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“‘serve un’economia del ‘noi’, non dell”io. in economia il pluralismo e’ una ricchezza da preservare’, ha detto maurizio GARDINI, presidente di confcooperative confrontandosi con il cardinale matteo ZUPPI presidente della cei nel panel ‘l’economia del bene comune tra fede, visione etica e pragmatismo cooperativo’ alla XX edizione del festival dell’economia di trento”. lo rende noto un comunicato di confcooperative. “bisogna fare piu’ cooperazione che e’ il contrario delle diseguaglianze”, ha detto il cardinale matteo ZUPPI. “perche’ fare cooperazione e’ pensarsi insieme. e pensarsi insieme e’ quella matematica che aggiunge valore come abbiamo ascoltato prima”, ha affermato ZUPPI, in riferimento – precisa il comunicato – a un video di papa FRANCESCO che incontrando confcooperative aveva detto che “in cooperativa 1+1 fa 3”. “nell’anno del boom occupazionale da quando esistono le serie storiche, oltre 24 milioni, scontiamo gap che si sono accumulati nel corso di decenni: circa 10 milioni di italiani in poverta’, 4,9 milioni di lavoratori che percepiscono redditi insufficienti, 1,8 milioni di giovani che rientrano ancora nella categoria dei neet, 1 donna su 4 che lascia il lavoro per motivi di welfare familiare e 2,3 milioni di donne che il lavoro neanche lo cercano”, dice GARDINI, che precisa: “le cooperative guardano alle sfide future, prima fra tutte quella dell’intelligenza artificiale. secondo il recente focus censis-confcooperative l’ia potrebbe incrementare il pil italiano dell’1,8% entro il 2035, ma con un costo sociale altissimo: 6 milioni di lavoratori rischiano la sostituzione e altri 9 milioni potrebbero vedere l’ia integrarsi nelle loro mansioni”. “il conto economico deve andare di pari passo con il conto sociale”, afferma GARDINI, che conclude: “un patto necessario. l’economia deve essere al servizio della societa’. in questo scenario, confcooperative richiama i propri valori fondativi radicati nella rerum novarum di leone XIII e ipotizza l’esigenza di una ‘rerum digitalium’ che tuteli le persone dalle tecnologie, cosi’ come 134 anni fa l’enciclica sociale difendeva l’occupazione dalla rivoluzione industriale”.