COLTIVA ITALIA: MARETTI

«È positivo che il Governo e il ministero dell’Agricoltura puntino a
rafforzare l’indipendenza alimentare del Paese, favorire l’occupazione
giovanile in ambito agricolo, rivitalizzare le aree rurali e investire
su tecnologia e innovazione. Soprattutto in un momento come questo di
forte tensione per le proposte Ue su Pac e fondo unico». È il commento
di Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, a
ColtivaItalia, la strategia in otto punti e un miliardo di euro
presentata oggi dal ministro Francesco Lollobrigida per rilanciare
l’agricoltura nazionale e ridurre la dipendenza alimentare
dall’estero. «Auspichiamo che gli sforzi a livello nazionale siano un
esempio da seguire anche a livello comunitario perché il nostro
continente ha bisogno di massima sussidiarietà tra le politiche di
tutti i livelli istituzionali, non in competizione, ma in una logica
cooperativa», sottolinea Maretti.

«Si tratta sicuramente di un segnale politico positivo con analisi dei
settori, in particolare frumento, allevamento e olio, e dei limiti
strutturali del sistema Italia. È un buon punto di partenza, in
particolare per le risorse», commenta continua Maretti. E, «in tutti i
settori indicati, la cooperazione è importante e può accentuare le
positività degli interventi».

Tra gli altri punti, evidenzia Maretti, «bisogna sostenere il percorso
di innovazione di Agea perché il sistema ha bisogno di efficienza e
maggiore sicurezza. La trasformazione di Agea in agenzia per
l’agricoltura e l’innovazione (Ageait) segna un cambio di paradigma
nella gestione dei dati agricoli». Ma di positivo c’è anche il fatto
che «LA trasparenza diventa pilastro di una nuova filiera
agroalimentare italiana, più forte, moderna e resiliente Ogni
cittadino deve conoscere ciò che acquista».

Non ultimo, il potenziamento del Crea «È una struttura importante per
immaginare un nuovo protagonismo dell’Italia nel campo della ricerca.
Ricerca e sperimentazione da cui il settore dipenderà fortemente nei
prossimi anni per vincere le sfide che il cambiamento climatico ci
porrà innanzi», conclude Maretti