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“saranno operativi entro giugno 2026 i primi otto impianti di biometano agricolo promossi al nord dalla confederazione generale dei bieticoltori italiani (cgbi), nel percorso di attuazione degli interventi del pnrr”. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione. “vogliamo dare un contributo concreto al raggiungimento degli obiettivi di produzione di biometano essenziali alla sicurezza energetica del paese, favorendo la decarbonizzazione delle imprese con elevati consumi di energia e il taglio delle emissioni in atmosfera – osservano gabriele LANFREDI e nicola GHERARDI RAVALI MODONI, rispettivamente presidente e vicepresidente della confederazione dei bieticoltori, intervenendo a rovigo alla convention annuale cgbi, realta’ consolidata nel comparto agro-energetico con oltre 20 impianti di biogas realizzati e oggi impegnata nello sviluppo del progetto agri.bio.metano -. l’obiettivo e’ immettere il prodotto nella rete gas nazionale a beneficio di soggetti industriali, cogliendo le opportunita’ offerte dal nuovo quadro normativo relativamente alla cessione delle garanzie di origine dal fornitore di biometano all’utilizzatore finale, in compensazione con gli oneri derivanti dalle emissioni industriali di co2”. “nel corso dell’incontro – prosegue il comunicato – sono stati definiti gli asset degli 8 impianti a regime: 90 milioni di investimenti, una capacita’ produttiva di 20 milioni di metri cubi di biometano all’anno in grado di ridurre di oltre l’85% le emissioni di co2. restituendo al suolo sostanza fertilizzante tramite l’uso agronomico del digestato (cio’ che rimane dal processo di lavorazione del biometano agricolo), si implementa una catena produttiva circolare e sostenibile a basso impatto ambientale: gli elementi nutritivi asportati ritornano alla terra come sostituti dei concimi chimici. cgbi insieme alla societa’ partner bio.methane.hub orienta la realizzazione di nuovi impianti partendo dalla costituzione di societa’ agricole consortili, aggregando aziende agricole e zootecniche locali (ne sono gia’ sorte 23, in lombardia, emilia-romagna, veneto e friuli). in questo modo, sottoscrivendo l’atto, gli agricoltori si impegnano a fornire la biomassa destinata all’alimentazione del digestore, ossia reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli, per poi ritirare successivamente la spettante quota di digestato, mentre bmh e le cooperative socie si occupano della progettazione e gestione amministrativa dell’impianto, garantendo risorse finanziarie e fideiussioni bancarie”. “siamo nati come braccio operativo di cgbi, ma ora la nostra attivita’ si e’ ampliata – spiega il presidente di bio.methane.hub, tommaso HONORATI – offrendo consulenza avanzata a 360 gradi, a supporto dell’intera filiera del biogas e biometano agricolo, come la fornitura di biomasse e sottoprodotti certificati come sostenibili, l’assistenza completa fino al management del nuovo impianto. bmh intende proporre una valutazione strategica delle biomasse agricole piu’ performanti e un servizio di commercializzazione di sottoprodotti certificati e sostenibili, operando affinche’ ogni fase del progetto venga gestita con precisione, efficienza e competenza, inclusa la verifica dei parametri produttivi nonche’ la formazione e supervisione del personale”. il vicepresidente della regione emilia-romagna, vincenzo COLLA, e’ intervenuto in video collegamento: “per la regione emilia-romagna il biometano rappresenta uno dei vettori energetici del futuro, nel mix indispensabile per produrre energia sostenibile e di continuita’. per questo lo abbiamo inserito nel piano energetico regionale, dove abbiamo scelto di puntare sulla produzione energetica di prossimita’: non ci saranno piu’ le grandi centrali ma energia in autoproduzione e autoconsumo. gli impianti di biometano rispondono pienamente a questa strategia, perche’ vengono costruiti molto spesso sul territorio in consorzio fra gli agricoltori di prossimita’ che vi confluiscono le biomasse. siamo dunque dentro un’operazione di economia circolare, fondamentale sia per la sostenibilita’ ambientale, sia per abbattere i costi energetici. la possibilita’ di produrre energia green attraverso il riciclo e riuso degli scarti e la qualita’ degli investimenti innovativi per realizzare gli impianti e’ la strada del nostro futuro. senza dimenticare che si puo’ anche aprire una filiera industriale nuova per la produzione di mezzi, anche agricoli, alimentati a biometano”. in conclusione fa il punto su trend e prospettive del comparto il presidente del cib, piero GATTONI: “la lunga strada che abbiamo percorso insieme ha permesso alle imprese produttrici di biometano di divenire una delle leve piu’ efficaci per coniugare transizione ecologica, sicurezza e indipendenza energetica e competitivita’ dell’agricoltura. il cib, nel percorso di sviluppo del sistema regolatorio, ha lavorato per agevolare il percorso di integrazione tra produzione di cibo e di energia. in questo senso e’ stato importante il lavoro svolto da realta’ come cgbi, che ha promosso un modello di sviluppo della digestione anaerobica con solide radici sul territorio. gli ambiziosi traguardi posti al 2030 dal pniec uniti alle sfide de ‘ultimo miglio’ che ci separano dal 2026, anno in cui e’ previsto il completamento degli investimenti previsti dal pnrr, rendono necessario un impegno congiunto e condiviso tra istituzioni, imprese agricole ed industriali per definire efficacemente il percorso di sviluppo del nostro settore. semplificare e accelerare lo sviluppo, ma anche, e soprattutto, fare e ‘fare bene’ sono i principi cardine che devono muovere questa azione coordinata”.