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Federvini: “Una misura gravissima e ingiustificata, che colpisce un
sistema economico integrato e vitale per entrambe le economie”

Roma, 12 luglio 2025 – Federvini esprime profonda preoccupazione per
l’annunciata introduzione, da parte dell’amministrazione statunitense,
di un dazio del 30% su tutte le merci provenienti dall’Unione Europea,
a partire dal prossimo 1° agosto. Una misura gravissima e
ingiustificata, che rischia di compromettere un equilibrio costruito
nel tempo, fondato sulla fiducia reciproca, sul dialogo commerciale e
sulla condivisione di valori tra partner storici.

Gli Stati Uniti rappresentano da anni un mercato strategico per
l’export italiano, in particolare per i nostri prodotti di eccellenza,
che hanno saputo conquistare la fiducia dei consumatori americani e
contribuire in modo significativo alla crescita economica sia
nazionale che transatlantica. L’introduzione di un dazio di questa
entità metterebbe seriamente a rischio la competitività delle imprese
italiane, con pesanti ricadute anche sulle controparti statunitensi.

“L’imposizione di un dazio generalizzato del 30% colpisce in modo
indiscriminato settori ad alto valore aggiunto, come il nostro –
dichiara Giacomo Ponti, Presidente di Federvini –. È una misura
gravissima e ingiustificata, che penalizza non solo i produttori
europei, ma anche gli operatori economici americani che fanno parte
integrante della nostra filiera commerciale.”

Federvini osserva come le relazioni economiche tra Unione Europea e
Stati Uniti siano profondamente interconnesse, in particolare nei
settori legati all’agroalimentare, alla distribuzione e alla
ristorazione. Misure unilaterali come questa, adottate senza
consultazione o confronto, compromettono il principio di reciprocità
su cui si basa il commercio internazionale e rischiano di produrre
conseguenze durature e dannose da entrambe le parti.

Negli Stati Uniti, il sistema distributivo a tre livelli –
importazione, distribuzione e vendita – genera valore aggiunto anche
grazie alla presenza dei prodotti europei. Per ogni dollaro speso in
beni europei di qualità, si attivano fino a 4,50 dollari nell’economia
americana, tra occupazione, fiscalità e crescita del comparto horeca.

“Non si tratta solo di proteggere il nostro export – prosegue Ponti –
ma di tutelare un interesse economico comune. Le nostre eccellenze
sono parte di un ecosistema economico e culturale condiviso:
ostacolarne l’accesso al mercato statunitense significa danneggiare
anche le filiere e i lavoratori americani che, da anni, ne sono parte
attiva.”

Federvini accoglie con convinzione l’impostazione costruttiva espressa
dalle istituzioni europee, che hanno riaffermato la centralità del
dialogo transatlantico e la necessità di tutelare gli interessi comuni
nel rispetto delle regole internazionali.

“È fondamentale – afferma la Federazione – che l’Europa si presenti
con una voce unita e determinata per tutelare le proprie filiere
strategiche e gli operatori economici colpiti da scelte unilaterali e
sproporzionate.”

La Federazione chiede una risposta immediata, chiara e coordinata da
parte delle istituzioni italiane ed europee, con l’obiettivo di
riaprire il confronto a livello bilaterale e multilaterale, nel pieno
rispetto delle regole del commercio e della cooperazione
internazionale.

“È in gioco la sopravvivenza di migliaia di imprese e la stabilità di
un ecosistema virtuoso che ha generato valore e occupazione su
entrambe le sponde dell’Atlantico. Occorre agire subito, con spirito
costruttivo, visione strategica e una voce europea forte e coesa.”

Federvini continuerà a operare in stretto contatto con le autorità
italiane, le istituzioni europee e i partner internazionali, per
contribuire a una soluzione equa, sostenibile e coerente con i
principi che hanno ispirato fino a oggi la relazione tra Europa e
Stati Uniti.