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“la proposta della commissione europea per la nuova politica agricola comune 2028-2034, presentata insieme al quadro finanziario pluriennale (qfp), con un meccanismo di nazionalizzazione, e’ largamente insoddisfacente e rischia di compromettere il futuro dell’agricoltura europea”, dichiara in un comunicato dario NARDELLA, eurodeputato s&d e coordinatore della commissione agri del parlamento europeo, durante la presentazione della proposta da parte del commissario christopher HANSEN. “in un contesto segnato da forte instabilita’ geopolitica, dazi commerciali ed inflazione persistente, gli agricoltori non possono far fronte ad ulteriori tagli agli aiuti diretti e allo sviluppo rurale. la riduzione da 386 miliardi a 302 miliardi di euro e’ un colpo duro per un settore gia’ messo alla prova”, ha detto NARDELLA che osserva come “questi aspetti negativi sovrastano anche gli elementi positivi inseriti nella proposta, come la volonta’ di riservare gli aiuti della pac agli agricoltori attivi, maggiore potenziale di semplificazione, l’aumento del sostegno ai giovani agricoltori ed un supporto diretto basato sulla regressivita’ per favorire le piccole e medie aziende agricole”. “il giudizio quindi resta complessivamente negativo, soprattutto per l’impatto congiunto della riforma pac e del nuovo qfp. l’eliminazione della struttura a due pilastri con la creazione di un fondo unico in cui annacquare tutto non semplifica ma mette a rischio l’impianto strategico della politica agricola europea come la conosciamo, spalancando la porta a una pericolosa nazionalizzazione delle scelte agricole e a forti disparita’ tra stati membri”, ha aggiunto. “ci aspettavamo dalla commissione piu’ coraggio, ambizione e visione. serviva un progetto in grado di rafforzare la resilienza del nostro sistema agricolo, di sostenere i produttori nella transizione ecologica e digitale, e di garantire l’autonomia strategica dell’unione europea. cosi’ non e’. l’agricoltura non puo’ essere trattata come una voce accessoria del bilancio. servono risorse adeguate, strumenti efficaci e una strategia comune chiara e ambiziosa. continueremo a batterci perche’ il parlamento europeo faccia la sua parte per correggere questa impostazione profondamente sbagliata”, ha concluso NARDELLA.