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“la transizione verso un’agricoltura sempre piu’ tecnologicamente avanzata e’ una strada obbligata per le nostre aziende”. lo afferma un comunicato del collegio dei periti agrari e periti agrari laureati, che cosi’ prosegue: “senza digitalizzazione sara’ impossibile ottenere rese crescenti nel rispetto dell’ambiente e con ridotti input chimici, idrici ed energetici. eppure, secondo dati ismea, l’adozione di soluzioni smart nel settore primario resta ancora limitata: meno del 10% delle aziende italiane usa sistemi informatizzati, automatizzati o di monitoraggio avanzato. ‘per arginare questa tendenza suicida serve un piano ampio, strutturato, capillare di formazione tecnica’. a lanciare l’allarme, il presidente del collegio dei periti agrari e periti agrari laureati, mario BRAGA, che ha puntualizzato: ‘serve una nuova e dinamica akis -sistema di conoscenza e innovazione in agricoltura-. le innovazioni possono favorire la multifunzionalita’ dei sistemi agricoli e alimentari dell’ue. ma la futura pac dovra’ avere piu’ coraggio nell’incentivare e promuovere lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione’. in questa partita verso il futuro del settore non possiamo non tenere conto di come e quanto impattera’ l’intelligenza artificiale. a riguardo, americo BAZZOFFIA, docente universitario ed esperto di comunicazione e tecnologie innovative, che da anni segue da vicino l’evoluzione del rapporto tra impresa e digitale, in un incontro a brescia con i periti agrari e periti agrari laureati, ha dichiarato: ‘l’intelligenza artificiale non e’ qualcosa che riguarda solo i laboratori di ricerca o le grandi multinazionali, e’ una risorsa concreta, che puo’ portare vantaggi tangibili anche nel mondo agricolo. ma se il territorio non si prepara, rischia di perdere un treno importantissimo’. secondo BAZZOFFIA, l’agricoltura bresciana e italiana si trova a un bivio. da un lato, il peso della tradizione e delle abitudini radicate; dall’altro, la necessita’ sempre piu’ impellente di innovare, digitalizzarsi, affrontare il futuro a testa alta. ‘nel bresciano – ha spiegato – soprattutto nelle aree interne, la digitalizzazione avanza a rilento. molte aziende agricole, anche strutturate, hanno una scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali. questo le espone a una serie di rischi: costi produttivi piu’ alti, difficolta’ a restare competitive, perdita di quote di mercato, fino all’impossibilita’ di affrontare sfide che ormai sono all’ordine del giorno: dalla globalizzazione ai cambiamenti climatici, dalla tracciabilita’ alla sostenibilita”. l’unica strada possibile per colmare questo divario, secondo BAZZOFFIA, e’ la formazione: ‘vera chiave per evitare che il settore sprofondi in un baratro di arretratezza. non si tratta solo di insegnare a usare un software o una piattaforma, bisogna fare un lavoro culturale, aiutare gli imprenditori agricoli a comprendere come l’innovazione possa essere una risorsa, non un strumento inutile’. l’ia, ha spiegato il docente, puo’ aiutare a ottimizzare l’uso della risorsa idrica, dei fertilizzanti, degli antiparassitari, ad efficientare la gestione dell’impresa agricola, a ridurre gli sprechi e aumentare la qualita’ delle produzioni. ‘senza l’impiego di nuove tecnologie – ha concluso BRAGA – rischiamo anche la marginalizzazione di intere filiere e territori, con impattanti conseguenze sul piano occupazionale, sociale ed imprenditoriale. l’agricoltura puo’ ancora essere un motore per il futuro ma solo se decide di accendere il motore dell’innovazione’.”.