc. 72,8 rispetto al gia’ drammatico 2024. in sicilia, nella prima decade di maggio, solo alcune localita’ della costa messinese ed etnea catanese hanno potuto beneficiare di cumulate pluviometriche consistenti (tra i 10 ed i 25 millimetri), mentre il resto dell’isola si e’ dovuta accontentare di poche gocce, rendendo oltremodo effimero l’incremento dei volumi invasati, registrato in aprile: + mln.mc.4,11 e che aveva portato l’acqua raccolta nei bacini a mln. mc.378,86 (54% dei volumi invasabili) con un surplus sul 2024 di quasi 81 milioni di metri cubi. sono pero’ bastati 4 giorni di inizio maggio per vedere ridurre tale disponibilita’ di oltre 5 milioni di metri cubi (fonte: autorita’ di bacino del distretto idrografico della sicilia), la meta’ dei quali rilasciati dalla diga trinita’ di castelvetrano nel trapanese, nota opera incompiuta, progettata per una capacita’ di 18 milioni di metri cubi, ma attualmente autorizzata a contenerne solo 2 milioni e mezzo: cosi’, a ridosso della stagione estiva, la meta’ di quanto raccolto ad aprile e’ stato rilasciato verso il mare con buona pace delle campagne trapanesi, assetate come quelle ennesi, dove anche il lago olivo a piazza armerina ha visto ridursi i propri volumi di 1.400.000 metri cubi in soli 4 giorni. ‘questi dati confermano come il problema siciliano sia prioritariamente una questione infrastrutturale ad iniziare dal completamento degli schemi idrici. nell’isola ci sono almeno 4 grandi opere da completare per una spesa complessiva di circa 100 milioni di euro’, evidenzia massimo GARGANO, direttore generale di anbi. in basilicata, grazie alle piogge cadute la scorsa settimana, gli invasi hanno guadagnato volumi pari circa 800.000 metri cubi, ma resta notevole il deficit rispetto al 2024: – mln. mc. 54,36. il 2025 si sta invece rivelando un’annata particolarmente ‘umida’ per l’italia settentrionale, dove continua a piovere anche in questa seconda meta’ del mese di maggio, spesso sotto forma di isolati e violenti nubifragi come quelli che hanno interessato diverse localita’ nelle scorse ore: in romagna, si sono registrate cumulate orarie superiori ai 50 millimetri nel forlivese; a casalbuttano, nel cremonese, in sole 3 ore sono caduti mm.75 di pioggia mentre in piemonte, a pinerolo, i pluviometri hanno registrato mm.114 di pioggia in 9 ore, con conseguente aumento di portata nei corsi d’acqua locali e di rischio per l’assetto idrogeologico soprattutto in territori dove i bacini di accumulo sono gia’ saturi e non piu’ in grado di trattenere ulteriori volumi idrici. permangono pieni al colmo i grandi laghi dell’italia settentrionale, sfiorando spesso i massimi storici: verbano riempito al 102,3% con piccole tracimazioni nelle zone piu’ basse; lario al 80,6%; sebino al 92,1%; benaco al 95%. in valle d’aosta si registrano incrementi delle portate nella dora baltea e nel torrente lys. al netto degli afflussi nelle scorse ore (a torino si sono registrate punte di mc/s 426 con un incremento del 220%), la portata del fiume po e’ decrescente e leggermente inferiore alla media mensile lungo il resto dell’asta: a pontelagoscuro e’ stimabile in -8%, mentre nell’alessandrino e’ -14%; in piemonte sono in calo e sotto media anche i flussi in altri corsi d’acqua come tanaro, stura di demonte, stura di lanzo e toce. in lombardia, le riserve idriche risultano inferiori alla media del 5% circa a causa dell’esiguita’ di neve in quota (-25,5%). in liguria calano i livelli idrometrici dei fiumi entella, vara, magra e argentina. anche in veneto diminuiscono le portate della maggior parte dei fiumi, pur mantenendosi abbondanti e, nel caso della livenza, superiori alla media. restano esigui i flussi idrici nei fiumi appenninici dell’emilia, perche’ privi dell’afflusso generato dalla fusione nivale; recenti apporti pluviali hanno invece accresciuto notevolmente i livelli idrometrici nei bacini di romagna. in toscana, segno meno nelle altezze idrometriche dei fiumi serchio, arno, sieve ed ombrone; sull’isola d’elba le raffiche di vento hanno superato i 110 chilometri all’ora. nelle marche, le dighe trattengono ingenti riserve idriche (mln. mc. 55,47), nonostante le riduzioni di portata registrate nei fiumi. in umbria, il livello del lago trasimeno si e’ abbassato di 3 centimetri in una settimana ed anche i flussi dei fiumi chiascio, topino e paglia si sono ridotti. di cm.3 e’ pure l’abbassamento del livello del lago di bracciano nel lazio; anche i 2 laghi alle porte di roma registrano cali significativi: -cm. 2 per il bacino di albano e addirittura – cm.6 per quello di nemi (fonte aubac). i flussi in alveo dei fiumi tevere, aniene e velino tornano sotto la media dello scorso quinquennio. in campania, infine, si registra la crescita dei livelli dei fiumi volturno, sele e garigliano”.