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Dazi Usa al 15%, Paolo Mascarino (Presidente Di Federalimentare): “Se
fosse unico compromesso possibile, urgente intervento Ue per ridurre dazi
interni” “Se fosse confermato l’accordo commerciale tra l’Unione Europea
e gli Stati Uniti, l’industria alimentare si troverà schiacciata nella
morsa tra i dazi al 15%, la svalutazione del dollaro e i costi dei dazi
interni alla UE: chiediamo dunque alla UE un intervento urgente a tutela
della competitività della sua industria”. Lo dichiara in una nota il
Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. “Se da un lato è vero che
questo possa essere l’unico compromesso possibile, dall’altro lato è
altresì vero che l’intreccio tra l’impatto dei dazi USA al 15% e la
svalutazione del dollaro, che oggi vale altri 13 punti percentuali, non
sarà sostenibile per diversi settori – continua Mascarino – e a tutela
delle imprese chiediamo alla UE un intervento della mano pubblica: così
come gli Stati Uniti hanno fatto con i dazi, che di fatto è un intervento
pubblico per proteggere la loro industria, anche noi chiediamo urgenti
interventi strutturali per rafforzare la nostra capacità competitiva
riducendo i dazi interni alla UE: snellire il carico burocratico sulle
imprese, riformare i mercati dell’energia per garantire una riduzione dei
prezzi, facilitare l’accesso al credito. In tal senso, proseguire con
maggior decisione sulla strada del taglio dei tassi di interesse nell’area
euro potrebbe aiutare la crescita economica”. “In questo scenario di forte
incertezza auspichiamo che le trattative fra la Commissione UE e gli USA
proseguano e che nel tempo si possa arrivare progressivamente a definire
un’area di libero scambio euroatlantica a dazi zero. Sarebbe la risposta
più logica da adottare sia per le nostre economie fortemente interconnesse,
che nei confronti delle altre economie globali che potrebbero approfittare
di un Occidente debole e impegnato in una guerra commerciale”, riprende
Mascarino. “L’industria alimentare italiana è fortemente orientata
all’export: gli USA sono la seconda destinazione del nostro export, e
valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale delle
nostre esportazioni. Prima degli Stati Uniti abbiamo solo la Germania, che
vale 7,9 miliardi. Dunque – conclude Mascarino – gli USA restano un mercato
davvero molto importante, e resta prioritario favorire la presenza delle
nostre imprese sostenendone la competitività”.