(riproduzione riservata)
“e’ inaccettabile la proposta di smantellamento della pac, il taglio del 20% delle risorse per l’agricoltura europea che si profila all’orizzonte e’ un segno di miopia che frena il rinnovamento necessario ad uno dei settori strategici dell’unione. in questo modo si baratta il sostegno al settore che produce uno dei principali ‘beni comuni’, il cibo, col finanziamento del peggior mercato di morte, l’industria bellica, nell’ambito di un’irresponsabile corsa al riarmo”. lo dichiara in un comunicato silvia GUARALDI, segretaria nazionale flai cgil, commentando la proposta di bilancio pluriennale dell’ue 2028-2034 presentata ieri dalla commissione europea. “l’istituzione di un fondo unico dove far convergere le spese per la politica agricola comune e quelle per i fondi di coesione, la maggior discrezionalita’ dei governi centrali su queste voci di bilancio e il mantra della semplificazione utilizzato per presentare anche questa operazione sono segnali allarmanti di un disimpegno rispetto alle sfide della sostenibilita’ ambientale e sociale dell’agricoltura – prosegue GUARALDI -. una ‘nazionalizzazione della pac’ rischierebbe poi di creare un pericoloso accentramento a danno delle istanze delle comunita’ locali europee. per non parlare del pericolo di nuove forme di dumping tra i diversi stati dell’unione”. “e’ necessaria una pac che guidi in modo efficace la transizione ambientale e che fornisca risposte alle aree interne a rischio di spopolamento e di dissesto idrogeologico – dice ancora la segretaria nazionale flai cgil -. di tutto cio’ non vediamo traccia, cosi’ come non si vede all’orizzonte una sufficiente redistribuzione delle risorse europee verso chi svolge in agricoltura una funzione sociale essenziale e verso chi rischia di essere strangolato dalle dinamiche di mercato”. “nel frattempo – conclude GUARALDI – nella proposta di riforma della pac il capitolo del lavoro agricolo risulta ancora una volta marginale. l’indicatore dell’occupazione non viene considerato tra i parametri per definire il valore del sostegno e non viene rafforzata la condizionalita’ sociale, anzi, il rischio e’ che con la scusa della semplificazione si vada incontro ad una deregolamentazione a danno della legalita’ e della dignita’ dei lavoratori e lavoratrici del comparto”.