FONDO UNICO: TASSINARI (UNCAI), COSI’ L’AGRICOLTURA RISCHIA DI SPARIRE

(riproduzione riservata)

“da confagricoltura padova e’ arrivato un messaggio chiaro: ‘mais, frumento, orzo, soia e barbabietola restano pilastri dell’agricoltura padovana, ma da soli non bastano piu’. anche produzioni di alta qualita’, come quelle del 2024, non sempre garantiscono redditivita”. e’ una condizione comune a molte aree agricole italiane. e l’europa? va in direzione opposta: meno fondi, meno chiarezza, meno agricoltura. quando invece servirebbero piu’ premi accoppiati, gestione del rischio, incentivi ai giovani, innovazione tecnologica, infrastrutture irrigue e formazione anche per i contoterzisti”, informa un comunicato di uncai. “bruxelles prepara l’ennesima torsione: un fondo unico che inglobi pac e coesione. un calderone dove l’agricoltura si dissolve. niente minestroni europeisti, niente rinazionalizzazioni camuffate: la pac deve restare una vera politica comunitaria, solida e finanziata”, ha dichiarato aproniano TASSINARI, presidente uncai. “l’aspetto piu’ insidioso della proposta del fondo unico e’ che si presenta come un passo verso l’integrazione e la semplificazione, ma nei fatti apre la strada a una rinazionalizzazione mascherata: le risorse agricole, una volta confluite nell’unico contenitore, non verrebbero piu’ gestite secondo automatismi comunitari o criteri agricoli condivisi. sarebbero invece oggetto di trattative bilaterali tra la commissione europea e i singoli stati membri. in altre parole, ogni stato negoziera’ la propria ‘quota’, voce per voce, progetto per progetto. si perderanno la visione comune e i meccanismi di solidarieta’ automatica. i piu’ forti avranno piu’ voce, gli altri si arrangeranno. altro che coesione. altro che sburocratizzazione. il rischio e’ concreto: tagli alla pac, minori risorse per l’agricoltura, accorpamenti funzionali a spostare le priorita’ verso altri settori, come la manifattura mitteleuropea. ma la realta’ agricola non puo’ aspettare. per questo uncai aderisce alla marcia simbolica dell’agricoltura europea sul bilancio ue e sul futuro della pac, organizzata da copa-cogeca e fwa il 16 luglio a bruxelles”, prosegue uncai. “il fronte del dissenso cresce: la maggioranza degli eurodeputati, societa’ civile e 17 stati membri, tra cui italia e francia, hanno gia’ detto no al fondo unico. manca – guarda caso – la germania, che guarda altrove. colpisce l’ostinazione con cui si ripropongono proposte gia’ bocciate. ci si aspettava una presa di posizione chiara: la pac deve restare fuori dal calderone. se si mescolano agricoltura, difesa, digitale, ambiente e coesione… a chi tocca tocca. e l’agricoltura rischia di uscire dalla porta di servizio”, prosegue TASSINARI. “la pac deve avere una stanza tutta per se’. non un angolo condiviso, non una scrivania in corridoio. una stanza vera, con chiave alla porta e spazio per pensare il futuro dell’agricoltura europea. perche’ se finisce nel fritto misto delle grandi narrative europee – ambiente, difesa, digitale – allora altro che sostenibilita’: si torna a zappare, metaforicamente, contro burocrazia, tagli e concorrenza sleale. mentre a bruxelles si discute se finanziare startup galleggianti o uniformi biodegradabili per l’esercito europeo, tutto sara’ incluso, tranne il reddito agricolo. la pac – come ricordano molti eurodeputati – deve restare la spina dorsale della strategia agricola e alimentare dell’unione. con risorse dedicate, una struttura autonoma e obiettivi chiari, riconoscibili e condivisi”, conclude uncai.