+CON EMBARGO ORE 10 LUNEDÌ 21+++

+CON EMBARGO ORE 10 LUNEDÌ 21+++ DAZI: COLDIRETTI, CON INCERTEZZA SCENDE
EXPORT MADE IN ITALY DA +11% A +0,4%, CROLLA L’OLIO EVO -17% Giù anche
formaggi e passata, aumentano le difficoltà per il cibo italiano negli Usa
L’incertezza legata all’evolversi della situazione e i dazi aggiuntivi
minacciati dal Presidente Trump hanno fermato la crescita in valore
dell’export agroalimentare italiano in Usa, che a maggio è crollata al
+0,4%, con risultati peraltro negativi per tutti i prodotti più esportati,
dal vino all’olio fino a formaggi e passata. E’ quanto emerge dall’analisi
della Coldiretti su dati Istat diffusa in occasione dell’Assemblea della
Coldiretti alla presenza di agricoltori provenienti da tutta Italia assieme
al presidente nazionale Ettore Prandini e al segretario generale Vincenzo
Gesmundo. Presenti, tra gli altri, Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo
della Commissione europea e Commissario europeo per la politica regionale e
di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme, e Francesco
Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. Un
momento di confronto sul futuro dell’agricoltura italiana ed europea alla
luce delle scelte di bilancio dell’Unione, con il taglio del 20% dei fondi
Pac 2028-2034, e dell’impatto dei dazi americani sull’economia del Paese e
sulla vita dei cittadini. Dopo un primo trimestre dell’anno dove le
esportazioni agroalimentari hanno fatto segnare una crescita media in
valore dell’11%, da aprile (primo mese di applicazione dei dazi aggiuntivi
al 10%), si è passati al +1,3%, per poi scendere ulteriormente a maggio. A
pesare è anche il fatto che le tariffe aggiuntive sono andate a sommarsi a
quelle già esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere
cardine. Attualmente i formaggi pagano un dazio al 25%, il pomodoro
trasformato e le marmellate e confetture al 22%, i vini intorno al 15%, la
pasta farcita al 16%, secondo l’analisi Coldiretti. Il risultato è che a
maggio sono calate le esportazioni in valore per alcuni dei prodotti
simbolo, dall’olio extravergine d’oliva (-17%) ai formaggi (-4%) fino al
pomodoro trasformato (-17%), mentre sul fronte del vino si segnala un
recupero del 3% rispetto al dato negativo di aprile. “La diminuzione dei
consumi sul mercato americano non è data solo dall’incertezza dei dazi: c’è
l’inflazione in aumento e c’è anche una svalutazione del dollaro nei
confronti dell’euro che rende i nostri prodotti più cari. Se andiamo a
sommare tutto questo al 30% di dazi minacciato ora in particolare sugli
alimentari abbiamo un effetto quasi insostenibile per la nostra economia,
visto che per l’agroalimentare il mercato Usa è il secondo per importanza a
livello globale. Detto ciò, mi pare chiaro che la risposta non possono
essere i controdazi bensì un accordo tra pari”, spiega Ettore Prandini,
presidente della Coldiretti. “Serve trovare un accordo che tuteli le nostre
imprese senza fare cedimenti sul fronte della qualità e della sicurezza
alimentare, con un cambio di passo rispetto a una situazione attuale dove
la presidente della Commissione Ue Von der Leyen non si è letteralmente
vista, incapace di mettere sul piatto le numerose aperture e concessioni
fatte agli Usa negli ultimi mesi su molteplici fronti, a partire dal forte
aumento del contributo europeo alle spese Nato – denuncia il segretario
generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo – Ci ritroviamo così a vivere una
situazione paradossale e asimmetrica nei nostri rapporti con l’America che
rischia di infliggere un colpo mortale al nostro export”.