FLAI CGIL, IL 4/7 BRACCIANTI ALL’OPERA PER RIPARARE STRADA CHE PORTA AL GHETTO DI TORRETTA ANTONACCI

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“un vero ‘sciopero al contrario’, durante il quale ci si impegnera’ a riparare la strada che porta al ghetto di torretta antonacci, la seconda baraccopoli piu’ popolosa del foggiano. e’ l’iniziativa di protesta che si terra’ venerdi’ 4 luglio, alle ore 17, a san severo all’incrocio tra le strade provinciali 23 e 24”. lo rende noto un comunicato della flai cgil, che cosi’ prosegue: “la protesta e’ stata ideata e organizzata dai lavoratori che vivono nell’insediamento, durante diverse assemblee che si sono tenute nelle scorse settimane. a promuovere l’iniziativa, la flai cgil territoriale, con il sostegno dalla flai cgil nazionale. durante le stagioni di raccolta, il ghetto viene abitato da circa 2mila persone. all’iniziativa contribuira’ una delegazione di lavoratori del ghetto di borgo mezzanone e una delegazione di sindacalisti della flai cgil. presente anche il segretario generale giovanni MININNI. i lavoratori della baraccopoli di torretta antonacci, con questo ‘sciopero’, si rivolgono alle istituzioni per chiedere: il ripristino della fermata della linea autobus per raggiungere foggia, al momento cancellata; la raccolta dei rifiuti e una bonifica straordinaria attraverso i mezzi comunali; approvvigionamenti quotidiani di acqua e sanificazione delle botti presenti nel ghetto; la manutenzione della strada che collega torretta antonacci a foggia; il potenziamento della rete elettrica; la previsione di un piano di urbanizzazione, per convertire le attuali baracche in abitazioni dignitose, con allaccio alla fognatura e servizi igienici. la pratica dello ‘sciopero al contrario’, o ‘sciopero alla rovescia’, in cui la propria ‘forza lavoro’ viene messa volontariamente a disposizione della comunita’ attraverso opere di pubblica utilita’, affonda le radici nella tradizione sindacale del secondo dopoguerra e nell’esempio di giuseppe DI VITTORIO. ‘abbiamo deciso di recuperare questa prassi e di sistemare la via che conduce al ghetto – spiega matteo BELLEGONI, capo dipartimento politiche migratorie e legalita’ della flai cgil – perche’ chi vive in condizioni disumane all’interno dell’insediamento, ad oggi, non sperimenta solo una forma di isolamento sociale, ma anche un isolamento materiale rispetto al resto del territorio. la strada che devono percorrere i lavoratori ogni giorno per uscire dall’insediamento e recarsi nei campi, oppure in paese, e’ in uno stato di grave degrado, percio’ gli spostamenti risultano complessi e pericolosi anche per chi ha la possibilita’ di usufruire di mezzi privati. e’ inaccettabile che chi vive nel ghetto sia tagliato fuori dai servizi essenziali di cui ogni cittadino ha diritto’.”.