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nel corso dell’inaugurazione di cheese a bra (cn), il fondatore di slow food carlo PETRINI ha ricordato – informa un comunicato – che la guerra distrugge il presente e avvelena futuro, persone e comunita’, terra e prodotti; e se non c’e’ terra non c’e’ speranza in palestina. “il dazio piu’ grande lo sta pagando la societa’ civile – ha denunciato -, lo stanno pagando le donne e i bambini. fame e malnutrizione sono usate come armi di guerra”. spiega il comunicato che cheese (19-22/9) e’ dedicato ai formaggi, ma non per questo ignora quel sta succedendo nel mondo. l’evento ha riaffermato con forza il diritto al cibo per tutti e ha poi previsto alcuni momenti speciali dedicati al medio-oriente e al percorso necessario per riportare la pace in palestina. insieme a vis-volontariato internazionale per lo sviluppo, nell’ambito del gemellaggio tra il comune di bra e la citta’ di betlemme, sono stati presentati i progetti dei vini dei salesiani di cremisan e della scuola juzoor in cisgiordania. cheese ha anche ospitato la cuoca e divulgatrice palestinese fidaa ABUHAMDIYA. «per noi il cibo e’ uno strumento di dialogo: a tavola ci si incontra, si discute, si fa pace. usare la fame come arma, come strumento di oppressione e morte dei popoli e’ una aberrazione. abbiamo bisogno di una cultura di pace. e questo non riguarda solo lo sterminio dei popoli, ma anche il tema del sistema alimentare, perche’ il cibo deve essere prodotto ‘con la natura’, e non contro di essa. serve un’altra idea di mondo: un mondo in cui il diritto al cibo per tutte e tutti e’ garantito. e’ questo il tema che porteremo anche il 12 ottobre prossimo alla bellissima marcia per la pace perugia assisi» ha dichiarato barbara NAPPINI, presidente di slow food italia.