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“dai campi agli allevamenti fino ai supermercati, l’agroalimentare e’ diventato un settore prioritario di investimento della malavita con un business criminale che ha superato i 25,2 miliardi di euro, mentre sale anche il conto della criminalita’ spicciola che e’ diventata la ‘porta d’ingresso’ principale nella vita degli imprenditori agricoli e salgono in provincia di lecce i reati di truffa e frode informatica”. lo rende noto un comunicato di coldiretti puglia che cosi’ prosegue: “l’appuntamento organizzato dalla camera di commercio di lecce e dalla fondazione osservatorio agromafie e’ venerdi’ 18 luglio 2025, alle ore 10,00, nella sala conferenze dell’hotel torre del parco a lecce (viale torre del parco 1), dove oltre al presidente di coldiretti puglia , alfonso CAVALLO ed al direttore regionale pietro PICCIONI, parleranno dell’economia leccese tra cultura della legalita’ e lotta alle infiltrazioni malavitose donato PENTASSUGLIA, assessore agricoltura della regione puglia , mario VADRUCCI, presidente della camera di commercio di lecce, paolo DE CASTRO, gia’ parlamentare europeo, primo vicepresidente della commissione agricoltura e sviluppo rurale, francesco DE GIORGIO, segretario generale cciaa lecce, stefano CIOTTI, comandante provinciale della guardia di finanza di lecce, donato D’AMATO, comandante provinciale dei carabinieri di lecce, bartolomeo FILADELFIA, responsabile icqrf puglia e basilicata, francesco GRECO, responsabile progetto europa fondazione osservatorio agromafie, giuseppe CAPOCCIA, procuratore capo di lecce, ludovico VACCARO, procuratore generale, corte d’appello di lecce. le campagne sono in balia di gruppi della criminalita’, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, che non si fermano neppure davanti al momento di incertezza con la guerra e che sta arrecando gravi danni alle aziende agricole, anzi si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di piante di ulivi resistenti alla xylella, mezzi, prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile”.