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“cheese e il mondo che c’e’ intorno e’ un inno alla vita. i produttori a latte crudo sono tutori della sapienza casearia millenaria che, particolarmente in italia, ha prodotto una biodiversita’ artigianale preziosa e rara. abbiamo fatto la nostra parte anche in questa ultima fase cosi’ difficile, per difenderne il valore, perche’ le competenze ad esso legate non siano scordate, perche’ l’approccio espresso nelle linee guida licenziate dal tavolo tecnico del ministero della salute non e’ sostenibile e si traduce sostanzialmente nell’impossibilita’ di produzione di formaggi a latte crudo, perche’ mentre si discute come mettere in sicurezza l’innegabile sacralita’ della salute e della vita, non si dimentichi la sacralita’ di esistenze fondate proprio su quell’artigianalita’”. lo ha affermato barbara NAPPINI, presidente di slow food italia, durante la presentazione di cheese a bra (cn), introducendo il delicato tema che in queste settimane sta preoccupando in particolare il settore dei piccoli produttori artigianali: la pubblicazione delle linee guida da parte del ministero della salute per il controllo del rischio stec nelle produzioni casearie a latte crudo. lo rende noto un comunicato di slow food che prosegue: “le linee guida appena rilasciate individuano e consigliano soluzioni che prevedono controlli gravosi, al di la’ delle possibilita’ economiche di molti produttori e che sono spesso inattuabili, in particolare per chi produce in alpeggio”.