COMMENTI IN AGGIORNAMENTO – +++ ACCORDO USA-UE PER DAZI AL 15%

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L’UE PROPONE RIDUZIONI TARIFFARIE PER ATTUARE L’ACCORDO UE-USA

il 28 agosto la commissione europea presenta due proposte (qui le proposte https://bit.ly/4lStWei, https://bit.ly/3HYA5rs) che aprono la strada all’attuazione della dichiarazione congiunta ue-usa del 21 agosto 2025. queste proposte rappresentano i primi passi verso tale attuazione e garantiscono l’esenzione tariffaria da parte degli stati uniti per il vitale settore automobilistico dell’ue a partire retroattivamente dal 1 ° agosto. questi passaggi contribuiscono a ripristinare la stabilità e la prevedibilità nelle relazioni commerciali e di investimento tra ue e usa , a vantaggio delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini su entrambe le sponde dell’atlantico. il primo atto riguarda una proposta per eliminare i dazi sui prodotti industriali statunitensi e garantire un accesso preferenziale al mercato per una serie di prodotti ittici e agricoli non sensibili statunitensi. il secondo propone di prolungare il trattamento esente da dazi per l’astice, includendo ora anche l’astice lavorato. la commissione continuerà a collaborare con gli stati uniti per ridurre le tariffe doganali , anche nel contesto dei negoziati su un futuro accordo ue-usa sul commercio reciproco, equo ed equilibrato. prossimi passi: le proposte della commissione costituiscono il passaggio legislativo necessario per attuare le riduzioni tariffarie dell’ue stabilite nella sezione 1 della dichiarazione congiunta ue-usa. il parlamento e il consiglio dovranno ora approvare le due proposte secondo la procedura legislativa ordinaria prima che le riduzioni tariffarie dell’ue possano entrare in vigore. in linea con la sezione 3 della dichiarazione congiunta ue-usa, si prevede che gli stati uniti applichino il tetto tariffario concordato del 15% alle automobili e ai componenti per auto dell’ue. si prevede che queste riduzioni tariffarie dal 27,5% al ​​15% entreranno in vigore dal primo giorno dello stesso mese in cui vengono presentate le proposte legislative dell’unione europea, ovvero il 1° agosto 2025. ciò consentirà alle case automobilistiche di risparmiare oltre 500 milioni di euro in dazi che altrimenti sarebbero stati pagati per le esportazioni in un solo mese. gli stati uniti si sono inoltre impegnati a zero o quasi zero dazi su alcune categorie di prodotti per le quali si applicherà solo la tariffa della nazione più favorita (npf), a partire dal 1° settembre (risorse naturali non disponibili, tra cui il sughero, tutti gli aeromobili e le relative parti, prodotti farmaceutici generici e i loro ingredienti e precursori chimici). entrambe le parti hanno concordato di collaborare per ampliare ulteriormente questo elenco

DAZI: PUBBLICATA DICHIARAZIONE CONGIUNTA UE-USA CON DETTAGLIO PERCENTUALI TARIFFE E LISTA PRODOTTI USA AGRICOLTURA E PESCA IMPORTABILI IN UE http://bit.ly/4oQCLIw

DAZI: CAPUA (AGCI), CORTE D’APPELLO
USA BOCCIA TRUMP MA RESTANO ATTIVI

un comunicato stampa di agci agroalimentare informa che: “la corte d’appello federale usa ha bocciato i dazi imposti da TRUMP con l’ieepa, senza l’autorizzazione del congresso. la decisione non ha effetti immediati. i rimborsi restano sospesi fino alla sentenza definitiva della corte suprema. chi esporta verso gli stati uniti, deve agire subito. antonello CAPUA, presidente di agci agroalimentare, invita le imprese italiane a prepararsi. serve una rendicontazione precisa dei dazi versati. solo cosi’ si potra’ chiedere il rimborso ai propri clienti usa, se la corte suprema confermera’ l’annullamento. ecco cosa e’ necessario fare:* verificare tutte le tariffe pagate alla dogana usa.* conservare le ricevute e i documenti doganali.* informare i propri clienti americani del possibile rimborso. * preparare una richiesta formale di restituzione. la sentenza riguarda i dazi del 10% e del 15% imposti nel 2025. la corte ha stabilito che il presidente non puo’ introdurre nuove tariffe senza il via libera del congresso. i dazi restano in vigore fino al 14 ottobre. fino ad allora, sara’ necessario continuare a pagarli. capua sottolinea che la trasparenza contabile e’ decisiva. se si e’ sostenuto il costo dei dazi, occorre dimostrarlo. solo cosi’ si potra’ ottenere la restituzione. ‘e’ opportuno non aspettare e organizzare subito propri dati – conclude capua – se la corte suprema conferma la sentenza, saremo pronti a tutelare i nostri interessi.'”

DAZI: NOMISMA, PER IL VINO NEL I SEMESTRE 2025 SOLO “EFFETTO
SCORTE” PRE TARIFFE. ANCORA IN POSITIVO EXPORT IN USA

“supportare le imprese e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella lettura delle tendenze di mercato globali e guidarle nella definizione delle proprie strategie di internazionalizzazione e’ il duplice obiettivo del report wine monitor di nomisma pubblicato oggi”. lo rende noto un comunicato di nomisma, che cosi’ prosegue: “la fotografia aggiornata delle importazioni di vino nei principali mercati mondiali nel primo semestre del 2025 mette in luce l’assenza di un andamento univoco: nella prima meta’ dell’anno, infatti, i singoli paesi monitorati nel report di nomisma evidenziano dinamiche differenti, anche se complessivamente i dodici principali mercati internazionali fanno registrare una crescita del +1,5% a valore e del +2,1% a volume. gli stati uniti si confermano il principale mercato di riferimento, ma la fine dell’accumulazione di scorte da parte degli importatori in previsione dell’entrata in vigore dei dazi disposti dall’amministrazione TRUMP ha visto un secondo trimestre in calo: se infatti fino a marzo la crescita delle importazioni aveva segnato un +22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il cumulato aprile-giugno ha invece registrato una riduzione del -7%. si tratta di una tendenza che ha coinvolto anche gli acquisti di vini italiani: la variazione per il primo semestre appare positiva (+2,5%) solo grazie all’ accumulazione avvenuta nei primi tre mesi dell’anno. ‘in attesa della pronuncia della corte d’appello usa sulla legittimita’ dei dazi, a seguito della causa promossa da alcune aziende locali tra le quali l’importatore di vini italiani victor SCHWARTZ, e’ evidente che le nostre aziende vitivinicole siano obbligate a monitorare le dinamiche in atto a livello globale per individuare altri mercati in grado di assorbire le nostre produzioni’, sostiene denis PANTINI, responsabile nomisma wine monitor. per quanto riguarda gli altri mercati di riferimento, anche in canada i vini italiani hanno ‘scontato’ l’effetto dazi di TRUMP ma, al contrario nel primo semestre dell’anno le importazioni dall’italia sono cresciute di quasi l’11% beneficiando della sostituzione ‘a scaffale’ dei vini statunitensi (come ritorsione ai provvedimenti tariffari di TRUMP), crollati di oltre il 65%. una performance molto positiva per i vini del bel paese si registra anche in germania (+10,3% a valore), in evidente recupero rispetto all’anno scorso. al contrario, il regno unito fa segnare una flessione nell’import di vini italiani del -7% a valore, cosi’ come svizzera, corea del sud, norvegia e cina, che hanno registrato una contrazione delle importazioni come risposta al rallentamento della domanda interna. in positivo, invece, giappone e brasile. rispetto alle singole categorie di vini, da gennaio a giugno 2025 rallenta l’ascesa degli spumanti italiani, con una crescita cumulata nei 12 mercati pari a +1% a valore e +6% a volume: giappone, stati uniti e cina sono i tre mercati che registrano le crescite piu’ dinamiche. una fotografia di segno opposto, invece, e’ quella del regno unito (-6,6% a valore), francia (-2,4%) e australia (-4,4%). sul fronte degli acquisti di vini fermi e frizzanti italiani la germania, dopo un 2024 in negativo, mette a segno un bel recupero (+14,2% a valore), unitamente a canada, australia e brasile, evidenziando performance positive rispetto ad altri mercati come regno unito (-8,1%) e cina (-10,5%). ‘il rischio di una contrazione del mercato statunitense potrebbe avere un impatto significativo per l’export vitivinicolo italiano, anche alla luce di un trend nei consumi interni che gia’ da qualche anno mostra segnali di rallentamento. una sua flessione non potrebbe essere facilmente compensata, almeno nel breve periodo, dalla crescita di altri mercati, che spesso presentano dinamiche di sviluppo piu’ lente e minori capacita’ di assorbimento. e’ proprio per questo che diventa fondamentale per le nostre imprese iniziare a guardare con piu’ attenzione a nuove aree geografiche di espansione, diversificando il piu’ possibile i mercati di sbocco. e’ pero’ necessario essere consapevoli del fatto che il processo di radicamento commerciale al di fuori dei mercati consolidati – come appunto quello statunitense – richiede tempi medio-lunghi, oltre che investimenti mirati e strategie di lungo respiro’, conclude denis PANTINI”.

DAZI: LOLLOBRIGIDA GARANTISCE IMPEGNO E SOSTEGNO
A MAODDI (CONSORZIO PECORINO ROMANO)

“il consorzio del pecorino romano e’ una delle grandi eccellenze italiane, capace di affermarsi nel tempo in tutto il mondo”. lo ha scritto il ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste, francesco LOLLOBRIGIDA, in un post facebook. “insieme al presidente gianni MAODDI, abbiamo discusso dei risultati importanti raggiunti e delle criticita’ da affrontare nel futuro, compresi i dazi americani. abbiamo ragionato su strategie di supporto per valorizzare ancora di piu’ un prodotto che sostiene intere filiere, a partire dal lavoro dei nostri pastori. ancora una volta, abbiamo garantito il nostro impegno e sostegno alle eccellenze italiane”.

DAZI: MELONI, GOVERNO RESTA IMPEGNATO, INSIEME A COMMISSIONE UE E AGLI ALTRI STATI MEMBRI, X INCREMENTARE ULTERIORMENTE NEI PROSSIMI MESI, COME PREVISTO DA DICHIARAZIONE CONGIUNTA, I SETTORI MERCEOLOGICI ESENTI, A PARTIRE DAL SETTORE AGROALIMENTARE

la dichiarazione congiunta ue usa che ha formalizzato oggi l’intesa politica raggiunta lo scorso 27 luglio in scozia tra la presidente VON DER LEYEN e il presidente TRUMP fornisce finalmente al mondo imprenditoriale un quadro chiaro del nuovo contesto delle relazioni commerciali transatlantiche. non si tratta ancora di un punto di arrivo ideale o finale ma alcuni punti fermi importanti sono stati già raggiunti, a partire dall’aver evitato una guerra commerciale e dall’aver posto le basi per relazioni commerciali mutualmente vantaggiose. di particolare importanza il carattere onnicomprensivo della tariffa orizzontale del 15%, che include il settore dell’auto e i settori strategici (farmaceutici, semiconduttori, legname) tuttora sotto indagine da parte statunitense, così come l’esenzione per settori quali aereonautica, farmaci generici, principi attivi e precursori chimici. il governo resta impegnato, insieme alla commissione europea e agli altri stati membri ue, per incrementare ulteriormente nei prossimi mesi, come previsto dalla dichiarazione congiunta, i settori merceologici esenti, a partire dal settore agroalimentare. particolare impegno sarà allo stesso tempo riservato alla conclusione di un’intesa in tema di acciaio e alluminio, anch’essa prevista nel quadro della dichiarazione congiunta.

DAZI: MARETTI (LEGACOOP AGROALIMENTARE), NON SIAMO SODDISFATTI. VINO, OLIO E
PECORINO FUORI DA ACCORDO. PENALIZZATI I CONSUMATORI AMERICANI

“siamo insoddisfatti, per l’agroalimentare in generale, per il vino, il pecorino e per l’olio d’oliva, in particolare”. cristian MARETTI, presidente di legacoop agroalimentare, si dice profondamente preoccupato “per l’assenza dei vini e del pecorino tra i prodotti europei esclusi dal dazio del 15% previsto dalla dichiarazione congiunta tra unione europea e stati uniti, formalizzata oggi” e che deriva l’accordo politico di luglio tra la presidente della commissione ursula VON DER LEYEN e il presidente statunitense donald TRUMP. “ci sono comparti, come il vino, appunto, e l’olio d’oliva, che restano penalizzati, nonostante il loro valore. da registrare invece, la riduzione delle tariffe sui pasta e formaggi duri, come il grana padano e parmigiano reggiano, che dal 25% di dazio tornano al 15%”. MARETTI continua a sperare nel fatto che «la presidente del consiglio giorgia MELONI e i negoziatori europei continuano a lavorare per migliorare la situazione che si è venuta a creare nell’agroalimentare». il commento di MARETTI, riprende il filo di quanto dichiarato a luglio dopo l’incontro TRUMP VON DER LEYEN. “la percentuale del 15% non può che vederci insoddisfatti. l’atteggiamento che l’alleato storico come gli stati uniti d’america ha tenuto in questa trattativa con la ue non è compatibile con i sentimenti di amicizia che hanno contraddistinto gli 80 anni del secondo dopoguerra”. per MARETTI “il tema dei dazi non è solo un questione ‘contabile’, e deve essere soprattutto tenuto conto del deprezzamento del dollaro negli ultimi mesi, aspetti che hanno creato incertezza e quindi problemi seri per le nostre esportazioni”, continua MARETTI. forti cali nel vino negli usa dove aumentano le richieste di sussidi dei cittadini. quello vinicolo è il settore che paga di più. “da inizio anno si sono registrati forti cali della domanda di vino negli usa: -8,7% in volume e -8,5% in fatturato. i dazi e il clima di incertezza si ripercuotono negativamente anche sugli stessi consumatori americani”. consumatori che devono fare i conti con difficoltà interne. “è di queste ore la notizia che negli usa aumentano più delle attese le richieste di sussidio alla disoccupazione. i dati al 16 agosto dicono che sono pari a 235 mila unità, in aumento sia rispetto alle 224mila della settimana precedente, +11mila unità, sia rispetto alle 226mila unità attese» evidenzia il presidente di legacoop agroalimentare. un quadro, in generale, non facile. per questo «spero ancora che si possano raggiungere presto migliori risultati fino ad arrivare ad una completa soppressione dei dazi”, chiosa MARETTI.

DAZI: DREI (FEDAGRIPESCA), GRAVE PREGIUDIZIO VERSO AGROALIMENTARE, LAVORARE
DA SUBITO A MISURE COMPENSATIVE PER LE NOSTRE FILIERE

 “l’intesa tra stati uniti e unione europea contiene purtroppo evidenti asimmetrie e squilibri che si traducono in un grave pregiudizio verso l’agroalimentare italiano: nel nuovo scenario che andrà a delinearsi le imprese saranno chiamate a fronteggiare il mercato cercando il più possibile di difendere la propria competitività”. così il presidente di fedagripesca confcooperative raffaele DREI commenta l’intesa tra usa e ue che è stata resa nota nei suoi 19 punti e alla quale seguiranno nei prossimi mesi negoziati e atti giuridicamente vincolanti. “l’unica buona notizia è che su produzioni casearie d’eccellenza come parmigiano reggiano e grana padano si passi dagli attuali dazi del 25% ad un 15%. di contro, la tanto auspicata esclusione dei vini e degli spiriti e del pecorino dai dazi del 15% non è arrivata, – prosegue DREI – cosa che crea non poche preoccupazioni alle nostre cooperative, che potrebbero subire, al pari di tutte le altre aziende vitivinicole, un’erosione delle quote di mercato sia nel mercato statunitense, considerando la debolezza del dollaro, che all’interno dell’unione europea”. come se non bastasse, l’accordo prevede anche che le aziende europee investano 600 miliardi di dollari negli stati uniti entro il 2028: ciò solleva secondo drei “il legittimo timore che possano essere sottratte risorse cruciali al mercato interno e bloccati gli investimenti necessari per la competitività delle nostre imprese”. il presidente della federazione agricola delle cooperative agroalimentari e della pesca (che generano complessivamente 35 miliardi di euro di fatturato) ribadisce pertanto “l’urgenza che si cominci a pensare a misure compensative per le nostre filiere. come confcooperative siamo pronti a collaborare attivamente con il governo italiano per trovare ogni misura utile a difesa del nostro settore. allo stesso tempo sarà imprescindibile riaprire un confronto serrato sull’ipotesi di dotazione finanziaria e sulla struttura stessa della nuova politica agricola comune, che vada a modificare l’assetto delineato lo scorso mese dalla proposta della commissione europea”. il presidente DREI ricorda infine come l’unione europea si sia impegnata ad eliminare completamente i dazi sui beni industriali statunitensi e a fornire accesso preferenziale a una vasta gamma di prodotti agricoli americani, come latticini e carne suina. “si tratta di una palese e incomprensibile mancanza di reciprocità. la nostra posizione in tema di importazioni – conclude – è chiara: qualsiasi prodotto entri in europa deve rispettare gli standard sanitari e qualitativi che le rigide norme comunitarie impongono alle nostre aziende”.

DAZI: BATTISTA (COPAGRI), FINISCE INCERTEZZA MA COMINCIA RIDUZIONE EXPORT.
VINO OLIO PASTA E SALUMI TRA PRODOTTI PIU’ COLPITI

“apprezziamo l’impegno del governo, che proseguirà nei prossimi mesi, ma la dichiarazione congiunta ue-usa mette nero su bianco un costo aggiuntivo per le esportazioni agroalimentari stimabile in oltre un miliardo di euro; la conferma delle barriere tariffarie al 15%, infatti, unitamente all’esclusione dell’agroalimentare dalla lista dei prodotti a dazio zero, rappresenta un duro colpo per numerose produzioni di punta del made in italy, soprattutto se sommato alla svalutazione del dollaro americano”. così il presidente della copagri tommaso BATTISTA a proposito della finalizzazione dell’accordo sui dazi, che “per l’agroalimentare rappresenta certamente un compromesso al ribasso”. “l’europa, di fatto, apre alle importazioni a dazio zero di una lunga lista di prodotti statunitensi, tra cui figurano l’ortofrutta fresca e lavorata, le carni suine e i lattiero-caseari, senza però assicurare analoghe esenzioni tariffarie per l’export agroalimentare comunitario, con il risultato di rischiare di minare concretamente la tenuta e la competitività del primario nazionale”, prosegue il presidente, evidenziando che “tra i prodotti più colpiti figurano il vino, l’olio, la pasta e i salumi”. “volendo guardare al bicchiere mezzo pieno, si può fare l’esempio del comparto lattiero-caseario, probabilmente l’unico per il quale i dazi al 15% rappresentano un compromesso accettabile, e ragionare sugli elementi di positività derivanti dall’accordo, quali ad esempio la stabilità del quadro tariffario, la non cumulabilità dei dazi e la possibilità di continuare a lavorare per future esenzioni, fondamentali per diversi comparti, a partire dal vitivinicolo”, osserva BATTISTA. “per tali ragioni, oltre a puntare ancora su una strategia diplomatica efficace per fare fronte comune con i buyer statunitensi, è fondamentale, come prontamente evidenziato da palazzo chigi, impegnarsi da subito per ottenere esenzioni aggiuntive a livello negoziale, a partire dal settore agroalimentare, lavorando al contempo per garantire che tutte le produzioni provenienti dall’estero soddisfino i requisiti comunitari in materia di salubrità e sicurezza alimentare”, conclude il presidente della copagri.

DAZI: MARTINANGELO (AGROCEPI), SERVE
PNRR PER AGROALIMENTARE

“prendiamo atto della formalizzazione dell’accordo u-usa sui dazi e i rapporti commerciali tra le due sponde dell’atlantico. ci auguriamo che sia un punto fermo, la certezza del quadro tariffario e normativo è fondamentale per operare nel mercato internazionale per tutte le aziende europee ed americane”. così corrado MARTINANGELO, presidente di agrocepi, interviene in merito all’accordo sui dazi formalizzato ieri tra ue e usa con un documento scritto. “finiranno almeno le cifre rilanciate e le speculazioni basate sulla mancanza di un quadro certo”, prosegue MARTINANGELO. “il 15% non è poco, il vino e altri settori ne soffriranno, sia in italia che in europa. i numeri sono preoccupanti: secondo l’unione italiana vini il settore potrebbe perdere circa 317 milioni di euro in 12 mesi. altra preoccupazione è che sia consentito l’accesso in europa a prodotti d’oltreoceano che non rispettano i nostri standard fitosanitari, la nostra qualità e salubrità. né possiamo immaginare di compensare i costi delle tariffe abbassando i nostri standard di qualità, sarebbe un danno sul lungo periodo non solo per i consumatori, ma anche per i produttori e per i prodotti. il made in italy e il made in europe perderebbero la loro identità e il loro valore aggiunto”. “chiediamo perciò che, al netto degli sforzi che i singoli governi stanno facendo, ci si impegni per realizzare un pnrr solo per l’agroalimentare che sostenga le aziende e trovi altri sbocchi di mercato, unica e inevitabile reazione sensata in questo momento da parte del made in europe”.

DAZI: CONFAGRICOLTURA, BENE IL COMPROMESSO,
MA VINO E PECORINO RESTANO PENALIZZATI

“la dichiarazione comune ue/usa presentata oggi dal vicepresidente della commissione europea, maroš ŠEFČOVIČ, segna un passo avanti nei rapporti commerciali transatlantici e dà certezze alle due economie, ma penalizza pesantemente alcuni comparti strategici del made in italy agroalimentare”. così il presidente di confagricoltura, massimiliano GIANSANTI, commenta l’intesa che riprende gli impegni assunti lo scorso 27 luglio in scozia da ue e usa, e che fissa un dazio del 15% “non aggiuntivo” su quasi tutti i prodotti. se per comparti come quello dei formaggi, già soggetti a questa aliquota, la misura viene percepita come un compromesso accettabile, assai diverso è per settori sensibili come quelli del vino e del pecorino romano. per il vino, gli stati uniti valgono circa 2 miliardi di euro e rappresentano circa il 25% dell’export italiano verso gli usa. per il pecorino romano, gli usa valgono 170 milioni di euro. anche se il commissario ŠEFČOVIČ ha confermato che l’accordo potrà essere rivisto in futuro, al momento non ci sono aperture e tempistiche concrete. una rigidità che alimenta le preoccupazioni. “il vino deve tornare a beneficiare di un dazio zero. lavoreremo con governo e parlamento europeo per proteggere il comparto” – sottolinea il presidente di confagricoltura, massimiliano GIANSANTI. rimane poi aperta la questione delle barriere non tariffarie. gli stati uniti accusano da anni l’europa di utilizzare standard e requisiti tecnico produttivi come strumenti di protezionismo, “ma – commenta GIANSANTI – non possiamo accettare che arrivino da paesi terzi prodotti che non rispettano le nostre regole e i nostri standard”. “se l’intesa di oggi offre maggiore stabilità alle relazioni commerciali, lascia tuttavia aperti fronti delicati che toccano direttamente alcune eccellenze del made in italy. il rischio – conclude il presidente di confagricoltura – è che il compromesso si trasformi in un vantaggio per pochi settori e in un pesante freno competitivo per altri”.

DAZI: COLDIRETTI/FILIERA ITALIA, DA VINO A
OLIO STANGATA DA OLTRE 1 MLD

a giugno prima inversione di tendenza per l’export agroalimentare in usa (-2,9%) con le tariffe aggiuntive al 10%. se la riduzione dei dazi sull’automotive rappresenta una buona notizia per il sistema paese, le tariffe al 15% sui prodotti agroalimentari italiani senza alcuna esenzione rischiano di far perdere oltre 1 miliardo di euro alla filiera del cibo made in italy, con vino, olio, pasta e comparto suinicolo tra i settori più colpiti, confermando come sia sempre l’agricoltura a essere sacrificata. è quanto affermano coldiretti e filiera italia, sulla base di dati del centro studi divulga, in merito alla dichiarazione congiunta ue-usa che formalizza l’accordo-quadro raggiunto a fine luglio in scozia. la pubblicazione dell’accordo conferma lo squilibrio di una trattativa – che avevamo già denunciato – decisamente a favore degli stati uniti rispetto all’europa. occorre proseguire il negoziato per ottenere l’esclusione dei prodotti agroalimentari di eccellenza dalla lista dei dazi, risultato che ci aspettavamo almeno per il vino e che invece non è arrivato e ogni giorno in più che passa in questo modo si lascia spazio ad altri paesi per un mercato, quello vinicolo, che storicamente ci appartiene. è necessario garantire sostegni economici alle filiere più colpite, che già si trovano in grande difficoltà. non è accettabile che il settore agroalimentare continui a essere il più penalizzato da una conduzione delle trattative troppo remissiva da parte della commissione ue, che si somma peraltro al taglio senza precedenti delle risorse destinate all’agricoltura proposto dallo stesso esecutivo nel prossimo bilancio comunitario. allo stesso tempo va assicurato il rispetto dei rigidi standard di sicurezza alimentare europei, senza pericolosi passi indietro sulla tutela della salute dei cittadini. ci vuole chiarezza, ribadiscono coldiretti e filiera italia, sulle intenzioni rispetto all’ingresso dei prodotti dagli stati uniti: non possiamo accettare di aprire ai cibi che non siano prodotti con gli stessi standard di qualità e sicurezza alimentare. gli stati uniti rappresentano il principale mercato extra-ue per l’agroalimentare italiano, con un valore che nel 2024 ha sfiorato gli 8 miliardi di euro. il prodotto più colpito sarà il vino, prima voce dell’export, che subirà dazi per un impatto di oltre 290 milioni, cifra che rischia di salire ulteriormente in base all’andamento del dollaro. subito dopo c’è l’olio extravergine di oliva, dove i dazi porteranno un costo aggiuntivo superiore a 140 milioni. colpita anche la pasta di semola, con quasi 74 milioni di euro in più. stabili invece i formaggi, già gravati da dazi tra il 10% e il 15%. a preoccupare le imprese, spiegano coldiretti e filiera italia, è il trend registrato nei primi tre mesi di applicazione dei dazi aggiuntivi al 10%, che hanno inciso negativamente sull’export agroalimentare italiano verso gli usa. a giugno le vendite di cibo made in italy in america hanno segnato un calo del 2,9% in valore, secondo un’analisi coldiretti su dati istat del commercio estero. è il primo calo mensile dell’agroalimentare negli stati uniti dal settembre 2023, in controtendenza con il dato generale dell’export italiano in usa, cresciuto a giugno del 10,3%. dopo un primo trimestre dell’anno in cui le esportazioni agroalimentari negli states erano cresciute in media dell’11% in valore, nei tre mesi di applicazione dei dazi aggiuntivi al 10% si è passati al +1,3% di aprile e al +0,4% di maggio, fino ad arrivare al calo di giugno. a pesare è stata l’incertezza degli importatori sulle mosse della strategia del presidente usa TRUMP, oltre al fatto che le nuove tariffe si sono sommate a quelle già esistenti, penalizzando in particolare alcune filiere cardine.

DAZI: CIA, VINO IN DIFFICOLTÀ. PIÙ CHE UN ACCORDO CONTINUA A SEMBRARE UNA RESA

cia agricoltori italiani ribadisce come l’accordo usa- ue sui dazi al 15%, annunciato nella dichiarazione congiunta, sembra sempre più una resa. viene sacrificato l’agroalimentare per avvantaggiare l’automotive. ora l’export del made in italy agroalimentare verso gli usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come vitivinicolo senza ottenere niente in cambio. oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. così il presidente di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, commenta, aggiungendo che: ‘’oltre alla attuale chiusura politica sul vino si dovrà monitorare anche e con attenzione l’apertura agevolata a importazioni agricole usa a prescindere dalla reciprocità delle regole commerciali che rappresenta la lina di confine invalicabile’’. secondo cia, il rischio concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato usa. l’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potrà che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo complessivamente meno competitivo il made in italy. ‘’chiediamo adesso con forza al governo italiano, alle istituzioni europee parlamento e consiglio di continuare a fare pressioni sull’accordo, che proseguiamo nel definirlo – conclude FINI – una totale resa a favore degli usa. chiediamo anche misure di sostegno e indennizzi per le aziende italiane per la maggiorazione dei costi nell’export verso gli usa’’. per il vino, gli usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. a dipendere maggiormente dagli stati uniti per il proprio export sono i vini bianchi dop del trentino-alto adige e del friuli-venezia giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi dop (31%, 121 milioni) e il prosecco dop (27%, 491 milioni).

DAZI: DE CASTRO (NOMISMA), SCAMPATO PERICOLO SI EVITA INSTABILITA’
MA NESSUNA SPINTA ALLA CRESCITA

“esprimiamo un giudizio positivo rispetto all’accordo raggiunto, in quanto consente di evitare rischi significativi che un mancato compromesso avrebbe potuto comportare: sul piano politico, con una possibile escalation delle tensioni, e su quello economico, con gravi ripercussioni sulla stabilità dei mercati. tuttavia, non è certamente un’intesa in grado di portare una spinta alla crescita” – ha commentato paolo DE CASTRO, presidente di nomisma riguardo all’accordo finale ue-usa sui dazi. “viene sostanzialmente confermato l’accordo che già conoscevamo, con l’applicazione di tariffe al 15%, fatta eccezione per alcuni prodotti – come le automobili e altri settori – sui quali restano in vigore tariffe più elevate. come nomisma, confermiamo il giudizio espresso all’inizio di questa trattativa: non si tratta di un accordo che ci soddisfa, perché tariffe zero sarebbero state sicuramente molto più efficaci nel rafforzare il trend positivo che l’italia sta vivendo da diversi anni nei rapporti commerciali con gli stati uniti, in particolare per il settore agroalimentare. segnaliamo comunque alcuni esiti positivi, come la riduzione delle tariffe sui formaggi duri, come il grana padano e parmigiano reggiano, così come nel caso della pasta. entrambi, infatti, avevano raggiunto il 25% di dazio dopo il primo aprile, ma ora tornano alla soglia del 15%. la notizia meno positiva riguarda il vino e i prodotti alcolici, per i quali ci si aspettava un’esclusione che però non è arrivata. in ogni caso non è detta ancora l’ultima parola e questo accordo non chiude completamente le porte ad eventuali liste di prodotti sui quali eventualmente dover fare delle eccezioni. come anche sottolineato ieri dalla presidente della bce LAGARDE, concordiamo che le aspettative di crescita dell’europa complessivamente nel 2025 saranno minate dall’effetto dei dazi americani” – conclude DE CASTRO.

DAZI: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA), CONTINUARE A NEGOZIARE. VINO
E ALCOLICI TRA BENI ESENTATI DEVE ESSERE PRIORITA’ PER UE

“continuare a negoziare come commissione europea”: così luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia, reagisce alla notizia secondo cui vino e alcolici restano per ora esclusi dalle esenzioni tariffarie. “che vino e alcolici siano inseriti nell’elenco dei beni esentati da un dazio al 15% deve essere una priorità”, dice l’amministratore delegato che aggiunge: “se consideriamo che l’80% del vino italiano esportato negli usa viene acquistato nelle cantine a cinque euro, un dazio così alto unito alla svalutazione del dollaro ne porterebbe il prezzo a scaffale intorno a 20 dollari e ciò rappresenterebbe una penalizzazione eccessiva per il nostro prodotto”. conclude SCORDAMAGLIA : “VON DER LEYEN si svegli, in un momento in cui la germania sta sfacciatamente negoziando per i propri esclusivi interessi i dazi su acciaio e automotive tedesca, la commissione europea faccia capire che inserire vini e alcolici nell’elenco dei prodotti esentati dai dazi è per l’europa una priorità”. secondo filiera italia il valore delle esportazioni di vino italiano verso gli stati uniti nel 2024 è stato di circa 1,9 miliardi di euro, rappresentando il 24 % del totale dell’export di vino italiano.

DAZI: COMMISSIONE UE, UNIONE EUROPEA E STATI UNITI
ANCORA AL LAVORO SULLA DICHIARAZIONE CONGIUNTA

nonostante siano gia’ intrati in vigore i dazi usa all’import di prodotti dall’unione europea, la dichiarazione congiunta usa-ue che dovrebbe fissare nel dettaglio gli accordi commerciali raggiunti non e’ ancora stato finalizzata. lo ha confermato oggi durante il briefing con la stampa il portavoce della commissione olof GILL, precisando che si sta lavorando per definire gli ultimi dettagli. GILL ha anche sostenuto – confutando quanto dichiarato da un giornalista che gli usa non stiano rispettando gli accordi in particolare per le auto – che le auto sono comprese nell’accordo in vigore, che prevede una tariffa unica del 15%. la commissione – ha detto il portavoce – sta attendendo l’attuazione degli impegni politici assunti dagli usa, mentre restano sempre pronte le contromisure europee qualora si ritenesse necessario adottarle, anche se si tratta per ora di uno scenario ipotetico. riguardo alle strategie dell’ue per rafforzare la propria competitivita’ e mitigare eventuali danni derivanti dai dazi, la commissione sta attivamente lavorando per firmare accordi commerciali con partner in tutto il mondo. a questo proposito, GILL ha spiegato che proseguono i contatti con l’india, con l’obiettivo di arrivare a un accordo entro la fine dell’anno. la commissione sta anche lavorando a misure che rimuovano le barriere all’interno del mercato ue – ha aggiunto GILL – e sta monitorando attentamente i flussi commerciali globali, incluso l’aumento delle importazioni dalla cina, attraverso un nuovo organismo istituito per analizzarne gli impatti e anticipare i cambiamenti.

DAZI: COMMISSIONE UE, AL LAVORO PER DICHIARAZIONE CONGIUNTA
ANCORA NESSUNA INDICAZIONE SU LIQUORI E VINI

“al momento abbiamo un accordo politico concordato tra i presidenti di stati uniti donald TRUMP e della commissione ursula VON DER LEYEN e stiamo lavorando per definire il testo di una dichiarazione congiunta tra ue e stati uniti che definira’ tale accordo politico”, ha dichiarato il portavoce della commissione europea olof GILL ai giornalisti durante l’odierno briefieng con la stampa. “la dichiarazione congiunta, tra l’altro – ha aggiunto -, non sara’ vincolante, ma sara’ una sorta di tabella di marcia, una serie di impegni politici chiari”. per quanto riguarda le tempistiche per avere la dichiarazione congiunta, GILL ha affermato che non sa darle: “la palla al momento e’ nel campo degli stati uniti e non vediamo l’ora che ci aiutino a far avanzare il processo in modo da arrivare poi alla questione piu’ importante, ovvero valutare altre aree in cui possiamo ridurre i dazi”. non ci sono quindi ancora indicazioni riguardo alle esenzioni per le quali la commissione europea sta insistendo, tra cui liquori e vino.

DAZI: CIA VENETO, UNA BOTTIGLIA DI PROSECCO
COSTERA’ +20% SUGLI SCAFFALI AMERICANI

“qualora venissero confermati i dazi usa al 15%, ogni bottiglia di prosecco, e di tutti i vini veneti, potrebbe costare fino ad un +20% sugli scaffali d’oltreoceano. ‘se non e’ una batosta, poco ci manca’, osserva cia veneto. ‘pare vi siano ancora dei margini di manovra, ma occorre farsi trovare pronti rispetto a qualsiasi scenario’. il mercato a stelle e strisce rimane il primo in termini di export relativamente al prosecco, con un fatturato annuo che ammonta a circa 500 milioni di euro. non solo. nell’ultimo decennio il trend delle esportazioni verso gli stati uniti risulta in crescita, con punte di un +10%”, informa un comunicato di cia veneto. “la mazzata dei dazi giunge proprio nel momento in cui l’export dei vini verso l’america si sta consolidando, a dimostrazione del fatto che non si tratta di una moda passeggera. dati questi numeri, un 15% destinato a fare molto male, il bicchiere rimarrebbe fatalmente mezzo vuoto. di fatto, l’accordo raggiunto e’ unilaterale e finisce per penalizzare soltanto l’unione europea”, ha detto il presidente di cia veneto, gianmichele PASSARINI. “l’introduzione di nuove imposte avra’ un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie aziende agricole vitivinicole, che da diverso tempo stanno investendo sulla qualita’, sull’internazionalizzazione e sulla sostenibilita’. da qui in avanti, precisa lo stesso presidente, ‘serve un’azione politica forte, a livello nazionale ed europeo, al fine di prevedere adeguate risorse che vadano a ristorare i maggiori costi sostenuti lungo la filiera’. tali finanziamenti ad hoc, secondo cia veneto, potranno essere o straordinari o reperiti nei capitoli di quei fondi comunitari non interamente spesi. ‘uno strumento, quello dei rimborsi, che va nella direzione di una limitazione dell’effetto dumping, cioe’ il tentativo di abbassare il prezzo da parte dei produttori per rimanere competitivi’. con effetti, pero’, nefasti poiche’ si ridurrebbero i margini di guadagno di vini universalmente riconosciuti d’eccellenza. per compensare almeno in parte i dazi, cia chiede inoltre alle autorita’ competenti ‘di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino attraverso i fondi dell’ocm vitivinicolo. in altri termini, siamo chiamati a far leva su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare direttamente ai consumatori'”, conclude cia veneto.

DAZI: SOSPESE CONTROMISURE UE. PRODOTTI ALIMENTARI
USA DOVRANNO RISPETTARE STANDARD EUROPEI

“posso confermare che la commissione ha adottato oggi le procedure legali necessarie per sospendere l’attuazione delle contromisure ue da 93 miliardi di euro ai dazi americani, che avrebbero dovuto entrare in vigore il 7 agosto. cio’ avviene tramite procedura d’urgenza. la sospensione dovrebbe essere pubblicata sulla gazzetta ufficiale gia’ oggi poi, entro due settimane, gli stati membri daranno la loro approvazione a maggioranza semplice”. lo ha dichiarato il portavoce della commissione europea olof GILL durante l’odierno briefing con la stampa a bruxelles. secondo l’interpretazione che la commissione europea ha dato dell’ordinanza esecutiva con la quale l’amministrazione americana ha reso operativi i suoi dazi, questi entreranno in vigore a mezzanotte dell’8 agosto. questa convinzione deriva dal fatto che – hanno spiegato GILL e la portavoce arianna PODESTA – “nell’ordinanza esecutiva emessa l’1 agosto si afferma che queste misure sarebbero entrate in vigore ‘tra sette giorni’: uno piu’ sette fa otto. la nostra interpretazione e’ che l’ordine esecutivo entri in vigore un minuto dopo la mezzanotte dell’8 agosto, quindi alle 6 del mattino ora di bruxelles dell’8 agosto. naturalmente – hanno sottolineato i due portavoce -, saranno le autorita’ statunitensi ad applicare i dazi, quindi sono loro nella posizione migliore per confermare cosa dice e cosa significa il loro ordine esecutivo”. riguardo all’accesso migliorato al mercato ue per gli alimenti trasformati americani e alle garanzie che questi alimenti rispettino gli standard ue, data la discrepanza tra i metodi di produzione ue e usa, GILL ha spiegato che ancora non si possono dare dettagli sulla formulazione della dichiarazione congiunta che verra’ presentata, ne’ a quali settori sara’ applicata o come funzionera’ nella pratica. “tutto quello che posso fare – ha ribadito GILL – e’ ripetere che, per quanto riguarda i nostri standard di salute e sicurezza alimentare, nulla di cio’ che concordiamo, che abbiamo concordato o concorderemo con gli stati uniti portera’, in alcun modo, all’ingresso nell’ue di prodotti al di sotto di tali standard di salute e sicurezza alimentare”.

DAZI: TRUMP HA FIRMATO
L’ORDINE ESECUTIVO

nella serata del 31 luglio il presidente degli stati uniti ha firmato l’ordine esecutivo che fissa le tariffe doganali. qui il documento pubblicato sul sito della casa bianca. https://bit.ly/40GT8gk

DAZI: FINI (CIA), CON ACCORDO UE-TRUMP VINO SOTTO
ATTACCO ORA INDENNIZZI PER MAGGIORAZIONE COSTI

“mai come oggi il vino e’ sotto attacco. dopo l’accordo ue-trump sui dazi, l’impatto sara’ totalmente svantaggioso per uno dei prodotti simbolo del made in italy: ogni bottiglia sullo scaffale in america potra’ costare fino al 20% in piu'”. e’ quanto dichiara cristiano FINI, presidente di cia-agricoltori italiani, ricordando che gli usa sono attualmente la prima piazza mondiale per il nostro export vitivinicolo, con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 20242″. lo rende noto un comunicato di cia., che cosi’ prosegue: “‘l’accordo raggiunto penalizza di fatto solo l’unione europea: non si puo’, dunque, parlare di accordo positivo, essendo questo – di fatto – un accordo unilaterale’, aggiunge FINI. il comparto non e’ solo un’eccellenza produttiva, ma un vero motore economico per tutto il settore agricolo nazionale. l’introduzione di nuovi dazi su un mercato chiave come quello degli stati uniti avrebbe un impatto diretto soprattutto sulle piccole e medie imprese che hanno investito per anni su qualita’, internazionalizzazione e sostenibilita’. ora tutti questi viticoltori rischiano di vedere compromessi i risultati raggiunti. per FINI serve un’azione politica forte e unitaria a livello nazionale ed europeo per indennizzare le nostre imprese dei maggiori costi che dovranno essere sostenuti per le esportazioni verso gli usa. queste risorse possono essere straordinarie o dovranno essere reperite nell’ordinarieta’ dei fondi comunitari, non interamente spesi. ‘sarebbe un modo – dice FINI – per indennizzare le aziende dell’effetto dumping, che sara’ superiore alle attese, considerando l’incremento dei costi lungo la filiera distributiva e la svalutazione del dollaro’. a dipendere maggiormente dagli stati uniti per il proprio export sono i vini bianchi dop del trentino-alto adige e del friuli-venezia giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi dop (31%, 121 milioni) e il prosecco dop (27%, 491 milioni). grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai competitor. per compensare l’effetto negativo dei dazi, cia chiede anche di mettere in campo una nuova comunicazione sul vino, attraverso i fondi dell’ocm promozione. ‘bisogna fare meno leva su elementi classici come il terroir e puntare di piu’, invece, su concetti semplici e immediati, in grado di arrivare a quel target giovane che rappresenta il consumatore del futuro’.”.

DAZI: BERTINELLI, CON ORDINE ESECUTIVO TRUMP X PARMIGIANO REGGIANO SI PASSA DA 25% A 15% MA OGNI BARRIERA LIMITA CRESCITA

“con la firma dell’ordine esecutivo da parte di TRUMP sembra ormai chiaro che il dazio sul parmigiano reggiano si attestera’ al 15% e che si tratta di un dazio sostitutivo e non aggiuntivo rispetto a quanto gia’ grava sul nostro prodotto. ricordiamo che dagli anni ’60 il parmigiano reggiano paga un dazio del 15% e che, dall’aprile 2025, a questo, si e’ aggiunto un ulteriore 10% portando il dazio al 25%. dal prossimo 7 agosto torneremmo pertanto a un 15% all-inclusive. pur riconoscendo che la tariffa e’ migliorativa, ritengo che qualsiasi barriera al libero commercio rappresenti un limite ingiusto alla crescita e alla cooperazione economica. il libero commercio e’ da sempre una forza positiva: favorisce l’innovazione, la concorrenza, la scelta consapevole dei consumatori e il dialogo tra nazioni. come abbiamo piu’ volte sottolineato, la nostra dop non e’ in reale concorrenza con i parmesan americani, dato che copre meno dell’8% del mercato dei formaggi duri e viene venduto a un prezzo piu’ che doppio rispetto al formaggio prodotto dai farmer americani. negli stati uniti chi lo compra fa una scelta consapevole: ha infatti un 92% di di alternative sul mercato che costano molto meno. imporre dazi su un prodotto come il parmigiano reggiano aumenta solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali: e’ pertanto una scelta che danneggia tutti. inoltre, nonostante non sia previsto un incremento dei dazi, ai livelli attuali, il prezzo reale per il consumatore americano entro i primi mesi del 2026 subira’ inevitabilmente un’ulteriore crescita, poiche’ si riverseranno sul consumo sia i rilevanti aumenti registrati all’origine, sia l’effetto moltiplicatore del cambio dollaro/euro, superando ampiamente i 55 dollari al kg”. lo ha dichiarato in un comunicato stampa nicola BERTINELLI, presidente del consorzio parmigiano reggiano. “ricordiamo – conclude il comunicato – che per il parmigiano reggiano gli stati uniti sono il primo mercato estero pari al 22,5% della quota export totale: nel 2024 sono state esportate oltre 16.000 tonnellate, con un aumento del +13,4% sul 2023”.

DAZI: ECVC, COMMISSIONE UE ANCORA UNA VOLTA DA’
PRIORITA’ A COMMERCIO NON A BENESSERE CITTADINI

il coordinamento europeo via campesina (ecvc) con un comunicato “esprime indignazione per il disastroso accordo commerciale tra ue e stati uniti, siglato da donald TRUMP e ursula VON DER LEYEN”. con questo accordo – sostiene ecvc – la commissione europea ha deciso di dare priorita’ agli interessi commerciali rispetto all’interesse generale delle popolazioni europee, perche’ con questo accordo l’ue sta abbassando i propri standard di qualita’ per consentire l’ingresso dei prodotti statunitensi nel mercato europeo. nella sua fretta di firmare questo e altri accordi di libero scambio, insieme alle riduzioni dei bilanci della PAC – denuncia ecvc -, la commissione continua a tradire e ignorare gli agricoltori nel momento in cui hanno piu’ bisogno di protezione e sostegno.

DAZI: VERSIONE
USA ACCORDO

questo il comunicato apparso sul sito della casa bianca dopo l’accordo sui dazi raggiunto con l’unione europea. “SCRIVENDO LA STORIA GLOBALE: ieri il presidente donald j. TRUMP ha annunciato un accordo commerciale con l’unione europea (ue), riequilibrando radicalmente i rapporti economici tra le due maggiori economie mondiali. l’accordo segna una modernizzazione generazionale dell’alleanza transatlantica e garantira’ agli americani livelli di accesso al mercato dell’unione europea senza precedenti. l’accordo rafforza l’economia e le capacita’ produttive degli stati uniti. l’ue acquistera’ 750 miliardi di dollari in energia statunitense e realizzera’ nuovi investimenti per 600 miliardi di dollari negli stati uniti, il tutto entro il 2028. grazie a una leadership decisa e a un impegno incrollabile nei confronti dei lavoratori americani, il presidente TRUMP ha raggiunto un altro accordo che posiziona gli stati uniti come la destinazione principale al mondo per investimenti, innovazione e produzione avanzata. RAGGIUNGIMENTO DI UN ACCORDO COMMERCIALE STORICO: l’accordo del presidente TRUMP con l’unione europea realizza riforme strutturali e impegni strategici storici che andranno a beneficio dell’industria americana, dei lavoratori e della sicurezza nazionale per generazioni: gli stati uniti e l’unione europea hanno raggiunto un accordo di cooperazione sul commercio reciproco, equo ed equilibrato. questo colossale accordo consentira’ ad agricoltori, allevatori, pescatori e produttori statunitensi di incrementare le esportazioni statunitensi, ampliare le opportunita’ commerciali e contribuire a ridurre il deficit commerciale con l’unione europea. l’ue eliminera’ dazi doganali significativi, tra cui l’eliminazione di tutti i dazi ue sui prodotti industriali statunitensi esportati nell’ue, creando enormi opportunita’ per i prodotti realizzati e coltivati negli stati uniti di competere e affermarsi in europa. questo nuovo accesso al mercato stimolera’ la crescita dell’economia americana, alimentando le esportazioni, espandendo la produzione e consentendo alle aziende americane di ogni dimensione di raggiungere milioni di nuovi clienti oltreoceano. nell’ambito della strategia del presidente TRUMP per un commercio equilibrato, l’unione europea paghera’ agli stati uniti un’aliquota tariffaria del 15%, che includera’ anche auto e ricambi, prodotti farmaceutici e semiconduttori. tuttavia, i dazi settoriali su acciaio, alluminio e rame rimarranno invariati: l’ue continuera’ a pagare il 50% e le parti discuteranno sulla sicurezza delle catene di approvvigionamento per questi prodotti. questo nuovo regime tariffario generera’ decine di miliardi di dollari di entrate all’anno e contribuira’ a colmare il persistente squilibrio commerciale tra stati uniti ed europa, incoraggiando l’approvvigionamento locale, riportando la produzione in patria e garantendo che i produttori stranieri contribuiscano equamente all’economia americana. ulteriori termini chiave dell’accordo tra stati uniti e unione europea includeranno: ingenti investimenti dell’ue negli stati uniti: l’ue investira’ 600 miliardi di dollari negli stati uniti durante il mandato del presidente TRUMP. questo nuovo investimento si aggiunge agli oltre 100 miliardi di dollari che le aziende dell’ue gia’ investono negli stati uniti ogni anno. sfruttare l’energia americana: l’ue raddoppiera’ gli sforzi per affermarsi come superpotenza energetica negli stati uniti, acquistando 750 miliardi di dollari di esportazioni energetiche statunitensi entro il 2028. cio’ rafforzera’ il predominio energetico degli stati uniti, ridurra’ la dipendenza dell’europa da fonti contrapposte e ridurra’ il nostro deficit commerciale con l’ue. barriere tariffarie: l’unione europea collaborera’ con gli stati uniti per eliminare i dazi in vari settori e fornira’ quote significative per altri prodotti che, combinate, creeranno opportunita’ di accesso al mercato commercialmente significative per una quantita’ significativa di merci esportate dagli stati uniti verso l’unione europea, sostenendo posti di lavoro americani di alta qualita’. barriere non tariffarie per le esportazioni industriali statunitensi: l’unione europea si impegnera’ per affrontare una serie di preoccupazioni degli stati uniti relative a vari requisiti dell’ue che risultano onerosi per gli esportatori statunitensi, in particolare per le piccole e medie imprese, anche attraverso sforzi per eliminare la burocrazia che gli esportatori statunitensi devono affrontare quando fanno affari nell’unione europea. barriere non tariffarie per le esportazioni agricole statunitensi: gli stati uniti e l’unione europea intendono collaborare per affrontare le barriere non tariffarie che incidono sul commercio di prodotti alimentari e agricoli, tra cui la semplificazione dei requisiti per i certificati sanitari per la carne di maiale e i prodotti lattiero-caseari statunitensi. niente free rider: gli stati uniti e l’unione europea stabiliranno rigide regole di origine per garantire che i benefici di questo accordo vadano direttamente agli stati uniti e all’unione europea, non a paesi terzi. barriere al commercio digitale: gli stati uniti e l’unione europea intendono affrontare le barriere ingiustificate al commercio digitale. a tale riguardo, l’unione europea conferma che non adottera’ ne’ manterra’ tariffe per l’utilizzo della rete. inoltre, gli stati uniti e l’unione europea manterranno zero dazi doganali sulle trasmissioni elettroniche. sicurezza economica: stati uniti e unione europea concordano di rafforzare l’allineamento in materia di sicurezza economica per migliorare la resilienza e l’innovazione della catena di approvvigionamento. le due parti adotteranno misure complementari per affrontare le politiche non di mercato di terze parti, oltre a collaborare in materia di revisione degli investimenti in entrata e in uscita, controlli sulle esportazioni e evasione doganale. accordi commerciali: gli stati uniti e l’unione europea hanno stipulato una serie di importanti accordi commerciali in settori chiave, tra cui energia e semiconduttori, che amplieranno ulteriormente le esportazioni statunitensi verso il mercato europeo. equipaggiamento militare: l’unione europea ha accettato di acquistare ingenti quantita’ di equipaggiamento militare statunitense. il programma economico america first del presidente TRUMP mira a ripristinare la nostra potenza industriale, a garantire il predominio energetico e a fare degli stati uniti la destinazione principale per gli investimenti industriali e manifatturieri avanzati. in soli sei mesi, il presidente TRUMP ha riaffermato gli stati uniti come la destinazione piu’ attraente al mondo per gli investimenti e leader indiscusso nell’innovazione, nella ricerca e nella produzione avanzata. altri presidenti americani hanno tentato, senza successo, di raggiungere un accordo commerciale significativo con l’unione europea. con quest’ultimo accordo, il presidente TRUMP ha dimostrato ancora una volta che una leadership coraggiosa, la forza economica e una determinazione incrollabile producono risultati che nessun altro leader avrebbe potuto raggiungere. LIBERARE L’AMERICA DALLE PRATICHE COMMERCIALI SLEALI: fin dal primo giorno, il presidente TRUMP ha messo in discussione il presupposto secondo cui i lavoratori e le aziende americane debbano tollerare pratiche commerciali sleali che li hanno svantaggiati per decenni e hanno contribuito al nostro storico deficit commerciale. il 2 aprile, il presidente TRUMP ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale in risposta all’ampio e persistente deficit commerciale degli stati uniti causato dalla mancanza di reciprocita’ nelle relazioni commerciali bilaterali, da barriere tariffarie e non tariffarie ingiuste e dalle politiche economiche dei partner commerciali statunitensi che limitano i salari e i consumi interni. il presidente TRUMP continua a promuovere gli interessi economici e di sicurezza nazionale del popolo americano rimuovendo le barriere tariffarie e non tariffarie e ampliando l’accesso al mercato per gli esportatori americani. l’annuncio di oggi apre uno storico accesso al mercato per la seconda economia piu’ grande del mondo, ristabilendo il solido rapporto positivo a lungo termine tra gli stati uniti e il suo alleato chiave, l’unione europea.”

DAZI: SICOLO (ITALIA OLIVICOLA), TORNARE A INVESTIRE
IN GIAPPONE OLIVICOLTORI ITALIANI DANNO BUON ESEMPIO

“da 4 mila tonnellate negli anni 1990 fino alle 60 mila tonnellate di oli di oliva importanti in giappone nel 2024/25. la crescita tumultuosa del mercato giapponese, unitamente alle crescenti tensioni per i dazi dell’amministrazione TRUMP negli stati uniti, stanno orientando le scelte di investimenti verso i mercati internazionali”. lo rende noto un comunicato di italia olivicola, che cosi’ prosegue: “‘i dati di mercato indicano in maniera evidente che il consumo di oli di oliva in giappone cresce tanto piu’ si fanno azioni di comunicazione e di promozione – afferma gennaro SICOLO, presidente di italia olivicola e vicepresidente nazionale di cia-agricoltori italiani – ecco perche’ abbiamo tenuto alla nostra presenza a osaka, attraverso i partner strategici alce nero e finoliva. nel giro di tre anni, dal 1993 al 1995, il consumo di olio di oliva in giappone e’ triplicato. poi ci sono voluti 10 anni perche’ raddoppiasse. oggi i dati del consiglio oleicolo internazionale dicono che i consumi si sono stabilizzati a 55-60 mila tonnellate. occorre tornare a investire e gli olivicoltori italiani danno il buon esempio’. italia olivicola e’ infatti stata presente in occasione dell’expo di osaka in uno spazio eataly dove ha fatto apprezzare le peculiarita’ dell’extravergine italiano. un percorso di valorizzazione delle eccellenze che e’ stato riconosciuto anche dal ministero della sovranita’ alimentare che ha nominato alce nero quale ambasciatore della cucina italiana nel mondo, ambito riconoscimento ritirato da koto YASAKI, come product manager alce nero. ‘in giappone, l’olio d’oliva e’ spesso utilizzato come olio da cucina, ma in italia l’olio extravergine d’oliva viene utilizzato come condimento per apprezzarne il gusto e l’aroma. in occasione di questo evento, abbiamo proposto alcuni modi per ampliare la gamma di utilizzi dell’olio extravergine d’oliva, apprezzandone il gusto e l’aroma – ha affermato YASAKI – la promozione ha permesso ai visitatori di sperimentare il ricco sapore dell’olio extravergine di oliva italiano e i diversi sapori di ciascuna varieta’ (fruttato, dolce, monocultivar carolea), trasmettendo il fascino dell’olio extravergine di oliva italiano e di alce nero ai visitatori’. punto di forza di alce nero e’ offrire ai giapponesi un olio extravergine di oliva biologico, controllato e da filiera certificata. l’italia, secondo i dati sinab, e’ leader dell’olivicoltura biologica insieme con tunisia e spagna e con una crescita delle superfici del 37,7% dal 2015 a oggi”.

DAZI: RISPOSTE GIORGETTI
AL QUESTION TIME

il ministro dell’economia giancarlo GIORGETTI (lega) ha risposto oggi in aula alla camera, durante il question time, a interrogazioni del m5s (qui interrogazione https://tinyurl.com/5cbyasyh) (qui la risposta e la replica https://bit.ly/40HsV12) e iv (qui interrogazione https://tinyurl.com/3t2wv272) (qui la risposta e la replica https://bit.ly/45bmmoV).

DAZI: PRANDINI (COLDIRETTI), STANGATA DA OLTRE 1 MILIARDO
SUL MADE IN ITALY VON DER LEYEN INADEGUATA

“l’introduzione di dazi al 15% da parte degli stati uniti sui prodotti agroalimentari italiani rischia di far perdere oltre 1 miliardo di euro al comparto, frenando una crescita costante che ha visto il nostro cibo imporsi come sinonimo di qualita’ oltreoceano. e’ quanto emerge da un’analisi coldiretti su dati del centro studi divulga, che mette in luce la vulnerabilita’ delle nostre filiere di fronte alla nuova politica commerciale americana”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “con un valore che nel 2024 ha sfiorato gli 8 miliardi di euro, gli usa rappresentano il primo mercato extra-ue per l’agroalimentare italiano. negli ultimi cinque anni, l’export verso gli stati uniti e’ cresciuto in media dell’11% l’anno, arrivando a toccare un +17% solo nell’ultimo anno. una dinamica positiva che ora rischia di invertirsi bruscamente. il vino e’ il primo prodotto agroalimentare esportato negli stati uniti, con 1,9 miliardi di euro, con i dazi subira’ un impatto stimato in oltre 290 milioni di euro. poi l’olio extravergine di oliva. l’export verso gli usa vale oltre 937 milioni di euro. i dazi avranno un peso stimato in piu’ di 140 milioni di euro. andra’ male anche per la pasta di semola, ad oggi esente da dazi: pesera’ 74 milioni di euro. restano stabili, invece, molti dei formaggi, che erano gia’ tra il 10% e il 15%, ma l’incertezza sull’abolizione delle quote rischia di incidere sull’export, che nel 2024 ha superato i 486 milioni di euro. ‘la presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN si sta dimostrando totalmente inadeguata al ruolo che ricopre – dichiara il presidente di coldiretti ettore PRANDINI – dopo aver gia’ colpito duramente il mondo agricolo con tagli senza precedenti alla pac, oggi assistiamo all’ennesimo danno provocato da una gestione improvvisata e debole del negoziato commerciale con gli stati uniti. l’accordo siglato con washington e’ chiaramente piu’ vantaggioso per l’economia americana che per quella europea; stiamo assistendo anche al fatto che il documento a base dell’accordo non coincide nemmeno con quello statunitense, una situazione lesiva della credibilita’ stessa dell’europa. VON DER LEYEN – conclude PRANDINI – ha mancato ancora una volta l’obiettivo di difendere la produzione europea, il lavoro degli agricoltori e la sovranita’ alimentare dell’unione. a pagare il prezzo di questa politica remissiva non sara’ solo l’agricoltura, ma l’intero sistema produttivo europeo. serve una reazione decisa per ottenere l’esclusione dei prodotti agroalimentari di eccellenza dalla lista dei dazi e garantire sostegno economico alle filiere piu’ colpite e fa bene il nostro governo a spingere perche’ si arrivi a questo per salvaguardare un comparto strategico come quello agricolo”. “non possiamo rimanere a guardare questa deriva autocratica dell’europa – afferma il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO – VON DER LEYEN ancora una volta dimostra di essere forte con i deboli e debole con i forti. questo accordo penalizza proprio i prodotti simbolo del made in italy, che hanno conquistato il consumatore statunitense grazie a qualita’, tracciabilita’ e legame con il territorio. il rischio e’ un calo delle vendite e un’impennata dell’italian sounding, con gravi danni per i nostri produttori e per l’immagine dell’agroalimentare italiano e a pagarne il prezzo saranno imprese, lavoratori e consumatori su entrambe le sponde dell’atlantico”.

DAZI: CAPUA (AGCI AGROALIMENTARE), IL RISCHIO
NON E’ SOLO ECONOMICO MA E’ ANCHE SOCIALE

“il prezzo dei dazi non si misura solo in miliardi, ma in vite professionali spezzate e territori indeboliti. il nostro sistema agroalimentare, in particolare, gia’ sotto pressione, rischia di subire un colpo durissimo. la perdita di posti di lavoro non e’ una proiezione teorica: e’ una realta’ che colpira’ le filiere piu’ esposte, dal vino all’olio, dai formaggi alla pasta. senza un piano di sostegno immediato, il rischio e’ quello di una crescita in affanno e di un made in italy sempre piu’ marginalizzato sui mercati internazionali”, ha dichiarato in un comunicato il presidente di agci agroalimentare, antonello CAPUA, in merito all’accordo commerciale tra ue e stati uniti sui dazi. “i dazi imposti colpiscono trasversalmente tutti gli ambiti produttivi italiani, dall’agroalimentare, alla moda all’automotive, dalla meccanica di precisione all’arredamento. in un mercato sempre piu’ competitivo, una penalizzazione doganale puo’ significare la perdita di commesse, clienti e posti di lavoro. la filiera del made in italy, che si regge sulla qualita’, sull’artigianalita’ e sull’export, potrebbe subire un indebolimento sistemico, con effetti devastanti sulla tenuta sociale delle aree produttive. nonostante il grande lavoro diplomatico governativo, l’assenza di strumenti compensativi e politiche industriali mirate, il rischio e’ che l’italia non riesca a difendere la propria leadership internazionale in settori chiave. in gioco non c’e’ solo l’economia: c’e’ il valore stesso della produzione italiana”, ha aggiunto CAPUA.

DAZI: GUARDA (VERDI-AVS), VON DER LEYEN E TRUMP
MASSACRANO AGRICOLTURA MELONI APPLAUDE

“i dazi statunitensi al 15% ed il taglio del 20% ai fondi pac costituiscono un mix letale per la nostra agricoltura. a farne le spese saranno le piccole aziende agricole, i contadini ed i braccianti che producono il nostro cibo. con l’inchino a TRUMP la commissione di ursula VON DER LEYEN, la piu’ a destra della storia ue, ha definitamente voltato le spalle al mondo agricolo. e il governo meloni, che sostiene l’accordo, era quello che parlava di sovranita’ alimentare”. lo afferma in un comunicato cristina GUARDA (verdi/avs), componente della commissione agricoltura del parlamento europeo. “gli industriali sono sul piede di guerra per i dazi, devastanti per la manifattura italiana: hanno ragione. ma non si dimentichi che anche l’agricoltura sara’ colpita: nella mia regione, il veneto, oltre 14.500 aziende agricole rischiano di essere travolte dal combinato disposto tra dazi e tagli alla pac”, aggiunge GUARDA.

COMMISSIONE UE SPIEGA L’ACCORDO COMMERCIALE
TRANSATLANTICO UE-USA 2025

con un comunicato la commissione europea spiega l’accordo commerciale transatlantico ue-usa 2025. nel comunicato si legge: “il 27 luglio 2025 la presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN e il presidente degli stati uniti donald j. TRUMP hanno raggiunto un accordo su tariffe e commercio. la partnership transatlantica e’ un’arteria chiave del commercio globale ed e’ la relazione bilaterale di commercio e investimento piu’ significativa al mondo. il commercio di beni e servizi tra ue e usa e’ raddoppiato nell’ultimo decennio, superando i 1,6 trilioni di euro nel 2024, con 867 miliardi di euro di commercio di beni e 817 miliardi di euro di commercio di servizi. cio’ significa oltre 4,2 miliardi di euro di beni e servizi che attraversano l’atlantico ogni giorno. questa partnership profonda e completa e’ sostenuta da investimenti reciproci. nel 2022, le aziende dell’ue e degli stati uniti hanno investito 5,3 trilioni di euro nei rispettivi mercati. questo accordo politico ripristina stabilita’ e prevedibilita’ per i cittadini e le imprese su entrambe le sponde dell’atlantico. l’accordo garantisce l’accesso continuo delle esportazioni dell’ue al mercato statunitense, preservando catene del valore profondamente integrate – molte delle quali si affidano alle pmi – e salvaguardando efficacemente i posti di lavoro. fornisce inoltre la base per una collaborazione continua tra l’ue e gli stati uniti. nell’accordo politico del 27 luglio 2025, i presidenti VON DER LEYEN e TRUMP hanno concordato i parametri chiave della relazione commerciale ue-usa. si tratta del primo passo di un processo che sara’ ulteriormente ampliato nel tempo per coprire aree aggiuntive e continuare a migliorare l’accesso al mercato. gli impegni chiave di entrambe le parti includono:  # ISTITUZIONE DI UN’UNICA, ONNICOMPRENSIVA SOGLIA TARIFFARIA STATUNITENSE DEL 15% PER I BENI DELL’UE. a partire dal 1° agosto, gli stati uniti applicheranno questa tariffa massima sulla stragrande maggioranza delle esportazioni dell’ue. si tratta di un’aliquota tariffaria onnicomprensiva e rappresenta una soglia massima, includendo la tariffa statunitense di nazione piu’ favorita (mfn) che in precedenza si aggiungeva a tariffe aggiuntive introdotte dagli stati uniti. – la soglia del 15% si applica a quasi tutte le esportazioni dell’ue attualmente soggette a tariffe reciproche (tranne dove la tariffa mfn statunitense supera il 15%, nel qual caso si applica solo la tariffa mfn senza tariffe aggiuntive). – la soglia del 15% si applica anche ad auto e ricambi auto, attualmente soggetti a un’aliquota tariffaria fino al 25% con una tariffa mfn aggiuntiva del 2,5%, fornendo un sollievo tariffario immediato. – la soglia del 15% si applichera’ anche a eventuali tariffe future su prodotti farmaceutici e semiconduttori, inclusi quelli basati sulla sezione 232. fino a quando gli stati uniti non decideranno se imporre tariffe aggiuntive su questi prodotti ai sensi della sezione 232, essi rimarranno soggetti solo alle tariffe mfn statunitensi.  #FORNITURA DI UN TRATTAMENTO SPECIALE PER PRODOTTI STRATEGICI. a partire dal 1° agosto 2025, le tariffe statunitensi su aeromobili e parti di aeromobili dell’ue, alcune sostanze chimiche, alcuni farmaci generici o risorse naturali torneranno ai livelli precedenti a gennaio. cio’ fornira’ un sollievo tariffario immediato per le industrie chiave dell’ue, mentre l’ue e gli stati uniti hanno concordato di continuare a lavorare per aggiungere piu’ prodotti a questa lista.  # unire le forze per proteggere i settori dell’acciaio, dell’alluminio e del rame dalla concorrenza sleale e distorsiva. la sovracapacita’ globale minaccia sia l’industria dell’ue che quella degli stati uniti. insieme, l’ue e gli stati uniti stabiliranno quote tariffarie per le esportazioni dell’ue a livelli storici, tagliando le attuali tariffe del 50%, garantendo congiuntamente una concorrenza globale leale.  # LIBERALIZZAZIONE DI ALCUNI SCAMBI DI MUTUO INTERESSE DAGLI STATI UNITI VERSO L’UE. gli importatori e i consumatori dell’ue risparmieranno circa 5 miliardi di euro in dazi ogni anno, mentre le sensibilita’ industriali e agricole chiave dell’ue rimarranno protette. – eliminazione dei dazi gia’ bassi sui beni industriali. le tariffe mfn dell’ue sui beni industriali sono generalmente basse; l’ue eliminera’ ora questi restanti dazi di basso livello sui beni industriali dagli stati uniti. – migliore accesso al mercato dell’ue per quantita’ limitate di prodotti ittici statunitensi. questa ulteriore apertura del mercato per prodotti statunitensi tra cui il merluzzo d’alaska, il salmone del pacifico e i gamberetti – tutti soggetti a quote tariffarie (trq) – avvantaggia l’industria di trasformazione dell’ue. – migliore accesso al mercato per alcune esportazioni agricole statunitensi non sensibili per un valore di 7,5 miliardi di euro. prodotti come l’olio di soia, i semi da semina, i cereali o la frutta secca, cosi’ come alimenti trasformati come ketchup di pomodoro, cacao e biscotti, avranno un accesso migliore al mercato dell’ue – tutti soggetti a trq -, riducendo i costi su alcuni input per i nostri agricoltori e trasformatori, proteggendo al contempo le sensibilita’ agricole dell’ue.  # RIDUZIONE DELLE BARRIERE NON TARIFFARIE, ANCHE ATTRAVERSO LA COOPERAZIONE SU STANDARD AUTOMOBILISTICI E MISURE SPS (SANITARIE E FITOSANITARIE), E FACILITANDO IL RICONOSCIMENTO RECIPROCO DELLE VALUTAZIONI DI CONFORMITA’ IN SETTORI INDUSTRIALI AGGIUNTIVI.  # rafforzamento della cooperazione sulla sicurezza economica. l’ue e gli stati uniti miglioreranno la resilienza della catena di approvvigionamento e affronteranno politiche e pratiche non di mercato. continueranno inoltre a cooperare sullo screening degli investimenti e sui controlli delle esportazioni.  # garanzia di accesso affidabile a energia critica e forniture orientate al futuro. l’ue intende procurarsi gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti di energia nucleare dagli stati uniti con un prelievo previsto di 750 miliardi di dollari (circa 700 miliardi di euro) nei prossimi tre anni. cio’ contribuira’ a sostituire il gas e il petrolio russi sul mercato dell’ue. l’ue intende inoltre acquistare 40 miliardi di euro di chip di intelligenza artificiale essenziali per mantenere il vantaggio tecnologico dell’ue.  # promozione e facilitazione degli investimenti reciproci su entrambe le sponde dell’atlantico. le aziende dell’ue hanno espresso interesse a investire almeno 600 miliardi di dollari (circa 550 miliardi di euro) in vari settori negli stati uniti entro il 2029, rafforzando ulteriormente gli investimenti esistenti gia’ significativi di 2,4 trilioni di euro.  L’ACCORDO POLITICO RAGGIUNTO TRA IL PRESIDENTE VON DER LEYEN E IL PRESIDENTE TRUMP SERVE I PRINCIPALI INTERESSI ECONOMICI DELL’UE IN RELAZIONI COMMERCIALI E DI INVESTIMENTO STABILI E PREVEDIBILI TRA L’UE E GLI STATI UNITI. ALLO STESSO TEMPO, RISPETTA PIENAMENTE LA SOVRANITA’ NORMATIVA DELL’UE E PROTEGGE AREE SENSIBILI DELL’AGRICOLTURA DELL’UE, COME LA CARNE BOVINA O IL POLLAME.  L’ACCORDO POLITICO DEL 27 LUGLIO 2025 NON E’ LEGALMENTE VINCOLANTE. OLTRE AD INTRAPRENDERE LE AZIONI IMMEDIATE CONCORDATE, L’UE E GLI STATI UNITI NEGOZIERANNO ULTERIORMENTE, IN LINEA CON LE LORO PROCEDURE INTERNE PERTINENTI, PER ATTUARE PIENAMENTE L’ACCORDO POLITICO”.

DAZI: MAMMI, CON 10 MILIARDI DI EURO EMILIA-ROMAGNA
E’ LA REGIONE CHE ESPORTA DI PIU’ NEGLI STATI UNITI

“l’emilia-romagna e’ la regione che esporta di piu’ negli stati uniti: se venissero confermate le anticipazioni sui contenuti dell’accordo, sarebbe necessario mettere in campo misure compensative per i comparti colpiti. siamo preoccupati per tutte le nostre dop e igp e per il vino: auspico fortemente che ci saranno esenzioni a questi nuovi dazi. adesso serve un contrattacco deciso che punti a potenziare l’export e a tutelare le filiere colpite e i redditi dei lavoratori”. lo afferma in un comunicato l’assessore regionale all’agricoltura e ai rapporti con l’unione europea, alessio MAMMI, commentando l’annuncio sull’accordo sui dazi tra stati uniti ed europa. “al momento non sappiamo se le tariffe del 15% saranno comprensive dei dazi precedenti o andranno ad aggiungersi a questi andando a comporre un quadro che sarebbe molto preoccupante – prosegue l’assessore -. ma anche nel caso fossero onnicomprensivi, danneggerebbero comunque l’economia, italiana e mondiale, perche’ essendo tasse aumenteranno l’inflazione e faranno calare il potere d’acquisto, e fanno prevedere a confindustria un calo dell’export pari a 22 miliardi di euro. a questa situazione vanno sommati anche gli aumenti che imprese e famiglie stanno affrontando a causa della situazione geopolitica e la svalutazione del dollaro, senza considerare quello che resta l’aspetto piu’ grave: la mancanza di chiarezza sulla reciprocita’ dei dazi e l’indecisione nell’introduzione della cosiddetta web tax che andrebbe a colpire le big tech, che continuano a beneficiare di condizioni fiscali incomprensibili se paragonate a quelle delle aziende manifatturiere che creano posti di lavoro e ricchezza in europa”. “sul piano piu’ strettamente politico – sottolinea ancora MAMMI – e’ venuta a mancare un’azione davvero unitaria, forte e condivisa da parte dell’unione europea, che avrebbe permesso di ottenere condizioni migliori, ad esempio facendo rientrare nell’accordo i comparti dei servizi, della finanza, dell’energia, della difesa avrebbe riequilibrato lo squilibrio sulla bilancia commerciale e reso il negoziato piu’ agevole”. “adesso e’ necessario pensare a soluzioni – continua l’assessore – e prevedere interventi compensativi a favore delle filiere colpite dai dazi che possiamo mettere in campo come paese e come unione europea. servirebbe possibilmente un nuovo next generation eu, finanziato con debito comune europeo per sostenere le manifatture ad essere competitive. nel solco indicato dai rapporti DRAGHI e LETTA per la creazione di un vero mercato comune. agire sulla riduzione del costo del lavoro, la semplificazione e la competitivita’ delle imprese investendo su logistica, energia, tecnologie, dati, ricerca e favorire il rientro di ricercatori, medici, professionisti della conoscenza. bisogna, inoltre, continuare ad investire negli stati uniti, mercato fondamentale e irrinunciabile e che ama i nostri prodotti, e dove l’emilia-romagna ha record assoluto di export pro capite, ma contemporaneamente esplorare nuovi mercati, come l’asia del giappone e della corea del sud ed il sud america. ma per aiutare le nostre imprese ad affrontare il duro colpo dei dazi dobbiamo far ripartire la domanda interna, soprattutto in italia. perche’ il 70% dell’economia del paese e’ legato alla domanda interna, quindi e’ fondamentale attuare una politica di sostegno dei redditi di chi lavora”.

DAZI: MAGI (+EUROPA), MELONI E FDI SACRIFICANO MADE IN ITALY
AL SOVRANISMO. M5S, DANNI PER 1,5 MLD PER NOSTRI PRODOTTI

“ve lo immaginate cosa avrebbero fatto MELONI e fratelli d’italia se, di fronte ai dazi al 15%, ci fosse stato in italia un governo di qualsiasi altro colore politico? barricate, proclami, urla, grida, rivendicazioni, annunci di marce e marcette su bruxelles, vesti stracciate, immaginari pugni sbattuti su immaginari tavoli, rivendicazioni e chissa’ cosa altro ancora. e invece, ora che sono al governo, accettano passivamente la decisione di TRUMP che costera’ migliaia di posti di lavoro in italia e in europa e un forte calo del pil nazionale. ma il progetto e’ chiaro: MELONI e fdi hanno deciso di sacrificare il made in italy sull’altare dell’internazionale sovranista”: lo afferma in un comunicato il segretario di piu’ europa riccardo MAGI. “l’accordo sui dazi, venduto da giorgia MELONI come il migliore possibile per il nostro paese, rischia al contrario di essere un colpo esiziale per le nostre imprese. il settore enogastronomico, in particolare, autentica eccellenza del made in italy, dovra’ sopportare un danno previsto da oltre 1,5 miliardi. nel 2024 l’agroalimentare vantava quasi 8 miliardi di export verso gli usa, secondo mercato di sbocco per i nostri prodotti. insomma, il governo MELONI conferma di tenere al made in italy solo quando si tratta di dare il nome ai ministeri, dimenticandolo invece quando il suo compito e’ quello di difendere imprenditori e lavoratori del settore”, affermano in un comunicato i parlamentari m5s alessandro CARAMIELLO, susanna CHERCHI, sergio COSTA, dolores BEVILACQUA, sabrina LICHERI e gisella NATURALE.

DAZI VON DER LEYEN, ACCORDO AL 15% CREA CERTEZZA. CONCORDATE
ANCHE TARIFFE ZERO-ZERO PER ALCUNI PRODOTTI AGRICOLI

la commissione europea ha diffuso la seguente dichiarazione della presidente ursula VON DER LEYEN dopo il raggiungimento dell’accordo con gli stat uniti: abbiamo raggiunto un accordo sui dazi e sul commercio con gli stati uniti. l’accordo di oggi crea certezza in tempi incerti. offre stabilita’ e prevedibilita’, per cittadini e imprese su entrambe le sponde dell’atlantico. si tratta di un accordo tra le due maggiori economie mondiali. scambiamo 1,7 trilioni di dollari all’anno. insieme siamo un mercato di 800 milioni di persone. e rappresentiamo quasi il 44% del pil globale. a poche settimane dal vertice nato, questo e’ il secondo tassello fondamentale, che riafferma il partenariato transatlantico. permettetemi di entrare nei dettagli. ci siamo stabilizzati su un’unica aliquota tariffaria del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’ue. questa aliquota si applica alla maggior parte dei settori, compresi quelli automobilistico, dei semiconduttori e farmaceutico. questo 15% rappresenta un limite massimo chiaro. nessun cumulo. tutto compreso. quindi, fornisce la necessaria chiarezza ai nostri cittadini e alle nostre imprese. questo e’ assolutamente cruciale. oggi abbiamo anche concordato dazi zero-per-zero su una serie di prodotti strategici. tra questi rientrano tutti gli aeromobili e i relativi componenti, alcuni prodotti chimici, alcuni farmaci generici, apparecchiature a semiconduttore, alcuni prodotti agricoli, risorse naturali e materie prime essenziali. continueremo a lavorare per aggiungere altri prodotti a questo elenco. per quanto riguarda acciaio e alluminio, l’ue e gli stati uniti si trovano ad affrontare la sfida esterna comune della sovraccapacita’ globale. lavoreremo insieme per garantire una concorrenza globale leale. e per ridurre le barriere tra noi, i dazi saranno ridotti e verra’ istituito un sistema di quote. aumenteremo anche la nostra cooperazione energetica. gli acquisti di prodotti energetici statunitensi diversificheranno le nostre fonti di approvvigionamento e contribuiranno alla sicurezza energetica dell’europa. sostituiremo il gas e il petrolio russi con significativi acquisti di gnl, petrolio e combustibili nucleari statunitensi. i chip di intelligenza artificiale statunitensi contribuiranno ad alimentare le nostre gigafactory di intelligenza artificiale e aiuteranno gli stati uniti a mantenere il loro vantaggio tecnologico. oggi, con questo accordo, stiamo creando maggiore prevedibilita’ per le nostre aziende. in questi tempi turbolenti, questo e’ necessario affinche’ le nostre aziende possano pianificare e investire. stiamo garantendo un’immediata riduzione dei dazi. cio’ avra’ un chiaro impatto sui profitti delle nostre aziende. e con questo accordo, ci assicuriamo l’accesso al nostro piu’ grande mercato di esportazione. allo stesso tempo, offriremo un migliore accesso ai prodotti americani nel nostro mercato. cio’ andra’ a vantaggio dei consumatori europei e rendera’ le nostre aziende piu’ competitive. questo accordo fornisce un quadro che ci consentira’ di ridurre ulteriormente i dazi su un maggior numero di prodotti, affrontare le barriere non tariffarie e cooperare per la sicurezza economica. perche’ quando l’ue e gli stati uniti lavorano insieme come partner, i benefici sono tangibili per entrambe le parti. allo stesso tempo, stiamo costruendo una vera politica economica estera. e per questo abbiamo iniziato a livello nazionale. stiamo intraprendendo azioni coraggiose per rendere l’europa piu’ competitiva, piu’ innovativa e piu’ dinamica. il nostro mercato unico, con i suoi 450 milioni di consumatori, e’ la nostra risorsa piu’ preziosa e il nostro porto sicuro, soprattutto in periodi di turbolenza. stiamo anche creando nuove partnership commerciali in tutto il mondo, ampliando le 76 che gia’ abbiamo. negli ultimi mesi abbiamo concluso negoziati con mercosur, messico e indonesia. in un mondo instabile, l’europa e’ un partner affidabile. e continueremo a concludere accordi che contribuiscono a salvaguardare la nostra prosperita’. infine, desidero ringraziare personalmente il presidente TRUMP per il suo impegno personale e la sua leadership nel raggiungere questa svolta. e’ un negoziatore tenace, ma e’ anche un vero e proprio mediatore. desidero ringraziare il commissario maroš ŠEFCOVIC e la sua squadra per il loro instancabile lavoro e la loro abile guida; hanno svolto la maggior parte del lavoro piu’ impegnativo. e desidero ringraziare i nostri stati membri per la loro fiducia e il loro impegno. la nostra unita’ e’ la nostra forza, in patria e all’estero. continueremo a lavorare sodo per il bene di tutti gli europei.”

DAZI: DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO,
MELONI, E DEI VICEPRESIDENTI TAJANI E SALVINI

dichiarazione del presidente del consiglio, giorgia MELONI, e dei vicepresidenti antonio TAJANI (fi) e matteo SALVINI (lega) in relazione all’accordo usa-ie sui dazi: “il governo italiano accoglie positivamente la notizia del raggiungimento di un accordo tra unione europea e stati uniti sui dazi e le politiche commerciali, che scongiura il rischio di una guerra commerciale in seno all’occidente, che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili. la soluzione negoziata e’ un risultato a cui le istituzioni europee e gli stati membri, inclusa l’italia, hanno lavorato con grande impegno e facendo squadra comune, evitando di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell’atlantico. l’accordo garantisce stabilita’, aspetto fondamentale per i rapporti tra due sistemi economici e imprenditoriali fortemente interconnessi tra loro, come sono quelli dell’unione europea e degli stati uniti. nelle more di valutare i dettagli dell’intesa, giudichiamo sostenibile la base dell’accordo sui dazi al 15%, soprattutto se questa percentuale ricomprende e non si somma ai dazi precedenti, come invece era previsto inizialmente. allo stesso tempo, continuiamo a lavorare a bruxelles per rafforzare il mercato unico, semplificare le nostre regole, tagliare la burocrazia, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze. infine, siamo pronti ad attivare misure di sostegno a livello nazionale, ma chiediamo che vengano attivate anche a livello europeo, per quei settori che dovessero risentire particolarmente delle misure tariffarie statunitensi. il governo italiano continuera’ a perseguire l’obiettivo di mantenere salda l’unita’ dell’occidente, con la consapevolezza che ogni divisione ci renderebbe tutti piu’ deboli ed esposti alle sfide globali”.

DAZI: SEFCOVIC, CON USA MIGLIOR ACCORDO
POSSIBILE PER STABILITA’

“l’accordo ue-usa porta una rinnovata stabilita’ e apre le porte a una collaborazione strategica”: lo ha dichiarato il commissario al commercio maros SEFCOVIC durante la conferenza stampa tenuta oggi a bruxelles, aggiungendo che “il valore del commercio transatlantico, pari a 1,7 trilioni di dollari, sottolinea quanto fosse alta la posta in gioco”. “data la profondita’ dell’integrazione e dell’interdipendenza delle nostre economie, era essenziale prendersi il tempo necessario per fare le cose per bene, per calibrare un risultato che funzionasse sia per l’ue che per gli stati uniti e che garantisse la continuita’ degli scambi commerciali tra noi”, ha aggiunto, sottolineando che “una guerra commerciale, pur potendo sembrare allettante per alcuni, comporterebbe gravi conseguenze. con un dazio di almeno il 30 %, il nostro commercio transatlantico si fermerebbe di fatto, mettendo a rischio quasi cinque milioni di posti di lavoro, compresi quelli nelle pmi. le nostre imprese, invece – ha proseguito il commissario -, ci avevano inviato un messaggio unanime: evitare l’escalation e lavorare per trovare una soluzione che portasse un sollievo immediato. apprezzo il fatto che diversi gruppi imprenditoriali abbiano accolto con favore i contorni dell’accordo”. l’accordo, come ormai noto, prevede un tetto tariffario unico del 15%, 750 miliardi di dollari in acquisti strategici e ulteriori 600 miliardi di dollari in investimenti privati previsti nell’economia statunitense. “oltre a cio’ – ha detto SEFCOVIC -, vorrei sottolineare i seguenti tre punti. in primo luogo, negli ultimi mesi abbiamo acquisito una migliore comprensione reciproca delle sensibilita’ di ciascuna parte, come l’obiettivo di reindustrializzare l’economia statunitense, poiche’ noi stessi perseguiamo lo stesso obiettivo. ecco perche’ l’accordo prevede un elenco significativo di beni sui quali entrambe le parti applicheranno un’aliquota tariffaria pari a zero, laddove e’ nel nostro interesse comune rafforzare il nostro commercio. e’ importante sottolineare che questo elenco rimane aperto a ulteriori integrazioni. in secondo luogo, riteniamo anche che alcuni aspetti della politica commerciale globale necessitino di un cambiamento fondamentale. ad esempio, la sovraccapacita’ non di mercato sta distruggendo anche l’industria siderurgica dell’ue. ecco perche’ l’accordo prevede chiare prospettive di azione congiunta su acciaio, alluminio, rame e loro derivati in quella che mi piace chiamare ‘un’alleanza dei metalli’, creando di fatto una barriera comune attorno alle nostre rispettive economie attraverso contingenti tariffari a livelli storici con trattamento preferenziale. stabiliremo inoltre un approccio comune per affrontare le economie di origine della sovraccapacita’. oltre a cio’, stiamo riducendo le tariffe sulle nostre automobili dall’attuale 27,5% al 15%, consentendo al contempo alle case automobilistiche dell’ue di espandere le loro esportazioni dagli stati uniti. cio’ migliorera’ la loro posizione globale e rafforzera’ la nostra catena del valore, poiche’ numerose pmi europee sostengono le attivita’ di produzione negli stati uniti. in terzo luogo, riteniamo necessario pensare in modo strategico alle tecnologie del futuro. ecco perche’ l’accordo prevede anche acquisti strategici di gas, petrolio, energia nucleare, ma anche chip di intelligenza artificiale statunitensi. l’obiettivo – ha sottolineato il commissario concludendo la presentazione dell’accordo – e’ rafforzare il nostro vantaggio tecnologico in modo proficuo per entrambe le parti”. per SEFCOVIC, quindi, “nel complesso, si tratta di un accordo che dovrebbe generare benefici significativi e reciproci e spero che costituisca un trampolino di lancio per un accordo commerciale e di investimento piu’ ampio tra l’ue e gli stati uniti in futuro, promuovendo al contempo i nostri sforzi congiunti per affrontare le sfide globali urgenti, come la tanto necessaria riforma dell’organizzazione mondiale del commercio”. rispondendo ai giornalisti che evidenziavano commenti secondo i quali l’accordo sarebbe squilibrato a favore degli usa, il commissario ha risposto che “il mondo che c’era prima del 2 aprile non esiste piu’; dobbiamo adattarci, dobbiamo affrontare le sfide che derivano da questo nuovo approccio e credo che la cooperazione strategica con gli usa sia un risultato migliore rispetto a una guerra commerciale totale”. SEFCOVIC ha infine affermato di essere assolutamente convinto che “salvare il commercio, salvare i flussi commerciali, salvare i posti di lavoro in europa e aprire un nuovo capitolo nelle relazioni ue-usa su come adeguare i nostri modelli commerciali reciproci in questa nuova era di geoeconomia e geopolitica sia una risposta politica molto importante, perche’ non si tratta solo di commercio, ma anche di sicurezza, riguarda l’ucraina, riguarda l’attuale instabilita’ geopolitica. non posso entrare nei dettagli di cio’ che e’ stato discusso – ha detto -, ma posso assicurare che non si e’ parlato solo di commercio. ritengo quindi che sia importante che le due maggiori economie e i due alleati piu’ stretti possano discutere apertamente tutte le questioni delicate e, a giudicare dalla discussione di ieri, si e’ trattato in gran parte delle questioni geopolitiche di attualita”.

DAZI: COLDIRETTI, CON IL 15% SERVONO COMPENSAZIONI UE PER
I SETTORI PIU’ COLPITI. ATTESA PER CAPIRE TARIFFE 0

“‘l’accordo con tariffe al 15% e’ sicuramente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe causato danni fino a 2,3 miliardi di euro per i consumatori americani e per il made in italy agroalimentare. tuttavia, il nuovo assetto tariffario, avra’ impatti differenziati tra i settori e deve essere accompagnato da compensazioni europee per le filiere penalizzate anche considerando la svalutazione del dollaro. dobbiamo aspettare di capire bene i termini dell’accordo e soprattutto di leggere la lista dei prodotti agroalimentari a dazio zero sui quali ci auguriamo che la commissione ue lavori per far rientrare, ad esempio, il vino che altrimenti sarebbe pesantemente penalizzato’. e’ quanto afferma il presidente della coldiretti ettore PRANDINI, commentando l’accordo trovato tra europa e usa dopo l’incontro di ieri tra il presidente degli stati uniti donald TRUMP e la presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “come gia’ ribadito, coldiretti sottolinea che non possono essere ammessi in italia prodotti agroalimentari che non rispettano gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali imposti alle imprese europee. e’ fondamentale che l’unione europea continui a difendere con fermezza il sistema delle indicazioni geografiche, che rappresentano una garanzia di qualita’ e origine, e un presidio culturale ed economico del nostro cibo. ‘abbiamo sempre spinto per un accordo e per superare l’incertezza che stava creando danni seri alle nostre imprese. gli stati uniti restano un mercato fondamentale, dove dobbiamo proteggere i consumatori dalle imitazioni del falso made in italy – dichiara il segretario generale della coldiretti, vincenzo GESMUNDO – in un mercato gia’ invaso da prodotti come il parmesan o il romano cheese made in usa, dobbiamo portare avanti un’azione strutturale per promuovere il made in italy autentico e contrastare l’italian sounding, che negli stati uniti provoca ogni anno perdite stimate in oltre 40 miliardi di euro’.”.

DAZI: GARDINI (CONFCOOPERATIVE), CON ACCORDO STOP A INCERTEZZA MA PREOCCUPAZIONI. ORA DIMOSTRARE LEADERSHIP E VISIONE POLITICA

“l’accordo raggiunto tra unione europea e stati uniti mette fine ad una fase di incertezza dopo mesi di instabilita’ che hanno rischiato di portarci a una guerra commerciale che le nostre imprese non avrebbero potuto reggere. tuttavia, non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni: i dazi al 15%, seppur piu’ contenuti rispetto alle minacce iniziali del 50% e successivamente del 30%, oltre alla svalutazione del dollaro costituiscono comunque un fardello significativo per il tessuto produttivo europeo”. lo afferma in un comunicato maurizio GARDINI, presidente di confcooperative. “la realta’ e’ che molte delle nostre cooperative e imprese, gia’ messe alla prova da anni di sfide economiche, faticheranno ad assorbire questo impatto. non tutte – aggiunge GARDINI – avranno le spalle larghe per sostenere questi costi aggiuntivi, e il rischio e’ quello di vedere indebolita la competitivita’ di interi settori”. secondo il presidente di confcooperative, “ora piu’ che mai e’ fondamentale un riassetto strategico del mercato che tenga conto non solo delle nuove aliquote tariffarie, alcune delle quali sono ancora in fase di definizione, ma anche delle dinamiche valutarie, con particolare attenzione alla svalutazione del dollaro che sta ridisegnando gli equilibri commerciali globali. “l’europa non puo’ permettersi di restare a guardare”, afferma GARDINI, che prosegue: “e’ il momento di dimostrare leadership e visione politica. dal piano della commissione ursula VON DER LEYEN alle decisioni di politica monetaria della bce, ogni strumento deve essere mobilitato per costruire un’europa piu’ forte e competitiva. non parliamo solo di proteggere il mercato interno, ma di creare un ecosistema che permetta alle nostre imprese di prosperare e innovare”. “l’unione europea deve trasformarsi da semplice regolatrice a vera architetta del bene comune europeo, mettendo al centro la sostenibilita’ economica delle imprese e la competitivita’ del sistema produttivo continentale”, sottolinea GARDINI, che conclude: “il momento storico e’ propizio: dopo anni di navigazione a vista, e’ arrivato il tempo per l’europa di spiccare definitivamente il volo e assumere il ruolo di protagonista che le compete nello scacchiere economico mondiale”.

DAZI: GAMBERINI (LEGACOOP), ACCORDO PREOCCUPA PER ELEVATO IMPATTO SU EXPORT. INDISPENSABILI SOSTEGNI E COMPENSAZIONI

“‘un accordo che ci preoccupa molto per l’elevato impatto che avra’ sulle nostre principali esportazioni e, di conseguenza, sulla produzione. scongiurare una ‘guerra commerciale’ non puo’ significare un’accettazione totale delle condizioni che gli usa intendono imporre. e’ indispensabile prevedere sostegni e compensazioni per le imprese colpite, insieme con una rapida riattivazione del tavolo sull’export per mettere concretamente a disposizione i 25 miliardi assicurati dal governo’. simone GAMBERINI, presidente legacoop, commenta cosi’ l’accordo sui dazi raggiunto ieri dalla presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN con il presidente degli usa donald TRUMP”. lo rende noto un comunicato di legacoop. “una valutazione piu’ compiuta sara’ possibile quando sara’ reso noto l’elenco dettagliato dell’accordo, ma al momento vediamo all’orizzonte molte ombre e poche luci, considerando anche gli impegni assunti dalla ue nell’acquisto di gas, armamenti ed investimenti da effettuare negli usa”, afferma GAMBERINI, che prosegue: “in attesa di conoscere la lista delle esenzioni per i beni che avranno una riduzione percentuale del dazio, siamo preoccupati per l’impatto del 15% di tariffe che si aggiunge alla svalutazione del dollaro rispetto all’euro, determinando un aumento dei costi per gli importatori e consumatori americani stimato in circa il 20%. cio’ produrra’, quasi sicuramente, una riduzione dei volumi delle esportazioni e, di conseguenza, una contrazione delle produzioni, con un generale impatto negativo su una crescita gia’ debole”. “forte preoccupazione, da parte di legacoop, per gli effetti sull’intero settore agroalimentare, in particolare vino, formaggi ed olio ed anche sul settore meccanico e dei macchinari e, piu’ in generale, sulle produzioni tipiche del made in italy”, aggiunge il comunicato. “auspichiamo che il governo italiano lavori in sede europea per introdurre i beni italiani dell’agroalimentare nella lista delle esenzioni dai nuovi dazi”, sottolinea il presidente di legacoop, che conclude: “siamo inoltre convinti che il tema dazi debba essere affrontato sia dal versante italiano, con una nuova ed adeguata politica industriale che possa aiutare la reazione a questo impatto, sia con una diversa strategia europea di apertura di nuovi mercati quali asia e america latina rafforzando il mercato unico europeo. nel frattempo, occorre attrezzarsi nella ue anche per fronteggiare le conseguenze che altre economie riverseranno sul mercato europeo, ad iniziare dalle produzioni industriali cinesi che sono alla ricerca di mercati alternativi a quello statunitense”.

DAZI: DREI (FEDAGRIPESCA), TEMIAMO GRAVE IMPATTO SU
FILIERE PRODUTTIVE UE RIVEDA TAGLI AD AGRICOLTURA

“‘anche se non si conoscono ancora i dettagli, quello annunciato ieri non e’ sicuramente un buon accordo per le nostre imprese: temiamo possa avere un grave impatto sulla competitivita’ delle nostre filiere agroalimentari’. e’ netto il commento del presidente di fedagripesca confcooperative raffaele DREI, secondo il quale ‘le aziende che operano nel comparto agroalimentare saranno costrette ad affrontare un incremento delle tariffe sulle loro esportazioni, a cui si aggiunge l’ effetto della svalutazione del dollaro, senza riuscire ad assorbirne l’impatto perche’ non godono di marginalita’ cosi’ alte'”. lo rende noto un comunicato di fedagripesca confcooperative, che cosi’ prosegue: “‘siamo molti preoccupati per la tenuta del sistema – spiega DREI – e anche per l’inevitabile contraccolpo sul mercato interno. per questo il nostro auspicio e’ che si continui in queste ore a lavorare sulla lista dei prodotti a dazio nullo, cercando di includere prodotti come vino e formaggi’. ‘e’ un momento assai delicato per il settore – sottolinea DREI -. i nuovi dazi arrivano a pochi giorni dalla presentazione della proposta per il nuovo bilancio dell’unione europa che risulta assai penalizzante per il comparto e che e’ stata fortemente criticata da tutte le associazioni agricole. non possiamo piu’ reggere il doppio colpo. l’europa assuma decisioni e studi contromisure che possano riuscire a far recuperare competitivita’ alle filiere’. ‘dalla presidente VON DER LEYEN ci aspettiamo che riveda la proposta inaccettabile di tagli al bilancio agricolo, decisione apparsa non coerente con la volonta’ espressa a inizio mandato di dare centralita’ al settore agroalimentare. piu’ in generale, chiarisca quale strategia intende perseguire per il settore agroalimentare. si continuano a fare scelte in tema di standard produttivi attraverso normative ai limiti della sostenibilita’, contrariamente a cio’ che avviene nel resto del mondo. se si continua cosi’, il settore rischia il tracollo’.”.

DAZI: BATTISTA (COPAGRI), PER AGROALIMENTARE RICADUTE
PESANTI NONOSTANTE GRANDE LAVORO DIPLOMATICO

“‘in attesa di conoscere e approfondire i dettagli dell’accordo sui dazi tra gli stati uniti e l’unione europea, con particolare riferimento ai regimi speciali con zero dazi reciproci previsti per alcuni prodotti agroalimentari, la cui lista sara’ definita nelle prossime settimane, e’ bene ricordare il rischio concreto che gravava sul nostro agroalimentare, per il quale tra pochi giorni sarebbero scattate tariffe del 30%; in tale ottica, essere riusciti grazie alla diplomazia a contenere i danni e ridurli della meta’ e’ certamente un fatto positivo’. e’ quanto sottolinea il presidente della copagri tommaso BATTISTA, all’indomani dell’intesa tra due delle maggiori economie del mondo per l’imposizione di barriere tariffarie al15%”. lo rende noto un comunicato della copagri. “sotto altro aspetto, pero’, appare evidente come i dazi siano piu’ che triplicati rispetto alle percentuali attuali, di poco inferiori al 5%, con un incremento che avra’ pesanti ricadute su molte produzioni di punta del made in italy agroalimentare, soprattutto se sommato alla svalutazione del dollaro americano”, prosegue BATTISTA, spiegando che “questo balletto dei numeri avra’ ripercussioni piu’ significative sui prodotti che godevano di una tassazione piu’ bassa e una minore incisivita’ per le produzioni che gia’ scontavano dazi analoghi”. “un ragionamento a parte va fatto per il capitolo dei vini, sui quali pesa la grande incognita della mancanza di decisioni, che come chiarito dalla presidente della commissione ue ursula VON DER LEYEN verra’ sciolta nei prossimi giorni”, aggiunge il presidente, secondo cui “trattandosi di una delle produzioni di maggior peso in termini di export negli usa, un dazio del 15% si tradurrebbe in centinaia di milioni di euro di perdite”. “in ogni caso, per un comparto come l’agroalimentare, che fa dell’export uno dei suoi punti di forza e che ha proprio negli stati uniti uno dei principali mercati di sbocco, le ricadute saranno certamente pesanti; basti pensare che le esportazioni agroalimentari dell’italia verso gli usa ammontano a quasi 8 miliardi di euro, pari al 25% di quelle comunitarie e a circa un decimo dell’export agroalimentare complessivo del belpaese, che a fine 2024 ha sfiorato i 70 miliardi di euro in valore”, precisa BATTISTA, ad avviso del quale, “oltre a continuare a ragionare sull’apertura di nuovi sbocchi commerciali, bisogna valutare l’attivazione di misure di sostegno di carattere nazionale e comunitario per i settori che risulteranno maggiormente colpiti”. “in questo scenario di forte incertezza, dove molto alto e sentito era il rischio di una vera e propria guerra commerciale, lascia ben sperare il fatto che la percentuale del 15% rappresenta un tetto massimo ai dazi; in altre parole, come chiarito dalla presidente dell’esecutivo comunitario, non ci saranno ‘cumuli’ con le barriere tariffarie precedenti, come era stato invece ipotizzato nelle settimane scorse”, conclude BATTISTA.

DAZI: ASSITOL, PER OLIO D’OLIVA TARIFFE ANCORA SOSTENIBILI
MA TIMORI PER DOLLARO DEBOLE E INFLAZIONE

“i dazi al 15% sono da considerarsi sostenibili, ma preoccupano i rischi legati alla debolezza del dollaro e all’inflazione. e’ questo il commento di assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia aderente a federalimentare e confindustria, sull’accordo tariffario appena raggiunto tra usa e ue”. lo rende noto un comunicato di assitol, che cosi’ prosegue: “‘i dazi non piacciono a nessuno – afferma anna CANE, presidente del gruppo olio d’oliva dell’associazione -. tuttavia, questa percentuale, che vale per tutti i produttori europei, consente al nostro export di lottare ad armi pari con gli altri competitors europei ed extra ue’. negli ultimi anni, il settore ha vissuto difficili campagne di produzione, a causa del cambiamento climatico e delle tensioni internazionali, che hanno provocato aumenti dei costi e quotazioni in crescita. ‘questo periodo complesso ci ha insegnato a resistere – osserva anna CANE – se i dazi non superano questa soglia, le aziende possono continuare a lavorare, confermando la nostra storica propensione all’export’. a pesare, pero’, saranno anche il valore del dollaro, oggi piu’ debole rispetto all’euro, e il rischio inflazione proprio a causa dei dazi. ‘per questa ragione, auspichiamo l’intervento dell’unione europea sui principali nodi della competitivita’ delle imprese, come burocrazia, energia e accesso al credito’, aggiunge CANE. per l’italia, gli stati uniti sono un mercato fondamentale. a livello mondiale, infatti, rappresentano il maggior acquirente di olio d’oliva: per rispondere alla domanda dei consumatori americani, sempre piu’ attenti alla salute, sono obbligati a importare il 95% dell’olio d’oliva di cui hanno bisogno. ‘gli usa sono un caso da manuale – spiega la presidente degli imprenditori – utilizzano un claim salutistico per indicare che questo prodotto e’ un’alternativa salutare per il cuore rispetto ai grassi di origine animale’. gli states sono anche il secondo consumatore al mondo di questo prodotto, con una media di circa 370mila tonnellate l’anno: entro il 2030 potrebbero superare addirittura i consumi dell’italia. in pratica, questo alimento, capace di regalare gusto e benessere al nostro organismo, e’ scelto per le sue qualita’ salutistiche e nutrizionali. ‘in virtu’ di queste caratteristiche, gli americani sono disposti a pagare un costo non proprio economico per il nostro extra vergine, accettando quindi anche i dazi, se sono ragionevoli. il nostro augurio e’ che proprio le qualita’ salutistiche dell’olio d’oliva siano riconosciute, inserendolo nella lista dei prodotti esenti da questa tassa’. anche grazie all’extra vergine d’oliva, l’italia e’ al decimo posto nella classifica dell’export alimentare. secondo assitol, ‘sono ormai decine gli studi che dimostrano come l’olio sia un ottimo investimento sulla nostra salute. in futuro, la nostra promozione all’estero dovra’ puntare soprattutto su questo aspetto, sempre piu’ rilevante per i consumatori’. un dato rilevante e’ che la tariffa al 15% mette alla pari tutti i produttori europei, mentre nel mediterraneo altri competitors affrontano dazi molto superiori. secondo il consiglio oleicolo internazionale, l’olio d’oliva rappresenta appena il 4% del consumo totale di grassi alimentari nel mondo. ‘c’e’ ancora molto da lavorare per il nostro extra vergine – conclude la presidente del gruppo olio di oliva dell’associazione -. l’auspicio e’ che, con l’aiuto delle istituzioni e di concerto con la filiera, si possa costruire un’autentica conoscenza dell’alimento, attraverso campagne di promozione e divulgazione internazionale. piu’ si conosce l’olio, piu’ lo si consuma’.”.

DAZI: FEDERPRIMA (ASSALZOO, ASSOCARNI, ITALMOPA), EVITATA
ESCALATION MA RESTANO TROPPE INCOGNITE PER AGROINDUSTRIA

“l’accordo raggiunto tra unione europea e stati uniti evita un’escalation tariffaria che avrebbe rischiato di compromettere ulteriormente gli scambi commerciali transatlantici. tuttavia, non possiamo ignorare le molteplici incognite che gravano sull’agroindustria italiana”. lo dichiara in un comunicato silvio FERRARI, presidente di federprima, la federazione italiana delle imprese dei cereali, della nutrizione animale e delle carni costituita da assalzoo, assocarni e italmopa, aderente a confindustria, commentando l’intesa sul nuovo assetto doganale tra bruxelles e washington. “l’accordo – prosegue il comunicato – introduce un dazio armonizzato del 15% su una vasta gamma di prodotti europei esportati negli stati uniti. le prime indicazioni segnalano che tale aliquota dovrebbe sostituire e non sommarsi ai dazi preesistenti, ma resta da chiarire l’ambito settoriale di applicazione, in particolare per comparti sensibili come quello agroalimentare, gia’ soggetto a misure non tariffarie e a complesse barriere fitosanitarie. l’intesa fa inoltre riferimento a un principio di dazio zero reciproco su determinate categorie merceologiche, elemento che, se attuato in modo coerente, potrebbe rappresentare un passo avanti nella liberalizzazione degli scambi”. “si tratta certamente di un principio significativo – osserva FERRARI – ma prima di trarne valutazioni positive e’ fondamentale comprendere quali settori ne beneficeranno concretamente, e se l’agroindustria italiana sara’ inclusa tra questi”. in assenza di dati ufficiali e di una chiara definizione delle categorie esentate, non e’ possibile esprimere una valutazione realistica sull’impatto economico dell’accordo: “chiediamo massima trasparenza da parte delle istituzioni e l’apertura immediata di tavoli di confronto con le rappresentanze produttive – conclude FERRARI – e’ necessario monitorare con attenzione sia lo sviluppo delle misure applicative, sia i termini dell’accordo in materia di importazione delle commodities energetiche dagli stati uniti e, se del caso, prevedere strumenti di sostegno per i comparti piu’ esposti, a partire proprio dall’agroindustria”. “e’ infine indispensabile che – conclude il comunicato – nell’ambito degli accordi sui dazi, si tenga conto delle numerose barriere non tariffarie sanitarie, tecniche e amministrative che continuano a ostacolare gli scambi e penalizzano in modo strutturale l’export italiano”.

DAZI: FINI (CIA), CONTO SALATO PER MADE IN ITALY AGROALIMENTARE
PIU’ CHE UN ACCORDO SEMBRA UNA RESA

“piu’ che un accordo, l’intesa sui dazi al 15% sembra una resa. ora l’export del made in italy agroalimentare verso gli usa (7,8 miliardi di euro nel 2024) rischia grosse perdite in settori chiave come vitivinicolo, olio, pasta e riso, caseario, senza ottenere niente in cambio. oltre all’impatto diretto, si corre il pericolo anche di un grave danno all’intero indotto agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. cosi’ il presidente di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, commenta l’accordo fra la presidente della commissione ue, ursula VON DER LEYEN e il presidente usa, donald TRUMP”, informa un comunicato della cia. “nonostante sia stata evitata la tariffa al 30%, resta una grande preoccupazione per l’impatto reale di questi dazi, ma prima di trarre conclusioni definitive vogliamo aspettare gli sviluppi dei prossimi giorni, con la definizione ufficiale delle liste doganali”, continua FINI. “il rischio concreto di un calo dell’export e’ molto alto, con danni a comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese italiane, che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a dover trasferire parte di questi costi sui consumatori, rischiando di ridurre la domanda nel mercato usa. l’effetto combinato di dazi e fluttuazioni del cambio euro-dollaro non potra’ che aggravare l’impatto delle misure doganali, traducendosi in costi aggiuntivi reali per le aziende nazionali e rendendo meno competitivo il made in italy. per il vino, gli usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. a dipendere maggiormente dagli stati uniti per il proprio export sono i vini bianchi dop del trentino-alto adige e del friuli-venezia giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi dop (31%, 121 milioni) e il prosecco dop (27%, 491 milioni). grandi numeri che i dazi possono scombinare lasciando strada libera ai concorrenti: dal malbec argentino allo shiraz australiano fino al merlot cileno”, speiga il comunicato. “per quanto concerne il mondo dell’olio, il dazio al 15% rischia di ridurre la competitivita’ dell’extravergine italiano a favore di oli piu’ economici provenienti da paesi terzi che godono di tariffe piu’ basse, come la turchia, il sud america o la tunisia. come conseguenza, il consumatore medio usa sara’ indotto a utilizzare altri oli, come quelli di semi tradizionali (girasole, soia, mais). al momento, gli stati uniti rappresentano il principale mercato extra-ue per l’olio tricolore, con una quota di circa 100 mila tonnellate l’anno e un valore vicino a 1 miliardo, ovvero il 32% del nostro export. c’e’ paura anche perche’ questi nuovi dazi colpiranno trasversalmente tutti i principali paesi produttori europei (italia, spagna, grecia) con la conseguenza di un possibile eccesso di offerta sul mercato interno, che porterebbe a un deprezzamento generale dell’olio italiano. nel settore caseario, invece, i dazi colpiranno soprattutto i formaggi dop come la mozzarella di bufala, oltre al pecorino romano utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack. in pericolo anche pasta, riso e farine, tra i prodotti piu’ amati dal mercato usa, con un export annuo di circa 2 miliardi e quasi mezzo milione di tonnellate inviate oltreoceano. anche in questo settore, si rischiano potenziali ricadute occupazionali qualora i dazi non vengano mitigati con accordi o misure di sostegno”, conclude la cia.

DAZI: DE PASCALE (EMILIA-ROMAGNA), ACCORDO ASIMMETRICO
E PENALIZZANTE PER MIGLIAIA DI IMPRESE IN REGIONE

“dopo mesi di negoziati si e’ arrivati a un accordo asimmetrico e penalizzante che rischia di mettere in forte difficolta’ la nostra economia. siamo una delle regioni italiane che esportano di piu’ e con il piu’ alto export pro capite verso gli usa”, ha dichiarato in un comunicato il presidente della regione emilia-romagna, michele DE PASCALE, all’annuncio dell’accordo sui dazi tra usa ed europa. “quando saranno diffusi i contenuti di dettaglio, comprenderemo meglio quanto sara’ grave l’impatto di quella che, come ha scritto giustamente questa mattina l’ex commissario europeo GENTILONI, e’ una supertassa sui nostri prodotti, un macigno per il nostro export su cui non si puo’ minimizzare. una barriera che si ripercuotera’ negativamente sulla bilancia dei pagamenti e sull’economia reale, anche in termini di posti di lavoro. al momento non possiamo quindi condividere i toni ottimistici con cui e’ stata annunciata l’intesa dalla presidente della commissione europea, VON DER LEYEN, e dalla presidente del consiglio, giorgia MELONI. ci aspettiamo che il governo italiano esca dall’angolo e si faccia parte attiva in questa vicenda, individuando fin da subito le contromisure per sostenere e compensare i settori piu’ colpiti, oltre a definire un perimetro chiaro sui tempi di intervento. per l’emilia-romagna si apre uno scenario complesso che, visto il legame commerciale e di interscambio profondo con gli stati uniti, rischia di avere ricadute durissime su un tessuto produttivo sano che conta migliaia di imprese e di lavoratori. la regione emilia-romagna sara’ al fianco della propria manifattura con tutti gli strumenti a sua disposizione per affrontare questa ennesima sfida”, ha aggiunto DE PASCALE. “nel 2024, l’emilia-romagna ha esportato negli stati uniti beni per un valore di quasi 10,5 miliardi di euro, pari al 16,2% del totale delle esportazioni italiane nel mercato americano (64,8 miliardi di euro), la seconda regione per valore assoluto dopo la lombardia (con il 21,2% dell’export nazionale negli usa), prima di toscana (15,8%) e veneto (11,2%) e prima in italia per valore pro capite. gli stati uniti rappresentano il 12,5% dell’export complessivo dell’emilia-romagna (83,6 miliardi di euro) con oltre 6mila imprese interessate. i principali settori per valore di esportazioni sono: i mezzi di trasporto/automotive (quasi 3,3 miliardi di euro esportati, pari al 31% dell’export regionale verso gli usa), i macchinari e gli apparecchi industriali (3,1 miliardi di euro, pari al 29%), l’industria alimentare e delle bevande (986 milioni di euro, pari al 9,4%), e il settore della farmaceutica (circa 650 milioni di euro, pari al 6,2%)”, conclude il comunicato.

DAZI: DE CASTRO (NOMISMA), ACCORDO HA EVITATO SCENARI PEGGIORI
MA UE DEVE ORA PROSEGUIRE LUNGO STRATEGIA NEGOZIALE

“la notizia del raggiungimento di un accordo con i dazi fissati al 15% allontana una guerra finanziaria e commerciale con gli stati uniti. possiamo ammettere che si e’ evitato il peggio e che i 95 miliardi di contromisure europee ed il conseguente botta e risposta con gli usa avrebbe certamente generato una periodo di fortissima instabilita’ dall’impatto notevole. se prendiamo alla lettera le parole della presidente VON DER LEYEN, l’applicazione di un dazio massimo al 15% dovrebbe valere anche per quei prodotti agroalimentari italiani, quali il formaggio o la pasta, che pagavano un dazio rispettivamente del 15 e del 16% gia’ prima dell’arrivo di TRUMP, a cui si e’ aggiunto un 10% a partire dal 2 aprile! per questi prodotti, se il livello del 15% comprende tutti, l’accordo raggiunto e’ un risultato molto positivo, ma un giudizio complessivo deve anche tenere in considerazione gli effetti su quei prodotti, quali il vino, che prima prevedevano dazi inferiori. adesso attendiamo anche che venga pubblicata la lista di prodotti a dazio zero di cui non sono ancora state fornite informazioni di dettaglio”, ha commentato paolo DE CASTRO, presidente di nomisma. “sebbene questo accordo abbia evitato scenari peggiori per il benessere commerciale e finanziario degli stati membri, ritengo che adesso l’europa debba proseguire lungo la sua strategia complessiva di negoziazione per risollevare quanto possibile l’instabilita’ del mercato. occorre allargare la nostra presenza anche nei mercati meno convenzionali: giappone, indonesia, vietnam e altre importanti economie asiatiche, infatti, stanno gia’ dimostrando un forte interesse verso il made in italy. nomisma ha gia’ condotto diversi studi in questa direzione, indirizzandosi specialmente alle aziende italiane che pagheranno il prezzo piu’ alto e preparandole a un pronto e chiaro intervento”, ha concluso DE CASTRO.

DAZI: MARTINANGELO (AGROCEPI), RISULTATO INSODDISFACENTE
SERVE SUBITO PIANO EUROPEO DI SOSTEGNO

“il negoziato tra stati uniti e ue si sarebbe attestato con tariffe del 15% per le produzioni made in italy nonche’ con un accordo su gas ed investimenti (soprattutto armi) molto a favore degli usa”, ha dichiarato in un comunicato il presidente di agrocepi corrado MARTINANGELO che prosegue affermando che “la chiusura del negoziato sembra frutto di compromessi molto a ribasso per l’ europa, con possibili ricadute economiche negative non solo per l’ italia e anche per l’agroalimentare. pur dovendo ancora fare degli approfondimenti, in particolare per i prodotti esentati dai dazi, ci troviamo non piu’ in una collaborazione rispettosa e paritaria tra stati uniti e ue ma in una sorta di sudditanza economica”. “data questa premessa, e’ ancora piu’ necessario un progetto di radicale innovazione che punti a costruire realmente gli stati uniti d’europa: serve un piano europeo di sostegno finanziario per i settori che saranno maggiormente colpiti dai dazi”, ha concluso MARTINANGELO.

DAZI: AGCI AGROALIMENTARE, QUADRO STABILE MA
TROPPO INCERTO PER UN GIUDIZIO POSITIVO

“agci agroalimentare esprime una perdurante preoccupazione per il recente accordo commerciale tra unione europea e stati uniti, che prevede una tariffazione fissa del 15%”. lo rende noto un comunicato di agci agroalimentare, che cosi’ prosegue: “se da un lato si registra un superamento dello stallo negoziale, dall’altro la mancanza di elementi chiari e di misure compensative concrete lascia spazio a forti dubbi sull’impatto reale per il sistema agroalimentare nazionale. filiere esposte e necessita’ di protezione immediata la soglia attuale, seppur inferiore rispetto al 30% inizialmente ipotizzato, rappresenta comunque una penalizzazione significativa per settori strategici come vino, olio, pasta e formaggi. in particolare: il rafforzamento dell’euro accentua la perdita di competitivita’; il vino, fiore all’occhiello dell’export italiano, rischia una contrazione delle vendite per oltre €400 milioni; il rischio di aumento delle imitazioni low cost mina il valore del made in italy. il quadro normativo appare poco definito e non pienamente coerente con i principi regolatori del commercio internazionale. in un momento delicato per l’equilibrio geopolitico e industriale, e’ essenziale rafforzare la tutela delle indicazioni geografiche, delle norme di qualita’ e delle pratiche ambientali che distinguono il modello produttivo italiano. ‘finalmente si parla di stabilizzazione, cio’ non esclude che alcune delle nostre filiere possano subire danni rilevanti. il quadro appare troppo confuso e frammentario per poter esprimere un giudizio netto e positivo sull’accordo. e’ evidente un orientamento verso una logica di riequilibrio che privilegia altri modelli economici e lascia le imprese italiane in una posizione marginale. un accordo e’ davvero efficace solo se tutte le parti lasciano il tavolo soddisfatte. in questo caso, la vera buona notizia sarebbe stata un’intesa a dazi zero, equa e condivisa. il fatto che le borse abbiano risposto positivamente alla notizia, infine, non e’ indice di ‘bonta” dell’accordo. le borse, pur essendo uno strumento di misurazione dell’economia interna ed internazionale, sono comunque anche uno strumento di speculazione finanziaria e bisogna dire che da quando i dazi sono stati annunciati la prima volta ad oggi, gli speculatori finanziari hanno portato a casa ottimi guadagni’, dichiara di antonello CAPUA, presidente di agci agroalimentare. agci agroalimentare chiede l’attivazione urgente di un tavolo di confronto con le istituzioni italiane ed europee per definire strumenti di supporto chiari, efficaci e coerenti con le esigenze delle imprese. solo attraverso un lavoro di squadra sara’ possibile mitigare gli impatti del nuovo accordo e trasformare questa fase in una vera opportunita’ per il settore agroalimentare”.

DAZI: COLPIZZI (CONFAGRICOLTURA FIRENZE), CON RIFORMA
PAC DOPPIA MAZZATA PER AGRICOLTURA PROVINCIA

“le ricadute della riforma della pac sull’agricoltura fiorentina rischiano di essere pesantissime, con una riduzione delle risorse disponibili stimata di poco meno di 80 milioni in sette anni. se a questo aggiungiamo i possibili effetti del nuovo accordo sui dazi con gli stati uniti, nel caso in cui la barriera del 15% sia confermata anche per i vini, per i nostri prodotti di punta si profila una doppia mazzata”. lo ha detto il presidente dell’unione provinciale degli agricoltori di firenze francesco COLPIZZI durante l’assemblea dell’associazione ‘agricoltura fiorentina tra vitalita’, resistenza e coraggio’, che si e’ svolta stamani all’auditorium della camera di commercio di firenze. lo rende noto un comunicato di confagricoltura firenze che cosi’ prosegue: “all’evento hanno partecipato patrizio giacomo LA PIETRA (sottosegretario di stato al ministero dell’agricoltura, sovranita’ alimentare e foreste), giuseppe SALVINI (segretario generale della camera di commercio di firenze), paola GALGANI (vicesindaco di firenze), stefania SACCARDI (vicepresidente della regione toscana e assessora alle politiche agroalimentari), dario NARDELLA  (coordinatore s&d commissione agricoltura parlamento europeo) e luca BRONDELLI di BRONDELLO (vicepresidente confagricoltura)”. COLPIZZI ha puntato il dito contro la proposta di riforma della politica agricola comune del quadro finanziario 2028-2034 presentata dalla commissione europea, che riduce il budget agricolo da 378 a 294 miliardi di euro, mentre il bilancio complessivo dell’unione aumenta: “la riduzione di oltre il 20% degli stanziamenti dimostra come la commissione non ritenga il nostro settore strategico, proprio mentre si riscrivono le regole del gioco globale. smantellare la pac significherebbe disinvestire in un settore cruciale – spiega il presidente dell’unione agricoltori di firenze – mettendo in crisi gran parte delle aree agricole del nostro continente, a partire dalle aree interne come quelle della nostra provincia”. secondo COLPIZZI, i tagli avrebbero effetti immediati sulle aziende fiorentine: “meno fondi da destinare alle produzioni biologiche, al turismo rurale, agli investimenti nelle industrie agrarie, ai vigneti, alla forestazione, ai giovani. altro che rilancio: qui si rischia il collasso di un intero settore”. COLPIZZI si e’ soffermato anche sull’accordo raggiunto tra usa e ue sui dazi sulle esportazioni europee: “il fatto che le tariffe sono scese al 15% e’ sicuramente un passo avanti, ma resta comunque una misura pesante per il nostro export, che gia’ soffre per costi di produzione molto piu’ alti rispetto ai concorrenti extraeuropei come argentina e cile. per il vino e per l’olio toscano – ha ricordato COLPIZZI – il mercato americano rappresenta oltre un terzo delle vendite: se nei prossimi giorni il dazio del 15% sara’ confermato anche per i vini, il rischio per il comparto toscano e’ una perdita di competitivita’ e in una contrazione delle esportazioni”. COLPIZZI ha auspicato nuove politiche strutturali sia nazionali che europee: “servono misure di sostegno per le imprese esportatrici e una strategia europea che difenda i nostri prodotti di qualita’ sui mercati internazionali, puntando su accordi bilaterali intelligenti e strumenti di finanza agevolata per l’internazionalizzazione”.

DAZI: MARETTI (LEGACOOPAGROALIMENTARE), 15% NON
SODDISFACENTE PER IL NOSTRO AGROALIMENTARE

legacoop agroalimentare ha diffuso una dichiarazione del presidente dopo l’annuncio dell’accordo usa-ue sui dazi.«la percentuale del 15% non puo’ che vederci insoddisfatti. l’atteggiamento che l’alleato storico come gli stati uniti d’america ha tenuto in questa trattativa con la ue non e’ compatibile con i sentimenti di amicizia che hanno contraddistinto gli 80 anni del secondo dopoguerra». e’ categorico cristian MARETTI, presidente di legacoop agroalimentare, nel commentare l’accordo raggiunto da ursula VON DER LEYEN e donald TRUMP. «non possiamo fare finta che il tema dei dazi sia solo un questione “contabile”, soprattutto tenendo conto del deprezzamento del dollaro negli ultimi mesi e della relativa incertezza che un metodo negoziale incomprensibile ha reso un gigantesco problema per le nostre esportazioni. e in ogni caso, l’accordo avra’ delle ripercussioni anche sui consumatori usa», continua MARETTI. MARETTI conclude con tuttavia e’ «da sottolineare l’aver raggiunto un accordo con un paese importante come lo sono gli stati uniti. ma tuttavia, l’europa deve pensare ad un sostegno per quei settori che saranno piu’ colpiti». tuttavia, la speranza, «che rende tollerabile l’accordo di oggi e’ che si possano raggiungere presto migliori risultati fino ad arrivare ad una completa soppressione dei dazi».

DAZI: BONACCINI (PD), RESA
A TRUMP COSTERA’ MILIARDI

“i dazi al 15% sono meglio del 30% ma peggio di zero. ma soprattutto VON DER LEYEN ha ceduto a TRUMP e dunque non va bene. anche perche’ i dazi costeranno decine di miliardi di euro al nostro paese. intanto oggi abbiamo la conferma che la vantata amicizia di meloni con TRUMP non e’ servita a evitarli”. lo ha detto l’europarlamentare stefano BONACCINI (s&d) (pd) intervenendo alla festa de l’unita’ di aquileia (udine). “bisogna diversificare i mercati, aprire nuove possibilita’ per prodotti che sono molto apprezzati – ha detto BONACCINI precisando che “era giusto approvare l’accordo commerciale con il canada” e ha auspicato la firma dell’accordo mercosur indicando che “le preoccupazioni su alcune tipologie merceologiche devono essere affrontate ma quel mercato ci serve.”. “bene ha fatto VON DER LEYEN ad andare in india, auspicando di aprire anche quel mercato”, ha chiuso l’europarlamentare dem.

DAZI: TRUMP, ALL’UNIONE EUROPEA
DA PRIMO AGOSTO TARIFFA DEL 30%

a partire dal primo agosto caricheremo sull’unione europea una tariffa di solo il 30% su tutti i prodotti spediti negli stati uniti…il 30%e’ un limite molto inferiore di quello di cui abbiamo bisogno per eliminare il deficit commerciale».scrive il presidente degli stati uniti donald TRUMP nella lettera inviata all’unione europea.

DAZI: MASCARINO FEDERALIMENTARE), SE 15% UNICO COMPROMESSO
POSSIBILE, URGENTE INTERVENTO UE PER RIDURRE DAZI INTERNI

“se fosse confermato l’accordo commerciale tra l’unione europea e gli stati uniti, l’industria alimentare si trovera’ schiacciata nella morsa tra i dazi al 15%, la svalutazione del dollaro e i costi dei dazi interni alla ue: chiediamo dunque alla ue un intervento urgente a tutela della competitivita’ della sua industria”. lo dichiara in una nota il presidente di federalimentare, paolo MASCARINO. “se da un lato e’ vero che questo possa essere l’unico compromesso possibile, dall’altro lato e’ altresi’ vero che l’intreccio tra l’impatto dei dazi usa al 15% e la svalutazione del dollaro, che oggi vale altri 13 punti percentuali, non sara’ sostenibile per diversi settori – continua mascarino – e a tutela delle imprese chiediamo alla ue un intervento della mano pubblica: cosi’ come gli stati uniti hanno fatto con i dazi, che di fatto e’ un intervento pubblico per proteggere la loro industria, anche noi chiediamo urgenti interventi strutturali per rafforzare la nostra capacita’ competitiva riducendo i dazi interni alla ue: snellire il carico burocratico sulle imprese, riformare i mercati dell’energia per garantire una riduzione dei prezzi, facilitare l’accesso al credito. in tal senso, proseguire con maggior decisione sulla strada del taglio dei tassi di interesse nell’area euro potrebbe aiutare la crescita economica”. “in questo scenario di forte incertezza auspichiamo che le trattative fra la commissione ue e gli usa proseguano e che nel tempo si possa arrivare progressivamente a definire un’area di libero scambio euroatlantica a dazi zero. sarebbe la risposta piu’ logica da adottare sia per le nostre economie fortemente interconnesse, che nei confronti delle altre economie globali che potrebbero approfittare di un occidente debole e impegnato in una guerra commerciale”, riprende MASCARINO. “l’industria alimentare italiana e’ fortemente orientata all’export: gli usa sono la seconda destinazione del nostro export, e valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale delle nostre esportazioni. prima degli stati uniti abbiamo solo la germania, che vale 7,9 miliardi. dunque – conclude MASCARINO – gli usa restano un mercato davvero molto importante, e resta prioritario favorire la presenza delle nostre imprese sostenendone la competitivita’”.

DAZI: PORTAVOCE COMMISSIONE UE, APPROVATO PACCHETTO DI CONTROMISURE,
IN VIGORE DAL 7 AGOSTO IN MANCANZA DI ACCORDO

“una lista unica di contromisure ai dazi usa e’ stata proposta dalla commissione europea, e’ stata adottata a larghissima maggioranza dagli stati membri e verra’ adotta oggi dalla commissione. entrera’ in forza domani con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale dell’unione europea, ma non si puo’ fare alcuna ipotesi su quando entrera’ in vigore perche’ l’ue continua ad essere focalizzata sui negoziati. le contromisure entreranno in vigore automaticamente il 7 agosto se non si trovera’ un accordo prima, ma c’e’ sempre l’opzione di continuare a tenerle sospese o sospenderle se necessario”. lo ha dichiarato oggi durante il briefing con la stampa a bruxelles il portavoce della commissione ue olof GILL. il pacchetto di contromisure ha un valore di 93 miliardi di euro. “crediamo – ha aggiunto GILL – che un accordo con gli usa sia a portata di mano e stiamo lavorando con tutte le nostre forze per realizzarlo, per i cittadini ue, per le aziende e per i consumatori”.

DAZI: COLDIRETTI, CON INCERTEZZA SCENDE EXPORT MADE
IN ITALY DA +11% A +0,4%, CROLLA L’OLIO EVO -17%

“l’incertezza legata all’evolversi della situazione e i dazi aggiuntivi minacciati dal presidente TRUMP hanno fermato la crescita in valore dell’export agroalimentare italiano in usa, che a maggio e’ crollata al +0,4%, con risultati peraltro negativi per tutti i prodotti piu’ esportati, dal vino all’olio fino a formaggi e passata. e’ quanto emerge dall’analisi della coldiretti su dati istat diffusa in occasione dell’assemblea, momento di confronto – sottolineano i vertici – sul futuro dell’agricoltura italiana ed europea alla luce delle scelte di bilancio dell’unione, con il taglio del 20% dei fondi pac 2028-2034, e dell’impatto dei dazi americani sull’economia del paese e sulla vita dei cittadini. secondo l’analisi coldiretti “dopo un primo trimestre dell’anno dove le esportazioni agroalimentari hanno fatto segnare una crescita media in valore dell’11%, da aprile (primo mese di applicazione dei dazi aggiuntivi al 10%), si e’ passati al +1,3%, per poi scendere ulteriormente a maggio. a pesare e’ anche il fatto che le tariffe aggiuntive sono andate a sommarsi a quelle gia’ esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere cardine. attualmente i formaggi pagano un dazio al 25%, il pomodoro trasformato e le marmellate e confetture al 22%, i vini intorno al 15%, la pasta farcita al 16%. il risultato e’ che a maggio sono calate le esportazioni in valore per alcuni dei prodotti simbolo, dall’olio extravergine d’oliva (-17%) ai formaggi (-4%) fino al pomodoro trasformato (-17%), mentre sul fronte del vino si segnala un recupero del 3% rispetto al dato negativo di aprile. , spiega ettore PRANDINI, presidente dell’organizzazione: “la diminuzione dei consumi sul mercato americano non e’ data solo dall’incertezza dei dazi: c’e’ l’inflazione in aumento e c’e’ anche una svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro che rende i nostri prodotti piu’ cari. se andiamo a sommare tutto questo al 30% di dazi minacciato ora in particolare sugli alimentari abbiamo un effetto quasi insostenibile per la nostra economia, visto che per l’agroalimentare il mercato usa e’ il secondo per importanza a livello globale. detto cio’, mi pare chiaro che la risposta non possono essere i controdazi bensi’ un accordo tra pari”. “serve trovare un accordo che tuteli le nostre imprese senza fare cedimenti sul fronte della qualita’ e della sicurezza alimentare, con un cambio di passo rispetto a una situazione attuale dove la presidente della commissione ue VON DER LEYEN non si e’ letteralmente vista, incapace di mettere sul piatto le numerose aperture e concessioni fatte agli usa negli ultimi mesi su molteplici fronti, a partire dal forte aumento del contributo europeo alle spese nato ci ritroviamo cosi’ a vivere una situazione paradossale e asimmetrica nei nostri rapporti con l’america che rischia di infliggere un colpo mortale al nostro export”, denuncia il segretario generale dell’organizzazione vincenzo GESMUNDO.

DAZI: FRANTELLIZZI (LACTALIS), SOMMATI A SVALUTAZIONE
DOLLARO EQUIVALGONO A DAZIO AGGIUNTIVO DEL 50%

“accogliamo con preoccupazione la notizia dell’introduzione di un dazio del 30% sui prodotti agroalimentari italiani da parte dell’amministrazione statunitense”. lo afferma in un comunicato mauro FRANTELLIZZI, general manager di lactalis italia export, che cosi’ prosegue: “gli stati uniti rappresentano il primo mercato extra-ue per l’agroalimentare italiano, nonche’ il terzo mercato per il nostro export dopo germania e francia. il legame con il made in italy si e’ rafforzato costantemente negli ultimi anni fino ad oggi: nel 2024 l’export di formaggi italiani verso gli usa ha registrato una crescita superiore al 10% sia a volume che a valore, raggiungendo un record storico. all’aggravio annunciato da TRUMP si aggiunge la recente svalutazione del dollaro rispetto all’euro – parliamo del 23% rispetto allo scorso anno – che rischia di generare un costo ancora piu’ proibitivo per il cliente finale e una conseguente drastica diminuzione delle nostre esportazioni. con lo scenario attuale, ci aspettiamo che il calo dell’export possa essere doppio rispetto al 2019/2020 quando raggiunse il 20% per l’introduzione dei primi dazi statunitensi. se si sommano le nuove tariffe di TRUMP pari al 30% alla svalutazione del dollaro che supera il 20%, per l’agroalimentare italiano sarebbe come imporre un dazio aggiuntivo del 50%, a cui si dovrebbe anche aggiungere, per alcune tipologie di formaggio, la tassa attuale al 10%. cio’ significa che oggi un importatore americano che compra formaggi ‘made in italy’ potrebbe pagare un ‘dazio’ pari a oltre il 60%. ma le conseguenze potrebbero essere gravi anche per i numerosi ristoranti di cucina italiana che si affidano a ingredienti autentici per offrire un’esperienza di qualita’ ai propri clienti. pensiamo a prodotti come il mascarpone, da sempre apprezzato soprattutto nel canale della ristorazione per la preparazione di dolci iconici come il tiramisu’, o il pecorino romano utilizzato in tantissime preparazioni soprattutto di primi piatti italiani, che rischiano di diventare molto meno accessibili, compromettendo una relazione storica e virtuosa tra il consumatore americano e il nostro patrimonio gastronomico. lactalis italia confida nel lavoro delle istituzioni italiane ed europee per tutelare il valore dell’export agroalimentare e garantire la competitivita’ delle nostre eccellenze nel mondo ed e’ disponibile ad offrire tutta la collaborazione possibile”.

DAZI: COTTI (ARAER), GRAVE MINACCIA A ECCELLENZE
ITALIANE COME PARMIGIANO REGGIANO E GRANA PADANO

“‘siamo molto preoccupati. e non potrebbe essere diversamente. i dazi al 30% che TRUMP introdurra’ sui prodotti europei a partire dal 1 agosto prossimo rappresentano una gravissima minaccia per le eccellenze dell’agroalimentare made in italy, in primis parmigiano reggiano e grana padano’. e’ quanto afferma luca COTTI, neopresidente di araer (associazione regionale allevatori dell’emilia romagna) nel commentare senza esitazione il tema che sta scuotendo l’intera economia del vecchio continente, e in particolare quella italiana che, se le trattative in corso a livello europeo non sfoceranno in un accordo meno penalizzante, subirebbe un durissimo colpo proprio a uno dei settori piu’ importanti qual e’ quello agroalimentare”. lo rende noto un comunicato di araer, che cosi’ prosegue: “‘il parmigiano reggiano destinato agli usa – continua COTTI – che per inciso rappresenta il nostro mercato estero piu’ importante, e’ gia’ gravato da dazi al 15%. con quelli che dovrebbero partire il primo agosto, e analogo discorso riguarda il grana padano, si andrebbe al 45%. una spada di damocle che si ripercuoterebbe innanzitutto sui produttori e sull’intera filiera, ma anche sul consumatore medio americano che potrebbe non essere piu’ in grado di acquistare un prodotto venduto a prezzi vertiginosi’. pur auspicando un esito del negoziato in corso a bruxelles piu’ favorevole, il presidente di araer molto realisticamente sottolinea che ‘purtroppo quello che dice TRUMP va preso sul serio e continuare a dire che si tratta di una boutade finalizzata a una trattativa tra usa e ogni singolo paese europeo non ci deve illudere. per questo occorre intercettare altri mercati internazionali che, come il giappone e l’australia, stanno dimostrando un crescente interesse per un’eccellenza come il parmigiano reggiano. stiamo poi registrando un fenomeno molto positivo – conclude luca COTTI – diverse compagnie di navi da crociera, in gran parte statunitensi, richiedono il nostro re dei formaggi per la preparazione dei piatti a bordo di queste grandi navi e per organizzare durante la navigazione appuntamenti che hanno come protagonista il parmigiano reggiano. si tratta di iniziative che stanno riscuotendo grande successo e che ovviamente rappresentano un ottimo strumento di comunicazione in grado di coinvolgere una fascia sempre piu’ ampia di popolazioni internazionali’.”.

DAZI: DE CASTRO, BRUXELLES HA MARGINI PER TRATTARE
ANCHE L’AMERICA HA BISOGNO DI NOI

“bruxelles ha margini per trattare. anche l’america ha bisogno di noi”: e’ il titolo di un’interessante intervista di paolo DE CASTRO, presidente di nomisma, a sara TIRRITO de “la stampa”. “le tariffe al 30% spiazzano il nostro agroalimentare. si tratta di una tariffa annunciata per essere negoziata, si abbassera’”, sostiene DE CASTRO che ritiene impossibile uno scenario con i dazi al 30%. per l’ex ministro dell’agricoltura, “il comportamento di TRUMP e’ incomprensibile, sta facendo male all’economia”. DE CASTRO sconsiglia la strada delle contromisure, almeno per ora, e si dichiara fiducioso nel lavoro del commissario europeo SEFCOVIC: “se si arrivasse a un accordo al 10%, pur facendo male, lo possiamo accettare”. riguardo alla trattativa, DE CASTRO ricorda anche che importiamo centinaia di milioni di tonnellate di soia americana, mais e riso ed inoltre “loro hanno bisogno di noi per vendere i servizi. gli spazi per un accordo ci sono”.

DAZI: CARAMIELLO (M5S), DANNO GRAVISSIMO
PER SUD E SETTORE AGROALIMENTARE

“e’ inaccettabile che, nonostante gli sbandierati ottimi rapporti con l’amministrazione TRUMP, il governo MELONI non abbia ancora adottato misure efficaci per tutelare il settore agroalimentare di fronte ai nuovi dazi del 30%. il nostro sud, gia’ alle prese con criticita’ sociali ed economiche profonde, si trova ora di fronte a un’ulteriore minaccia: la perdita di un mercato fondamentale per le aziende locali”. lo scrive in un comunicato stampa alessandro CARAMIELLO, capogruppo del movimento 5 stelle in commissione agricoltura alla camera, che prosegue: “la nostra mozzarella, la pasta, l’olio extravergine d’oliva, le conserve di pomodoro e altri prodotti tipici rischiano di diventare troppo cari e quindi meno competitivi, minando la sopravvivenza di molte imprese e mettendo a rischio posti di lavoro che rappresentano il cuore pulsante delle nostre comunita’. e non si tratta solo di alimentari: anche il settore farmaceutico, elettronico e automotive, sviluppati nel mezzogiorno, sono destinati a soffrire a causa della mancanza di alternative commerciali efficaci. le cifre parlano chiaro: gli stati uniti rappresentano il 25% dell’export dop e igp italiano, pari a quasi 3 miliardi di euro all’anno. un aumento dei dazi potrebbe provocare un crollo delle vendite, con conseguenze devastanti anche per l’agricoltura e il settore vitivinicolo centrosettentrionale. denominazioni come chianti, prosecco, amarone, barbera e friulano rischiano di perdere competitivita’, con ripercussioni negative anche sull’immagine e sulla fiducia degli investitori e degli importatori americani. questa crisi mette a rischio il patrimonio enogastronomico italiano, con danni che potrebbero estendersi anche al settore vitivinicolo, gia’ gravemente minacciato. e’ ora che il governo agisca con decisione, tutelando il sud e il nostro agroalimentare, pilastri della nostra identita’ e della nostra economia”.

DAZI: SEFCOVIC, CONTINUIAMO A TRATTARE MA PRONTI
A DIFENDERE NOSTRE AZIENDE E NOSTRA ECONOMIA

“gli stati membri giudicano inaccettabile i dazi del 30% decisi dagli usa nei confronti dell’ue e chiedono trattative per una soluzione soddisfacente, ma sono pronti a sostenere contromisure proporzionate”, lo ha dichiarato il ministro danese lars LOKKE RASMUSSEN, attuale presidente di turno del consiglio dei ministri europei degli esteri, in apertura della conferenza stampa che oggi pomeriggio ha chiuso una seduta dedicata al commercio. da parte sua, il commissario europeo per il commercio e la sicurezza economica maros SEFCOVIC ha sottolineato il contesto internazionale sempre piu’ difficile e sottolineato il forte sostegno espresso dai paesi dell’ue alla commissione. “nella prossime settimane – ha spiegato – dovremo concentrarci su diverse aree: lavorare per arrivare a una soluzione negoziata con gli usa per ritrovare una situazione di stabilita’ e cooperazione, ma siamo pronti in ogni caso ad adottare misure proporzionate per ricreare una situazione di riequilibrio; tenere i canali aperti con partner che la pensano come noi; impegnarci ad aprire a nuovi mercati con accordi nel sud-est asiatico e non solo – l’ultimo accordo di libero scambio e’ stato siglato oggi con l’indonesia – e a chiudere entro fine anno le trattative per un’intesa con l’india, oltre a proseguire i colloqui con gli emirati arabi uniti e per rafforzare l’accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (cptpp); esplorare misure specifiche per ridurre i tempi di applicazione degli accordi; riequilibrare i rapporti con la cina”. sempre riguardo alla firma di nuovi accordi di libero scambio, LOKKE RASMUSSEN ha dichiarato di essere impegnato affinche’ l’ue chiuda entro la sua presidenza i negoziati con i paesi del mercosur. rispondendo ad alcune domande dei giornalisti, il commissario SEFCOVIC ha ribadito che l’ue non vuole un conflitto con gli usa e un accordo di principio era vicino ma non era ancora stato raggiunto al momento del ricevimento della lettera con la comunicazione dei dazi che gli stati uniti intendono applicare all’ue a partire da agosto. “continuiamo a dire – ha concluso il commissario – che vogliamo privilegiare il negoziato, ma quanto proposto dagli usa e’ inaccettabile per qualsiasi tipo di commercio. se non arriveremo a un accordo per noi accettabile, difenderemo le nostre aziende e la nostra economia con misure di riequilibrio”. gia’ stasera SEFCOVIC parlera’ con i suoi interlocutori statunitensi e proseguiranno tutti i contatti ad alto livello. il resoconto dei principali risultati del consiglio dei  ministri degli esteri europei e’ disponibile a questo link https://tinyurl.com/242cbpdj

DAZI: MAMMI, EMILIA-ROMAGNA TRA REGIONI PIU’ A
RISCHIO AGROALIMENTARE SETTORE PIU’ COLPITO

“i dazi sono a tutti gli effetti tasse che si pagano allo stato americano. se questo provvedimento verra’ confermato, l’emilia-romagna sara’ una delle regioni che paghera’ il prezzo piu’ alto: il nostro export e’ tra i piu’ apprezzati nel mondo e siamo la regione che esporta di piu’ negli stati uniti. servono contromisure solide e rapide: chiediamo all’unione europea e al governo una strategia unitaria, forte e ragionata per difendere la presenza sul mercato statunitense delle nostre produzioni, azioni che al momento mancano”. lo afferma in un comunicato l’assessore all’agricoltura, alessio MAMMI, commentando l’annuncio dell’amministrazione degli stati uniti che prevede l’applicazione di dazi e tariffe doganali al 30% per i prodotti europei a partire dal primo agosto”. “i dazi sono, a tutti gli effetti, tasse: aumentano il costo dei prodotti, generano sfiducia e incertezza nei mercati, comprimono le economie, fanno salire l’inflazione ed erodono il potere d’acquisto, sia dei cittadini europei sia degli americani – prosegue l’assessore -. non c’e’ solo un impatto immediato sui prezzi, ma puo’ generarsi un rischio di rallentamento delle economie, perdita di valore delle borse, e conseguenze negative nel medio e lungo periodo: questi soldi finiscono nelle casse dello stato americano, ma non vanno ne’ alle imprese ne’ ai lavoratori. inoltre, nella lettera inviata dagli stati uniti si sceglie di ingnorare l’enorme valore dei servizi, dei fondi di investimento e della finanza americana che gia’ beneficia enormemente del mercato europeo”. dunque, continua MAMMI, “rappresentano un problema molto serio per l’italia e particolarmente pesante per la nostra regione, che e’ tra quelle che esportano di piu’ negli stati uniti, oltre 10,5 miliardi di euro. serve, quindi, una reazione forte, ragionata e unitaria da parte dell’europa e del governo italiano. occorre inoltre constatare che non ci sono relazioni ‘speciali’ tra italia e stati uniti, come il governo ha provato a far credere in questi mesi: siamo tutti europei, tutti nella stessa situazione, e nessuno puo’ permettersi approcci individuali o fughe in avanti”. “accanto alla reazione diplomatica e commerciale – aggiunge l’assessore – serve subito anche un piano concreto di sostegno alle imprese e alle filiere piu’ colpite, per aiutarle a essere piu’ competitive e assorbire il contraccolpo dei dazi. a partire dalla riduzione degli oneri fiscali e sul lavoro, da misure per migliorare la logistica e l’energia, garantendo vantaggi soprattutto per le aziende energivore, e dal sostegno per promuovere il made in italy negli stati uniti, un mercato fondamentale che non possiamo permetterci di perdere, anche grazie alla forte domanda e alla presenza di 20 milioni di cittadini che vantano origini italiane. e, mentre difendiamo la nostra presenza negli stati uniti – conclude MAMMI -, dobbiamo anche guardare avanti: investire su nuovi mercati, come sudamerica e asia, per aprire nuovi sbocchi commerciali, senza rinunciare a quello americano, oggetto al momento di una fase molto perturbata”. “con un valore di 10 miliardi e mezzo di euro di prodotti esportati nel 2024 – prosegue il comunicato – gli stati uniti sono il primo mercato di destinazione dei beni prodotti dalle imprese emiliano-romagnole. di questi circa un miliardo (985 milioni) arriva dai prodotti agroalimentari. una tendenza confermata anche nel primo trimestre del 2025, con esportazioni pari a 263,1 milioni di euro, pari al 10,4% dell’export regionale negli stati uniti, l’11,9% in piu’ rispetto al 2024. secondo una stima di coldiretti i prezzi al consumo dei prodotti italiani negli usa subirebbero rincari del 45% per i formaggi, del 35% per i vini e del 42% per conserve e marmellate. che potrebbero costare alle famiglie americane e al settore agroalimentare nazionale 2,3 miliardi di euro. sempre secondo coldiretti, al danno immediato in termini di calo delle esportazioni, si aggiungerebbe quello della mancata crescita di un settore che puntava per quest’anno a superare quota 9 miliardi di esportazioni. alcune aziende hanno gia’ cominciato a rafforzare la produzione sul suolo americano, mentre chiedono all’ue una semplificazione delle regole per restare competitive in un contesto globale sempre piu’ instabile. anche l’associazione origin italia sottolinea come gli stati uniti rappresentino il principale mercato extra-ue per le produzioni dop e igp italiane dove assorbono circa il 25% dell’export totale del comparto certificato. in valore assoluto, lo scorso anno la quota di prodotti top venduti oltreoceano ha sfiorato i 3 miliardi di euro sui 12 miliardi di esportazioni nel resto del mondo”.

DAZI: GAMBERINI (LEGACOOP), UE PROSEGUA NEGOZIATO MA FAVORISCA
RIVITALIZZAZIONE MERCATO INTERNO E REINDUSTRIALIZZAZIONE

“‘a fronte dell’ultimo annuncio del presidente degli stati uniti, difficile dire se realmente definitivo e che comunque continua a produrre un dannoso stato di incertezza sui mercati internazionali, di un’imposizione di dazi al 30% alle esportazioni del nostro continente, e’ indispensabile che le istituzioni dell’unione europea proseguano il negoziato con sangue freddo e determinazione per giungere ad un accordo che scongiuri una guerra commerciale con gli usa; ma accanto a questo e’ necessario che favoriscano una rivitalizzazione del mercato interno, eliminando le barriere doganali che ne limitano la crescita, e che definiscano una strategia di reindustrializzazione attraverso interventi da finanziare con debito comune’. a dirlo e’ il presidente di legacoop, simone GAMBERINI”. lo rende noto un comunicato di legacoop. “l’impegno a proseguire le trattative con gli stati uniti per arrivare ad un accordo deve comunque essere accompagnato dall’attivazione, da subito, di concrete misure di sostegno alle imprese delle filiere e dei settori piu’ colpiti dall’imposizione delle tariffe, a partire dall’agroalimentare e dall’automotive”, prosegue GAMBERINI, che aggiunge: “occorre, inoltre, perseguire con maggiore forza l’obiettivo di una diversificazione dei mercati internazionali di sbocco per l’export”. “non va inoltre dimenticato che agli effetti dei dazi usa sull’export dell’eurozona si sommano quelli della svalutazione del dollaro sull’euro, che potrebbe estendersi anche ad altre valute che seguono la divisa statunitense, allargando l’effetto negativo per il nostro export anche ad altri mercati”, sottolinea il presidente di legacoop. “da una rilevazione effettuata in questi giorni su un campione rappresentativo della platea delle cooperative aderenti a legacoop, emerge che il 30% si dichiara preoccupato per un potenziale incremento dei dazi sulle esportazioni verso il mercato statunitense, con punte del 45% per le cooperative del centro italia e del 57% per quelle del settore agroalimentare”, rileva il comunicato, che precisa: “inoltre, il 19% del campione vede il maggiore impatto dei dazi sull’acquisto delle materie prime. per quanto riguarda le strategie per mitigare il possibile impatto dei dazi, solo il 3% delle aziende sta gia’ pensando di adottare misure specifiche, come il cambio fornitori, la delocalizzazione o la diversificazione dei mercati. un’ampia quota, pari al 39%, dichiara di ‘non sapere ancora’ se adottera’ tali strategie, mentre la maggioranza, il 58%, non sta pianificando alcuna azione. insomma, la preoccupazione non si e’ ancora tradotta in una diffusa pianificazione di contromisure concrete: occorrono, percio’, politiche di sistema all’altezza di questa urgenza”. “uno scenario preoccupante che impone comune senso di responsabilita’ e unione di intenti da parte di tutti i paesi dell’unione per giungere ad un’intesa che scongiuri conseguenze pesanti per la crescita economica e per l’occupazione”, conclude GAMBERINI.

DAZI: BATTISTA (COPAGRI), AGROALIMENTARE
ITALIANO RISCHIA CONTRACCOLPO DURISSIMO

“‘il pericolosissimo ‘balletto’ dei dazi messo in scena dall’amministrazione statunitense non fa altro che influenzare negativamente i mercati, incidendo concretamente sulla serenita’ e sulla capacita’ di programmazione delle imprese e rischiando di assestare un colpo durissimo all’agroalimentare italiano’, sottolinea il presidente della copagri tommaso BATTISTA a proposito della lettera inviata dagli stati uniti alla presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN”. lo rende noto un comunicato della copagri. “bisogna sempre tener presente che le tariffe aggiuntive del 30% recentemente annunciate, e in vigore dall’inizio del mese di agosto, si andrebbero a sommare a quelle gia’ esistenti, sulle quali peserebbero, inoltre, la svalutazione del dollaro e l’aumento delle tasse doganali usa, per un totale decisamente piu’ pesante del mero dazio”, fa notare il presidente, evidenziando che “a destare ulteriore preoccupazione c’e’ poi la minaccia di ulteriori ritorsioni economiche messa nero su bianco proprio dall’amministrazione statunitense”. “in ogni caso, parliamo di misure che andrebbero a colpire numerosi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva, che nel 2024 hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli usa, con un aumento complessivo del 17% circa”, prosegue BATTISTA, secondo cui “questa percentuale da’ la misura della strategicita’ del mercato degli stati uniti, secondo a livello mondiale per l’export agroalimentare tricolore, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, pari a oltre il 20% del totale di tutta l’unione europea”. “per tutte queste ragioni, e per moltissime altre, oltre a continuare a lavorare sul versante diplomatico per arrivare a una risposta forte e compatta a livello di unione europea, a partire dall’odierno vertice straordinario dei ministri del commercio dell’ue, e’ bene accelerare il ragionamento in atto sull’apertura di nuovi mercati, con particolare riferimento ai paesi del mercosur e a quelli del sud-est asiatico, tenendo sempre in debita considerazione l’importanza della reciprocita’”, conclude BATTISTA, ricordando che “nelle trade wars non ci sono ne’ vincitori ne’ vinti, poiche’ si perde tutti”.

DAZI: ITALMOPA, RISVOLTI MOLTO PESANTI PER INDUSTRIA
MOLITORIA IN CASO DI GUERRA COMMERCIALE USA-UE

“italmopa-associazione industriali mugnai d’italia, aderente a federprima e a confindustria, ribadisce la profonda preoccupazione del comparto molitorio italiano nei riguardi della possibile applicazione, con decorrenza 1° agosto, di dazi al 30% sui prodotti originari dell’unione europea e destinati al mercato statunitense”. lo rende noto un comunicato di italmopa. “e’ opportuno in primis ricordare che la comunicazione del presidente TRUMP appare finalizzata ad aprire un’ulteriore fase della trattativa e ci auguriamo che, a fronte del rischio di un’escalation di una guerra commerciale alimentata da reciproche e crescenti ritorsioni, prevalga la volonta’ di privilegiare un approccio di natura negoziale”, evidenzia vincenzo MARTINELLI, presidente italmopa, che prosegue: “in caso contrario, l’industria molitoria sarebbe pesantemente colpita sia direttamente, con l’applicazione di dazi sulle nostre farine e semole esportate verso gli stati uniti, sia indirettamente in quanto tali dazi saranno comminati anche ad altri prodotti del ‘made in italy’ alimentare – a mero titolo esemplificativo, la pasta alimentare o i prodotti della biscotteria e i lievitati – per i quali le farine e le semole risultano essere l’ingrediente principale”. “nel 2024, le sole esportazioni italiane di farine e semole di frumento tenero e di frumento duro verso gli stati uniti hanno raggiunto complessivamente 46.500 tonnellate, con una crescita del 24% rispetto al 2023 e del 135% nell’arco dell’ultimo decennio, ponendo gli stessi stati uniti ai vertici dei paesi extra ue destinatari dei nostri sfarinati”, sottolinea il comunicato. “peraltro, le possibili contromisure comunitarie nei riguardi degli usa prevedono l’applicazione di dazi sull’importazione di frumento tenero e di frumento duro, ovvero di materie prime delle quali siamo strutturalmente e fortemente deficitari”, fa notare MARTINELLI, che conclude: “le nostre importazioni dagli stati uniti riguardano, peraltro, frumento di altissima qualita’, circa mezzo milione di tonnellate nel 2024, non reperibile nelle quantita’ adeguate sul mercato nazionale o comunitario e pertanto difficilmente sostituibile. in questo contesto appare chiaro che, per l’industria molitoria, l’unica via percorribile rimane quella del buon senso”.

DAZI: FORATTINI (PD), DEVASTANTI PER AGROALIMENTARE
MELONI DIMOSTRI AUTONOMIA E LOLLOBRIGIDA AGISCA

“i dazi americani al 30%, sommati a quelli gia’ in essere, avranno un effetto devastante sul nostro sistema agroalimentare e su tutti i comparti piu’ rappresentativi del made in italy e del settore manifatturiero. la narrazione di ‘MELONI amica di TRUMP’ sta rivelando tutta la sua inconsistenza, esponendo l’export nazionale a una crisi senza precedenti e trascinando nel baratro imprese e posti di lavoro”. lo dichiara in un comunicato antonella FORATTINI, capogruppo del partito democratico in commissione agricoltura alla camera, commentando l’ipotesi di nuovi dazi statunitensi sui prodotti italiani. “i formaggi – sottolinea l’esponente dem – pagano gia’ dazi del 15%, che salirebbero al 45%. la pasta oggi paga il 16%, che salirebbe al 46%. dirompenti anche le ricadute sul vino, che genera un export di 2 miliardi destinato agli stati uniti. l’europa deve continuare a trattare, senza complessi di sudditanza e meloni deve dimostrare di avere l’autorevolezza e l’autonomia necessarie per tutelare il made in italy”. “in questo scenario – conclude FORATTINI – e’ estremamente preoccupante l’ipotesi di tagli alla nuova pac: e’ bene che il ministro francesco LOLLOBRIGIDA smetta di fare il passacarte e agisca concretamente, insieme al collega FITTO, per scongiurare questa inaccettabile eventualita’”.

DAZI: MAGI (+EUROPA), DA LOLLOBRIGIDA ATTO
SOTTOMISSIONE A TRUMP CONTRO CIBO ITALIANO

“dov’e’ finito il ministro francesco LOLLOBRIGIDA che sventolava la battaglia del cibo italiano e vietava la ricerca sulla carne coltivata? dov’e’ il ministro LOLLOBRIGIDA che fa la guerra al grano canadese, alle olive tunisine e all’olio di palma, sempre in nome della tutela dell’agroalimentare italiano? oggi il ministro dell’agricoltura ha chiesto all’ue di aumentare gli acquisti di fonti proteiche per alimenti e mangimi dagli stati uniti. alimenti e mangimi spesso vietati dall’unione europea perche’ dannosi o perche’ la produzione non rispetta gli standard ambientali. in pratica, ai dazi del 30% verso l’ue di TRUMP, l’italia risponde con un atto di sottomissione, chiedendo di aprire il nostro mercato ai prodotti proteici americani. LOLLOBRIGIDA e’ passato dalla sovranita’ alimentare al discount di alimenti americani. se questo e’ patriottismo”. lo afferma in un comunicato stampa il segretario di +europa, riccardo MAGI.

DAZI: GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA), SI RISCHIA
UN CAOS GLOBALE L’EUROPA GIOCHI AD ARMI PARI

“‘nessuno si aspettava i dazi americani al 30%: donald TRUMP ci ha applicato dazi corrispondenti a quelli del messico e del sudafrica, e francamente noi europei, che siamo una grande potenza economica e politica e un grande alleato degli stati uniti, ci aspettavamo un trattamento diverso’. e’ quanto ha dichiarato massimiliano GIANSANTI, presidente di confagricoltura e alla guida dei 22 milioni di agricoltori europei, nell’intervista di oggi al ‘corriere della sera’”. lo rende noto un comunicato di confagricoltura, che cosi’ prosegue: “GIANSANTI ha espresso forte preoccupazione per le ricadute delle nuove tariffe statunitensi sull’intero comparto agroalimentare europeo. ‘mi auguro un ripensamento americano – ha precisato – i dazi a questi livelli creerebbero un caos globale, non solo nei rapporti tra ue e usa’. secondo il presidente di confagricoltura, la chiave per disinnescare la crisi potrebbe essere l’apertura di un confronto sulle barriere non tariffarie, ancora molto diffuse nel settore agricolo. ma la questione va ben oltre il semplice scambio di merci: ‘l’obiettivo americano non e’ tanto imporre maggiori dazi, ma riuscire ad aprire il mercato europeo e rafforzare l’economia americana. e’ altrettanto evidente che il nostro interesse e’ proteggere il nostro mercato che si’, e’ fatto di standard molto elevati. questi sono una difficolta’ per le imprese americane, ma se non si ragiona in termini di reciprocita’, anche con il mercosur, non ci sara’ mai la disponibilita’ al confronto degli agricoltori. dobbiamo giocare ad armi pari’. sulla possibilita’ di rivedere la regolamentazione europea, il presidente non chiude del tutto le porte: ‘su alcuni comparti produttivi come la soia, ci puo’ essere uno spazio importante, ma se parliamo di un’apertura tout court del mercato a prodotti usa che non hanno il nostro standard, o che richiamano impropriamente il nostro sistema di denominazione e di origine, verrebbero sconvolte tradizioni plurisecolari di molti territori europei’. ‘sarebbe molto difficile sostituire gli stati uniti. e’ vero che l’unione europea sta trattando dei nuovi accordi commerciali con indonesia, thailandia e india, che sono mercati molto promettenti, ma non particolarmente attraenti per l’agroalimentare’. GIANSANTI, quindi, ha sottolineato la necessita’ di spingere sul mercato europeo, che alla fine e’ quello che da’ maggiori soddisfazioni alle imprese, e di fare uno sforzo anche per rafforzare il mercato italiano. quanto all’impegno della commissione europea, ha aggiunto: ‘o la ue dimostra di essere veramente solidale con una politica economica in grado di sostenere il suo sistema produttivo, oppure resteremo solo un grande condominio’.”.

BATTISTA (COPAGRI), PAC E DAZI USA DISCUSSI NELL’INCONTRO
A BRUXELLES CON V. PRESIDENTE COMMISSIONE FITTO

“il paventato taglio al bilancio agricolo dell’unione europea e le pesantissime ricadute delle nuove barriere tariffarie annunciate dall’amministrazione statunitense rischiano di assestare un colpo irreversibile alla tenuta delle migliaia di aziende agricole che rappresentano la vera e propria spina dorsale dell’economia italiana, con evidenti e non trascurabili ricadute socioeconomiche sullo sviluppo delle aree interne e rurali del belpaese”. lo ha sottolineato il presidente della copagri tommaso BATTISTA, che insieme al vicepresidente della confederazione giovanni BERNARDINI, ha incontrato oggi il vicepresidente esecutivo della commissione europea raffaele FITTO (fdi). lo rende noto un comunicato stampa della copagri. “respingiamo con fermezza ogni ipotesi relativa a eventuali tagli al bilancio agricolo, da cui dipende direttamente non solo la sicurezza alimentare di tutta l’europa, ma anche la sostenibilita’ ambientale e sociale di un comparto che storicamente fornisce un apporto insostituibile in termini di tutela e di presidio del territorio”, ha proseguito BATTISTA, secondo cui “allo stesso modo va rispedita al mittente la sempre piu’ probabile istituzione di un fondo unico e di un programma nazionale che vadano a sostituire l’attuale impostazione caratterizzata da piani separati per agricoltura e pesca, anch’essa assolutamente dannosa, poiche’ espone il primario al concreto rischio di una rinazionalizzazione delle politiche agricole ue”. “ad aggravare ulteriormente la gia’ delicata situazione dell’agricoltura – ha aggiunto il presidente – stretta nella morsa tra la bassa redditivita’ e i costi di produzione alle stelle, c’e’ poi la spada di damocle dei dazi statunitensi, che entreranno in vigore dal prossimo mese di agosto e andranno a colpire numerosi prodotti di eccellenza dell’agroalimentare nazionale, primi fra tutti i vini, i salumi, i formaggi e l’olio evo, che nel 2024 hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli stati uniti, con un aumento complessivo del 17%”. “per tutte queste ragioni, nel prossimo quadro finanziario pluriennale dell’ue, e’ fondamentale mettere in campo ogni possibile sforzo, continuando a lavorare per individuare delle misure strutturali che nel medio-lungo periodo possano andare a rendere il settore piu’ competitivo, contribuendo contestualmente a contrastare lo spopolamento delle aree rurali”, ha suggerito BATTISTA, trovando la piena condivisione di FITTO, al quale e’ stato consegnato un ampio e articolato documento contenente le proposte della copagri. “ringraziamo FITTO, che ha tra i suoi compiti proprio il rafforzamento della competitivita’, della resilienza e della sostenibilita’ del settore agroalimentare, per la grande sensibilita’ e l’attenzione mostrate verso le istanze delle migliaia di produttori agricoli italiani”, ha concluso il presidente, ricordando che “la copagri riunira’ il proprio esecutivo il prossimo 16 luglio a bruxelles, in concomitanza con la presentazione del prossimo bilancio pluriennale dell’ue e della proposta legislativa sulla pac post2027”.

DAZI: FEDERDOC, FORTE PREOCCUPAZIONE
PER VINI A DENOMINAZIONE D’ORIGINE

“la confederazione nazionale dei consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani-federdoc intende esprimere la propria seria preoccupazione in merito all’eventuale introduzione di dazi da parte degli stati uniti sul vino italiano, con particolare riferimento ai vini a denominazione d’origine, prodotti di eccellenza che rappresentano l’identita’ e la cultura dei territori di origine”. lo rende noto un comunicato di federdoc. “per questo, federdoc sollecita il governo italiano e le istituzioni europee a intensificare il dialogo con le autorita’ statunitensi, per trovare soluzioni condivise che evitino l’applicazione di misure tariffarie penalizzanti”, prosegue il comunicato, nel sottolineare che “la cooperazione internazionale e la diplomazia commerciale devono prevalere, al fine di tutelare un settore vitale per l’economia e la cultura italiane”. “federdoc conferma la propria disponibilita’ a collaborare con tutte le parti coinvolte per salvaguardare il futuro dei vini a denominazione d’origine e delle comunita’ che li producono, convinta che solo attraverso un impegno condiviso sia possibile garantire la continuita’ di un patrimonio di qualita’ riconosciuto a livello globale”, conclude il comunicato.

DAZI: VON DER LEYEN, PRONTI PER ACCORDO ENTRO 1/8. ALLO STESSO TEMPO ADOTTEREMO MISURE NECESSARIE PER SALVAGUARDIA INTERESSI UE

la presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN ha dichiarato: “prendiamo atto della lettera inviata dal presidente degli stati uniti TRUMP che delinea una revisione delle tariffe doganali e una nuova tempistica. imporre dazi del 30% sulle esportazioni dell’ue perturberebbe le essenziali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito di imprese, consumatori e pazienti su entrambe le sponde dell’atlantico. poche economie al mondo eguagliano il livello di apertura e di rispetto delle pratiche commerciali eque dell’unione europea. l’ue ha costantemente dato priorita’ a una soluzione negoziata con gli stati uniti, a dimostrazione del nostro impegno per il dialogo, la stabilita’ e un partenariato transatlantico costruttivo. rimaniamo pronti a continuare a lavorare per raggiungere un accordo entro il 1° agosto. allo stesso tempo, adotteremo tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell’ue, inclusa l’adozione di contromisure proporzionate, se necessario. nel frattempo, continuiamo ad approfondire le nostre partnership globali, saldamente ancorate ai principi del commercio internazionale basato su regole”.

DAZI: GOVERNO, RIMANERE FOCALIZZATI SUI NEGOZIATI EVITANDO POLARIZZAZIONI CHE RENDEREBBERO PIU’ COMPLESSO RAGGIUNGERE INTESA

palazzo chigi ha diffuso il seguente comunicato “il governo italiano continua a seguire con grande attenzione lo sviluppo dei negoziati in corso tra unione europea e stati uniti, sostenendo pienamente gli sforzi della commissione europea che verranno intensificati ulteriormente nei prossimi giorni. confidiamo nella buona volonta’ di tutti gli attori in campo per arrivare a un accordo equo, che possa rafforzare l’occidente nel suo complesso, atteso che – particolarmente nello scenario attuale – non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’atlantico. ora e’ fondamentale rimanere focalizzati sui negoziati, evitando polarizzazioni che renderebbero piu’ complesso il raggiungimento di un’intesa”.

DAZI: MASCARINO (FEDERALIMENTARE), BALZELLO CHE SUPERA TOLLERABILITA’, URGENTE INTERVENTO UE PER RIDURRE TARIFFE INTERNE

“sulla proposta di dazi al 30% su tutti i prodotti europei in entrata negli stati uniti da parte del presidente TRUMP, il presidente di federalimentare, paolo MASCARINO, ha dichiarato: “ogni dazio fa male al commercio e avremmo preferito un’area di libero scambio euroatlantica, a dazi zero: l’imposizione di un dazio al 30% supera ogni soglia di tollerabilita’ per le imprese, aumentando il rischio di un calo significativo delle esportazioni, anche alla luce dell’attuale svalutazione del dollaro”. “il combinato disposto dell’impatto dei dazi usa e della svalutazione del dollaro non sara’ sostenibile per diversi settori – continua MASCARINO – e a tutela delle imprese chiediamo alla ue un intervento della mano pubblica: cosi’ come gli stati uniti hanno fatto con i dazi, che di fatto e’ un intervento pubblico per proteggere la loro industria, anche noi lo chiediamo. non pensiamo pero’ a sussidi, ma ad urgenti interventi strutturali per rafforzare la nostra capacita’ competitiva riducendo i dazi interni alla ue: snellire il carico burocratico sulle imprese, riformare i mercati dell’energia per garantire una riduzione dei prezzi, facilitare l’accesso al credito. in tal senso, proseguire con maggior decisione sulla strada del taglio dei tassi di interesse nell’area euro potrebbe aiutare la crescita economica.” “resta comprensibile – prosegue il presidente MASCARINO – che la ue voglia dare una risposta politica ai dazi americani, per dignita’ istituzionale e affinche’ non sia mortificata da questa decisione dell’amministrazione TRUMP: ma questa risposta della ue riteniamo debba essere prudente e ancora aperta al negoziato, visto il rischio di un ulteriore 30% in caso di ritorsione. il presidente meloni sta conducendo una complessa azione in europa per contenere tutti coloro che vorrebbero una risposta muscolare alla minaccia dei dazi usa, una strategia che rischierebbe di essere autolesionista per l’europa e in particolare per l’italia.” “l’industria alimentare italiana e’ fortemente orientata all’export: gli usa sono la seconda destinazione del nostro export, e valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale delle nostre esportazioni. prima degli stati uniti abbiamo solo la germania, che vale 7,9 miliardi. dunque – conclude MASCARINO – gli usa restano un mercato davvero molto importante, e resta prioritario favorire la presenza delle nostre imprese sostenendone la competitivita’”.

DAZI: MARETTI (LEGACOOP AGROALIMENTARE), 30% METTE IN GRANDE DIFFICOLTA’ EXPORT. PROPOSTA INACCETTABILE OCCORRE RISPOSTA DECISA DA UE

«il 30% di dazi usa mette in grande difficolta’ l’export ue e italiano». con queste parole cristian MARETTI, presidente di legacoop agroalimentare, commenta la lettera dell’amministrazione TRUMP che annuncia tariffe aggiuntive all’unione europea del 30% a partire dal 1° agosto. per MARETTI “la questione e’ prevalentemente politica”. «tutti questi cambi di direzione di TRUMP degli ultimi mesi rischiano di essere una foglia di fico per nascondere la volonta’ politica di colpire un alleato storico come l’europa», osserva MARETTI che “chiede una risposta adeguata da parte della ue”. «certo, noi saremo sempre dalla parte di chi evita di buttare benzina sul fuoco. ma se un nostro alleato e “amico” di parte politica da’ fuoco al nostro fienile, non possiamo certo usare i guanti bianchi e il fioretto per ragionare con lui», sottolinea. «con i limitati margini che le cooperative agroalimentari hanno, sara’ impossibile tutelare completamente le produzioni agricole dei nostri soci. ma effetti si avranno anche in europa e negli stessi usa. nessuno pensi che i dazi saranno un problema solo per chi esporta. le ricadute sui consumi americani e sul mercato interno europeo saranno inevitabili», conclude MARETTI.

DAZI: CONFAGRICOLTURA, IL 30% INACCETTABILE, AFFOSSA
L’ECONOMIA DI INTERI PAESI. AGIRE UNITI COME EUROPA

“i dazi al 30% all’europa annunciati dal presidente degli stati uniti donald TRUMP vanno oltre ogni piu’ cupa previsione e sono assolutamente inaccettabili. per l’agricoltura europea, e per quella italiana, sarebbero una condanna che va a colpire non solo il settore primario, ma l’economia di interi paesi”. lo ha detto il presidente di confagricoltura, massimiliano GIANSANTI, commenta la lettera di annuncio dei dazi usa inviata alla presidente della commissione ue, ursula VON DER LEYEN. “le nostre imprese – aggiunge GIANSANTI – non potrebbero sopportare un carico di questo tipo, e la questione non riguarda solo la filiera agroalimentare. come europa dobbiamo essere uniti nel negoziato e trovare una soluzione che non affossi l’economia del nostro continente e che non metta in discussione i sistemi produttivi sul tema delle barriere non tariffarie”.

DAZI: COLDIRETTI, 30% COLPO MORTALE DA OLTRE 2,3 MLD PER CIBO
MADE IN ITALY, TROVARE ACCORDO E METTERE FINE A INCERTEZZA

“i dazi al 30% annunciati dal presidente usa donald TRUMP sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all’agroalimentare italiano oltre 2,3 miliardi di euro. e’ quanto emerge da una stima coldiretti, effettuata sulla base dell’impatto per le filiere nazionali gia’ sperimentato in occasione delle tariffe aggiuntive imposte dal tycoon nel suo primo mandato, che aveva portato a un calo delle vendite a doppia cifra per i prodotti colpiti. l’impatto in termini di prezzi maggiorati per i consumatori americani si tradurrebbe inevitabilmente in ricadute anche sulle aziende italiane, vista la richiesta di “sconti” da parte degli importatori riscontrata nelle scorse settimane. la diminuzione dei consumi porta inevitabilmente a prodotto invenduto per le imprese tricolori, costrette a dover cercare nuovi mercati. il tutto senza dimenticare il pericolo falsi, con gli stati uniti primo produttore mondiale di falso cibo made in italy. l’eventuale scomparsa di molti prodotti italiani dagli scaffali rappresenterebbe un assist per la gia’ fiorente industria del tarocco, stimata in un valore di 40 miliardi. al danno immediato in termini di un probabile calo delle esportazioni andrebbe ad aggiungersi quello causato dalla mancata crescita, con il cibo made in italy in usa che quest’anno puntava a superare il traguardo dei 9 miliardi di euro, dopo aver raggiunto lo scorso anno il valore record di 7,8 miliardi di euro, grazie a un incremento delle vendite del 17% rispetto al 2023, secondo l’analisi coldiretti su dati istat. a pesare e’ anche il fatto che le nuove tariffe aggiuntive andrebbero a sommarsi a quelle gia’ esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere cardine, a partire da quelle gia’ sottoposte a dazio. con il dazio al 30%, le tariffe aggiuntive per alcuni prodotti simbolo del made in italy arriverebbero al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro trasformato, al 36% per la pasta farcita e al 42% per marmellate e confetture omogeneizzate, secondo una proiezione coldiretti”, informa un comunicato stampa dell’organizzazione. “imporre dazi al 30% sui prodotti agroalimentari europei – e quindi italiani – sarebbe un colpo durissimo all’economia reale, alle imprese agricole che lavorano ogni giorno per portare qualita’ e identita’ nel mondo, ma anche ai consumatori americani, che verrebbero privati di prodotti autentici o costretti a pagarli molto di piu’ oltre ad alimentare il fenomeno dell’italian sounding. purtroppo non possiamo che constatare, laddove dovessero essere confermati i dazi il 1 agosto, il totale fallimento della politica esercitata dalla VON DER LEYEN a danno dei settori produttivi e delle future generazioni. la presidente deve spendersi per una soluzione vera, come non ha ancora fatto. in un momento delicatissimo per gli equilibri geopolitici ed economici globali, colpisce la totale assenza di coraggio e di visione strategica da parte dell’europa. mentre il mondo si riarma, le filiere si ricompongono e le grandi potenze investono nel rafforzamento della propria sovranita’ alimentare ed energetica, bruxelles pensa a tagliare risorse proprio ai settori produttivi piu’ strategici come l’agricoltura e dell’economia reale”, afferma il presidente di coldiretti ettore PRANDINI . “dopo la decisione europea di aumentare il proprio contributo alla nato per superare quello degli stati uniti la scelta americana di colpire il nostro agroalimentare con dazi punitivi appare profondamente ingiusta e del tutto asimmetrica. non si puo’ chiedere all’europa maggiore responsabilita’ strategica e poi penalizzarla economicamente sul commercio. serve uno scatto di lucidita’ da parte di tutti: ci auguriamo che un supplemento di razionalita’, non solo diplomatica, riporti la discussione sul terreno del buon senso e dell’equilibrio tra alleati”, afferma il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO.

DAZI: GARDINI (CONFCOOPERATIVE), TARIFFE AL 30% COLPO DA KO TECNICO. TRUMP DISSEMINATORE DI TEMPESTE, DA UE SOLITA INEFFICACIA

“i dazi al 30% annunciati da TRUMP sono un colpo da ko tecnico per il nostro export e per una parte dei distretti produttivi. con i dazi al 10% avevamo calcolato con il censis un contraccolpo pesante per l’occupazione con 68.000 occupati in meno e la perdita di 18 miliardi di euro di valore export, pari al 25% dell’export complessivo. TRUMP dimostra di essere un disseminatore di tempesta e di discordia, la ue la sua solita inefficacia. occorre insistere ancora per le vie diplomatiche e salvare il salvabile, ma la ue ne tenga conto in vista della nuova pac e dei fondi di coesione. agisca con intelligenza e non con miopia tecnocratica. il mercato usa non e’ ne’ veloce ne’ facile da sostituire”. lo ha detto maurizio GARDINI, presidente di confcooperative commentando la comunicazione di TRUMP sui dazi imposti sui prodotti made in ue esportati negli usa.

DAZI: GRANA PADANO CONTRO I NUOVI DAZI USA AL 30% “ATTO
DI GUERRA, TRUMP UN NEMICO, NON UN CONCORRENTE”

un comunicato stampa del consorzio di tutela del grana padano rende noto che: “‘trump ha fissato i dazi al 30% sui prodotti dell’unione europea. la sua decisione equivale ad una vera dichiarazione di guerra economica. quindi, da oggi l’europa non puo’ piu’ considerarlo un competitor, ma cosi’ diventa un nemico”. duro e chiaro il commento di stefano BERNI, direttore generale del consorzio tutela grana padano, alla pubblicazione fatta dal presidente americano sul suo social ‘truth’ della lettera inviata alla presidente della commissione ue ursula VON DER LEYEN, in cui si annunciano dazi al 30% sulle merci provenienti dai paesi europei. le tariffe saranno imposte dal 1° agosto e non ammettono repliche: ‘se adotterete misure di ritorsione, le aumenteremo’, scrive TRUMP nella lettera. ‘e’ necessario ricordare a tutti che grana padano da tanti anni sta scontando un dazio storico che era del 15% nelle esportazioni verso gli stati uniti – sottolinea BERNI – una gabella che dopo i primi mesi di presidenza TRUMP, e’ salita al 25% che quindi oggi incide per quasi 6 dollari al kg. per il direttore generale del consorzio grana padano, ad una prima stima ‘il dazio ora salirebbe a circa 10 dollari al chilogrammo di grana padano. ma gli importatori e i distributori americani mettono in vendita al consumatore il grana padano moltiplicando per 2 il prezzo di partenza e tutti i costi logistici che hanno negli usa. cio’ vuol dire che oggi lo pongono in vendita poco sotto i 40€ al kg; ma con un ulteriore dazio aggiuntivo del 30% che quindi portera’ quello totale al 45%, il prezzo al consumo superera’ ampiamente i 50 dollari al chilogrammo’. e’ pesantissimo quindi il quadro che si profila per la filiera del formaggio dop piu’ consumato nel mondo che ha negli usa il suo terzo mercato mondiale con oltre 220 mila forme esportate nel 2024. ‘con un tale dazio saranno ovviamente ridotti i nostri consumi negli stati uniti – conclude BERNI – e questo drammatico errore sara’ anche un danno per il consumatore americano che comunque consumera’, anche se di meno, grana padano, tanto che negli anni i consumatori usa ci hanno premiato con una continua crescita del consumo. ma contro l’europa TRUMP ha compiuto un autentico e pesante atto di guerra, condotto con miope tracotanza e che rischia di sconvolgere anche gli equilibri geopolitici generali. e’ evidente che gli europei cosi’ perdono un paese amico’. il direttore generale del consorzio grana padano si appella alle istituzioni e alla politica. ‘trump e’ un tycoon volubile e aggressivo. speriamo giorgia MELONI gli faccia fare alcuni passi indietro sfruttando la sua volubilita’. ma se le cose rimanessero cosi’ per noi, gli stati uniti diventeranno un paese molto difficile finche’ verra’ governato da questo trump'”.

DAZI: DE PASCALE (EMILIA ROMAGNA), IN EUROPA E’ IL MOMENTO
DI ABBANDONARE LA TATTICA POLITICA PER UN’AZIONE CONCRETA

“una lettera in cui il presidente TRUMP, con toni provocatori e una buona dose di affermazioni non vere, annuncia per l’ennesima volta dazi pesantissimi sull’export europeo, colpendo principalmente l’italia e in particolare l’emilia-romagna, regione nel nostro paese con il piu’ alto export pro capite verso gli stati uniti, superando i 10 miliardi di euro”. lo ha detto il presidente della regione emilia-romagna, michele de PASCALE, che osserva: “ovviamente e’ urgente una risposta coesa ed efficace a livello europeo e nazionale, ma e’ evidente che finora le reazioni di VON DER LEYEN e MELONI siano state totalmente insufficienti”. “se c’e’ una strategia della commissione europea – prosegue de PASCALE – nessuno finora l’ha capita e sinceramente anche il nostro governo sembra piu’ interessato a non incrinare i rapporti politici con TRUMP, sacrificando gli interessi commerciali delle nostre imprese”. “durante la recente missione a new york – sottolinea ancora de PASCALE – anche il ministro francesco LOLLOBRIGIDA , come noi, ha potuto nuovamente ascoltare la preoccupazione degli espositori italiani e ha usato parole molto piu’ preoccupate del solito. e’ il momento in tutta europa di abbandonare la tattica politica e mettere in campo una reazione concreta”.

DAZI: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA), NON CEDERE ALLA ENNESIMA PROVOCAZIONE NEGOZIALE, MA CONTINUARE A TRATTARE CON NERVI SALDI

un comunicato stampa di filiera italia rende noto che: “‘non cedere all’ennesima provocazione, che si spera abbia il significato di una nuova mossa negoziale, ma continuare a trattare mantenendo i nervi saldi’ cosi’ luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia reagisce al nuovo annuncio del presidente TRUMP sui dazi per l’ue ‘dazi al 30% che si andrebbero a sommare alla svalutazione del dollaro e che arriverebbero in totale a pesare ad es il 58% su un prodotto come il parmigiano reggiano, con effetti devastanti sulle nostre esportazioni agroalimentari compromettendo la capacita’ di acquisto di una grande fascia di consumatori americani’ ha proseguito SCORDAMAGLIA. ‘l’europa deve mantenere la calma, negoziare su eventuali dazi, superiori agli attuali, ma non certo del 30%, che equivarrebbe ad un divieto di esportazione dei nostri prodotti. si’ negozi anche aumentando le importazioni dagli usa per riequilibrare la bilancia commerciale dei prodotti, anche con prodotti agricoli, ma senza derogare ovviamente ai requisiti di sicurezza previsti per i consumatori europei’, ha detto ancora l’amministratore delegato che ha concluso ‘non si smetta di ricordare invece che la bilancia commerciale e’ nettamente a favore degli usa sui servizi, soprattutto digitali per oltre 148 miliardi. e ci si prepari, dopo le concessioni del g7 sulla global minimum tax, ad avere un atteggiamento pragmatico anche sulla digital tax, tanto invisa a TRUMP, visto che i ⅔ del web e del cloud sono in mano a imprese corporate americane a cui il presidente tiene particolarmente'”.

DAZI: AGCI AGROALIMENTARE, TUTELARE IL MADE
IN ITALY, SENZA BARRIERE COMMERCIALI

agci agroalimentare “esprime forte preoccupazione per i nuovi dazi doganali introdotti su specifici prodotti del comparto agroalimentare e, in particolare, per la decisione degli stati uniti di applicare dazi fino al 30%, definita “inaccettabile” dall’associazione. secondo agci, misure di tale portata rischiano di affossare l’economia di interi paesi e di colpire in modo significativo produttori e imprese. pur riconoscendo la necessita’ di tutelare alcune filiere strategiche, l’organizzazione sottolinea come queste politiche tariffarie rischino di compromettere l’equilibrio dei rapporti commerciali internazionali e la tenuta del comparto agroalimentare europeo. antonello CAPUA, presidente agci agroalimentare, ha dichiarato: ‘le nuove misure rappresentano un ostacolo alla competitivita’ delle nostre imprese sui mercati globali. il dazio usa al 30% e’ inaccettabile e rischia di compromettere l’economia di interi paesi. siamo certi che il governo, in dialogo con le associazioni di categoria, sapra’ valutare soluzioni condivise e che l’europa sappia farsi trovare unita nell’affrontare queste sfide. la tutela del made in italy non puo’ tradursi in nuove barriere, ma deve essere parte di una strategia equilibrata e lungimirante.’ agci agroalimentare ribadisce il proprio impegno a seguire l’evolversi della situazione e invita le istituzioni europee a promuovere un confronto costruttivo per una revisione delle misure tariffarie che tenga conto delle esigenze dell’intero sistema agroalimentare”.

DAZI: FEDERVINI, MISURA GRAVISSIMA E INGIUSTIFICATA COLPISCE SISTEMA ECONOMICO INTEGRATO E VITALE PER ENTRAMBE LE ECONOMIE

un comunicato stampa informa che: “federvini esprime profonda preoccupazione per l’annunciata introduzione, da parte dell’amministrazione statunitense, di un dazio del 30% su tutte le merci provenienti dall’unione europea, a partire dal prossimo 1° agosto. una misura gravissima e ingiustificata, che rischia di compromettere un equilibrio costruito nel tempo, fondato sulla fiducia reciproca, sul dialogo commerciale e sulla condivisione di valori tra partner storici. gli stati uniti rappresentano da anni un mercato strategico per l’export italiano, in particolare per i nostri prodotti di eccellenza, che hanno saputo conquistare la fiducia dei consumatori americani e contribuire in modo significativo alla crescita economica sia nazionale che transatlantica. l’introduzione di un dazio di questa entita’ metterebbe seriamente a rischio la competitivita’ delle imprese italiane, con pesanti ricadute anche sulle controparti statunitensi. ‘l’imposizione di un dazio generalizzato del 30% colpisce in modo indiscriminato settori ad alto valore aggiunto, come il nostro – dichiara giacomo ponti, presidente di federvini -. e’ una misura gravissima e ingiustificata, che penalizza non solo i produttori europei, ma anche gli operatori economici americani che fanno parte integrante della nostra filiera commerciale.’ federvini osserva come le relazioni economiche tra unione europea e stati uniti siano profondamente interconnesse, in particolare nei settori legati all’agroalimentare, alla distribuzione e alla ristorazione. misure unilaterali come questa, adottate senza consultazione o confronto, compromettono il principio di reciprocita’ su cui si basa il commercio internazionale e rischiano di produrre conseguenze durature e dannose da entrambe le parti. negli stati uniti, il sistema distributivo a tre livelli – importazione, distribuzione e vendita – genera valore aggiunto anche grazie alla presenza dei prodotti europei. per ogni dollaro speso in beni europei di qualita’, si attivano fino a 4,50 dollari nell’economia americana, tra occupazione, fiscalita’ e crescita del comparto horeca. ‘non si tratta solo di proteggere il nostro export – prosegue ponti – ma di tutelare un interesse economico comune. le nostre eccellenze sono parte di un ecosistema economico e culturale condiviso: ostacolarne l’accesso al mercato statunitense significa danneggiare anche le filiere e i lavoratori americani che, da anni, ne sono parte attiva.’ federvini accoglie con convinzione l’impostazione costruttiva espressa dalle istituzioni europee, che hanno riaffermato la centralita’ del dialogo transatlantico e la necessita’ di tutelare gli interessi comuni nel rispetto delle regole internazionali. ‘e’ fondamentale – afferma la federazione – che l’europa si presenti con una voce unita e determinata per tutelare le proprie filiere strategiche e gli operatori economici colpiti da scelte unilaterali e sproporzionate.’ la federazione chiede una risposta immediata, chiara e coordinata da parte delle istituzioni italiane ed europee, con l’obiettivo di riaprire il confronto a livello bilaterale e multilaterale, nel pieno rispetto delle regole del commercio e della cooperazione internazionale. ‘e’ in gioco la sopravvivenza di migliaia di imprese e la stabilita’ di un ecosistema virtuoso che ha generato valore e occupazione su entrambe le sponde dell’atlantico. occorre agire subito, con spirito costruttivo, visione strategica e una voce europea forte e coesa.’ federvini continuera’ a operare in stretto contatto con le autorita’ italiane, le istituzioni europee e i partner internazionali, per contribuire a una soluzione equa, sostenibile e coerente con i principi che hanno ispirato fino a oggi la relazione tra europa e stati uniti”.

GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA), NO FONDO UNICO PAC. NO DAZI
AL 10%. UE SI RISCOPRA POTENZA ECONOMICA E POLITICA

“‘in un mondo imperfetto, fatto di guerre e competizione selvaggia, oltre che sleale, l’europa ripropone il refrain che pensavamo abbandonato con la nuova commissione: la politica ue non punta alla produttivita’ e alla competitivita’ ma a una logica redistributiva e senza merito delle risorse, e non aumenta gli investimenti nella sicurezza alimentare. al contrario le risorse dell’agricoltura usate per alimentare le armi. forse scopriremo che il problema non era TIMMERMANS, ma qualcun altro’. il presidente di confagricoltura massimiliano GIANSANTI commenta cosi’ l’ipotesi di fondo unico per la pac in un’intervista uscita oggi sul sole 24 ore”. lo rende noto un comunicato di confagricoltura, che cosi’ prosegue: “la bocciatura del presidente GIANSANTI rispetto all’ipotesi di fondo unico per la pac e’ netta: ‘i rumors ci dicono che i fondi per l’agricoltura saranno meno di quelli attuali, che ci sara’ una riduzione dovuta’ anche ‘alle spese per il riarmo’. ‘avevamo chiesto almeno di recuperare l’inflazione, sembra non ci sara’ nemmeno quello. ci opporremo. protesteremo’. e aggiunge: ‘il copa (comitato delle organizzazioni professionali agricole della comunita’ europea) ha lavorato bene, compattando il fronte degli agricoltori europei: abbiamo trovato nel consiglio europeo e nell’europarlamento dei partner forti; venti ministri dell’agricoltura si oppongono al fondo unico’. infine, rispetto ad un’ipotesi di dazi usa al 10% GIANSANTI spinge l’europa a non sottovalutare la propria forza, rifiutando un compromesso di questo tipo: ‘io non sarei contento per nulla. l’ue e’ forte e ha tutti gli strumenti per far valere i propri diritti. l’unione europea e’ una grande potenza economica e politica. io credo che la forza dell’ue non sia ancora stata esplorata fino in fondo’.”.

COLDIRETTI/FILIERA ITALIA, 9MLD OBIETTIVO EXPORT 2025 DEL
CIBO MADE IN ITALY IN USA MA PESANO DAZI E DOLLARO DEBOLE

“raggiungere i 9 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari negli stati uniti e’ l’obiettivo secondo coldiretti e filiera italia, anche se pesano i dazi e il dollaro debole”. lo afferma un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “il primo mese di applicazione dei dazi usa ha drasticamente ridotto la crescita delle esportazioni di cibo made in italy negli states, crollata al +1,3% rispetto al +28,7% dell’anno precedente. un campanello d’allarme da tenere in considerazione rispetto alle trattative in corso tra unione europea e stati uniti. ad affermarlo e’ una analisi coldiretti su dati istat diffusa in occasione dell’apertura del fancy food a new york, con l’incontro su ‘l’eccellenza del modello alimentare italiano’ organizzato da coldiretti e filiera italia al padiglione italia (level 3 – stand no. 2718), con la presenza di vincenzo GESMUNDO, segretario generale coldiretti, ettore PRANDINI, presidente coldiretti, francesco LOLLOBRIGIDA, ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste, luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato filiera italia, matteo ZOPPAS, presidente ice, l’ambasciatore maurizio MASSARI, rappresentante permanente d’italia alle nazioni unite a new york, michele CANDOTTI, chief of staff and director of the executive office of the united nations development program (undp), jacopo MORRONE, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attivita’ illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. ad aprile, quando sono entrate in vigore le tariffe aggiuntive sulle merci di importazioni europee volute dal presidente donald TRUMP (prima al 20%, dal 2 all’8 del mese, e poi dimezzati al 10%), la crescita delle esportazioni agroalimentari negli stati uniti e’ drasticamente diminuita rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. ma il confronto e’ negativo anche rispetto al primo trimestre del 2025, dove si e’ avuto un incremento dell’11%, perfettamente in linea con l’andamento medio decennale. per un bilancio piu’ chiaro si dovranno comunque aspettare i dati di maggio e giugno, quando l’effetto ‘scorte’ sara’ sicuramente finito. dopo la corsa di fine 2024 a fare incetta di cibo italiano nell’attesa di capire quali sarebbero state le mosse di TRUMP, il 2025 si e’ aperto, infatti, ancora con il segno positivo anche se col passare delle settimane ha iniziato a prevalere l’incertezza. i primi segnali negativi sono arrivati dal vino. secondo l’analisi coldiretti su dati eurostat, ad aprile si e’ registrato un calo in valore del 9%, a fronte di un +18,1% dell’aprile 2024. le vendite di formaggi restano, invece, con il segno positivo nello stesso mese (+7%), ma lontano dal +24,5% registrato ad aprile 2024. per l’olio d’oliva si passa dal +75% d’aprile 2024 (legato all’aumento dei prezzi) al -17% attuale. ma i dazi impattano anche cui consumatori americani, con l’aumento dell’inflazione che ne erode il potere d’acquisto, con l’indebolimento del dollaro. se il dazio al 10% dovesse rimanere, cio’ comporterebbe un aggravio di spesa per i cittadini statunitensi di quasi 800 milioni di euro, che si tradurrebbero inevitabilmente in ricadute anche sulle aziende italiane, vista la richiesta di ‘sconti’ da parte degli importatori riscontrata nelle scorse settimane. la diminuzione dei consumi si traduce inevitabilmente in prodotto invenduto per le imprese tricolori, costrette a dover cercare nuovi mercati. il tutto senza dimenticare il pericolo falsi. gli usa si piazzano in testa alla classifica dei maggiori taroccatori con una produzione di italian sounding che ha superato i 40 miliardi in valore e che vede come prodotto di punta i formaggi. un fenomeno che potrebbe trovare una ulteriore spinta dall’eventuale imposizione di dazi sull’agroalimentare made in italy. l’aumento dei prezzi degli ‘originali’ potrebbe portare i consumatori americani a indirizzarsi su altri beni piu’ a buon mercato, proprio a partire dai cosiddetti ‘italian fake’. ‘e’ importante che l’ue trovi una soluzione diplomatica condivisa per evitare i danni causati dalle guerre commerciali ma e’ ugualmente essenziale che all’interno dell’unione si apra un confronto su temi che fanno altrettanti danni alle nostre imprese, a partire dalla burocrazia. un vero e proprio costo occulto che appesantisce la vita e i bilanci delle aziende italiane – sottolinea il presidente di coldiretti ettore PRANDINI -. e serve anche che si eliminino una volta per tutte tutti quei ‘dazi’ interni che non permettono in molti casi una competizione leale all’interno delle stesse imprese ue’. ‘i dazi usa rischiano di avere un peso rilevante per l’economia nazionale, poiche’ parliamo di un mercato straordinariamente importante per il nostro paese. a pagarne le conseguenze potrebbero essere tutti i cittadini italiani, non solo le imprese che operano sul mercato statunitense – evidenzia vincenzo GESMUNDO, segretario generale di coldiretti -. un aspetto di cui ogni trattativa dovra’ tener conto, anche se resta chiaro che non saremo disposti in alcun modo a tollerare compromessi al ribasso rispetto alla tutela delle nostre aziende cosi’ come della salute dei consumatori’. ‘l’incontro era finalizzato anche a contrastare la riduzione in atto delle nostre esportazioni su quel mercato evidenziando come il cittadino americano sia sempre piu’ interessato al nostro modello alimentare, alla nostra dieta equilibrata in quanto vero toccasana contro le malattie non trasmissibili legate soprattutto consumo di alimenti ultraprocessati ed ultraformulati lontanissimi dal nostro modello alimentare e che l’onu ha messo quest’anno al centro della sua strategia’, ha aggiunto luigi SCORDAMAGLIA amministratore delegato di filiera italia. secondo un’analisi coldiretti su dati istat, i dazi imposti durante la prima presidenza TRUMP su una serie di prodotti agroalimentari italiani avevano portato a una diminuzione del valore delle esportazioni (confronto annuale tra 2019 e 2020) che e’ andata dal -15% per la frutta al -28% per le carni e i prodotti ittici lavorati, passando per il -19% dei formaggi e delle confetture e il -20% dei liquori. ma anche il vino, seppur non inizialmente colpito dalle misure, aveva fatto segnare una battuta d’arresto del 6%”.

DAZI USA: MASCARINO (FEDERALIMENTARE), 10% COMPROMESSO
SOSTENIBILE PER GARANTIRE ACCESSO AL MERCATO

“sulla proposta di dazi al 10% su tutti i prodotti europei in entrata negli stati uniti da parte del presidente TRUMP, il presidente di federalimentare, paolo MASCARINO, ha dichiarato: ‘l’industria italiana e’ fortemente orientata all’export (circa 50% della produzione industriale viene esportata, e gli usa valgono il 10% del nostro export): questo e’ vero anche per il settore alimentare: gli usa sono la seconda destinazione del nostro export, e valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale del nostro export. prima degli stati uniti, abbiamo solo la germania, che vale 7,9 miliardi. dunque, gli usa restano un mercato per noi davvero molto importante, e resta prioritario garantirne l’accesso alle nostre imprese, limitando le barriere all’ingresso’.”. lo rende noto un comunicato di federalimentare. “resta comprensibile che la ue voglia dare una risposta politica ai dazi americani, per dignita’ istituzionale e affinche’ non sia mortificata da questa decisione dell’amministrazione TRUMP: ma questa risposta della ue riteniamo debba essere prudente ed equilibrata, aperta al negoziato, e senza rispondere dazio contro dazio”, ha affermato MASCARINO, nel sottolineare che “nel negoziato tra ue e stati uniti, auspichiamo il rilancio dell’idea di un’area di libero scambio euroatlantica, a dazi zero, che dia alle nostre imprese accesso al piu’ grande e moderno mercato mondiale”. “premesso che ogni dazio fa male al commercio e in definitiva alle economie dei paesi coinvolti, se questo scenario non sara’ percorribile riteniamo che un dazio al 10% sia comunque un compromesso sostenibile, in quanto potrebbe essere assorbito, in tutto o in parte, da produttori e importatori, ovvero essere ribaltato, in tutto o in parte, sui consumatori americani limitando i rischi di riduzione della domanda rispetto alla minaccia di dazi al 20%”, conclude il presidente di federalimentare.

CAMERA: ALL’ODG DELL’AULA
MOZIONE IV SU DAZI USA

al terzo punto dell’aula della camera, e’ previsto l’avvio della discussione sulle linee generali della mozione n. 1-00434, a prima firma maria elena BOSCHI (iv), su iniziative volte a salvaguardare il sistema produttivo nazionale in relazione alla prospettata applicazione dei dazi da parte degli stati uniti d’america (qui il testo https://tinyurl.com/bdez4vs4).

DOPO BILATERALE VON DER LEYEN/TRUMP AL LAVORO PER POTENZIALE
ACCORDO ENTRO IL 9 LUGLIO INFORMA PORTAVOCE COMMISSIONE UE

“con gli usa dobbiamo trovare un accordo comune. questo e’ il nostro obiettivo, quindi i negoziati sono in corso. c’e’ stato un incontro bilaterale a margine del g7 tra la presidente ursula VON DER LEYEN e il presidente donald TRUMP, che per la presidente ha portato a una discussione intensa e produttiva. entrambi i team di negoziatori sono stati invitati ad accelerare il proprio lavoro per trovare un potenziale accordo entro il 9 luglio come inizialmente previsto”, ha dichiarato il portavoce della commissione ue thomas REGNIER a bruxelles durante l’odierno briefing con la stampa. “la stessa presidente VON DER LEYEN – ha aggiunto il portavoce stefan DE KEERSMAECHER – ha sottolineato in un’intervista il fatto che si tratta ovviamente di negoziati complessi, tenendo conto del fatto che le relazioni commerciali tra l’unione europea e gli stati uniti sono le piu’ grandi al mondo – stiamo parlando di 1,5 trilioni di euro -, ma stiamo andando avanti”. riguardo alla proposta di accordo 0 a 0, REGNIER ha ribadito che “questa era l’offerta iniziale dell’ue. stiamo ancora lavorando per trovare il miglior accordo possibile per gli europei”. al momento – e’ stato ribadito durante la conferenza stampa – non e’ previsto alcun incontro bilaterale durante il prossimo vertice nato del 24 e 25 giugno.

DAZI: UIV, NEGLI USA AD APRILE -7,5% VINO ITALIANO,
IN EXTRA-UE A -9% NEL QUADRIMESTRE

“l’export di aprile del vino italiano verso gli stati uniti ha registrato un calo del 7,5% a volume e del 9,2% a valore (a quasi 154 milioni di euro), con un decremento del prezzo medio del 2%. e’ quanto rileva l’osservatorio di unione italiana vini (uiv), che ha elaborato i dati export relativi al primo mese soggetto ai dazi dell’amministrazione TRUMP (dal 2 all’8 aprile al 20%, in seguito al 10%)”. lo rende noto un comunicato di uiv, che cosi’ prosegue: “la caduta di aprile fa contestualmente scendere il consuntivo delle spedizioni nel quadrimestre verso gli usa in linea di galleggiamento (+0,9% a volume) dopo l’exploit dell’ultimo semestre caratterizzato da una corsa alle scorte pre-dazi. nel periodo si dimezza anche la performance a valore (+6,7%, 666 milioni di euro: appena un mese prima il saldo era +12,5%). un crollo annunciato, rileva uiv, che rende ancor piu’ problematica la situazione complessiva nei mercati extra-ue: -9% i volumi e -2,4% i valori. secondo l’osservatorio, senza il traino statunitense, il saldo nel quadrimestre della domanda extraeuropea a volume scenderebbe da -9% a -15% (-10% il valore), con decrementi in doppia cifra nell’area asiatica (giappone e cina, in crescita la corea del sud) e in russia (-65%). peggiora anche il terzo mercato al mondo, il regno unito che cede 5 punti a volume e oltre 6 a valore, mentre sono stabili il quarto e quinto buyer del made in italy (svizzera e canada, che pero’ cresce in volume di oltre l’8%)”.

DAZI: FOCUS CENSIS-CONFCOOPERATIVE, PER GARDINI A RISCHIO
70MILA POSTI LAVORO E 25% EXPORT VERSO USA

“‘i dazi americani mettono a rischio 68.280 posti di lavoro e potrebbero costare all’italia 18 miliardi di euro di produzione: il 25% del totale dell’export verso gli usa’, dice maurizio GARDINI, presidente di confcooperative, commentando il focus censis confcooperative ‘l’italia stretta tra dazi e dipendenza strategica’ che quantifica il rischio di impatto occupazionale ed economico della guerra commerciale scatenata da donald TRUMP”. lo rende noto un comunicato congiunto di confcooperative, che cosi’ prosegue: “‘in questo balletto di annunci di TRUMP’, dice GARDINI, lo studio disegna uno scenario preoccupante per il tessuto produttivo nazionale. a pagare il prezzo piu’ alto potrebbero essere il food con 6.380 posti a rischio tra produzione e industria alimentare; la fabbricazione di macchinari e apparecchiature, (5.000 posti a rischio), la produzione di metalli (-4.950), il tessile e l’abbigliamento (-4.800). ‘bisogna lavorare su due fronti – continua GARDINI – da un lato l’azione diplomatica e’ l’unica che possa sciogliere questo nodo. dall’altra occorre un lavoro incessante di governo, istituzioni e imprese per aprire nuovi mercati, con la consapevolezza che quello statunitense non e’ ne’ facile ne’ veloce da sostituire’. ‘all’europa continua a mancare una visione politica ed economica di sistema. se riuscisse ad abbattere le barriere interne, la produttivita’ aumenterebbe del 7% nel lungo periodo – aggiunge GARDINI – riducendo il gap con l’economia americana. un traguardo che richiederebbe pero’ una maggiore integrazione normativa e infrastrutturale. il mercato unico ue resta ancora incompiuto e le barriere interne frenano la nostra crescita’. secondo il fmi, infatti, gli ostacoli burocratici e normativi equivalgono a un dazio del 44% sugli scambi di beni tra stati membri e del 110% sui servizi come segnalato sia da mario DRAGHI sia dalla presidente del consiglio giorgia MELONI. il paradosso, evidenziato da mario DRAGHI e’ che mentre la globalizzazione riduceva le barriere esterne, quelle interne sono rimaste elevate. dal 1995 i costi commerciali per i servizi sono calati del 16% negli scambi extra-ue, ma solo dell’11% all’interno dell’unione. l’impatto non si fermerebbe all’industria. il report evidenzia come i dazi colpirebbero trasversalmente l’economia italiana, investendo anche settori apparentemente lontani dal commercio internazionale. tra i piu’ esposti figurano infatti la produzione agricola (-3.560 posti a cui vanno aggiunti i -2.820 dell’industria alimentare), il commercio all’ingrosso (-3.260), i servizi amministrativi e di supporto alle imprese (-3.210) e persino i servizi legali e contabili (-2.630). ‘non si tratta solo di numeri – sottolinea il focus – questi settori rappresentano interi territori produttivi, spesso costituiti da piccole e medie imprese, dove la perdita anche di poche centinaia di posti puo’ tradursi in chiusure aziendali e impoverimento strutturale’. (tab. 1 shorturl.at/UPk0A) il focus censis-confcooperative lancia cosi’ un allarme che va oltre i numeri: e’ a rischio la tenuta di interi sistemi locali, che reggono su reti cooperative, artigiane e industriali costruite in decenni di politiche di export e di internazionalizzazione. in un momento in cui l’incertezza e’ diventata ‘condizione strutturale’. l’italia si trova a dover fare i conti con una nuova stagione in cui ‘la fluttuazione sara’ la regola, e la resilienza il presupposto di ogni azione economica’. il quadro si inserisce in un contesto gia’ complesso per l’export italiano. l’effetto attesa sta giocando oggi un ruolo determinante nel condizionare i comportamenti economici, anche prima che le misure vengano effettivamente applicate. e infatti a febbraio si e’ registrata una contrazione del -9,6% dell’export italiano verso gli usa rispetto allo stesso mese del 2024, a marzo +41,2%, e infine ad aprile -1,9%. una dinamica tipica dei contesti ad alta volatilita’: una forma di stress commerciale indotto non dai dazi in se’, ma dalla loro semplice possibilita’. un segnale che si riflette nell’indice di incertezza sulla politica commerciale globale, schizzato a marzo 2025 a 603 punti (contro una media storica di 40) per poi raddoppiare ad aprile, toccando quota 1.151. l’eventuale introduzione di dazi colpirebbe duramente il surplus commerciale italiano con gli usa, pari a 38,87 miliardi di euro nel 2024. i settori piu’ vulnerabili – secondo l’analisi – perderebbero complessivamente 17,9 miliardi di euro di produzione, con il 71,6% del danno concentrato sui primi 15 comparti. (tab 2 shorturl.at/qp3WG) ‘l’assenza di un mercato pienamente integrato conclude GARDINI – rende l’europa piu’ fragile’. secondo la bce, quando uno shock colpisce un singolo paese dell’eurozona, deve essere assorbito per il 70% dallo stato membro, negli stati uniti solo per il 25% per il singolo stato federale. la recente crisi energetica ne e’ l’esempio piu’ evidente: i prezzi dell’elettricita’ sono schizzati in modo disomogeneo tra i vari paesi, dimostrando l’urgenza di una politica energetica comune. a rendere ancora piu’ fragile la posizione italiana contribuisce la doppia dipendenza energetica: dai costi dell’energia elettrica (0,1660 €/kwh contro i 0,1280 della spagna) e dalle terre rare, materiali strategici per l’elettronica e l’automotive elettrico. mentre la cina controlla il 69,2% della produzione mondiale di terre rare, l’italia dipende paradossalmente dagli stati uniti per il 65,7% delle sue importazioni di questi materiali critici”.

DAZI: COMMISSIONE UE, NON PREVISTI INCONTRI
BILATERALI VON DER LEYEN-TRUMP AL G7

nessun incontro bilaterale e’ stato confermato durante il g7 del 15-17 luglio in canada, “non tra il presidente americano e la presidente von DER LEYEN”. l’ho ha dichiarato la portavoce della commissione europea paula PINHO durante l’odierno briefing con la stampa. la portavoce ha sottolineato che, in generale, “di solito questi incontri vengono organizzati all’ultimo minuto, cosi’ al momento non ci sono conferme di nessun meeting bilaterale”.

DAZI: COMMISSIONE UE, NON PREVISTI INCONTRI
BILATERAI VON DER LEYEN/TRUMP

i colloqui per un accordo commerciale sono in corso, “vedremo fino a dove arriveremo. per il momento non e’ previsto un incontro bilaterale” tra la presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN e il presidente americano donald TRUMP in occasione del summit nato del 24 e 25 giugno all’aia, nei paesi bassi. lo ha affermato la portavoce dell’esecutivo ue paola PINHO durante l’odierno briefing con la stampa.

LOLLOBRIGIDA, INCONTRO CON ROLLINS TESTIMONIA
CENTRALITA’ RAPPORTI CON STATI UNITI

si e’ svolto il 2 giugno al ministero dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste, l’incontro tra il ministro francesco LOLLOBRIGIDA e la segretaria all’agricoltura degli stati uniti d’america, brooke leslie ROLLINS. ne da’ notizia un comunicato stampa del ministero che cosi’ prosegue: “l’italia e’ il primo paese dell’unione europea visitato ufficialmente dalla segretaria ROLLINS dall’inizio del suo mandato, a testimonianza della solidita’ e della centralita’ del rapporto tra italia e stati uniti. tra i temi affrontati, particolare attenzione e’ stata dedicata alla crescita dell’interscambio agroalimentare, che nel 2024 ha superato gli 8 miliardi di euro. l’italia si conferma il terzo fornitore di prodotti agroalimentari degli stati uniti, con comparti di eccellenza come vino, olio d’oliva, pasta e formaggi. e’ stato inoltre ribadito il ruolo positivo delle esportazioni italiane nella creazione di valore anche sul territorio statunitense, attraverso filiere virtuose che generano occupazione e benefici economici per entrambi i paesi. in questo quadro, e’ stata annunciata l’apertura di un tavolo tecnico per favorire l’incontro tra operatori del settore agroalimentare, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione commerciale. un focus sara’ dedicato alla soia, materia di cui gli stati uniti sono tra i maggiori produttori e l’italia ne e’ un importatore importante. migliorare gli scambi commerciali in agricoltura tra due paesi amici significa rendere piu’ efficienti e competitive le economie. ‘il dialogo con gli stati uniti rappresenta per l’italia un asse strategico di politica agricola estera’, ha dichiarato LOLLOBRIGIDA. ‘oggi, in maniera ancora piu’ solida, c’e’ una maggiore consapevolezza della fase storica che stiamo vivendo, una fase che ci impone di impegnarci a rafforzare le economie delle nostre nazioni, le quali condividono comuni valori di riferimento’, ha aggiunto. questo primo incontro si inserisce in un piu’ ampio percorso di rafforzamento dei rapporti bilaterali tra italia e stati uniti in ambito agricolo, anche in vista di future iniziative congiunte e occasioni internazionali di promozione di questo rapporto”.

ITALIA-USA: COLDIRETTI/FILIERA ITALIA, STOP GUERRA
COMMERCIALE PIU’ SCAMBI RISPETTANDO REGOLE

“‘il dialogo tra unione europea e stati uniti e’ oggi piu’ che mai strategico per garantire sicurezza e prosperita’ a famiglie e imprese su entrambe le sponde dell’atlantico. e’ fondamentale sviluppare una strategia congiunta che favorisca l’aumento dell’interscambio, tutelando allo stesso tempo la salute dei cittadini e il lavoro degli agricoltori. in questo contesto il tavolo tecnico usa – italia annunciato rappresenta un concreto strumento’. e’ quanto hanno affermato coldiretti e filiera italia in occasione dell’incontro tra il ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA e la segretaria all’agricoltura statunitense brooke ROLLINS. tra i principali temi su cui coldiretti e filiera italia chiedono sia posta attenzione e che hanno ribadito a ROLLINS nell’incontro che si e’ tenuto nel tardo pomeriggio, la necessita’ di mettere fine alla guerra commerciale, puntando a ridurre le barriere commerciali, ma nel rispetto dei rigidi standard di sicurezza alimentare europei, perche’ e’ imprescindibile – sottolineano le due organizzazioni – applicare la reciprocita’ e la tutela della salute dei cittadini. ‘e’ fondamentale – dichiara il presidente di coldiretti ettore PRANDINI – tornare a costruire solide relazioni tra unione europea e stati uniti, per dare sicurezza alle famiglie e alle imprese. le guerre commerciali non fanno che danneggiare i popoli, alimentando incertezza e instabilita’. per questo riteniamo strategico tornare a fare un lavoro congiunto anche in sede onu per promuovere un nuovo modello alimentare globale che rimetta al centro la salute dei cittadini, sulla scia del progetto americano ‘make our children healthy again’, sostenuto dal governo TRUMP. ma tutto cio’ – conclude PRANDINI – deve avvenire nel rispetto della reciprocita’, perche’ non accetteremo mai compromessi al ribasso. per coldiretti e filiera italia e’ fondamentale continuare a investire, anche in modo congiunto con gli stati uniti, nel settore delle tea, guardando al futuro della ricerca e delle nuove tecnologie. solo cosi’ possiamo affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e offrire risposte concrete alle esigenze dei nostri imprenditori’. coldiretti e filiera italia sottolineano la necessita’ di rafforzare la cooperazione su comparti strategici come carni bovine, cereali e soia, partendo dalle esperienze gia’ avviate con la national farmers union americana, con l’obiettivo comune di elevare gli standard qualitativi e ambientali. coldiretti e filiera italia ribadiscono inoltre la volonta’ di favorire la protezione delle denominazioni tipiche dei formaggi statunitensi venduti in europa, ma solo se dall’altra parte ci sia un impegno serio a contrastare ogni forma di italian sounding ingannevole che mette a rischio il record di export dei prodotti made in italy. ‘il modello alimentare italiano basato sulla distintivita’, salubrita’, stagionalita’ e consumo di prodotti freschi – spiega il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO – e’ una risposta concreta alle malattie non trasmissibili, dall’obesita’ al diabete, che colpiscono in misura crescente le giovani generazioni a causa di diete sbilanciate e ricche di cibi ultra formulati. ci vuole una strategia comune per far si’ che questo non accada e per questo dobbiamo sempre piu’ agire nelle scuole per far capire ai piu’ piccoli i rischi che corrono mangiando cibi dannosi per la loro crescita’. ‘ci sono numerosi interessi comuni tra le filiere produttive italiane e americane – sottolinea luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia – la collaborazione su tecniche di agricoltura di precisione e sulla trasparenza dell’etichettatura dell’origine – oggi sempre piu’ richiesta anche dai consumatori statunitensi – puo’ rafforzare entrambi i sistemi produttivi, generando valore lungo tutta la filiera. bene favorire l’internazionalizzazione delle nostre imprese in usa sull’ultimo miglio (slicing, porzionatura, confezionamento etc) – conclude – ma deve essere chiaro che siamo ovviamente contrari ad investimenti in prodotti italian sounding o alla riduzione delle tutele delle nostre indicazioni geografiche in qualsiasi mercato di paese terzo’.”.

ITALIA-USA: MARETTI (LEGACOOP AGROALIMENTARE), INCONTRO LOLLOBRIGIDA-ROLLINS
DETERMINANTE PER EXPORT E RAPPORTI BILATERALI

“‘in tempi di dazi e di mercati internazionali diventa strategico il dialogo tra stati. per questo il bilaterale italia-usa che si e’ tenuto il 2 giugno al masaf e voluto dal ministro francesco LOLLOBRIGIDA assume un ruolo strategico per i rapporti con gli stati uniti e per le nostre esportazioni’. cristian MARETTI presidente di legacoop agroalimentare, presente all’incontro con la segretaria all’agricoltura degli stati uniti d’america, brooke leslie ROLLINS, ribadisce l’importanza di una simile iniziativa”. lo rende noto un comunicato di legacoop agroalimentare. “e’ sotto gli occhi di tutti quanto dialogo e confronto tra usa e ue siano fondamentali per l’economia e per la stabilita’ del mondo e soprattutto quanto in questo dialogo sia determinante il settore agroalimentare”, continua MARETTI. ecco perche’ “i negoziatori americani ed europei devono comprendere anche le ragioni l’uno dell’altro per poter rimediare agli attuali squilibri. e’ bene che l’italia sia in prima fila per portare il proprio contributo al raggiungimento del risultato nell’unione europea”, conclude il presidente di legacoop agroalimentare.

BATTISTA (COPAGRI), BENE TAVOLO ITALIA-STATI
UNITI GUERRE COMMERCIALI DANNEGGIANO TUTTI

“i dazi, gli embarghi e le tensioni commerciali sono estremamente pericolosi, in quanto danneggiano tutti i partecipanti in campo, rappresentando un sensibile ostacolo alla stabilita’ dei mercati e al benessere mondiale; il rischio di un rallentamento della crescita globale e’ sempre piu’ dietro l’angolo, come peraltro gia’ paventato dall’ocse, il quale ha indicato nelle elevate barriere commerciali, nelle condizioni finanziarie piu’ restrittive e nell’accresciuta incertezza politica alcune delle ragioni alla base del peggioramento delle prospettive economiche globali”. lo sottolinea in un comunicato il presidente della copagri tommaso BATTISTA, che ha partecipato a un incontro tra il ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste francesco LOLLOBRIGIDA e la segretaria all’agricoltura degli stati uniti brooke leslie ROLLINS. “nelle trade wars non ci sono ne’ vincitori ne’ vinti, poiche’ si perde tutti; proprio per questo, rinnoviamo il nostro appello alla diplomazia nazionale e comunitaria, affinche’ faccia ogni possibile sforzo, gia’ a partire dal confronto, previsto per domani a parigi, tra il commissario europeo al commercio maros SEFCOVIC e il suo omologo statunitense jamieson GREER, per scongiurare i pesanti dazi imposti dall’amministrazione usa sulle merci provenienti dall’unione europea”, prosegue il presidente. “gli stati uniti sono un mercato strategico per l’agroalimentare italiano, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, pari al 25% del totale comunitario”, ricorda BATTISTA, facendo notare che “i dazi rischiano di provocare un calo dell’export stimabile tra il 10% e il 15% nel breve periodo, con punte del 30% per diversi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva, che nel 2024 hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli usa, con un aumento complessivo stimabile nell’ordine del 17%; senza contare, poi, le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi piu’ favorevoli”. “anche e soprattutto per questo, e’ certamente positiva l’iniziativa del governo di procedere con l’apertura di un tavolo tecnico tra le autorita’ nazionali e l’amministrazione statunitense, nel quale rafforzare il dialogo con gli stati uniti, promuovendo la cooperazione commerciale e lavorando per favorire l’incontro tra operatori del settore agroalimentare”, conclude il presidente della copagri.

SEGRETARIA DI STATO USA ROLLINS ANNUNCIA
VISITA A ROMA IL 2 E 3 GIUGNO

“la segretaria all’agricoltura degli stati uniti, brooke l. ROLLINS, visitera’ roma, in italia, il 2 e 3 giugno. durante la visita, la segretaria ROLLINS ribadira’ le aspettative dell’amministrazione per un miglior accesso al mercato agricolo italiano e dell’unione europea, e incoraggera’ le organizzazioni delle nazioni unite con sede a roma a dare priorita’ agli interessi americani, ridurre i costi e concentrarsi sui propri mandati principali”, lo rende noto un comunicato stampa dell’usda. che cosi’ prosegue “‘le relazioni degli stati uniti con gli acquirenti e i consumatori italiani favoriscono decine di miliardi in scambi e investimenti bilaterali. tuttavia, i protagonisti del settore agricolo statunitense sono stati ingiustamente penalizzati troppo a lungo dai dazi elevati imposti dall’unione europea e dall’italia sui prodotti agricoli americani e da numerosi ostacoli non tariffari”, ha dichiarato la segretaria brooke ROLLINS. ‘in coordinamento con l’ambasciatore tilman FERTITTA, noi del dipartimento dell’agricoltura degli stati uniti (usda) continueremo a lavorare per creare condizioni eque e ampliare le opportunita’ di mercato con l’ue e l’italia per agricoltori, allevatori, silvicoltori e trasformatori alimentari americani.’la segretaria ROLLINS incontrera’ alti funzionari del governo italiano e delle organizzazioni internazionali, tra cui il ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste francesco LOLLOBRIGIDA, la vice capo missione e incaricata d’affari dell’ambasciata usa marta YOUTH, l’incaricato d’affari della missione usa presso le agenzie onu a roma rodney HUNTER, il direttore generale della fao qu DONGYU, e la direttrice esecutiva del programma alimentare mondiale cindy MCCAIN. la segretaria ROLLINS ha reso prioritaria la difesa dell’agricoltura americana sulla scena internazionale. cio’ significa aumentare l’accesso dei prodotti americani ai mercati esistenti, aprire nuovi mercati con forte domanda per i nostri prodotti, e garantire che i partner commerciali trattino in modo equo agricoltori, allevatori e produttori americani. questo avviene dopo quattro anni di inattivita’ da parte dell’amministrazione BIDEN, che hanno portato il saldo commerciale agricolo degli stati uniti da un surplus durante il primo mandato del presidente TRUMP a un significativo deficit sotto il presidente BIDEN. questa missione commerciale segue il viaggio della segretaria ROLLINS nel regno unito a maggio e precede le prossime missioni commerciali in india, vietnam, giappone, peru’ e brasile nei prossimi quattro mesi. altre missioni commerciali dell’usda previste quest’anno includono peru’, repubblica dominicana, taiwan, costa d’avorio e messico. regno unito: il regno unito e’ il quattordicesimo mercato di esportazione agricola degli stati uniti. i produttori americani affrontano dazi sproporzionatamente elevati, bassi volumi di quote tariffarie e ostacoli non tariffari ingiustificati nelle esportazioni verso il regno unito. india: gli stati uniti sono il sesto fornitore di prodotti agricoli per l’india. gli stati uniti hanno un deficit commerciale agricolo di 1,3 miliardi di dollari con l’india. brasile: gli stati uniti hanno un deficit commerciale agricolo di 7 miliardi di dollari con il brasile. giappone: il giappone e’ uno dei cinque principali mercati per molte delle principali materie prime agricole statunitensi, tra cui mais, manzo, maiale, grano, riso e soia. vietnam: il vietnam e’ il decimo mercato di esportazione agricola per gli stati uniti. gli stati uniti non hanno un accordo commerciale con il vietnam, mentre concorrenti importanti come la cina si’. peru’: il peru’ e’ il terzo mercato sudamericano piu’ importante per le esportazioni agricole degli stati uniti, e gli usa restano il secondo fornitore agricolo del peru’. i principali prodotti con prospettive di esportazione verso il peru’ includono etanolo, latticini, carne, frutta a guscio e legumi”.

DAZI: CORTE APPELLO STATI UNITI SOSPENDE BLOCCO
CONTRO MISURE AMMINISTRAZIONE TRUMP

la corte di appello degli stati uniti ha accolto il ricorso dell’amministrazione trump che chiedeva di sospendere la decisione della us court of international trade che aveva bloccato i dazi. la corte di appello ha sospeso temporaneamente la decisione di blocco dei dazi, in attesa di valutare la questione.

NELLE CONSIDERAZIONI FINALI DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA
FABIO PANETTA AMPIA ANALISI SU CONSEGUENZE DAZI

oggi il governatore della banca d’italia fabio PANETTA ha presentato le considerazioni finali in occasione della pubblicazione della relazione annuale sul 2024. qui le considerazioni finali https://bit.ly/3FAmUvH; qui la sintesi della relazione annuale sul 2024 https://bit.ly/4jsZSF1; qui il rapporto annuale sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici (risc) sul 2024 https://bit.ly/3FAG9oX. il governatore ha dedicato ampio spazio alla questione dei dazi sottolineando che: ” (….) i dazi attualmente in vigore negli stati uniti, sebbene inferiori a quelli annunciati all’inizio di aprile, restano i piu’ elevati del secondo dopoguerra e sono causa del sensibile aumento dei dazi medi a livello mondiale (..) l’inasprimento delle barriere doganali potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio. negli stati uniti, l’effetto stimato e’ circa il doppio. i dazi potrebbero comportare una minore domanda di lavoro e un aumento delle pressioni inflazionistiche, in una fase gia’ caratterizzata da aspettative di inflazione in rialzo. stanno inoltre incidendo negativamente sulla fiducia di famiglie e imprese, con possibili ripercussioni su consumi e investimenti. il susseguirsi di annunci, smentite e revisioni alimenta incertezza e volatilita’ sui mercati. si tratta di condizioni che rischiano di amplificare l’effetto dei dazi e che potrebbero protrarsi nel tempo, considerata la complessita’ dei negoziati commerciali, che tipicamente richiedono tempi ben piu’ lunghi dei 90 giorni di sospensione annunciati. (….)le politiche protezionistiche stanno spingendo l’economia mondiale su una traiettoria pericolosa. i dazi oggi in vigore potrebbero ridurre il commercio internazionale di circa il 5 per cento, dando avvio a una riconfigurazione delle filiere produttive globali. ne deriverebbe un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente. (….)gli stati uniti costituiscono il principale mercato di sbocco per i prodotti dell’area, assorbendo quasi un quinto delle esportazioni. alcuni dei settori piu’ esposti ai dazi – quali i mezzi di trasporto, i macchinari e le bevande – mostrano gia’ un peggioramento della fiducia, delle attese sugli ordini e delle prospettive occupazionali. le barriere doganali potrebbero ridurre la domanda di prodotti europei anche in modo indiretto, frenando l’economia globale. inoltre, la cina e alcuni paesi del sud est asiatico, caratterizzati da un eccesso di capacita’ produttiva e da un ampio surplus commerciale con gli stati uniti, cercheranno nuovi sbocchi per contrastare l’effetto dei dazi, accentuando cosi’ la pressione competitiva sui mercati europei. (…)sul fronte dell’inflazione, i prezzi dell’energia sono diminuiti sensibilmente e l’euro si e’ rafforzato. in un contesto di crescita debole e di intensa concorrenza internazionale, questi sviluppi potrebbero comprimere la dinamica dei prezzi al consumo. le aspettative di mercato indicano un ritorno al di sotto del 2 per cento gia’ nella seconda meta’ di quest’anno e un livello medio dell’1,7 nel 2026. si tratta di un quadro economico non ancora definito. un ulteriore apprezzamento dell’euro, un aumento dell’incertezza o condizioni finanziarie piu’ restrittive potrebbero amplificare l’impatto recessivo dei dazi. inoltre, un incremento maggiore del previsto delle esportazioni cinesi verso l’europa potrebbe comprimere l’attivita’ produttiva e l’inflazione”.

DAZI: COLDIRETTI, INSISTERE SU TRATTATIVA,
CIBO PRIMO MOTORE DI CRESCITA DEL PAESE

coldiretti rende noto che: “per ogni euro investito in agricoltura si ha un ritorno in sviluppo di 4 euro ogni euro investito in agricoltura genera un ritorno in sviluppo di quattro euro, con il cibo che e’ diventato il primo motore di sviluppo economico paese e che va difeso dai pericoli di tensioni commerciali, insistendo sulla trattativa per scongiurare il pericolo di una guerra dei dazi. e’ il tema al centro dell’incontro organizzato dalla coldiretti al brixia forum di brescia con la partecipazione del presidente ettore PRANDINI e del segretario generale vincenzo GESMUNDO, assieme al vicepremier e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale antonio TAJANI, impegnato in questi giorni sul doppio fronte dei dazi e di gaza, del ministro dell’agricoltura e della sovranita’ alimentare francesco LOLLOBRIGIDA, e del presidente della regione lombardia attilio FONTANA. presenti anche l’ad di filiera italia luigi SCORDAMAGLIA, l’ad di bonifiche ferraresi federico VECCHIONI, il presidente di coldiretti brescia laura FACCHETTI, il vescovo di brescia monsignor pierantonio TREMOLADA e laura CASTELLETTI, sindaco di brescia. il summit cade nel giorno dell’allarme lanciato il governatore di bankitalia fabio PANETTA sui rischi legati alla corsa ai dazi che potrebbero sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio. un pericolo che rafforza la richiesta di coldiretti di lavorare a una soluzione diplomatica che venga portata avanti in sede europea perche’ solo con una voce unica e forte e’ possibile tutelare le aziende italiane. il cibo rappresenta il simbolo piu’ noto dell’italia all’estero e la prima ricchezza del paese, con una filiera agroalimentare allargata che vale 620 miliardi, dai campi all’industria fino alla ristorazione e alla grande distribuzione. un sistema – ricorda coldiretti – che da’ lavoro a 4 milioni di occupati ed e’ sostenuto dall’impegno quotidiano di 730mila imprese agricole e da un’agricoltura che e’ la piu’ green d’europa, diventata emblema di qualita’ e sicurezza in italia e nel mondo. le esportazioni di cibo italiano hanno raggiunto la cifra record di 69,1 miliardi nel 2024, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente. e nei primi tre mesi del 2025 le vendite di prodotti agroalimentari italiani sono aumentate ulteriormente del 6%, il doppio rispetto al dato generale di tutti i settori. un patrimonio dell’economia nazionale che ha tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo di portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030. ‘la nostra agricoltura ha dimostrato di essere un motore insostituibile di crescita, capace di generare valore, occupazione e identita’ – dichiara il presidente di coldiretti ettore PRANDINI – e’ un comparto strategico che va difeso con determinazione da ogni rischio di guerra commerciale, a partire dall’escalation dei dazi che minaccia le nostre esportazioni e la competitivita’ delle imprese. il cibo e’ il simbolo piu’ riconoscibile del made in italy nel mondo e la prima ricchezza nazionale e la nostra filiera guida l’europa per sostenibilita’ e qualita’. non possiamo permetterci di arretrare. serve una risposta unitaria e forte a livello europeo per tutelare le nostre imprese, promuovendo la via del dialogo e della diplomazia commerciale. solo cosi’ possiamo garantire futuro e competitivita’ a un settore che ha tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo di 100 miliardi di export entro il 2030′”.

DAZI: A US COURT OF INTERNATIONAL TRADE BLOCCA POLITICA
DI TRUMP PERCHE’ VA OLTRE I SUOI POTERI

a us court of international trade, formata da tre giudici, ha bloccato gran parte della politica dei dazi del presidente donald TRUMP sulle importazioni da numerosi paesi, sostenendo che questa politica sta eccedendo i suoi poteri. secondo i giudici, il congresso degli stati uniti non delega al presidente un’autorita’ illimitata per utilizzare l’international emergency economic powers act del 1977 (ieepa). i giudici hanno quindi bloccato i dazi imposti da TRUMP ai sensi dello stesso ieepa, sia quelli annunciati il 2 aprile scorso che quelli precedenti contro canada, messico e cina. l’amministrazione trump ha preannunciato l’appello contro la decisione dei tre giudici che sono stati nominati, rispettivamente, dagli ex presidenti ronald REAGAN e barack OBAMA e dallo stesso TRUMP.

DAZI: FINI (CIA), DECISIONE TRIBUNALE FEDERALE SEGNALE
FORTE CONTRO POLITICHE COMMERCIALI TRUMP

“un segnale forte contro le politiche commerciali di TRUMP. qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione”: e’ la valutazione del presidente cia, cristiano FINI, sullo stop ai dazi usa da parte del tribunale federale. in una intervista radiofonica FINI ha sottolineato che comunque, riguardo ai dazi, resta un clima di incertezza che mette in difficolta’ gli imprenditori agricoli che non sono in grado di programmare scelte ed investimenti. nell’intervista FINI ha anche ribadito il no della cia al fondo unico che ingloberebbe anche la pac. l’intervista completa qui https://www.youtube.com/watch?v=elbJyL3N-Fw

DAZI: GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA), BASTA PROMESSE UE SU
PAC SERVE PRAGMATISMO PER TORNARE POTENZA PRODUTTIVA

“il presidente di confagricoltura, massimiliano GIANSANTI, e’ intervenuto oggi sui dazi americani e sulla sicurezza alimentare al convegno ‘effetto TRUMP: cosa cambia per le imprese e per il mondo’, organizzato da ispi (istituto per gli studi di politica internazionale)”. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione. “per quanto concerne l’agroalimentare, gli stati uniti rappresentano, per la ue e l’italia, il principale mercato fuori dall’europa. pertanto, siamo preoccupati per i dazi annunciati dal presidente TRUMP – ha detto GIANSANTI -. da un lato comprendiamo la volonta’ di riequilibrare la situazione a vantaggio del mercato domestico; tuttavia, questa politica tariffaria aggressiva ottiene l’effetto opposto, anche all’interno dei confini americani. il valore dei prodotti importati sul mercato usa genera quattro volte il valore aggiunto del prodotto, portando maggiore ricchezza interna”. “il punto e’ che si tratta di un confronto ad armi pari, tra due colossi dell’agroalimentare – ha proseguito il presidente riferendosi all’unione europea e agli stati uniti -. paradossalmente l’unione potrebbe fare a meno degli americani e viceversa. ma a che pro? noi vogliamo ragionare in un’ottica di collaborazione, a vantaggio di tutti. quel che e’ certo e’ che, come unione appunto, dobbiamo procedere uniti. bisogna negoziare insieme e ricordare che dazio chiama dazio. va considerato che andiamo sempre di piu’ verso una polarizzazione produttiva: unione europea e stati uniti sono grandi potenze agricole, il sud america e’ sempre piu’ rilevante nella produzione delle proteine vegetali, l’india si sta imponendo sul mercato globale, cina e russia sono due player strategici. il rischio di una grande instabilita’ a svantaggio dei consumatori e’ reale”. “il settore agricolo europeo e’ schiacciato dal peso della burocrazia. ancora oggi, all’interno delle tecnostrutture della ue, c’e’ una visione che punta piu’ a un mondo perfetto, irraggiungibile, che alla tutela e allo sviluppo del mondo produttivo – ha concluso -. fare impresa in un momento di estrema imprevedibilita’ e’ complicato. un esempio: il prezzo della soia e’ uno dei parametri piu’ certi in agricoltura, a livello globale. eppure, in questo momento nessuno si sente di scommetterci. non possiamo ignorare che comprare generi alimentari al prezzo che il mercato esprime non e’ mai conveniente per un paese. la produzione di cibo corrisponde a un soft power nel momento in cui la sicurezza alimentare rappresenta un tema altamente strategico. a livello europeo stiamo assistendo a un arretramento economico spaventoso, che in questo scenario non possiamo permetterci. siamo stati troppo tesi verso modelli non realistici e l’effetto oggi e’ disastroso. non bastano piu’ le promesse, da parte della presidente VON DER LEYEN servono fatti concreti. vanno certamente preservate le risorse naturali che non sono infinite ma serve necessariamente un passo deciso verso un sano pragmatismo”.

DAZI: PORTAVOCE COMMISSIONE, DA TELEFONATA TRUMP-VON DER LEYEN
IMPULSO A NEGOZIATI; STASERA COLLOQUIO SEFCOVIC-LUTNICK

la telefonata tra la presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN e il presidente degli stati uniti donald TRUMP e’ stata oggetto di molte domande durante l’odierno briefing con la stampa della portavoce capo dell’esecutivo ue, paula PINHO. quest’ultima non ha dato dettagli sui contenuti tecnici nonostante le richieste perche’, ha sottolineato, la discrezione e’ l’anima dei negoziati. PINHO ha evidenziato, invece, la bonta’ della telefonata, che da’ nuovo impulso alle trattative. le parti hanno infatti concordato di accelerare le negoziazioni commerciali, rimanendo in stretto contatto. nessun dettaglio e’ stato dato dalla portavoce rispetto a un’eventuale modifica dell’offerta dell’ue per evitare una tariffa del 50%, e su cosa abbia portato al rinvio al 9 luglio della scadenza posta da TRUMP. il portavoce del commissario al commercio maros SEFCOVIC, olof GILL , invece, ha confermato che rimane sul tavolo delle negoziazioni la proposta di azzerare i dazi sulle merci industriali (“zero per zero”). questa proposta – ha spiegato – continua ad essere vista dall’ue come un punto di partenza interessante per una buona negoziazione, che verra’ riproposto gia’ stasera durante la telefonata tra il commissario SEFCOVIC e il segretario al commercio usa howard LUTNICK. parallelamente, pero’ – ha puntualizzato – la commissione lavora anche alla controffensiva tariffaria nel caso non si arrivasse a un accordo. la portavoce PINHO ha rimarcato che VON DER LEYEN e’ in contatto continuo con tutti i capi di governo dell’ue e di non avere informazioni riguardo a un incontro che si starebbe organizzando in italia tra i leader delle principali economie europee per coordinarsi in materia di politica commerciale prima del g7 di meta’ giugno in canada a cui, secondo indiscrezioni, potrebbe partecipare anche VON DER LEYEN.

DAZI: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA), DOPO DICHIARAZIONI TRUMP
APPELLO ALLA CALMA ORA VERO PROBLEMA E’ SVALUTAZIONE DOLLARO

“ancora una volta l’appello e’ alla calma”. lo afferma in un comunicato luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia, commentando l’esternazione del presidente TRUMP sul proprio canale social truth dove minaccia dazi del 50% all’europa a partire dal primo giugno. “per quanto straniante, siamo di fronte a un modo di negoziare proprio del presidente usa – dice SCORDAMAGLIA – la partita e’ ancora tutta da giocare e non e’ il momento di reagire alle provocazioni via social network” . e prosegue l’amministratore delegato “a fronte di questa instabilita’ dovremo confrontarci con una massiccia fuga di capitali dall’economia americana e con una conseguente svalutazione del dollaro, un elemento determinante nella definizione degli scenari futuri, che rendera’ difficoltosa l’esportazione delle nostre eccellenze agroalimentari nei prossimi mesi, e forse anni, verso quel paese”. “oggi infatti gli stati uniti – conclude il comunicato – rappresentano per il settore dell’agroalimentare il secondo mercato di sbocco e il 2024 ha fatto segnare un record di export pari a 7,8 miliardi di euro”.

PARLAMENTO: L’INFORMATIVA
DEL MINISTRO URSO SU DAZI

il ministro delle imprese e del made in italy, adolfo URSO e’ intervenuto nelle aule di senato e camera per un’informativa urgente sulle conseguenze sul sistema produttivo italiano dell’introduzione dei dazi nei confronti dei paesi europei e sulle iniziative di competenza a tutela delle imprese e dell’occupazione. qui il testo dell’informativa https://tinyurl.com/bdcm3zzj

PE: COMMISSIONE INTA APPROVA NUOVI DAZI SU PRODOTTI
AGRICOLI E FERTILIZZANTI RUSSI E BIELORUSSI

la commissione per il commercio internazionale del parlamento europeo (inta) ha approvato la proposta di regolamento della commissione ue di aumentare del 50% le tariffe su quei prodotti agricoli provenienti dalla russia e dalla bielorussia che sono ancora esclusi da altri dazi doganali, informa un comunicato. la proposta sara’ ora sottoposta al voto della prossima sessione plenaria del parlamento, che si terra’ a bruxelles il 22 maggio. i prodotti che saranno colpiti dalle nuove tariffe includono zuccheri, aceto, farina e mangimi. il testo approvato prevede anche una tariffa del 6,5% sui fertilizzanti importati da russia e bielorussia, piu’ 40-45 euro di dazi per tonnellata per il periodo 2025-2026. questi ultimi dazi dovrebbero a 430 euro per tonnellata entro il 2028. le misure proposte ridurranno significativamente le importazioni nell’ue dei beni in questione originari o esportati direttamente o indirettamente da russia e bielorussia. cio’- spiega il comunicato – dovrebbe portare a un’ulteriore diversificazione della produzione di fertilizzanti nell’ue. il nuovo regolamento incarica inoltre la commissione di monitorare e agire per mitigare gli aumenti dei prezzi che potrebbero danneggiare il mercato interno e il settore agricolo dell’ue.

MERCOSUR: URSO, NECESSARIA ACCURATA VALUTAZIONE COSTI-BENEFICI
RIGUARDO LE ECCELLENZE ITALIANE AGROALIMENTARI

“occorre avviare in via esplorativa negoziati per nuovi accordi di libero scambio con messico, consiglio di cooperazione del golfo, india, indonesia, malesia, filippine e australia, oltre al mercosur, che richiede un’accurata valutazione costi-benefici, avuto riguardo alle eccellenze italiane della filiera agroalimentare”, lo ha detto il ministro del made in italy adolfo URSO nel corso dell’informativa resa al senato, questa mattina, sull’impatto dei dazi.

DAZI: DRAGHI, ANCHE SE LE TENSIONI SI ATTENUASSERO, L’INCERTEZZA
RISCHIA DI PERSISTERE FRENANDO GLI INVESTIMENTI UE

con i dazi «siamo a un punto di rottura». servira’ un accordo con gli usa, «ma non sara’ come prima», ha detto mario DRAGHI intervenuto al XVIII simposio COTEC Europa. essendo l’unione europea “una grande economia» “e’ fortemente aperta al commercio. questa apertura aumenta notevolmente l’esposizione della nostra crescita e dell’occupazione alle misure politiche dei nostri partner commerciali e ai cicli politici che hanno origine al di fuori dell’europa. la nostra esposizione principale e’ verso gli stati uniti. cio’ significa che se la domanda statunitense dovesse indebolirsi, anche le importazioni dei nostri partner dall’europa diminuirebbero. le analisi della bce mostrano che, in caso di shock al pil statunitense, questi effetti indiretti sull’area dell’euro sarebbero addirittura superiori a quelli diretti», ha indicato DRAGHI. a suo giudizio​«le recenti azioni dell’amministrazione statunitense»…. «avranno quindi sicuramente ripercussioni sull’economia europea. e anche se le tensioni commerciali dovessero attenuarsi, l’incertezza rischia di persistere e di frenare gli investimenti in tutto il settore manifatturiero dell’ue».

CAMERA: MERCOLEDI’ INFORMATIVA
URGENTE URSO SU DAZI

mercoledi’ 14 maggio, alle 12, il ministro delle imprese e del made in italy, adolfo URSO, interviene nell’aula della camera per un’informativa urgente sulle conseguenze sul sistema produttivo italiano dell’introduzione dei dazi nei confronti dei paesi europei e sulle iniziative di competenza a tutela delle imprese e dell’occupazione.

DAZI USA: COMMISSIONE UE PENSA A CONTROMISURE
E PREPARA CONTENZIOSO AL WTO

la commissione europea informa con un comunicato di aver avviato una consultazione pubblica su un elenco di importazioni statunitensi (tra queste vini, bourbon, semi e panelli di soia, carni, macchinari per l’industria agroalimentare) che potrebbero essere oggetto di contromisure da parte dell’ue, qualora i negoziati in corso tra l’ue e gli stati uniti non portassero un risultato reciprocamente vantaggioso e all’eliminazione dei dazi statunitensi . l’elenco sottoposto a consultazione (disponibile a questo link https://tinyurl.com/42t7msxm) – spiega il comunicato – riguarda importazioni dagli stati uniti per un valore di 95 miliardi di euro e copre un’ampia gamma di prodotti industriali e agricoli. la commissione sta inoltre consultando le possibili restrizioni su alcune esportazioni di rottami d’acciaio e di prodotti chimici dall’ue verso gli stati uniti per un valore di 4,4 miliardi di euro. la consultazione riguarda sia i dazi universali statunitensi che i dazi sulle automobili e sulle parti di automobili. da quando gli stati uniti hanno imposto i loro dazi ingiustificati e dannosi, l’ue – sottolinea il comunicato – ha dato priorita’ alla ricerca di una soluzione equilibrata e reciprocamente vantaggiosa attraverso i negoziati, anche nel quadro della sospensione parziale dei dazi annunciata dagli stati uniti per 90 giorni. tali negoziati sono in corso sia a livello politico che tecnico. l’ue continua comunque a preparare potenziali contromisure per difendere i propri consumatori e l’industria, di pari passo ai negoziati e nel caso in cui questi non portino a un risultato soddisfacente. la consultazione pubblica e’ un passo necessario in questo processo, ma non comporta automaticamente l’adozione di contromisure. parallelamente, l’ue – aggiunge il comunicato – avviera’ una controversia in sede di wto contro gli stati uniti in merito alle tariffe universali cosiddette “reciproche” e alle tariffe sulle automobili e sulle parti di automobili, presentando formalmente una richiesta di consultazioni. l’obiettivo dell’ue e’ quello di riaffermare che le regole concordate a livello internazionale sono importanti e non possono essere ignorate unilateralmente da nessun membro del wto, compresi gli stati uniti. infine, la commissione – conclude il comunicato – continua a monitorare attentamente la potenziale deviazione delle esportazioni globali verso il mercato dell’ue, che potrebbe essere causata dalle tariffe statunitensi imposte ai paesi terzi. inoltre, la commissione continuera’ a portare avanti i negoziati con altri partner commerciali per trovare nuovi sbocchi alle esportazioni e diversificare le fonti di approvvigionamento e prosguira’ anche a lavorare per ridurre le barriere e rafforzare il mercato unico dell’ue.

DAZI: MAMMI, EMILIA ROMAGNA SOSTIENE PROMOZIONE
AZIENDE ANCHE UE INVESTA PIU’ RISORSE

“l’introduzione agli inizi di aprile del dazio base del 10% da parte degli stati uniti su diverse tipologie di merce preoccupa le nostre imprese e tutto il sistema economico. dobbiamo lavorare perche’ venga scongiurata l’applicazione di ulteriori dazi, come minacciato dall’amministrazione americana”, ha dichiarato l’assessore all’agricoltura alessio MAMMI da tuttofood, informa un comunicato. “la regione emilia romagna continua a sostenere le imprese agricole e agroalimentari attraverso bandi e investimenti che sono in uscita e valgono 108 milioni di euro – ha aggiunto MAMMI-. inoltre, metteremo entro il 2025 altri 5 milioni per le attivita’ di promozione di imprese e consorzi di tutela”. l’assessore ha poi ribadito la richiesta al commissario europeo all’agricoltura, christophe HANSEN, di investire “piu’ risorse sulla promozione dei prodotti agroalimentari europei, per dare ancora piu’ fiato all’export. “nel frattempo – conclude MAMMI- saremo al summer fancy food a giugno a new york, a fianco del nostro sistema agroalimentare, cosi’ come stiamo organizzando una missione di sistema in giappone, a osaka, dove si tiene l’expo 2025, perche’ ci interessa il mercato del sud-est asiatico, molto attratto dai nostri prodotti food&wine”.

DAZI USA: UIV, INSENSATO INSERIRE
VINO IN ELENCO CONTRODAZI UE

“ribadiamo la nostra assoluta contrarieta’ e preoccupazione rispetto all’inserimento del vino – e del whiskey americano – nella lista dei contro-dazi ue. l’export di vino europeo verso gli usa vale quasi 5 miliardi di euro l’anno di cui 2 miliardi per l’italia, quello proveniente da oltreoceano arriva ad appena a 318 milioni di euro: la disparita’ del rischio appare piuttosto eloquente”, ha dichiarato in un comunicato il presidente di unione italiana vini (uiv), lamberto FRESCOBALDI.

ETICHETTATURA: HARRIS (IRLANDA), DUBBI SU INTRODUZIONE
AVVERTENZE ALCOLICI PER EFFETTO DAZI

il vice primo ministro della repubblica d’irlanda, simon HARRIS , ha espresso dubbi sull’introduzione obbligatoria delle etichette di avvertenza sugli alcolici entro il prossimo maggio, a causa del potenziale impatto che i dazi statunitensi potrebbero avere sull’industria delle bevande. maggiori particolari sulla “rassegna della stampa estera” di agra press che esce giovedi’ 8 maggio.

TUTTOFOOD: FILIERA ITALIA/COLDIRETTI, INCONTRO TRA IMPRENDITORI E AMBASCIATORI
ITALIANI IN CINA, GIAPPONE E USA AREE STRATEGICHE EXPORT

“in un momento cruciale per il futuro delle nostre eccellenze, coldiretti e filiera italia hanno promosso a tuttofood un confronto ad alto livello tra istituzioni, imprese e rappresentanti diplomatici italiani nei paesi chiave per l’export”. lo rende noto un comunicato di filiera italia, che cosi’ prosegue: “un dialogo strategico per affrontare le sfide globali e cogliere le nuove opportunita’ di crescita, con l’obiettivo di rafforzare la presenza del cibo italiano nei mercati internazionali e valorizzare l’autenticita’, la qualita’ e la sostenibilita’ del nostro modello produttivo. l’incontro ha visto la partecipazione, in collegamento, di massimo AMBROSETTI, ambasciatore italiano nella repubblica popolare cinese, dell’ambasciatore mario VATTANI, commissario generale per l’italia a expo 2025 osaka e di mariangela ZAPPIA, ambasciatrice italiana negli stati uniti (in collegamento). insieme a loro anche il segretario generale di coldiretti, vincenzo GESMUNDO e il presidente ettore PRANDINI. si sono susseguiti anche gli interventi di gianpiero CALZOLARI, presidente di granarolo spa, di renzo COTARELLA, agronomo enologo e amministratore delegato della marchesi antinori e di alessandro SQUERI, direttore generale della steriltom. in un contesto che vede il nostro settore agroalimentare impegnato ad affrontare sfide crescenti, dai nuovi dazi di TRUMP ai conflitti ancora in corso in aree nevralgiche del mondo, luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia, che ha coordinato il panel, ha ricordato come ‘l’instabilita’ politica e commerciale globale comporti rischi non solo economici, ma anche strategici, in termini di accesso ai mercati e competitivita’ delle nostre eccellenze’. SCORDAMAGLIA ha anche spiegato che ‘la domanda mondiale di made in italy alimentare non solo resiste, ma continua a crescere. questo successo si fonda su due pilastri fondamentali: da una parte la qualita’ e l’unicita’ dei nostri prodotti, dall’altra il valore sempre piu’ riconosciuto del modello della dieta mediterranea’. scenari complessi che possono diventare opportunita’, come ha tenuto a sottolineare l’ambasciatrice ZAPPIA, ricordando come il cibo italiano sia ormai un segmento imprescindibile della cultura enogastronomica usa, dove e’ riconosciuta e ricercata l’autenticita’ e l’esclusivita’ dei nostri prodotti agroalimentari. in particolare, ha anche voluto evidenziare come sono e saranno sempre di piu’ i giovani a guidare questa ricerca per prodotti autentici, del territorio, che siano sostenibili e che raccontino in modo sincero il nostro made in italy. analisi diversa ma non meno ottimistica quella dell’ambasciatore italiano in cina, massimo AMBROSETTI, che vede nello spazio di mercato che ancora dobbiamo conquistare un’infinita’ di opportunita’ per i nostri prodotti, che sono apprezzati ma non ancora conosciuti o compresi del tutto. da qui l’importanza di saper comunicare al consumatore, ma anche di educarlo rispetto al nostro gusto e alla nostra tradizione, non dimenticando l’importanza pero’ di saper anche adattare i nostri prodotti a quello che e’ il gusto e il modo di apprezzare il cibo del popolo cinese. delle opportunita’ legate ad expo ha parlato l’ambasciatore VATTANI, ricordando che expo non solo puo’ rappresentare una vetrina d’eccellenza per il nostro modo di produrre e valorizzare i nostri prodotti agroalimentari, grazie al padiglione italia, ma che puo’ servire come punto di incontro sempre piu’ solido tra il popolo giapponese e il cibo italiano, sempre piu’ ri apprezzato e parte della vita quotidiana. ‘incontri come questi hanno un rilevanza particolare – ha sottolineato PRANDINI – solo attraverso il dialogo tra istituzioni e imprese possiamo costruire una presenza italiana forte, coerente e duratura nei mercati globali’. imprese che hanno a loro volta sottolineato da una parte l’importanza di gestire in modo appropriato e con cura l’evoluzione della situazione negli stati uniti, riconosciuto unanimemente come mercato imprescindibile, per il suo grado di maturita’ e apprezzamento verso il made in italy, dall’altra la necessita’ di lavorare in modo attento alla costruzione di nuovi sbocchi commerciali, prestando attenzione ai criteri di reciprocita’ e autenticita’ quando si parla di mercato cinese, e di esclusivita’ e rappresentativita’ quando si guarda al mercato giapponese. e ha concluso SCORDAMAGLIA ‘filiera italia insieme a coldiretti hanno scelto di essere protagonisti diretti in questa strategia internazionale nella promozione di quelle aziende e filiere che credono nei valori distintivi delle nostre eccellenze che sono sinonimo di autenticita’, legami col territorio, sostenibilita’ e lavoro etico: la base su cui stiamo costruendo il nostro successo globale’.”.

MACFRUT: 7/5 CONVEGNO AGROCEPI SU DAZI CON LA
PIETRA, PROIETTI, BELLANOVA, MARTINANGELO

“per far fronte al tema dei dazi degli stati uniti l’agroalimentare deve rispondere in maniera forte e compatta. e lo deve fare con un approccio europeo ed europeista: e’ la chiave piu’ efficace. abbiamo il dovere di essere compatti, di muoverci come unione europea per sostenere i nostri agricoltori, le nostre aziende e le nostre filiere. dobbiamo alimentare gli stati uniti d’europa. le guerre commerciali non fanno bene a nessuno e dobbiamo batterci per un clima diverso, ma la questione che resta e’ quella di un approccio piu’ ampio. al governo chiediamo, intanto, un aiuto concreto per sostenere l’export e dare impulso al nostro agroalimentare”. lo afferma in un comunicato il presidente di agrocepi, federazione nazionale agroalimentare, corrado MARTINANGELO, a margine dell’apertura di macfrut 2025 in corso a rimini. “e sara’ proprio sul tema ‘alimentiamo gli stati uniti d’europa contro ogni barriera’ che domani 7 maggio – informa il comunicato – agrocepi chiamera’ a confrontarsi il ministero dell’agricoltura e della sovranita’ alimentare con il sottosegretario patrizio LA PIETRA (fdi), il presidente di ismea, livio PROIETTI, e teresa BELLANOVA, gia’ ministra dell’agricoltura”. “un incontro dal grande valore politico e strategico per discutere il futuro dell’agricoltura europea in un contesto di nuove sfide globali – aggiunge MARTINANGELO -. riteniamo necessario avviare un piano straordinario per l’agrifood che vada oltre la pac e coinvolga l’intera filiera agroalimentare. solo attraverso un’azione coordinata e integrata, infatti, l’unione europea potra’ rafforzarsi come comunita’ economica, acquisendo maggiore peso sui mercati internazionali e affermando un modello produttivo fondato su qualita’, sicurezza alimentare e sostenibilita’”.

TUTTOFOOD: COLDIRETTI, CON SPETTRO DAZI E’ CORSA
ACQUISTI AL CIBO MADE IN ITALY (+11%)

“nei primi due mesi del 2025 le esportazioni di cibo made in italy verso gli usa sono cresciute in valore dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro un calo generale del 3% di tutti i settori produttivi. e’ quanto emerge da una analisi coldiretti su dati istat diffusa all’inaugurazione di tuttofood, la kermesse dedicata all’agroalimentare aperta alla fiera di milano rho, con una esposizione dedicata allo stand c07, nel padiglione 14”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “i dati indicano che ad inizio anno si e’ registrata una crescita degli acquisti da parte degli importatori statunitensi, con l’obiettivo di ‘fare scorta’ di prodotti italiani in attesa di capire la mosse di TRUMP sui dazi, annunciati gia’ in campagna elettorale e dopo il suo insediamento, poi fissati successivamente al 20%, prima di essere dimezzati e sospesi per 90 giorni. se si prende in esame il solo mese di febbraio, l’aumento e’ stato addirittura del 14% rispetto a un crollo del 10% se si considerano tutti i comparti. dal monitoraggio coldiretti sui prodotti simbolo del made in italy a tavola, emergono comunque situazioni differenti da filiera e filiera. per il vino, prima voce delle esportazioni agroalimentari tricolori negli states, arrivano segnali discordanti, tra chi sta registrando una ripresa delle vendite e chi, invece, rileva un calo almeno a livello di volumi. l’unico fattore ad accomunare tutte le cantine – precisa coldiretti – e’ un senso di incertezza, considerata anche l’estrema mutevolezza degli annunci da parte del presidente americano donald TRUMP. per i formaggi, altro simbolo dell’italian food, il consorzio del grana padano segnala un aumento ad inizio anno dell’11% delle forme spedite negli usa, quasi il doppio rispetto al risultato generale. per le conserve di pomodoro la situazione resta, invece, incerta, anche in considerazione dell’annunciato calo a doppia cifra della produzione della california e delle attese rispetto a quella cinese. ‘nonostante le tensioni commerciali, e’ evidente che il lavoro fatto in questi anni sulla promozione del cibo italiano negli states ha funzionato e, prescindere da quali saranno le prossime mosse di TRUMP, occorre ora fare tutto il possibile per evitare un muro contro muro che finirebbe per danneggiare tutti’, sottolinea il presidente della coldiretti ettore PRANDINI. ‘gli stati uniti rappresentano un mercato di fondamentale importanza per l’europa, e in particolare per l’italia, non solo per l’agroalimentare ma anche per altri comparti – rileva il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO -. e’ evidente che ci troviamo in un contesto geopolitico profondamente mutato rispetto a pochi anni fa, dove le tensioni commerciali possono avere conseguenze rilevanti. l’auspicio e’ che l’italia e l’europa continuino a portare avanti il dialogo’. restano anche le preoccupazioni sul possibile effetto dei dazi sul fenomeno dell’italian sounding. per l’occasione, nello stand coldiretti e’ stata allestita una mostra sui prodotti simbolo del made in italy in america, messi a confronto con le loro imitazioni che dall’imposizione dei dazi e dal possibile calo di vendite degli ‘originali’ potrebbero trovare una ulteriore spinta. non bisogna, infatti, dimenticare che gia’ oggi gli usa si piazzano in testa alla classifica dei maggiori taroccatori con una produzione di cibo italiano tarocco che ha superato i 40 miliardi in valore e che vede come prodotto di punta i formaggi. secondo l’analisi della coldiretti su dati USDA, il dipartimento di stato dell’agricoltura statunitense, si producono negli stati uniti 222 milioni di chili di parmesan, 170 milioni di chili di provolone, 23 milioni di chili di pecorino romano oltre a quasi 40 milioni di chili di formaggi italian style di altro tipo, come il friulano. senza dimenticare gli oltre 2 miliardi di chili di mozzarella, che portano il totale dell”italian cheese’ a quasi 2,7 miliardi di chili. il 90% dei formaggi ‘tipo italiano’ e’ realizzato in wisconsin, california e new york e ha superato la produzione dei veri formaggi statunitensi come cheddar, colby, monterrey e jack. il problema riguarda pero’ tutte le categorie merceologiche a partire dai salumi piu’ prestigiosi, come le imitazioni del parma e del san daniele o la mortadella bologna o il salame milano, fino al vino”.

UNIONCAMERE: 7 IMPRESE SU 10 SI ATTREZZANO
PER FRONTEGGIARE I POSSIBILI DAZI USA

“sette imprese su 10 si stanno attrezzando per contrastare gli effetti negativi dei possibili dazi usa. e’ quanto emerge da un recente sondaggio di unioncamere e centro studi tagliacarne che mostra anche che, sebbene le vendite italiane negli states rappresentino una quota significativa del nostro export, la capacita’ di diversificazione dei mercati (11 quelli mediamente raggiunti alle aziende italiane) potrebbe contenere almeno in parte il peso delle nuove barriere economiche. ne hanno discusso oggi i presidenti delle camere di commercio, giunti a roma per l’assemblea di unioncamere”. lo rende noto un comunicato di unioncamere, che cosi’ prosegue: “‘il 43% delle imprese interpellate da una analisi di ipsos resa nota oggi e’ convinto che la camera di commercio possa offrire un valido supporto nell’accesso ai mercati esteri e quasi la meta’ pensa che le camere di commercio possano continuare ad essere un punto di riferimento per affrontare le sfide future’, ha sottolineato il presidente di unioncamere, andrea PRETE. ‘soprattutto le imprese di piccola dimensione vanno aiutate visto che, secondo le nostre stime, oltre 7 miliardi di euro di export aggiuntivo potrebbero venire proprio da queste’. il primo effetto che le barriere commerciali del governo usa potrebbe determinare, dicono le imprese, e’ la riduzione dell’export (il 56% delle imprese che subiscono un impatto da queste politiche indica questa limitazione). al secondo posto (26%) c’e’ l’aumento dei costi di approvvigionamento. al terzo posto (22%) e’ segnalata la riduzione delle vendite di beni intermedi e semilavorati che sono incorporati in prodotti di altri paesi per il mercato usa. circa un’impresa su cinque (19%), inoltre, si aspetta un aumento della concorrenza da parte di altre imprese che potrebbero spostare i mercati di vendita dagli stati uniti all’ue. sette imprese su 10, pero’, sono pronte a rispondere, aumentando i prezzi di vendita (ipotesi dichiarata dal 33% delle aziende), ricercando nuovi mercati nella ue (25%) o extra-ue (18%), aumentando/spostando la produzione negli usa (lo dichiara solo il 3%). l’italia e’ il paese con la piu’ alta quota di imprese esportatrici verso gli usa (22,3%) dopo la francia (22,6%). dopo irlanda (26,7%) e finlandia (11,1%), il nostro paese e’ al terzo posto per valore dell’export delle imprese (circa 65 miliardi di euro nel 2024) verso gli stati uniti sul totale dell’export italiano (10,8%). complessivamente, il 2,9% del fatturato delle aziende made in italy e’ generato dall’export negli usa, ma con dei picchi notevoli a livello provinciale. e’ il caso di trieste, dove il 36,2% del fatturato delle imprese proviene proprio dalle vendite negli usa, seguita da l’aquila (17,6%), isernia (16%), grosseto (12,1%), massa carrara (8,5%), rieti (8,1%), sassari (7,6%), modena (6,9%), latina (6,6%) e ferrara (5,2%). le imprese italiane nel tempo hanno imparato a diversificare i propri mercati di sbocco, proprio per essere meglio in grado di affrontare le turbolenze internazionali. le aziende esportatrici manifatturiere, mediamente, esportano in 11 mercati diversi. e piu’ si sale al nord, piu’ la diversificazione aumenta: nel nord-ovest in media ogni impresa manifatturiera vende in 13 paesi, nel nord-est in 11, al centro in 9 e nel mezzogiorno in 6. quattro le province da record (reggio emilia, vercelli, bologna e ravenna), in cui la media di paesi di esportazione per ogni impresa manifatturiera e’ tra i 15 e i 17”.

GIANSANTI E CAPONI A EUROFLORA, INNOVAZIONE
ED EXPORT NOSTRI PUNTI DI FORZA

“qui a euroflora l’italia esalta la sua capacita’ progettuale e produttiva, fatta di tecnologia, ricerca applicata e innovazione. questo in un momento particolare a livello globale, in cui gli scambi internazionali sono fortemente influenzati dalle politiche usa relative ai dazi e alle barriere non tariffarie che molto incidono sui nostri prodotti agricoli e per i quali chiediamo reciprocita’”: lo ha detto il presidente di confagricoltura, massimiliano GIANSANTI, in visita ufficiale ad euroflora di genova insieme al direttore generale CAPONI. “a euroflora l’organizzazione e’ presente con un ampio spazio che ospita incontri, convegni e attivita’ didattiche a cura della liguria. un’occasione che va oltre il comparto e abbraccia i grandi temi dell’agricoltura: i mercati, il ricambio generazionale, il cambiamento climatico. focus approfonditi con enti e istituzioni”, spiega un comunicato di confagricoltura. “gli operatori dicono che nel 2050 la liguria avra’ il clima che oggi ha marrakech. questo significa tropicalizzazione, innalzamento delle temperature, siccita’ e, parallelamente, fenomeni alluvionali piu’ frequenti. di qui la necessita’ di trovare soluzioni innovative per mantenere il patrimonio verde, renderlo piu’ resistente per permettere a tutti di continuare a beneficiarne. il settore florovivaistico italiano vale 3,14 miliardi di euro, che rappresentano il 4,7% del valore della produzione agricola totale. l’italia e’ il terzo principale paese produttore della ue dopo paesi bassi e spagna. l’export e’ di circa 1,2 miliardi (pari all’1,4% dell’export agroalimentare totale), con francia, paesi bassi e germania i principali mercati di sbocco”, prosegue confagricoltura. “la qualita’ delle nostre produzioni e’ apprezzata in tutto il mondo. gli stati uniti, benche’ non siano il nostro primo mercato, rappresentano una piazza importante per il comparto delle fronde. i dazi colpirebbero questo settore, che sta ancora patendo da anni la mancanza del mercato russo. l’italia vanta tuttavia una tradizione secolare nel campo dell’ibridazione, che nel tempo ha portato a nuove varieta’ oggi presenti nel mondo. ad esempio, la maggior parte delle rose coltivate in centro america sono di ibridazione italiana; cosi’ anche per i garofani e gli anemoni. per i ranuncoli abbiamo individuato cloni che, dall’italia, sono entrati sul mercato con una nuova varieta’ nata proprio qui in liguria”, ha spiegato il presidente della federazione nazionale florovivaismo luca DE MICHELIS.

USA CHIEDONO AL MESSICO ELIMINAZIONE DAZI SU SISTEMI
DIFESA CONTRO VERME A VITE DEL NUOVO MONDO

il segretario americano all’agricoltura brooke ROLLINS ha inviato una lettera alla sua controparte in messico, chiedendo che vengano eliminate le restrizioni sugli aerei dell’usda e di rinunciare ai dazi doganali sul materiale per l’eradicazione che stanno ostacolando la risposta degli stati uniti alla diffusione del verme a vite del nuovo mondo (new world screwworm, la larva della mosca cochliomyia hominivorax), informa un comunicato. “ogni ritardo nel concedere la piena autorita’ operativa e nell’eliminare le barriere doganali mina la nostra capacita’ collettiva di portare avanti questa risposta di emergenza – ha scritto ROLLINS – e se questi problemi non saranno risolti entro il 30 aprile, l’usda limitera’ l’importazione di bovini, bisonti ed equini vivi provenienti o in transito dal messico, per proteggere gli interessi dell’industria agricola degli stati uniti”. l’usda – spiega il comunicato – continua a intraprendere tutte le azioni necessarie per fermare la diffusione del new world screwworm nel messico meridionale, al fine di proteggere l’industria zootecnica americana, l’approvvigionamento alimentare e le popolazioni di animali selvatici prima che il parassita raggiunga il confine degli stati uniti.

DEF: ALLEANZA COOPERATIVE, PIU’ SVILUPPO, TUTELE E LIQUIDITA’
PER CONSENTIRE A IMPRESE DI AFFRONTARE CRISI DAZI

“il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica certificato dal documento di finanza pubblica 2025 rappresenta una notizia positiva per la tenuta economica del paese, grazie anche alle maggiori entrate fiscali. tuttavia, le centrali cooperative dell’alleanza segnalano l’assenza di una strategia esplicita di riprogrammazione delle risorse pubbliche a sostegno dello sviluppo, delle imprese e dell’economia sociale. a dirlo sono simone GAMBERINI, presidente di legacoop, e marco VENTURELLI, segretario generale di confcooperative, intervenuti, anche in rappresentanza di giovanni SCHIAVONE, presidente agci, all’audizione sul dfp davanti le commissioni bilancio di camera e senato”. lo rende noto un comunicato di alleanza delle cooperative italiane che cosi’ prosegue: “la riduzione della spesa netta nel 2024 e il mantenimento dell’avanzo primario sono valutati favorevolmente. preoccupa, tuttavia, la debolezza dell’intervento pubblico in ambito sociale e sanitario. il comparto socioassistenziale e’ sottofinanziato, come evidenziato da ufficio parlamentare di bilancio e banca d’italia. in assenza di interventi mirati, il sistema rischia seri squilibri e un’ondata di contenziosi, come nel caso dei ricoveri per alzheimer, a seguito della recente sentenza della cassazione. nel primo semestre 2025, il sentimento economico tra le cooperative e’ negativo, anche se si prevede una crescita di fatturato nei settori sociale, sanitario e agroalimentare. persistono criticita’ strutturali, tra cui il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e la crisi demografica della cooperazione, con un saldo negativo di iscrizioni e cessazioni. il movimento sollecita una riflessione sull’evoluzione normativa degli ultimi vent’anni, affinche’ lo stato torni a promuovere attivamente la cooperazione, in linea con l’articolo 45 della costituzione. la nuova crisi dei dazi statunitensi rischia di travolgere il settore agroalimentare, in particolare il vino, l’olio evo, i formaggi, i salumi e le conserve di pomodoro. le cooperative, che esportano negli stati uniti prodotti ad alto valore aggiunto, non possono delocalizzare e invocano misure di emergenza per evitare perdite di mercato e occupazione. le stime parlano di rischi occupazionali tra i 18 e i 20 mila posti, con cali potenziali di export fino al 30% per i vini e al 20% per i salumi. le centrali cooperative avanzano una serie articolata di proposte su quattro assi principali: attivazione di fondi europei e nazionali per sostenere le imprese colpite dai dazi , con risorse straordinarie, promozione nei nuovi mercati e strumenti digitali per l’export; ammortizzatori sociali speciali, contenimento della pressione fiscale, estensione dei benefici alle imprese agricole cooperative, e semplificazione burocratica; misure di sostegno al credito sul modello del temporary framework ucraina e moratorie simili a quelle attuate durante il covid; revisione della disciplina della global minimum tax per renderla compatibile con le specificita’ delle cooperative e delle imprese sociali; in vista della legge annuale per le pmi e dell’attuazione della raccomandazi one ue sull’economia sociale, la cooperazione chiede incentivi per gli investimenti nel capitale delle imprese sociali, un rilancio della fiscalita’ sul patrimonio indivisibile delle societa’ cooperative e correttivi agli indici sintetici di affidabilita’. sul fronte degli appalti pubblici, e’ urgente eliminare la disparita’ tra lavori e servizi nella revisione prezzi. inoltre, il rinnovo del ccnl della cooperazione sociale e i nuovi costi che ne derivano devono essere riconosciuti dalla pa. infine, e’ indispensabile un intervento coordinato per l’adeguamento delle tariffe dei servizi sociosanitari, oggi ampiamente insufficienti”.

DAZI: VANCE, CON MELONI CONTINUEREMO
DIALOGO SU NEGOZIATI CON UE

“con MELONI continueremo dialogo su negoziati con ue» «vorrei anche parlare con il primo ministro di alcune relazioni economiche molto importanti tra l’italia e gli stati uniti. ma, ovviamente, stiamo conducendo importanti negoziati commerciali non solo tra l’italia e gli stati uniti, ma anche con l’intera unione europea. ne abbiamo parlato a lungo ieri con il presidente e oggi daremo seguito a quelle conversazioni». ha detto il vicepresidente degli stati uniti, jd VANCE, prima del bilaterale con la premier giorgia MELONI a palazzo chigi.

GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA), BENE INCONTRO MELONI-TRUMP.
ORA SPERIAMO IN INTESA DEFINITIVA ELUDENDO RISCHIO DAZI

“come confagricoltura sin dall’inizio avevamo chiesto un dialogo forte ed autorevole tra l’europa e gli stati uniti. il viaggio oggi della presidente MELONI va nella giusta direzione”. lo afferma il presidente di confagricoltura massimiliano GIANSANTI in merito all’incontro tra la presidente del consiglio giorgia MELONI e il presidente degli stati uniti donald TRUMP. “dobbiamo evitare guerre commerciali con quello che per noi e’ il principale mercato al di fuori dell’europa”, evidenzia GIANSANTI, che prosegue: “credo che attraverso la diplomazia e, piu’ in generale, attraverso i buoni rapporti che da sempre caratterizzano le due sponde dell’atlantico, si possano da un lato creare ancora oggi forti condizioni per poter garantire la sicurezza alimentare a livello globale, senza nessuna influenza per quello che riguarda la vita dei consumatori e, dall’altro lato, incentivare sempre di piu’ la grande capacita’ produttiva sia europea che americana in una giusta dimensione, ma soprattutto per rispondere a quelle che sono le sfide del mercato globale che ci chiedono di produrre sempre di piu'”. “quindi bene l’incontro tra la presidente MELONI e TRUMP: ora speriamo che si possa trovare un’intesa definitiva eludendo il rischio e la preoccupazione legati ai dazi, per dare una nuova prospettiva e un nuovo accordo tra gli stati uniti e l’europa stessa”, conclude GIANSANTI.

DAZI: MAMMI (EMILIA ROMAGNA), 12 MILIONI DI EURO PER
RAFFORZARE PRESENZA AGROALIMENTARE ALL’ESTERO

oltre 10,5 miliardi di euro di export verso gli stati uniti, di cui quasi 1 miliardo solo tra cibo e vino: numeri che fanno degli usa il primo mercato extra-ue per l’agroalimentare emiliano romagnolo ma che rischiano di essere messi in discussione dall’annuncio di nuovi dazi usa, rende noto un comunicato della regione emilia romagna. una situazione di incertezza – spiega il comunicato – alla quale la regione risponde con una strategia concreta e mirata per sostenere l’export e le imprese, mettendo a disposizione oltre 12 milioni di euro per la promozione, sui mercati internazionali, del vino e dei prodotti dop e igp. a illustrarla e’ l’assessore regionale all’agricoltura e agroalimentare alessio MAMMI, protagonista della settima puntata di “risposte”, il format di video-interviste alla giunta dell’emilia romagna, guidata dal presidente michele DE PASCALE, che approfondisce alcune delle questioni di maggiore rilievo per la comunita’ regionale. il video e’ online su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=ap1p_sqfpks), su lepidatv (https://www.lepida.tv/video/episodio-7-risposte-alessio-mammi) e sui profili instagram e facebook della regione.

BCE: GARDINI (CONFCOOPERATIVE), TAGLIO 25 PUNTI MISURA
CORAGGIOSA IN MOMENTO DELICATO AGGRAVATO DA DAZI

“‘il nuovo taglio di 25 punti del costo del denaro operato dalla bce rappresenta un segnale importante, molto atteso dal sistema produttivo italiano ed europeo. una misura coraggiosa che arriva in un momento delicato di contrazione dell’economia mondiale dove i dazi hanno aumentato il clima di incertezza’. e’ quanto afferma maurizio GARDINI, presidente di confcooperative, nel commentare positivamente il taglio operato dalla bce”. lo rende noto un comunicato di confcooperative. “questa scelta va nella giusta direzione e risponde alla necessita’ delle imprese di accedere al credito a condizioni meno onerose”, sottolinea il presidente di confcooperative, ad avviso del quale “le cooperative e le imprese in generale hanno bisogno di poter accedere al credito a condizioni piu’ favorevoli, e questa scelta della bce va proprio in questa direzione”. “e’ fondamentale che le imprese possano investire e innovare, e un costo del denaro piu’ basso rappresenta un’opportunita’ per rilanciare l’economia e per sostenere il sistema produttivo e favorire gli investimenti necessari in questa fase economica complessa”, prosegue GARDINI, che conclude: “la decisione della bce puo’ rappresentare una boccata d’ossigeno. le cooperative, come tutte le imprese, necessitano di liquidita’ a costi sostenibili per alimentare progetti di sviluppo e innovazione”.

DAZI: COPAGRI SARDEGNA, RICADUTE DAZI
SU DOP NON SONO AL MOMENTO ALLARMANTI

“‘le ricadute sul pecorino romano dop dei dazi imposti, salvo poi essere sospesi, dall’amministrazione statunitense non sono al momento tali da suscitare allarmismi particolari o che comunque vadano oltre le normali preoccupazioni che gravano sulle spalle di buona parte dei settori produttivi’. e’ quanto afferma il presidente della copagri sardegna giuseppe PATTERI in occasione della visita della premier giorgia MELONI negli usa, riportando quanto emerso durante una serie di confronti tra la federazione e numerosi produttori associati, svoltisi negli ultimi giorni”. lo rende noto un comunicato di copagri sardegna. “certamente, all’indomani della scellerata imposizione delle nuove barriere tariffarie, le oscillazioni sull’export del pecorino romano verso gli usa sono state temporaneamente e moderatamente avvertite anche dai trasformatori dell’isola, ma al netto di questo, ad oggi, la stragrande maggioranza dei produttori non registra particolari contraccolpi sulle scorte di magazzino”, prosegue il presidente della copagri sardegna, ad avviso del quale “questo si spiega con il fatto che molti esportatori hanno predisposto per tempo una collocazione straordinaria di prodotto sul mercato statunitense”. “al netto di cio’, e’ bene evidenziare che i prezzi al consumo del formaggio sul mercato nazionale mostrano quotazioni decisamente positivi, con quotazioni che nella vendita al dettaglio da parte della gdo superano i 25 euro al chilo”, evidenzia il direttore della copagri sardegna mario PUTZOLU, spiegando che “il trend del pecorino romano continua ad essere positivo sia sul mercato comunitario che in quello ‘extra usa’”. “i dazi non stanno influendo neanche sul prezzo all’origine del prodotto a 5 e 8 mesi di stagionatura, che registra addirittura un leggero aumento rispetto al mese di gennaio”, aggiunge PUTZOLU, facendo inoltre notare che “la produzione di latte conferito, pur avendo subito una contrazione complessiva rispetto alle tre campagne precedenti, anche a causa della blue tongue, ha fatto registrare fino a gennaio una crescita del prodotto destinato alla produzione del pecorino romano”. “quello che bisogna fare, quindi, oltre a evitare pericolosi allarmismi che possano danneggiare i mercati, e’ valutare la possibile attuazione di misure di contrasto, quali ad esempio interventi straordinari atti a stabilizzare i mercati, intervenendo nella peggiore delle ipotesi con operazioni sulle scorte di magazzino, anche in coordinamento con le istituzioni nazionali”, suggerisce PATTERI, invitando la regione sardegna a “muoversi per tempo ed evitare in questo modo di farsi trovare impreparata”.

DAZI: VIA CAMPESINA, NO A NUOVI ACCORDI LIBERO
SCAMBIO RAFFORZARE SOVRANITA’ ALIMENTARE

“l’agricoltura sara’ fortemente colpita dalla guerra commerciale di TRUMP, con gravi ripercussioni sui produttori di beni destinati all’esportazione (vino, formaggio, olio, ecc.) cosi’ come sugli agricoltori”, afferma il coordinamento europeo di via campesina (ecvc). “in questo contesto – prosegue – alcuni presentano la rapida ratifica di nuovi accordi di libero scambio come l’unica soluzione. questa proposta provochera’ decenni di danni agli agricoltori contadini e alle societa’, mantenendo la vulnerabilita’ dei mercati europei e minando la nostra auspicata autonomia strategica”. secondo l’ecvc, “per difendere l’agricoltura, l’alimentazione e i mercati in europa, dobbiamo abbandonare il paradigma del libero scambio e rafforzare la sovranita’ alimentare”.

DAZI: DEMETER ITALIA, TARIFFE STIMOLO PER RAFFORZARE
PRODUZIONI LOCALI, SANE E CERTIFICATE

“i dazi annunciati da donald TRUMP cambiano le regole del gioco del mercato globale, ma non minacciano le produzioni biodinamiche italiane certificate. di fronte all’altalena del mercato agroalimentare innescata dagli annunci di TRUMP, demeter italia, l’associazione per la tutela della qualita’ biodinamica, guarda al rovescio della medaglia, all’opportunita’ di incentivare il mercato locale e di valorizzare le produzioni piu’ sane, ecologiche, tracciabili e certificate”. lo rende noto un comunicato stampa di demeter. “siamo di fronte a un mercato in grande cambiamento – spiega il presidente dell’associazione enrico AMICO – non solo per le dinamiche della politica internazionale, ma anche per un cambiamento culturale sempre piu’ significativo nelle scelte di consumo. l’attenzione ai prodotti piu’ salutari, rispettosi dell’ambiente e del territorio, del sociale sta crescendo tra i consumatori e traccera’ le scelte produttive del futuro. e in questa fase e’ possibile un’accelerazione di questo processo che parte dalla consapevolezza, piu’ o meno acquisita, di quanto l’alimentazione e cio’ che mangiamo condizioni il nostro stato di salute e, in senso piu’ ampio, quello dell’ambiente. proprio per questa ragione la tracciabilita’ dei prodotti e la certificazione di qualita’ biodinamica demeter, che segue rigorosi standard di controllo su ogni azienda licenziataria e ogni produzione, assume grande importanza a tutela del consumatore”. anche per questa ragione AMICO sottolinea come le aziende biodinamiche esportatrici reggeranno bene l’urto: “dopo una prima fase di assestamento il calo delle vendite sara’ meno pesante di quanto si possa pensare, perche’ i nostri prodotti a marchio demeter vengono scelti per la loro eccellenza e garanzia di qualita’, quindi non facilmente imitabili e sostituibili”. secondo il presidente di demeter italia le produzioni biodinamiche certificate sono in grado di offrire una garanzia di qualita’ anche di fronte al rischio di invasione delle produzioni cinesi a seguito della guerra dei dazi. “i rischi collegati all’importazione di prodotti cinesi – continua AMICO – sono ben noti: significa parlare della presenza di sostanze tossiche e vietate nel nostro paese come in europa, contaminazioni dovute agli inquinanti. questo e molto altro ancora. a maggior ragione oggi il consumatore ha necessita’ di tutelarsi. e non si tratta di un piccolo problema”. demeter italia evidenzia la necessita’ di una visione piu’ ampia del contesto produttivo agroalimentare, a partire dalla cura del terreno. “non si parla mai abbastanza dei rischi per la salute legati all’alimentazione – conclude AMICO – e spesso un’etichetta non basta. e’ necessario sapere come e’ stato prodotto cio’ che finisce sulla nostra tavola, capire che un alimento sano non puo’ arrivare da un terreno inquinato, che la cura e l’attenzione dell’agricoltore per cio’ che costituisce l’azienda agricola, dal terreno fino alle persone, genera sempre un valore. per questa ragione in agricoltura biodinamica l’azienda agricola e’ chiamata organismo agricolo, perche’ non esiste davvero nulla di non interconnesso”.

GRANA PADANO: ASSEMBLEA CON LOLLOBRIGIDA
PER IL 70MO. VIDEOMESSAGGIO DI MELONI

“le minacce dei dazi preoccupano i produttori di grana padano, che oggi hanno celebrato un 2024 ricco di successi ed il 70esimo anniversario di fondazione del consorzio di tutela del formaggio a denominazione d’origine protetta piu’ consumato nel mondo nell’assemblea generale che si e’ svolta al centro fiere di montichiari (bs) ed ha visto la partecipazione del ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste francesco LOLLOBRIGIDA ed un videomessaggio di saluto della presidente del consiglio, giorgia MELONI, impegnata a washington nel vertice con il presidente TRUMP”. lo rende noto un comunicato stampa del consorzio. “il nostro cibo e’ sinonimo di eccellenza e grana padano ne e’ una delle espressioni piu’ riconosciute ed apprezzate, con tutto il sistema delle indicazioni geografiche che non ci stancheremo mai di difendere – ha detto tra l’altro il presidente del consiglio -. la nostra priorita’ e’ favorire l’accesso degli imprenditori ai mercati, promuovere la qualita’ italiana, ridurre le barriere che ostacolano la nostra capacita’ di crescere. continueremo in questa direzione anche e soprattutto in questa fase tanto complessa quanto in continua evoluzione, nella quale e’ necessario ragionare con lucidita’ e lavorare con concretezza e pragmatismo. tra le tante incertezze voglio darvi una certezza. il governo continuera’ ad essere al vostro fianco, al fianco di chi produce e difende la nostra identita’, al fianco di chi tiene alta la bandiera del nostro marchio made in italy nel mondo. perche’ l’unica cosa che abbiamo a cuore e’ fare l’interesse dell’italia e degli italiani”. “nel 2024 abbiamo proseguito nella crescita delle produzioni avviate negli ultimi anni – ha sottolineato il presidente del consorzio di tutela, renato ZAGHINI – abbiamo performato ottimamente all’estero e in italia e siamo stati la destinazione piu’ redditizia al mondo per il latte da silomais”. “il consorzio di tutela – continua il comunicato -ha fissato ulteriori obiettivi di crescita con i piani pluriennali produttivo e strategico varanti a fine 2024. ma la guerra dei dazi rischia di imporre modifiche drastiche agli investimenti e non solo verso gli stati uniti, terzo mercato estero per il grana padano nel 2024 con oltre 215mila forme esportate lo scorso anno, con un incremento di oltre 10 punti percentuali sull’anno precedente”. “siamo fiduciosi che il governo trovera’ il modo di attenuare molto l’impatto delle misure minacciata da TRUMP – ha sottolineato il direttore generale, stefano BERNI -. tuttavia, va sottolineato che il sistema grana padano, indipendentemente dall’avvento dei nuovi dazi, si sta intensamente impegnando fuori dall’italia secondo precise strategie che gia’ nel 2024 hanno portato il 51,2% della produzione oltre confine, puntando anche verso altri paesi oltre gli stati uniti, che comunque non raggiungono neppure l’8% del totale esportato. quindi non possiamo inventarci nulla di aggiuntivo all’estero. e come abbiamo superato l’embargo russo e dazi 2020 di TRUMP, ce la caveremo anche stavolta. ma e’ una grave penalizzazione di cui faremmo molto volentieri a meno”. “hanno portato il loro saluto all’assemblea – prosegue il comunicato – ettore PRANDINI, presidente coldiretti, massimiliano GIANSANTI, presidente confagricoltura, raffaele DREI, presidente fedagri, gianmichele PASSARINI, vicepresidente cia, tommaso BATTISTA, presidente copagri, paolo ZANETTI, presidente assolatte, e nicola cesare BALDRIGHI, presidente origin italia”. nel suo intervento LOLLOBRIGIDA ha innanzitutto sottolineato che “il grana padano e’ un’eccellenza italiana che si e’ affermata sui mercati di tutto il mondo, stati uniti compresi, e potra’ continuare ad aprire nuovi mercati, perche’ la sua forza e’ consolidata”. sul tema dei dazi ha ricordato che oggi “c’e’ una sospensione prolungata che permette di trattare come il governo vuole fare, con gli stati uniti, con l’europa che ha un ruolo molto rilevante per le competenze assegnate all’unione europea nei rapporti con i paesi terzi sul sistema tariffario”. inoltre ha espresso fiducia sugli sviluppi auspicati da MELONI: “sui dazi c’e’ sicuramente preoccupazione, ma anche speranza. siamo una nazione che vuole garantire un rapporto sempre piu’ solido con gli stati uniti, intesi come alleato strategico, ma anche come mercato importante per le nostre eccellenze. tra queste il grana padano rappresenta un simbolo straordinario. e’ un prodotto che ha saputo imporsi sui mercati globali grazie alla qualita’ e al lavoro prezioso delle nostre imprese, e ha ancora molto da offrire. il grana padano puo’ aprire nuovi mercati e noi saremo al loro fianco”. “ai ‘dazisti’ chiediamo prima di tutto di non danneggiare i loro consumatori, visto che comunque consumeranno grana padano ugualmente, ma spendendo molto di piu’ – ha detto ZAGHINI concludendo la sua relazione -. ai consumatori chiediamo che continuino a fidarsi di noi, che meritiamo davvero di essere il prodotto dop piu’ consumato al mondo, perche’, come loro sanno bene, siamo i migliori nel rapporto qualita’/prezzo. e per questo siamo e rimarremo i primi”. “l’assemblea generale – riprende il comunicato – ha poi approvato all’unanimita’ la relazione di bilancio per il 2024, il bilancio di sostenibilita’ e la conferma dell’attivita’ di autocontrollo. inoltre ha valutato la relazione annuale sul piano produttivo, che ha ottenuto il via libera con l’88,42% di consensi ed ha adottato altri provvedimenti di carattere tecnico ad ampia maggioranza”.

GRANA PADANO: DREI (FEDAGRIPESCA): NESSUN CEDIMENTO SU
TUTELA IG SONO L’IMMAGINE PIU’ ALTA DEL MADE IN ITALY

“non bisogna cedere sulla tutela delle indicazioni geografiche che rappresentano per il nostro paese un patrimonio economico e culturale inestimabile, oltre che l’immagine piu’ alta del made in italy”. lo ha dichiarato il presidente di fedagripesca confcooperative raffaele DREI, intervenendo all’assemblea per i 70 anni del consorzio del grana padano. lo rende noto un comunicato stampa di confcooperative fedagripesca. “alla luce del delicato contesto internazionale – ha proseguito DREI – ritengo che il tema dei dazi non vada ne’ esasperato ne’ sottovalutato. e’ opportuno a mio avviso compiere un ragionamento piu’ ampio rispetto al rapporto tra l’italia e gli usa, consapevoli che siamo di fronte ad un nuovo ‘disordine’ mondiale, con una vera e propria minaccia a quello che e’ stato finora l’equilibrio del commercio globale”. diventa indispensabile pertanto, secondo il presidente di fedagripesca “attrezzarsi al piu’ presto per consentire alle nostre imprese di affrontare al meglio i diversi shock che si vanno a prefigurare, nel contesto internazionale come in quello nazionale”. di qui l’appello alle istituzioni: “abbiamo chiesto e continueremo a chiedere al nostro governo una serie di misure e di interventi che sostengano la competitivita’ delle nostre imprese”, ha dichiarato DREI. cosi’ come a livello comunitario: “confidiamo nell’approccio piu’ razionale e aperto dimostrato dal commissario ue christophe HANSEN, con il quale speriamo di aver archiviato definitivamente le politiche estremiste e ideologiche della passata commissione”. alla luce delle sfide che l’agroalimentare deve affrontare, l’aggregazione e la concentrazione dell’offerta restano per il presidente DREI delle leve fondamentali per riuscire a competere sui mercati. “bisogna lavorare insieme e coordinati – ha dichiarato – se vogliamo garantire un futuro al nostro tessuto produttivo. i 70 anni di successo del consorzio di tutela del grana padano, che vede il 65% della produzione nelle mani della cooperazione, sono a tal riguardo un mirabile esempio”. un ultimo accenno e’ stato quello dedicato dal presidente della federazione agricola alle campagne denigratorie che, come per il vino, colpiscono anche la zootecnia. si tratta di minacce che DREI considera “ancora piu’ pericolose dei dazi, perche’ mettono a rischio le produzioni di origine animale, fondamentali per la tenuta del tessuto sociale ed economico del nostro paese nonche’ parte del patrimonio culturale del nostro paese”.

DAZI: COMMISSIONE UE, NORMATIVE SU SICUREZZA
ALIMENTARE NON SONO NEGOZIABILI

“le relazioni commerciali tra ue e usa valgono 1,6 trilioni l’anno con enormi vantaggi per entrambe le parti: e’ quanto affermato oggi dal portavoce della commissione europea olof GILL durante il briefing con la stampa che ha fatto il punto dei colloqui sui dazi avuti ieri a washington con le controparti statunitensi dal commissario europeo maros SEFCOVIC. “si tratta di un fantastico risultato economico”, ha aggiunto, sottolineando anche che “ue e usa investono nelle rispettive economie 1,3 trilioni di euro, mentre 3,4 milioni di lavoratori americani sono occupati grazie agli investimenti europei negli usa: non approfittiamo degli usa come affermato anche ieri dal presidente americano donald TRUMP, direi che sembriamo piu’ dei migliori amici”. sempre in riferimento all’affermazione di TRUMP, “riguardo agli scambi agroalimentari GILL ha presentato alcuni dati: nel 2023 l’ue ha importato prodotti per 12 miliardi di euro di valore dagli usa e l’import dell’ue di prodotti agroalimentari e’ cresciuto del 77% dal 2005; gli stati uniti, inoltre, hanno un surplus nell’export di oli di semi e colture proteiche per un valore di 3,9 miliardi di euro e un surplus per frutta e frutta in guscio per un valore di 2 miliardi di euro, oltre a un surplus di input industriali per 362 milioni di euro. “quindi – ha evidenziato GILL – si puo’ tranquillamente affermare che anche in termini di relazioni commerciali agroalimentari entrambi beneficiamo di buone relazioni”. alla domanda se il commissario SEFCOVIC avesse proposto dazi 0 anche per i prodotti alimentari, il portavoce della commissione ha affermato che “e’ vitale ricordare che l’ue ha standard particolari relativamente al food, che sono sacrosanti e che non sono parte di negoziati. i nostri cittadini – ha dichiarato – si aspettano che noi manteniamo i nostri standard i piu’ alti nel mondo e noi lo faremo”.

DAZI: COMMISSIONE EUROPEA, DA DOMANI SOSPESE LE
CONTROMISURE UE PER DARE SPAZIO AI NEGOZIATI

informa un comunicato della commissione europea che sono sospese da domani le contromisure sui dazi commerciali ingiustificati degli stati uniti per dare tempo e spazio ai negoziati ue-usa. “la pausa – si legge nel comunicato – e’ stata annunciata per la prima volta dal presidente della commissione europea ursula VON DER LEYEN la scorsa settimana. la decisione, che sospende per un massimo di 90 giorni le contromisure sulle importazioni di acciaio e alluminio – e’ stata presa in risposta al fatto che gli stati uniti hanno ritardato di 90 giorni le cosiddette tariffe reciproche. in totale, le contromisure ue sospese riguardano 21 miliardi di euro di esportazioni statunitensi. nell’ambito dell’impegno dell’ue per trovare una soluzione negoziale con gli stati uniti, il commissario europeo per il commercio maros SEFCOVIC si trova oggi a washington dc per incontrare le sue controparti statunitensi al fine di esplorare il terreno per una soluzione negoziata. come ha chiarito la presidente VON DER LEYEN nella sua dichiarazione, l’ue vuole ‘dare una possibilita’ ai negoziati’, ma se i colloqui non dovessero rivelarsi soddisfacenti, scatteranno le contromisure dell’ue. oltre a queste contromisure, ora sospese, continuano i lavori preparatori per ulteriori contromisure dell’ue. l’ue – conclude il comunicato – ritiene che i dazi statunitensi siano ingiustificati e dannosi, con il rischio di danni economici per entrambe le parti e per l’economia globale”.

DAZI: CLAL, IMPORTANTE MONITORARE I
FLUSSI DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

nei primi mesi del 2025 con 1 chilogrammo di latte e’ stato possibile acquistare 2,05 chilogrammi di alimentazione, afferma clal in un comunicato, sottolineando che i prezzi contenuti di mais e soia, uniti alla tendenza positiva del prezzo del latte alla stalla, hanno reso l’alimentazione animale meno costosa rispetto al passato. aggiunge clal che in questo inizio d’anno le esportazioni dei principali paesi produttori mondiali di cereali e semi oleosi evidenziano dati in crescita: gli stati uniti nei primi 2 mesi del 2025 hanno esportato oltre 12 milioni di tonnellate di mais (+26% rispetto allo stesso periodo del 2024), con l’ue in forte crescita tra i paesi acquirenti. a marzo sono aumentate anche le esportazioni di soia del brasile (+16,5%), con un nuovo picco nelle quantita’ destinate alla cina, che ha assorbito il 76% delle spedizioni mensili. conclude clal affermando che in questa fase di stallo sui dazi imposti dall’amministrazione americana sara’ fondamentale monitorare i flussi di import/export dei prodotti agroalimentari, che potrebbero approfittare del contesto per raggiungere piu’ rapidamente i mercati di destinazione.

DAZI: BANKITALIA, QUALITA’ DELLE IMPRESE ITALIANE OPERANTI
SUL MERCATO USA POTREBBE MITIGARE CONSEGUENZE

“le esportazioni di beni sarebbero tornate a crescere nei primi due mesi di quest’anno, verosimilmente sospinte anche dall’anticipazione degli acquisti prima dell’entrata in vigore dei dazi statunitensi; in prospettiva le esportazioni risentiranno degli effetti dell’incremento dei dazi, anche se la composizione settoriale, il posizionamento qualitativo e il buon livello di profittabilita’ delle imprese italiane operanti sul mercato statunitense potrebbero mitigare le conseguenze del calo della domanda da parte degli stati uniti, quantomeno nel breve periodo”, e’ quanto si legge nel bollettino economico della banca d’italia pubblicato oggi.

DAZI: ROTA (FAI-CISL), PREOCCUPATI DA TRUMP
EVITARE CHE SIANO I LAVORATORI A PAGARE

“e’ comprensibile il richiamo del governo ad evitare allarmismi, ma sarebbe un grave errore sottovalutare quel che sta accadendo”. lo afferma in un’intervista al quotidiano conquiste del lavoro il segretario generale della fai-cisl onofrio ROTA, che prosegue: “oltre ai dazi, preoccupano molto le idee e i linguaggi di TRUMP. le imprese italiane in qualche modo riusciranno a cavarsela, e’ gia’ accaduto in passato durante diverse crisi, pero’ sono processi di medio e lungo periodo, mentre nell’immediato una ricaduta sulle vendite e sul lavoro non possiamo escluderla. basta considerare che l’agroalimentare italiano esportato negli usa vale 7,8 miliardi, il mercato americano solo per il nostro vino vale 2 miliardi, quasi il 25% del totale, e solo il vitivinicolo da noi occupa in tutta la sua filiera quasi 900mila addetti”. secondo ROTA “continuare a dialogare con gli usa e’ indispensabile, non solo per fattori economici, ma per motivi storici, geopolitici e persino morali, ma e’ chiaro che adesso per l’europa e’ suonata la sveglia: o ci si muove uniti, evitando spaccature, nazionalismi, isolamenti, o saremo condannati all’irrilevanza”. “poi nel lungo periodo sara’ doveroso cercare rapporti commerciali anche su altri fronti, in asia, sud america, africa, purche’ si facciano accordi in grado di rispettare la reciprocita’ sul piano del lavoro, della sicurezza alimentare, dell’ambiente”, continua il segretario generale della fai-cisl, nel ricordare che “questi sono temi che abbiamo attenzionato, ad esempio, per l’accordo tra ue e mercosur, che a differenza di quello con il giappone non darebbe al momento abbastanza garanzie su questi aspetti”. “alla luce dei congressi territoriali e regionali e in vista del congresso nazionale che si terra’ dal 4 al 6 giugno a bologna, il leader della fai-cisl trae anche un primo bilancio delle spinte che giungono dai territori e dalle fabbriche: ‘c’e’ una grande consapevolezza di quanti sforzi dovremo fare per evitare che siano i lavoratori a pagare il prezzo di uno scenario globale in completo mutamento. ma e’ una consapevolezza molto matura, vivace, per nulla rassegnata. c’e’ tanta volonta’ di partecipazione per aprire una nuova stagione di cambiamenti e di conquiste sul piano dei salari, delle tutele previdenziali, del benessere e della sicurezza sul lavoro, della produttivita’, di un’intelligenza artificiale che dobbiamo trasformare in intelligenza sociale, e della necessita’ di puntare sulle competenze, sull’occupazione giovanile, sull’inclusione dei tanti immigrati che tengono in piedi buona parte del made in italy’.”, conclude il comunicato.

DAZI: LAURETI (PD), MELONI DEVE
CONFRONTARSI, NON SCAPPARE

“forse perche’ la produzione industriale e’ in calo da 25 mesi? forse perche’ sui dazi prima ha detto che non sarebbero stati una catastrofe, poi ha dovuto riconoscere, quando gia’ era in ritardo massimo, la gravita’ della situazione? forse perche’ al di la’ del gioco delle tre carte sui fondi pnrr e coesione, non e’ stato previsto alcun investimento di risorse aggiuntive per far fronte alle politiche americane, solo temporaneamente congelate? forse perche’ preferisce la strada della fedelta’ all’amico politico TRUMP piuttosto che l’interesse del paese, il quale si difende con un’europa unita e forte? diciamo che ha buoni motivi la presidente del consiglio MELONI per sottrarsi al confronto pubblico e non andare al salone del mobile, incontro importante di un settore strategico per la nostra economia. noi lo abbiamo gia’ detto, siamo disponibili a dare una mano a questa maggioranza nell’interesse del paese, in un momento internazionale cosi’ delicato. ci ascoltassero e ascoltassero le nostre proposte. per farlo pero’ bisogna confrontarsi e non scappare”. lo afferma in un comunicato camilla LAURETI, eurodeputata del pd, vicepresidente di s&d e componente della segreteria del pd.

DAZI: CONFAGRICOLTURA PIEMONTE, ANCORA INCERTEZZA
FARE FRONTE COMUNE E APRIRE NUOVI MERCATI

“e’ ormai il tempo di fare sistema, applicando tutte le strategie che mai sono state messe in atto prima d’ora. non possiamo piu’ considerare l’unione europea e gli stati aderenti come un territorio protetto” evidenzia enrico ALLASIA, presidente di confagricoltura piemonte, alla luce degli annunci di TRUMP. “auspichiamo una reazione immediata, adeguata e sostenuta in modo unanime da tutti gli stati membri, con un approccio condiviso e non emotivo da parte dei singoli, sostiene ALLASIA. l’ europa ha circa 450 milioni di abitanti e potrebbe essere autosufficiente, poiche’ produce di tutto: dall’automotive al settore farmaceutico, dalle energie rinnovabili ai prodotti della dieta mediterranea riconosciuti in tutto il mondo, per i quali l’italia e il piemonte in particolare, sono i maggiori rappresentanti. “confagricoltura piemonte sottolinea quanto sia importante agire tempestivamente con deterrenti forti e mirati, con l’introduzione, per esempio, di dazi compensativi, valutando in maniera preventiva la strategicita’ del prodotto e la scarsa possibilita’ di sostituzione, per intavolare, poi, una trattativa con gli stati uniti. le lobby dei distributori americani, costruitesi negli ultimi trent’anni, in questa parte delle trattative potrebbero costituire – continua il comunicato – una leva importante su cui puntare per calmierare la guerra commerciale. attenzione particolare, inoltre, va riposta nel prediligere forme alternative di cooperazione con paesi terzi, individuando partner affidabili che perseguano politiche commerciali similari, sul lungo periodo, che aprano nuove strade alle nostre imprese. le repubbliche baltiche, negli ultimi anni, hanno dimostrato maggiore capacita’ di acquisto e si configurano come mercati piccoli ma con grandi opportunita’: fortemente integrati a livello commerciale con le macroregioni confinanti, hanno infrastrutture nuove e continuamente rinnovate, grazie ai finanziamenti ue; la manodopera e’ specializzata e giovane, aperta a cambiamenti e curiosa nei confronti dell’occidente, al quale guarda soprattutto per la parte del food. si assistera’, quindi e forzatamente, a un cambiamento nella geografia degli scambi e negli investimenti, che richiedera’ un coordinamento strutturato sulla massima concretezza per ottenere lo sviluppo di accordi commerciali tra produttori e importatori di food & beverage”.

DAZI: CONFAGRICOLTURA LAZIO, RESISTERE A IMPATTO CON
INTEGRAZIONI NAZIONALI E AZIONI LIVELLO EUROPEO

“confagricoltura lazio – informa un comunicato – e’ stata invitata a partecipare, oggi, insieme ai rappresentanti di altre organizzazioni di categoria e sindacali, all’incontro con i parlamentari e i consiglieri regionali di italia viva sul tema dei dazi che si e’ tenuto alla camera di commercio di roma”. per confagricoltura lazio era presente il direttore, valerio de PAOLIS che ringrazia italia viva e marietta TIDEI “per aver avviato questo ciclo di incontri proprio dal lazio. riteniamo che tutte le occasioni di confronto su temi cosi’ decisivi per il futuro del settore agricolo sono utili e necessarie. l’agroalimentare italiano nel 2024 ha registrato un export di circa 8 miliardi di euro negli stati uniti, il 12% del totale delle esportazioni. il mercato americano e’ significativo anche per la regione lazio che esporta per 2,64 miliardi di euro, 205 milioni dei quali riferiti al settore agroalimentare. questi dati sono sufficienti per comprendere quanto il tema oggetto di dibattito in questi giorni possa essere dirompente per il nostro settore, uno dei principali del paese. e’ innegabile che gli effetti dei dazi sono ipoteticamente impattanti e rilevanti, non soltanto in maniera diretta ma anche in considerazione dei possibili approdi sul mercato italiano di prodotti di altri paesi colpiti da dazi statunitensi, a partire dalla cina. aspetti da non sottovalutare, a nostro avviso, sono poi quelli relativi a possibili gravi effettivi speculatori che il solo annuncio di dazi puo’ determinare gia’ all’interno del mercato nazionale e la pratica che si sta riscontrando da parte di alcuni buyer americani di contrattazione diretta con le aziende laziali anche sulla ripartizione del dazio stesso che dimostra, al contempo, come l’interesse per il prodotto italiano resista e persista. infine, dobbiamo ricordare che ormai il nostro settore agisce anche in maniera trasversale in direzione della diversificazione, una prospettiva da sviluppare e approfondire sempre di piu’ anche per reagire alle modifiche del mercato. ci troviamo dunque in una situazione complessa e preoccupante che va monitorata costantemente con attenzione e che, oltre alla risposta unitaria a livello comunitario di cui gia’ si parla da giorni, deve vedere a nostro avviso una forte azione di sostegno da parte dello stato nei confronti delle aziende che potrebbero essere maggiormente colpite a cui deve accompagnarsi anche un’azione unitaria delle organizzazioni di rappresentanze e del tessuto imprenditoriale agricolo che deve riuscire a superare una storica frammentazione per diventare piu’ forte e coeso. confagricoltura ha gia’ proposto a livello nazionale alcune iniziative da mettere in campo: dal sostegno alle aziende finalizzato anche ad evitare la possibile delocalizzazione all’esplorazione piu’ intensiva di mercati alternativi fino al rafforzamento di politiche intese a promuovere il consumo del made in italy. queste sono le linee guida principali per ambire a reggere l’impatto dei dazi statunitensi, qualora dovessero concretizzarsi, nel quadro di una cornice d’azione piu’ generale che non puo’ non essere elaborata e condotta a livello europeo”.

DAZI: VON DER LEYEN, VOGLIAMO DARE
UNA POSSIBILITA’ AI NEGOZIATI

“abbiamo preso atto dell’annuncio del presidente TRUMP. vogliamo dare una possibilita’ ai negoziati”, ha dichiarato la presidente della commissione ue ursula VON DER LEYEN dopo l’annuncio della sospensione per 90 giorni dei dazi americani. “mentre completiamo l’adozione delle contromisure dell’ue, che hanno ricevuto un forte sostegno da parte degli stati membri – ha aggiunto -, le metteremo in attesa per 90 giorni. se i negoziati non saranno soddisfacenti, scatteranno le nostre contromisure. il lavoro di preparazione di ulteriori contromisure continua. come ho gia’ detto – ha concluso VON DER LEYEN -, tutte le opzioni restano sul tavolo”.

DAZI: GARDINI (CONFCOOPERATIVE), SPERIAMO PAUSA SI TRADUCA
IN QUADRO MAGGIORE CERTEZZA RAPPORTI USA-UE

“‘siamo sempre stati contrari ai dazi. il nostro auspicio iniziale era che le trattative negoziali potessero prevalere sui dazi. leggiamo in questa pausa di 90 giorni una volonta’ di non respingere la strategia negoziale sperando che possa tradursi in un quadro di maggiore certezza dei rapporti commerciali tra stati uniti e unione europea’. lo ha detto maurizio GARDINI presidente di confcooperative dopo l’ennesimo colpo di scena annunciato dal presidente TRUMP, in attesa di sapere di piu’ e meglio”. lo rende noto un comunicato di confcooperative.

DAZI: COLDIRETTI, PAUSA E’ BUONA NOTIZIA MA VA
DEFINITIVAMENTE SCONGIURATA ENTRATA IN VIGORE

“la pausa sui dazi annunciata da TRUMP e’ una buona notizia, ma serve eliminare anche il 10%. ora diventa fondamentale riprendere la trattativa europea per scongiurare definitivamente entrata in vigore di queste tariffe”. lo ha scritto su X la coldiretti.

DAZI: MARETTI (LEGACOOP AGROALIMENTARE), TARIFFE
USA PROBLEMA DA AFFRONTARE MA C’E’ ANCHE ALTRO

un comunicato stampa di legacoop agroalimentare informa che “e’ stato inaugurato dal ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA, ha visto la presenza del commissario europeo all’agricoltura christophe HANSEN, e’ stato luogo di incontro di politici e di rappresentanti di enti e istituzioni. il salotto del vino cooperativo allestito da legacoop agroalimentare e coop italia all’interno del padiglione emilia romagna del vinitaly che si e’ appena concluso, ha rappresentato un luogo di confronto e di degustazione di prodotti e vini delle filiere cooperative. ‘il salotto cooperativo di legacoop ha visto la condivisione di importanti momenti di confronto con tutte le istituzioni: regionali, nazionali ed europee e tutti i gruppi politici piu’ importanti. non posso non esprimere soddisfazione per una manifestazione che ha riscosso molto successo di pubblico e di partecipazione da parte di tutte le istituzioni’, commenta cristian MARETTI presidente di legacoop agroalimentare. l’edizione del vinitaly appena chiusa e’ stata dominata dal tema dei dazi imposti dall’amministrazione americana e ‘non possiamo che apprezzare il livello di approfondimento del tema da parte degli interventi politici e dell’ice, nel tentativo di non arrestare il moto di crescita dell’export nazionale’, continua MARETTI. ‘la cautela nel cercare di evitare reazioni scomposte da parte della ue e’ positiva, ma non e’ un percorso che puo’ durare all’infinito nel caso i dazi venissero confermati interamente, sebbene ieri il presidente usa, donald TRUMP abbia annunciato un loro dimezzamento al 10%. anche la sospensione di 90 giorni della loro applicazione deve essere sfruttata a maggior ragione per trovare soluzioni politiche. legacoop agroalimentare sostiene tutti gli sforzi attivi nella reazione comune europea. illudersi che da soli si possa ottenere di piu’ riporta agli studi della scuola elementare, alla storia degli orazi e dei curiazi’. buona parte degli argomenti del vinitaly hanno riguardato la vicenda doganale usa. ma rimangono altre questioni. ‘il tema dei dazi ha pero’ oscurato in parte i problemi strutturali che gravano su alcuni comparti del settore vitivinicolo. ricordiamo in sintesi l’impatto dell’evoluzione dei consumi sui vini rossi a maggior gradazione alcolica, le difficolta’ delle aree collinari che con le basse rese necessiterebbero di una serie di interventi dedicati, a partire da un focus sulle loro possibilita’ irrigue’, sottolinea il presidente di legacoop agroalimentare. ‘l’occasione del ‘pacchetto’ di misure sul settore vitivinicolo deve vederci protagonisti in ue, per evitare che talune disposizioni del provvedimento diventino una minaccia, interferendo nelle scelte aziendali e, in particolare, minacciando quei comparti produttivi che realizzano buone performance, come nel caso delle grandi produzioni destinate al vino da tavola’, sostiene MARETTI. ‘la redditivita’ degli agricoltori deve essere un caposaldo di qualunque tipo di intervento ci si voglia dotare nei prossimi mesi. e il lavoro di approfondimento e confronto con la politica, le cooperative e la filiera svolto da legacoop agroalimentare durante il vinitaly e’ a disposizione di tutti’. nel salotto cooperativo dove hanno transitato centinaia di visitatori, sono stati degustati i vini delle linee assieme e fiorfiore di coop. sono anche stati proposti abbinamenti tra i vini di albinea canali (cantine riunite & civ), terre cevico e le chiantigiane con le ostriche offerte dalla cooperativa miticoltori spezzini e dalla cooperativa blu oltremare, i preparati dalla casa del pescatore di cattolica e delle cooperative copego e mariscadoras, ma anche i prodotti di granterre, di granarolo, del gruppo grifo, e conapi oltre a macelli 44”.

DAZI: SPAGNA, GOVERNO ANNUNCIA PIANO
DI RISPOSTA DA 14,1 MILIARDI

il governo spagnolo ha annunciato nei giorni scorsi un piano di risposta e di rilancio commerciale da 14,1 miliardi di euro per attenuare l’impatto dei dazi statunitensi. il piano, incentrato sull’assistenza e la tutela delle imprese e dei posti di lavoro nonche’ sul riorientamento e il rilancio della capacita’ produttiva della spagna, mobilitera’ 7,4 miliardi di euro in nuovi finanziamenti e altri 6,7 miliardi di euro da strumenti esistenti, come informa un comunicato del governo spagnolo. il presidente del governo, pedro SANCHEZ, ha annunciato l’attuazione del piano per “attenuare gli impatti negativi della guerra commerciale lanciata dall’amministrazione trump e creare uno scudo per proteggere la nostra economia”. il piano mobilitera’ 7,4 miliardi di euro in nuovi finanziamenti e altri 6,7 miliardi di euro da strumenti esistenti. “il governo spagnolo non stara’ ad aspettare e vedere cosa succedera’ nei prossimi giorni. risponderemo in modo proattivo, per essere preparati, con l’immediata attuazione del piano, in modo che, se la tempesta dovesse scoppiare, la spagna abbia un doppio ombrello: quello europeo e quello spagnolo”, ha spiegato ancora SANCHEZ. il piano completo qui https://tinyurl.com/yck4jp4a

DAZI: FEDERVINI, BENE RIDUZIONE AL
10% MA INCERTEZZA RIMANE ALTA

“federvini accoglie con favore la dichiarazione con la quale il presidente TRUMP emana una sospensione temporanea di 90 giorni dei dazi aggiuntivi sui prodotti italiani, vini, spiriti ed aceti inclusi, evitando che l’aliquota dei dazi passi dal 10% al 20%. si tratta di un primo segnale di apertura, ma che non modifica, nella sostanza, le difficolta’ strutturali che il comparto continua ad affrontare. l’aliquota del 10% resta una penalizzazione significativa per un settore che non puo’ permettersi di affrontare il mercato con questo livello di incertezza, rendendo difficile una programmazione articolata delle esportazioni nel lungo periodo”. lo rende noto un comunicato stampa della federazione.

DAZI: STATI MEMBRI TRANNE UNGHERIA APPROVANO PROPOSTA COMMISSIONE
UE DI IMPORRE CONTROMISURE COMMERCIALI AGLI USA

oggi in comitato barriere commerciali del coreper gli stati membri dell’unione europea, esclusa l’ungheria, hanno votato a favore della proposta della commissione europea di introdurre contromisure commerciali contro gli stati uniti. la proposta – ricorda la commissione europea in un comunicato- “e’ stata avanzata in risposta alla decisione di marzo degli stati uniti di imporre tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio dall’ue. l’ue ritiene che i dazi statunitensi siano ingiustificati e dannosi, in quanto causano danni economici a entrambe le parti e all’economia globale. l’ue ha dichiarato di preferire chiaramente la ricerca di soluzioni negoziate con gli stati uniti, che siano equilibrate e reciprocamente vantaggiose. il voto odierno di approvazione da parte degli stati membri significa che – una volta concluse le procedure interne della commissione e pubblicato l’atto di esecuzione – le contromisure entreranno in vigore. i dazi inizieranno ad essere riscossi a partire dal 15 aprile.le contromisure possono essere sospese in qualsiasi momento, qualora gli stati uniti accettino un risultato negoziale equo ed equilibrato” .

DAZI: CONFAGRICOLTURA, ESCLUSIONE VINO E FORMAGGIO
DA CONTRODAZI AGEVOLA NEGOZIATO EVITARE ESCALATION

con un comunicato confagricoltura considera “la proposta della commissione europea di introdurre ‘controdazi’ progressivi verso gli stati uniti – per un valore totale di oltre 22 miliardi di euro – un primo passo avanti per l’avvio di una trattativa. in seguito al voto favorevole della maggior parte degli stati membri, la commissione procedera’, dal 15 aprile in poi, all’introduzione di una tariffa del 25% su una lista che include diversi prodotti agroalimentari importati dagli usa. si tratta degli stessi colpiti nel 2018, escluso il bourbon whiskey, per evitare ritorsioni americane sul settore vitivinicolo europeo. entro il 1° dicembre bruxelles introdurra’ ulteriori ‘controdazi’ su una serie di prodotti contenuti in una lista oggetto di consultazione pubblica lo scorso marzo, dalla quale sono stati esclusi vino e altre bevande alcoliche, nonche’ prodotti lattiero-caseari, come richiesto anche da confagricoltura. per palazzo della valle resta prioritario minimizzare l’impatto sul settore agricolo in relazione ai prodotti mangimistici importati dagli usa (come soia e granturco)”.

DAZI: ROTA (FAI CISL), BENE APERTURA AL CONFRONTO
DI MELONI EVITARE CHE LAVORATORI PAGHINO IL CONTO

“il settore agroalimentare rischia danni per oltre un miliardo e mezzo di euro e va evitato che siano i lavoratori a pagare il conto. servono risposte concertate e, da questo punto di vista, e’ positiva l’apertura del confronto da parte della presidente MELONI, con lo stanziamento di risorse a tutela delle imprese piu’ vulnerabili. bisognera’ negoziare con gli stati uniti per evitare guerre commerciali che danneggerebbero tutte le parti, pero’ e’ importante farlo attraverso un’europa realmente unita e coesa. nel lungo periodo sara’ poi necessario aprire anche a nuovi mercati, sempre garantendo criteri di reciprocita’ negli accordi commerciali a tutela di imprese, occupazione e qualita’ del lavoro, ambiente, sicurezza alimentare”, ha dichiarato il segretario generale della fai-cisl nazionale, onofrio ROTA, concludendo il congresso regionale dell’emilia-romagna.

DAZI: FEDERVINI CHIEDE A GOVERNO PIANO
ARTICOLATO, TEMPESTIVO E STRUTTURALE

“federvini ha chiesto al governo un piano articolato, tempestivo e strutturale che si focalizzi su una risposta unitaria della diplomazia europea, su un piano di semplificazioni per ridurre quei colli di bottiglia che tanto pesano ancora sulla competitivita’ delle aziende, accompagnato da una campagna di promozione che esalti l’unicita’ e la distintivita’ dei prodotti italiani sul mercato statunitense”. lo rende noto un comunicato stampa della federazione.

DAZI: RISSO (TERRA VIVA), AGRICOLTURA
A RISCHIO PUNTARE SU PATTO DI SISTEMA

“tra le priorita’ dell’associazione dei liberi produttori agricoli della cisl, rimane inevitabilmente le questione dei dazi usa: ‘davanti ai provvedimenti protezionistici dell’amministrazione TRUMP; serve una risposta europea che metta al riparo il nostro sistema agroalimentare, asset strategico per la sicurezza alimentare e la tutela dei nostri territori: l’agricoltura europea rischia perdite per 4 miliardi, per confindustria in italia perderemo 20 miliardi in due anni e per la cisl sono a rischio oltre 60mila posti di lavoro l’anno, non possiamo agire con una logica attendista, mai come ora si e’ reso necessario un patto di sistema che unisca imprese agricole, istituzioni e parti sociali per tutelare gli scambi con gli usa e nel contempo guardare a nuovi mercati affidabili in termini di reciprocita’ e vicinanza geopolitica”, – ha ribadito il presidente claudio RISSO incontrando il ministro francesco LOLLOBRIGIDA  a vinitaly. “siamo in prima linea – ha aggiunto RISSO – per dare voce alle aziende agricole che rappresentiamo, che sono espressione dei nostri territori e di tante eccellenze del made in italy che da oggi con i nuovi dazi rischiano non poco. dati ispi fanno notare che sia per l’italia, come per l’ue, le esportazioni verso gli stati uniti pesano circa il 3% del pil, ma noi siamo piu’ esposti sui prodotti finiti (19% delle esportazioni, contro l’11% europeo) e nell’alimentare (11% contro il 5%). l’impatto dei dazi andra’ quindi calibrato a seconda dei prodotti piu’ colpiti. ma la storia ci insegna che le guerre commerciali non agevolano nessuno, piuttosto potranno generare inflazione e recessione, inoltre favoriscono logiche assistenziali e non stimolano la crescita delle imprese”.  “questa edizione di vinitaly – ha affermato infine il presidente RISSO – rappresenta un luogo simbolico ancora piu’ importante da cui partire per una reazione concreta dal settore vitivinicolo, tra i piu’ rilevanti per l’export italiano. ma nel frattempo sara’ determinante continuare a batterci per ottenere piu’ investimenti nella nostra agricoltura puntando soprattutto sul ricambio generazionale, sull’inclusione dei lavoratori stranieri, sulla formazione delle competenze indispensabili alle nostre imprese per crescere e innovarsi’.”DAZI”ultimo giorno al vinitaly per terra viva con i vini dei propri produttori, un bilancio positivo che ha visto un aumento di partecipazione e di apprezzamento per lo stand, per la qualita’ dei vini e la rappresentanza territoriale, che contraddistingue l’impegno che terra viva ha per le sue aziende agricole, impegno che sara’ rilanciato anche in occasione del II congresso nazionale di terra viva, il 3 giugno a bologna, dove sara’ realizzata la prima mostra mercato di terra viva, con tanti prodotti di eccellenza made in italy in vendita”. lo rende noto un comunicato di terra viva.

DAZI: GRILLI (CONFCOOPERATIVE TOSCANA),
IN REGIONE PROSPETTIVE PREOCCUPANTI

“le misure protezionistiche decise dal presidente degli stati uniti donald TRUMP colpiscono duramente l’economia toscana e in particolare il settore agroalimentare, con effetti pesanti sul vino, comparto chiave anche per la cooperazione. parliamo di migliaia di posti di lavoro e di un tessuto produttivo che tiene insieme intere comunita’, soprattutto nelle aree interne. questo nuovo protezionismo rischia di compromettere relazioni commerciali consolidate e di danneggiare anche i consumatori americani”. lo afferma alberto GRILLI, presidente di confcooperative toscana, al termine dell’incontro promosso oggi a firenze dall’europarlamentare dario NARDELLA (s&d) con i rappresentanti delle categorie economiche regionali. lo rende noto un comunicato stampa di confcooperative toscana. “serve una risposta concreta da parte dell’unione europea, con misure di supporto alle aziende. al tempo stesso – spiega GRILLI – e’ urgente accompagnare le nostre imprese nella diversificazione dei mercati, per non dipendere da un solo sbocco commerciale. le cooperative sono pronte a fare la loro parte, ma e’ il momento che la politica europea si assuma fino in fondo le sue responsabilita’”. “ringrazio NARDELLA – conclude il presidente di confcooperative toscana – per aver promosso tempestivamente questo momento di confronto. e’ importante ora tenerlo vivo, perche’ purtroppo le gravi criticita’ create dai dazi sono destinate a durare e richiederanno risposte politiche strutturali”.

DAZI: IL COMUNICATO DEL GOVERNO SU
INCONTRI CON CATEGORIE PRODUTTIVE

al termine della riunione con le rappresentanze degli imprenditori, palazzo chigi, a diramato questo comunicato: “il ha ricevuto oggi a palazzo chigi i rappresentanti delle categorie produttive per un confronto sul tema dei dazi recentemente introdotti dagli stati uniti. agli incontri, convocati e presieduti dal presidente del consiglio, giorgia MELONI, hanno partecipato, per il governo, i vicepresidenti del consiglio, antonio TAJANI (fi) e matteo SALVINI (lega) (in videocollegamento), i ministri giancarlo GIORGETTI (lega), adolfo URSO (fdi), tommaso FOTI (fdi), francesco LOLLOBRIGIDA e i sottosegretari alla presidenza del consiglio, alfredo MANTOVANO e giovanbattista FAZZOLARI (fdi). il primo tavolo ha visto la partecipazione dei rappresentanti di confindustria e camera nazionale della moda italiana; a seguire sono stati ricevuti i rappresentanti di confapi, cna, confimi industria, confimprese italia, legacoop, confartigianato, conflavoro, confcommercio, confesercenti, casartigiani, e infine le associazioni dell’agroalimentare: coldiretti, confagricoltura, confcooperative, cia-agricoltori italiani, copagri, assolatte, federvini, unione italiana vini, origin italia, federalimentare e filiera italia. agli incontri ha preso parte anche l’agenzia ice. nel corso del confronto, il presidente MELONI e i ministri hanno illustrato le proposte allo studio del governo per sostenere le filiere produttive che potrebbero essere maggiormente danneggiate dall’imposizione dei dazi. governo e rappresentanti delle categorie produttive hanno condiviso la necessita’ di evitare una guerra commerciale tra gli stati uniti e la ue e di scongiurare reazioni emotive che potrebbero amplificare gli effetti delle misure commerciali in discussione. il presidente MELONI ha ricordato, in tal senso, che tra le sfide che l’italia intende esplorare c’e’ quella di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’. ampio spazio e’ stato riservato all’ascolto delle proposte avanzate dai rappresentanti delle imprese, nella consapevolezza condivisa che ci si trova di fronte a una sfida complessa, che richiede la partecipazione attiva e responsabile di tutti gli attori coinvolti. a tal scopo, il presidente ha proposto alle categorie produttive un patto per far fronte comune rispetto alla delicata congiuntura economica e l’attivazione di tavoli di lavoro per individuare una serie di misure utili a sostenere la competitivita’ del tessuto imprenditoriale italiano, da affiancare alle iniziative che il governo intende portare avanti in ambito europeo. gli incontri si sono svolti all’indomani della riunione del gruppo di lavoro istituito dal presidente MELONI per analizzare le ricadute della situazione sull’economia italiana”.

PRANDINI (COLDIRETTI) “SERVONO DIPLOMAZIA E RISORSE EUROPEE.
SU FONDI ITALIA ALMENO IL 13% ALL’AGROALIMENTARE”

“qualsiasi cifra che sara’ messa a disposizione dovra’ essere distribuita in base alla percentuale di export che il paese fa negli stati uniti” ha detto il presidente di coldiretti ettore PRANDINI che ha partecipato al confronto a palazzo chigi con la presidente del consiglio giorgia MELONI per affrontare l’impatto dei dazi usa sui prodotti agroalimentari italiani. durante il vertice a cui hanno partecipato le rappresentanze agricole, PRANDINI ha illustrato i dati che preoccupano e confermano come il rincaro del 20% deciso dal presidente TRUMP colpisca duramente l’export made in italy, minacciando un comparto strategico per l’economia nazionale, informa un comunicato stampa. “stiamo affrontando un problema che e’ europeo e servono diplomazia e risorse europee. qualsiasi risorsa sara’ messa disposizione a livello nazionale per contrastare questo delicato momento – ha spiegato PRANDINI – dovra’ essere distribuita in base alla percentuale di export per settore e quindi all’agroalimentare chiediamo venga destinato almeno il 13% circa”. PRANDINI ha  sottolineato che i dazi avranno un “impatto che potrebbe superare i 3 miliardi di euro tra mancate vendite, stoccaggi, deprezzamenti e perdita di quote di mercato”. il presidente ha ricordato  che nel solo 2024, “l’agroalimentare italiano ha registrato un valore record di esportazioni verso gli stati uniti pari a 7,8 miliardi di euro. il dazio – ha proseguito – se applicato su questi livelli, rischia di tradursi in una perdita diretta di oltre 1,6 miliardi per gli importatori americani, che inevitabilmente scaricheranno i costi su produttori italiani e consumatori americani”. ecco che allora “e’ la diplomazia che deve giocare un ruolo determinate” con l’europa che deve parlare “con un’unica voce – ha spiegato PRANDINI – senza seguire la logica del contro dazio che non poterebbe da nessuna parte ma rischierebbe di peggiorare una situazione gia’ delicata”. al termine dell’incontro, PRANDINI – sottolinea il comunicato- ha consegnato alla presidente un documento contenete una serie di proposte per mitigare gli effetti delle tariffe finalizzate a sostenere le aziende tra cui quella di potenziare i fondi per l’internazionalizzazione e la valorizzazione dei prodotti autentici contro l’italian sounding e quella di sostenere accordi commerciali internazionali con reciprocita’, per contrastare la concorrenza sleale e altre possibili soluzioni concrete. “e’ il momento dell’unita’ – ha aggiunto il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO – del coraggio e della visione. non possiamo permettere che anni di lavoro sui mercati internazionali vadano perduti per una guerra commerciale che penalizza tutti”.

DAZI: GARDINI (CONFCOOPERATIVE) A GOVERNO, MISURE ANTICRISI UE E SOSTEGNI A IMPRESE E LAVORATORI. NO STOP BCE A RIDUZIONE TASSI. RINVIO SUGAR TAX

«attivare misure di crisi ue, prevedere sgravi fiscali sul costo del lavoro, semplificare accesso a strumenti per l’export e sostenere investimenti nelle rinnovabili». sono le proposte avanzate oggi da maurizio GARDINI, presidente di confcooperative, nell’incontro con il governo sui dazi usa (qui dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/OYK9LHmdHfo). «no al muro contro muro – sottolinea GARDINI – occorre piuttosto puntare sul dialogo per scongiurare una lunga guerra commerciale che rischia di lasciare sul campo migliaia di imprese e milioni di occupati su entrambe le sponde dell’atlantico. servono risposte immediate e strutturali per difendere il made in italy». «l’innalzamento dei dazi statunitensi sulle importazioni dall’europa minaccia di colpire duramente il settore agroalimentare italiano, con ricadute economiche e sociali che potrebbero superare i 400 milioni di euro di perdite solo nel comparto vitivinicolo e mettere a rischio migliaia di posti di lavoro». «una contrazione del 10% dell’export agroalimentare – ha aggiunto GARDINI – potrebbe comportare la perdita di 18.000 – 20.000 occupati, in modo particolare nelle filiere del vitivinicolo e del lattiero caseario». GARDINI auspica che “la bce non interrompa il percorso avviato di riduzione dei tassi di interesse per non appesantire ulteriormente le condizioni di accesso al credito per le imprese e propone al governo di attivare misure di crisi ue e stanziamento di fondi straordinari per compensare le perdite”. in particolare confcooperative chiede: fondi comunitari con attivazione di misure di crisi ue e stanziamento di fondi straordinari per compensare le perdite rimodulando anche la collocazione di risorse del pnrr su alcune voci di spesa. riduzione dei costi per il lavoro con sgravi fiscali per i settori piu’ colpiti e il rinvio della sugar tax prevista a oggi dal 1 luglio. per l’energia estensione agevolazioni vigenti per le imprese industriali energivore di trasformazione alle imprese agricole che svolgono analoghe attivita’. per la burocrazia semplificazione dell’accesso a strumenti per l’export (es. simest) e rimuozione vincoli nell’uso dei fondi ocm vino.

DAZI: PRANDINI, CI AUGURIAMO CHE CI POSSANO ESSERE ANCHE RISORSE EUROPEE EQUAMENTE RIPARTITE TRA I DIVERSI SETTORI

“siamo il settore che e’ cresciuto in assoluto di piu’ negli ultimi 5 anni, siamo cresciuti piu’ del 65% in termini di vendite sul mercato statunitense, siamo riusciti a contrastare anche l’italian sounding che negli ultimi 5 anni non e’ aumentato”, ha ricordato in una dichiarazione ai giornalisti (https://youtu.be/xX-f_u2j4x0) il presidente di coldiretti ettore PRANDINI entrando a palazzo chigi, per la riunione convocata dalla presidente del consiglio giorgia MELONI sui dazi, . “a fronte di tutto questo ci auguriamo che si possa condurre una trattativa con la diplomazia a livello comunitario. sicuramente i singoli stati membri possono essere di supporto proprio perche’ la diplomazia che verra’ utilizzata sara’ quella europea”, ha aggiunto. “ci auguriamo che ci possano essere anche risorse europee senza andare a gravare sul debito che nel nostro paese e’ gia’ particolarmente rilevante, creando anche un meccanismo di concorrenza sleale tra i singoli paesi in europa, cosa che in questo momento nessuno vuole”, ha continuato PRANDINI. “ci auguriamo che per la percentuale che l’agroalimentare oggi rappresenta le risorse stanziate vengano ripartite in modo equo tra tutti i settori”, ha puntualizzato il presidente di coldiretti specificando che”l’agroalimentare oggi rappresenta piu’ del 12% e quindi il 12% deve arrivare sulle nostre imprese a sostegno di tutti i meccanismi di difesa del mercato che siamo riusciti a costruire con un lavoro che e’ durato per decenni”. “ascoltiamo quello che ci dira’ la presidenza del consiglio, poi commenteremo successivamente”, ha aggiunto sottolineando che “siamo stati tra quelli che hanno chiesto che l’interlocuzione con gli stati uniti fosse condotta dall’europa e sarebbe un bel segnale se anche le risorse a sostegno dei settori produttivi arrivassero dall’europa che deve condurre in termini diplomatici”. “mai rispondere a dazi con dazi perche’ questo penalizzerebbe sia i consumatori statunitensi sia sicuramente i nostri”.

DAZI: CONFAGRICOLTURA A GOVERNO, TRATTARE A LIVELLO UE PER TUTELARE EXPORT IN USA. SOSTEGNO A AZIENDE CON NUOVO PIANO DI FONDI UE

“l’agroalimentare italiano ha raggiunto nel 2024 un valore record di quasi 70 miliardi di euro di export, di cui circa 8 miliardi (oltre l’11%) destinati al mercato statunitense. non parliamo solo di quantita’, ma soprattutto di qualita’ e marginalita’: gli usa rappresentano per molti prodotti agricoli italiani un mercato maturo, che valorizza al massimo il made in italy autentico: vini, formaggi, olii, sughi, pasta, salumi”. lo ha detto il vicepresidente di confagricoltura, sandro GAMBUZZA, durante l’incontro odierno sui dazi a palazzo chigi della presidente del consiglio, giorgia MELONI, con i rappresentanti delle categorie produttive (qui dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/OYK9LHmdHfo). “il nostro export agroalimentare e’ uno dei capisaldi dell’economia italiana. e’ essenziale – ha detto il vicepresidente della confederazione – evitare che decisioni unilaterali mettano a rischio la competitivita’ delle imprese e il lavoro di intere filiere. chiediamo che l’italia, in sede europea, si faccia promotrice di un’azione forte e coesa, nell’interesse del nostro sistema produttivo e della sua proiezione internazionale”.”l’impatto complessivo e’ difficilmente quantificabile per il settore agroalimentare, ma, tra i dazi e la verosimile riduzione dell’export italiano verso gli usa, si puo’ stimare un danno intorno ai 3 miliardi di euro”. alla luce del nuovo scenario commerciale, GAMBUZZA ha invitato inoltre a una riflessione sulla riduzione del potere d’acquisto dei consumatori statunitensi. nelle trattative con washington, per confagricoltura “e’ importante valutare anche la mitigazione delle barriere non tariffarie e l’inasprimento delle condizioni sui servizi digitali”. “a peggiorare il quadro, ha ricordato GAMBUZZA, si aggiungono tre fattori: l’applicazione differenziata delle aliquote daziarie tra i paesi, ad esempio il 10% per i vini australiani rispetto al 20% applicato ai vini italiani, l’aumento dell’italian sounding, che colpisce direttamente l’identita’ delle nostre produzioni, e il possibile effetto boomerang sul mercato interno con l’ingresso di prodotti extra-ue a dazi ridotti o nulli.confagricoltura ha evidenziato al governo la necessita’ di un nuovo piano europeo con le risorse non utilizzate del pnrr e altri fondi ue per sostenere la competitivita’ delle imprese sul mercato usa ed evitare fughe in avanti dei singoli paesi nelle trattative con gli stati uniti”. lo rende noto un comunicato stampa.

DAZI: FINI (CIA) A GOVERNO, SERVE STRATEGIA DI SISTEMA. FONDO UE “AZZERA TARIFFE” PER SETTORI PIU’ COLPITI. NEGOZIARE FINO ALLA FINE

“negoziare fino alla fine con una sola voce in europa per scongiurare una guerra commerciale; agire sugli ostacoli burocratici e amministrativi che frenano la competitivita’ delle imprese all’interno dell’ue; esplorare e consolidare nuovi mercati oltreoceano; introdurre un fondo comune “azzera dazi” per interventi di compensazione economica e produttiva. sono queste le 4 direttrici della strategia di sistema illustrata dal presidente di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI, all’incontro a palazzo chigi con la presidente del consiglio giorgia MELONI, per fronteggiare gli effetti delle tariffe di TRUMP sul settore agroalimentare made in italy” (qui la dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/7jaGgRndKvo). lo rende noto un comunicato stampa. “e’ chiaro che la prima azione non puo’ che essere negoziale. serve un’azione diplomatica forte e unitaria dell’europa per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. in questa partita, l’italia puo’ e deve essere capofila delle trattative per una de-escalation, visto che abbiamo anche piu’ da perdere. gli usa, infatti, con quasi 8 miliardi valgono circa il 12% di tutto il nostro export agroalimentare globale, mettendoci in testa alla classifica dei paesi ue, molto prima di germania (2,5%), spagna (4,7%) e francia (6,7%)”, ha evidenziato FINI. “accanto alla via della diplomazia occorre intervenire sulle dinamiche che, seppur non tariffarie, influenzano le relazioni commerciali. bisogna, quindi, iniziare a eliminare tutti quegli impedimenti di natura burocratica e amministrativa che ostacolano lo sviluppo del made in italy all’interno del mercato comune, semplificando il quadro normativo e i sistemi regolatori europei che frenano la competitivita’ delle aziende”, ha proseguito il presidente di cia. altrettanto strategico “e’ il consolidamento dei mercati extra-ue oltre gli usa che da tempo mostrano interesse crescente verso le nostre produzioni, come il giappone e il canada cosi’ come e’ fondamentale l’esplorazione di nuovi mercati”. un obiettivo non immediato, quello di nuovi sbocchi commerciali, che “deve essere ben supportato da politiche dedicate, come misure di promozione e formazione; strumenti di aggregazione produttiva e organizzativa; interventi per sviluppare la logistica e l’innovazione”. sicuramente “c’e’ bisogno di riprogrammare subito l’ocm vino”, ha spiegato FINI. il presidente di cia ha aggiunto: “e’ assolutamente necessario stanziare risorse adeguate a sostenere gli agricoltori e i territori piu’ esposti ai dazi di TRUMP”. a partire dai produttori di vino (il cui export vale 2 miliardi negli stati uniti), olio (quasi 1 mld), pasta (1 mld) e formaggi (550 milioni) e da regioni come la sardegna (l’export agroalimentare isolano FINIsce per il 49% negli usa) o la toscana (28% del proprio export agroalimentare), precisa la cia. in questo senso, secondo FINI “occorre prevedere l’introduzione di un fondo europeo ‘azzera dazi’ da utilizzare per azioni di compensazione”. interventi “anche in deroga alle regole ue sugli aiuti di stato, che potrebbero concretizzarsi in primis sotto forma di indennizzi per le perdite subite dagli agricoltori. in piu’ l’uso delle risorse comunitarie dovrebbe essere rivolto a ulteriori compensazioni ‘indirette’ che includano, ad esempio, misure per la riduzione dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione, che tanto incidono sulle dinamiche di esportazione delle imprese”, ha concluso il presidente di cia.

DAZI: BATTISTA (COPAGRI) A GOVERNO, AVANTI SU DIPLOMAZIA E DIVERSIFICAZIONE MERCATI, VALUTANDO COMPENSAZIONI E AGEVOLAZIONI FISCALI

“i pesanti dazi del 20% imposti dall’amministrazione usa sulle merci provenienti dall’ue, oltre a rappresentare una pericolosa misura protezionistica, sono una vera e propria sfida che rischia di assestare un colpo durissimo alla tenuta di tutti quei comparti, primo fra tutti l’agroalimentare, che fanno dell’export uno dei loro punti di forza e che hanno proprio negli stati uniti uno dei principali mercati di sbocco; bisogna, quindi, mettere rapidamente in campo una risposta integrata e sistemica, coniugando la necessaria attivita’ diplomatica con interventi di sostegno economico, oltre che di promozione del made in italy e di diversificazione dei mercati”. lo ha ribadito il presidente della copagri tommaso BATTISTA intervenendo oggi a palazzo chigi a un confronto con la presidente del consiglio giorgia MELONI, (qui la dichiarazione ad agra press prima della riunione https://youtu.be/4bWbAbHDgGw). “oltre a valutare il potenziale ricorso al wto, inoltre, e’ fondamentale ragionare con urgenza sulla possibile istituzione di un fondo di compensazione per le perdite dirette delle aziende agroalimentari, prevedendo il possibile coinvolgimento di simest e cdp”, ha suggerito il presidente, invitando il governo a “lavorare anche sul versante delle agevolazioni fiscali, a partire dall’introduzione di un credito d’imposta per le imprese maggiormente colpite e sulla possibile sospensione di alcuni dei gravosi obblighi del green deal”. “gli stati uniti sono un mercato strategico per l’agroalimentare italiano, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, pari al 25% del totale comunitario”, ha ricordato BATTISTA, facendo notare che “i dazi rischiano di provocare un calo dell’export stimabile tra il 10% e il 15% nel breve periodo, con punte del 30% per diversi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva; tutte produzioni che nell’annata appena trascorsa hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli stati uniti, con un aumento complessivo stimabile nell’ordine del 17%”. “senza contare, poi, le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi piu’ favorevoli e all’ulteriore rischio di vedere arrivare sul mercato comunitario, e di conseguenza nazionale, le produzioni agroalimentari precedentemente esportate negli usa e provenienti da paesi stranieri colpiti da dazi ancora piu’ salati”, ha aggiunto il presidente, secondo cui “e’ prioritario puntare sul canale diplomatico, lavorando per ottenere delle esenzioni mirate per le produzioni nazionali piu’ colpite dall’incremento delle barriere tariffarie, e sul fronte commerciale, favorendo, attraverso appositi investimenti, l’ulteriore diversificazione dei mercati”.

DAZI: BERNI (GRANA PADANO), SIAMO PREOCCUPATI BIZZARRO
IPOTIZZARE IMPATTI RIDOTTI SU PRODOTTI PREMIUM

“‘sta girando una tesi bizzarra che noi prodotti ‘premium’ (parmigiano reggiano e grana padano) non avremmo impatti troppo negativi dai dazi, cosi’ come decisi da TRUMP. questo, almeno per il grana padano, non e’ vero perche’ una fetta importante e’ venduta nel food service che risente molto di piu’ rispetto alla famiglia medio alta spendente americana di rincari significativi dei prezzi dei prodotti inseriti nel loro paniere. oltre essendo prodotto molto stagionato l’invenduto pesa sui magazzini penalizzando quindi il 100% del prodotto immagazzinato’. con queste parole il direttore generale del consorzio, stefano BERNI, ha voluto stigmatizzare ogni teoria fatta circolare in questi giorni che tende a minimizzare l’impatto dei dazi sul grana padano”. lo rende noto un comunicato del consorzio grana padano. “noi del grana padano ne abbiamo avuto inconfutabile prova quando nel 2014 l’embargo russo post invasione in crimea blocco’ completamente le oltre 40.000 forme annuali che si stavano vendendo in russia”, ricorda BERNI, nell’evidenziare che “il danno allora venne quantificato a posteriori in quasi 100 milioni di euro di cui 15 milioni circa per l’invenduto ma gli altri 70/80 per l’abbassamento delle quotazioni di mercato di tutto il formaggio”. nella sua analisi – informa il comunicato – BERNI rileva che “di conseguenza il nostro calcolo e’ che potremmo perdere a causa di questi dazi 35-40.000 forme in usa con un danno diretto per l’invenduto di circa 25 milioni di euro ma con un piu’ rilevante danno indotto sul magazzino in cui attualmente vi sono circa 6 milioni di forme per un valore medio di circa 2,3 miliardi di euro”. “per cui sarebbe sufficiente che il formaggio perdesse appena un 3% del suo valore (solo circa 30 cent al kg) per arrivare ad un danno indotto di 75 milioni di euro”, sottolinea BERNI, che prosegue: “si stima quindi che questi dazi aggiuntivi del 20% potranno gravare sul sistema grana padano per circa 100 milioni di euro nei suoi primi 12 mesi di applicazione. ovviamente se non si trattasse di prodotto a lunga stagionatura il danno indotto sarebbe assai piu’ lieve”. infine, il direttore generale del consorzio grana padano sottolinea che “il sistema grana padano, indipendentemente dall’avvento dei nuovi dazi, sta intensamente e alacremente gia’ impegnandosi fuori dall’italia tant’e’ che nel 2024 il 51,2% della produzione e’ andata oltre confine e altrettanto si sta impegnando in paesi extra usa visto che gli stessi rappresentano neppur l’8% del totale esportato. quindi non possiamo inventarci nulla di aggiuntivo all’estero”. BERNI – conclude il comunicato – chiude con una nota di fiducia: “pero’ come ce la siamo cavata post embargo russo e post dazi 2020 di TRUMP, ce la caveremo anche stavolta ma e’ una grave penalizzazione di cui faremmo molto volentieri a meno”.

DAZI: MARETTI(LEGACOOP AGROALIMENTARE) A HANSEN, A RISCHIO
COOPERATIVE ESPORTATRICI E SOCI CONFERITORI

“al commissario HANSEN abbiamo espresso le nostre preoccupazioni rispetto ai dazi e al fatto che ci sono nostre cooperative che sono esportatrici negli stati uniti per una quota importante del loro fatturato. pensare di accollarsi tutti i dazi rispetto ai costi industriali o di produzione di una cooperativa metterebbe in ginocchio sia le strutture cooperative sia le aziende agricole che conferiscono il prodotto”, ha detto il presidente di legacoop agroalimentare cristian MARETTI durante la visita di HANSEN al padiglione dell’organizzazione al vinitaly. “HANSEN, che ha avuto modo di degustare alcuni prodotti e vini delle filiera cooperative, sulla questione dazi ha sia ribadito l’importanza di muoversi assieme, sia come paese, sia come unione europea, interlocutore che ha la forza per poter negoziare con trump, sia sottolineato l’importanza di trovare nuovi mercati”, ha aggiunto MARETTI. “il commissario inoltre ha parlato della necessita’ di muoversi nella direzione di modificare delle regole che oggi sono dentro l’ocm e approvare prossimi provvedimenti che diano una maggiore flessibilita’ e che facilitino i percorsi dentro il mercato interno europeo. a partire dalle spese della promozione che oggi hanno dei vincoli che rischiano di far buttare via dei soldi o di doverli restituire. in quella che e’ stata una chiacchierata in totale relax, abbiamo espresso apprezzamento per come la nuova commissione europea si muove sul nostro settore con i primi provvedimenti che sono stati presi: uno di questi e’ proprio quello sul vino. confidiamo poi che arrivino anche i fatti per quanto riguarda i soldi che saranno messi su questi capitoli”, ha concluso MARETTI.

DAZI: GIANI (TOSCANA) INCONTRA CATEGORIE E SINDACATI,
OCCORRE REAGIRE SUBITO APRENDOSI AL MONDO

“‘reagire subito, aprirsi al mondo, essere europa e stare uniti. cosi’ la toscana reagisce ai dazi di TRUMP’. lo ha affermato oggi eugenio GIANI che ha presieduto, con l’assessore all’economia leonardo MARRAS ed il direttore generale della regione paolo PANTULIANO, il tavolo con le associazioni di categoria, convocato proprio per affrontare la questione dell’impatto dei dazi sull’economia toscana. un tavolo che il presidente intende fare diventare permanente, con cadenza quindicinale, proprio per creare sinergie e impegni comuni”. lo rende noto un comunicato stampa regionale. “non possiamo permetterci di restare immobili – ha aggiunto GIANI – . i dazi imposti da donald TRUMP stanno mettendo in ginocchio l’economia globale, colpendo duramente anche le nostre imprese. non e’ tempo di attendismi, ne’ di sperare che tutto torni magicamente alla normalita’. e’ il momento di agire, con decisione e con una strategia opposta a quella del protezionismo”.

DAZI: DREI (FEDAGRIPESCA), CAUSERANNO CAOS E CONTRACCOLPO
AI RISULTATI DELLE AZIENDE DEL VINO

“i dazi imposti da TRUMP causeranno un inevitabile caos sui mercati e determineranno un contraccolpo nei risultati economici delle aziende del vino italiano che hanno raggiunto, negli ultimi anni, performance significative sui mercati esteri, con una crescita del 28,5% negli ultimi 4 anni superando gli 8 miliardi di euro, di questi vale circa 2 miliardi l’export delle nostre cantine”, ha detto al vinitaly, durante la presentazione del focus censis-confcooperative ‘l’italia del vino: superfici, costi ed export’, il presidente di fedagripesca confcooperative raffaele DREI, preoccupato che l’irrompere dei dazi possa porre fine alla tendenza positiva dalla domanda estera degli ultimi anni.

DAZI: LAURETI (PD), GOVERNO IN RITARDO
SUL VINO SETTORE PREOCCUPATO

“la 57esima edizione di vinitaly conferma la potenzialita’ del settore del vino e dei distillati, che in italia e in europa rappresenta un asset strategico sul piano del valore culturale, economico e di sviluppo. in italia vitigni locali e autoctoni spesso si accompagnano a nuove sperimentazioni, alimentando il legame con il territorio e la sua storia, trasformandosi in un volano di crescita per le aree interne, incentivando anche la multifunzionalita’ del settore come quella del turismo enogastronomico”. lo afferma in un comunicato camilla LAURETI eurodeputata del partito democratico, componente della commissione agricoltura al parlamento europeo e responsabile dem per le politiche agricole che ha visitato la fiera. “parliamo di un settore che a fronte di difficolta’ importanti – spiega LAURETI – a partire dall’impatto del cambiamento climatico e degli agenti patogeni che esso comporta, ha mantenuto il proprio profilo di eccellenza, emblema del made in italy. per questo oggi il settore e’ preoccupato dalla politica dei dazi di TRUMP: il 2024 si chiudera’ con un valore delle spedizioni negli stati uniti di oltre 1,9 miliardi di euro, il 24% dell’export del vino italiano nel mondo. secondo le prime previsioni, i dazi americani potrebbero costarci dai 323 ai 390 milioni di euro all’anno. come paese e come settore agroalimentare rischiamo di pagare un prezzo alto, soprattutto per i prodotti di fascia media. quello che pero’ serve e’ una risposta unitaria da parte dell’ue, una mediazione con la schiena dritta, oltre all’apertura a nuovi mercati. abbiamo gia’ sprecato tempo prezioso: i dazi erano infatti previsti e il governo non si e’ mosso”.

DAZI: PASCUCCI (CIA TOSCANA), GOVERNO FACCIA
PRESSIONE SU UE PER SOLUZIONE CONDIVISA

“servono risposte appropriate ai dazi previsti dagli stati uniti nei giorni scorsi, da parte dell’europa e del governo nazionale e dove possibile anche dalla regione toscana. bene, intanto l’incontro di oggi convocato dal presidente eugenio GIANI. inoltre, vanno superate le barriere interne ue, semplificare e snellire le procedure, togliere le diffidenze e paletti che l’europa sta mettendo al settore del vino da tempo. sostenere le imprese per mantenere le quote di mercato in america, particolarmente importante per olio, vino, salumi, e formaggi, che per i vini toscani sono percentuali importanti, circa un terzo della nostra produzione va negli stati uniti”. lo ha sottolineato giordano PASCUCCI, direttore cia agricoltori italiani della toscana, intervenendo oggi all’incontro che si e’ svolto in regione toscana dedicato alle conseguenze per l’agroalimentare dai dazi statunitensi. lo rende noto un comunicato stampa di cia toscana che ha apprezzato l’incontro per la tempistica e per i contenuti emersi. “intanto – ha aggiunto PASCUCCI – e’ necessario provare ad aprire nuovi mercati ‘solidi’ per superare l’incertezza della durata dei dazi, e per non rischiare di ritrovare gli spazi di mercato occupati da vini di altre parti del mondo nel momento dell’attenuazione dei dazi di TRUMP. ma e’ necessario anche destinare risorse previste da ocm, come nel caso del vino, e altre misure per il resto dall’agroalimentare, per sostenere le aziende colpite dai dazi in questo momento di incertezza, e complessivamente mostrare una maggiore flessibilita’ e dinamicita’ per tutte le opportunita’ economico – finanziare a sostegno del settore. senza abbassare la guardia sulle pratiche sleali e la reciprocita’ nelle norme di entrata e uscita dalla ue (ad esempio sui mangimi, fertilizzanti, prodotti fitosanitari). ma come urgenza, come ricordato, e’ necessario stimolare il governo a trovare soluzioni condivise in ue”. “la risposta della toscana e’ chiara: aprirsi, investire, innovare” ha detto GIANI. “con un bando da 8,5 milioni di euro – ha spiegato il presidente – la regione ha gia’ aperto le porte alle aziende estere pronte a investire sul nostro territorio. ma non basta. per sostenere le imprese toscane nei mercati internazionali, abbiamo fatto un bando da 12 milioni di euro: risorse fondamentali per partecipare a fiere, avviare campagne di marketing, promuovere i nostri prodotti ben oltre il mercato americano. e c’e’ un altro ulteriore bando da 30 milioni di euro che sara’ dedicato all’innovazione di prodotto o di processi produttivi, per rendere le imprese toscane piu’ competitive e pronte alle sfide globali. in totale, 50 milioni di euro messi subito in campo dalla regione: un piano concreto e tempestivo”. “la toscana – continua il comunicato – non si chiude ma reagisce, investe, costruisce futuro”. “ora piu’ che mai – ha ribadito GIANI – aprirsi e’ l’unico vero atto di forza”.

DAZI: CONFESERCENTI, RISCHIO IMPATTO
11,9 MLD CONSUMI FAMIGLIE

“il terremoto dazi non coinvolge solo le esportazioni. la guerra commerciale tra usa e ue rischia di avere un impatto anche sul mercato interno, riducendo di circa 11,9 miliardi di euro in due anni la crescita dei consumi delle famiglie”. a stimarlo e’ confesercenti con cer.

DAZI: NARDELLA (S&D), OCCORRE RISPOSTA DETERMINATA
E UNITA UE PER DIFENDERE FILIERA AGROALIMENTARE

“durante l’audizione in commissione agricoltura del commissario HANSEN mi sono soffermato sui dazi americani, chiedendo una risposta forte e determinata di tutta la commissione contro l’attacco commerciale americano e ponendo il tema di quale sia la risposta che la commissione intende attuare per il settore agroalimentare e del vino”. lo dichiara in un comunicato dario NARDELLA, europarlamentare pd e coordinatore in commissione agricoltura. “ritengo fondamentale coordinare le misure commerciali – continua NARDELLA – che l’europa assumera’ in questo settore con il pacchetto vino che e’ stato presentato a verona e che diventera’ una proposta di regolazione entro l’estate, cosi’ da integrare le strategie europee del settore con le situazioni contingenti come la guerra commerciale innescata dal presidente usa TRUMP”. “ho trovato la risposta del commissario soddisfacente poiche’ ha assicurato impegno sul fronte della risposta europea e confermando preoccupazione per l’impatto sulla produzione vitivinicola italiana, gia’ colpita dal calo dei consumi e dalla sovrapproduzione”, conclude NARDELLA.

GOVERNO: DAZI, IL COMUNICATO DIRAMATO AL
TERMINE DELLA RIUNIONE DELLA TASK FORCE

si e’ tenuta oggi lunedi’ 7 aprile a palazzo chigi “una riunione presieduta dal presidente del consiglio, giorgia MELONI, per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli stati uniti e le possibili implicazioni per l’economia italiana. alla riunione hanno partecipato i vicepresidenti del consiglio antonio TAJANI (fi) e matteo SALVINI (lega), il ministro dell’economia e delle finanze giancarlo GIORGETTI (lega), il ministro delle imprese e del made in italy adolfo URSO (fdi), il ministro dell’agricoltura, della sovranita’ alimentare e delle foreste francesco LOLLOBRIGIDA(fdi) e il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e per il pnrr, tommaso FOTI (fdi), il sottosegretario alla presidenza del consiglio alfredo MANTOVANO. nel corso dell’incontro, i ministri hanno illustrato al presidente del consiglio le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitivita’ delle imprese. proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani, martedi’ 8 aprile a palazzo chigi. e’ stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, ne’ l’unione europea ne’ gli stati uniti. e’ emersa la necessita’ di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perche’ ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi. si e’ discusso, inoltre, degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del green deal e sulla necessita’ di semplificare il quadro normativo”. lo rende noto il comunicato stampa diffuso al termine della riunione.

DAZI: OGGI POMERIGGIO RIUNIONE
TASK FORCE GOVERNO

oggi alle 17:30, a palazzo chigi si riunisce la task force «anti-dazi» composta dai vicepresidenti del consiglio matteo SALVINI e antonio TAJANI e dai ministri giancarlo GIORGETTI, tommaso FOTI, francesco LOLLOBRIGIDA e adolfo URSO.

DAZI: HANSEN, NON SONO NELL’INTERESSE
DI NESSUNO SPERO PREVALGA BUON SENSO

“tenteremo in ogni modo la de-escalation delle tensioni commerciali con gli stati uniti. i dazi stanno danneggiando agricoltori, business e consumatori in entrambe le sponde dell’atlantico, e non e’ nell’interesse di nessuno. dobbiamo evitare la spinta inflattiva generata dai dazi, spero prevalga il buon senso”: lo ha detto il commissario europeo all’agricoltura e lo sviluppo rurale, christophe HANSEN, per la prima volta in visita a vinitaly, invitato dal ministro all’agricoltura, francesco LOLLOBRIGIDA. ne da’ notizia un comunicato di veronafiere. “l’attuale contesto politico europeo favorira’ il dialogo e i negoziati con altri paesi terzi, inclusa l’india. questa pressione internazionale deve essere usata per aprire nuovi mercati”, ha aggiunto il commissario che ha elencato le principali azioni di “diplomazia agroalimentare”: “a giugno portero’ una delegazione di produttori europei in giappone, un mercato molto florido con cui abbiamo un accordo commerciale. dobbiamo chiaramente lavorare anche su altre parti del mondo, a partire dal mercosur che e’ una destinazione molto interessante anche per i prodotti alimentari di alta qualita’. tra gli altri paesi target l’india, un mercato dal potenziale molto alto ancora da sfruttare per il nostro settore”. in merito al pacchetto vino presentato giorni fa, HANSEN si e’ detto “ottimista, l’iter di approvazione dovrebbe andare veloce, spero entro l’autunno. il pacchetto contiene gia’ delle misure per la semplificazione della promozione”. “in visita a vinitaly insieme ad HANSEN, anche il commissario europeo per la salute e il benessere degli animali, oliver VARHELYI. e’ la prima volta che due commissari europei partecipano congiuntamente a vinitaly, a conferma della centralita’ del salone internazionale dei vini e dei distillati come piattaforma istituzionale di dialogo e confronto tra unione europea, ministeri, associazioni e imprese. nel corso dell’incontro con il presidente di veronafiere federico BRICOLO e il direttore generale adolfo REBUGHINI, i commissari europei hanno manifestato il loro interesse sulle dinamiche di mercato, sulle attivita’ internazionali e sul ruolo di vinitaly come strumento di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo. al centro del confronto anche le strategie di investimento per affrontare le trasformazioni del comparto vitivinicolo, con particolare attenzione a sostenibilita’, semplificazione normativa e apertura di nuovi mercati”, conclude il comunicato.

DAZI: COLDIRETTI/FILIERA ITALIA A HANSEN, UE
INVESTA SU FILIERE PER FRONTEGGIARE EFFETTI

“occorre che l’unione europea metta in campo le risorse necessarie per compensare l’impatto dei dazi americani sul vino come sugli altri prodotti agroalimentari e sostenere le filiere produttive di un settore chiave dell’economia. e’ uno dei temi emersi dall’incontro a casa coldiretti tra il commissario europeo all’agricoltura cristophe HANSEN e il presidente ettore PRANDINI, il segretario generale vincenzo GESMUNDO e l’amministratore delegato di filiera italia, luigi SCORDAMAGLIA, che ha seguito la visita del commissario alla salute oliver VARHELYI. presenti tra gli altri anche la vicepresidente del parlamento europeo antonella SBERNA, il presidente di terranostra campagna amica dominga COTARELLA, il presidente della consulta vino di coldiretti francesco FERRERI e felice ADINOLFI direttore del centro studi divulga”. lo rende noto un comunicato della coldiretti che ha sottolineato come sia “necessario in questo momento un’azione unita senza commettere l’errore di rispondere con dazi ai dazi”. “e’ necessario – ha aggiunto coldiretti – che l’ue investa direttamente sui vari settori produttivi senza gravare sul debito dei singoli stati, aumenti gli investimenti nell’internalizzazione e cancelli tanta burocrazia che diventa un vero e proprio dazio”. “quella burocrazia, o peggio tecnocrazia, che si traduce in una normativita’ esasperata e spesso incomprensibile – ha sottolineato GESMUNDO ad HANSEN – che frena gli insediamenti agricoli specie fra i giovani, che ha un ‘costo’ in termini di investimenti psicologici e in risorse umane tali da frenare e condizionare il desiderio di fare impresa. una burocrazia – ha concluso GESMUNDO – incapace di pensare agli effetti drammatici che provoca sulle vite degli agricoltori, costretti a portare un peso enorme sulle loro spalle”. in tale ottica “il dialogo strategico sull’agricoltura rappresenta una grande opportunita’ per rafforzare la cooperazione reciproca tra istituzioni europee e mondo agricolo – ha rilevato HANSEN -. siamo orgogliosi di contribuire a questo processo, consapevoli dell’importanza di temi cruciali come la sicurezza e la sovranita’ alimentare, oggi piu’ che mai al centro dell’agenda politica. non nominiamo piu’ il green deal e farm to fork, perche’ abbiamo aperto una nuova stagione”. “un altro fronte su cui chiediamo attenzione riguarda i giovani agricoltori – ha evidenziato PRANDINI -. coldiretti e’ la prima organizzazione agricola per numero di associati in italia e in europa, ma uno dei nostri impegni maggiori e’ rivolto al ricambio generazionale. se vogliamo un futuro forte per l’agricoltura europea, dobbiamo investire su chi ha il compito di costruirlo. cosi’ come dobbiamo sostenere chi vive nelle aree rurali e di montagna per il loro ruolo essenziale di presidio dell’ambiente e del paesaggio. per questo, nella riforma della pac, chiediamo strumenti specifici e accessibili per i giovani e per chi vive nella aree di montagna e collina”. sul nuovo piano vino della ue e sugli effetti dai dazi e’ intervenuto FERRERI: “e’ fondamentale mantenere una visione chiara dei mercati e delle conseguenze che potrebbero derivare da scelte come l’introduzione di dazi. oltre all’inevitabile aumento dei costi, occorre salvaguardare quindici anni di investimenti che hanno consentito ai nostri prodotti di posizionarsi non solo come vini italiani o europei, ma come simboli di qualita’ e forte identita’ territoriale. in merito alle politiche ue – ha aggiunto – la vera sfida e’ quindi disporre di un sistema che permetta un utilizzo dell’ocm promozione piu’ semplice e dinamico, prevedendo meccanismi meno complessi e piu’ funzionali”. “e’ importante che il nuovo piano ue sul vino abbia incluso anche l’enoturismo come motore del turismo e dello sviluppo delle aree interne e rurali. – ha rilevato COTARELLA -. luoghi che, grazie alla consapevolezza e al lavoro dei nostri agricoltori, non sono piu’ solo spazi produttivi, ma diventano territori di accoglienza, di formazione, di esperienza, capaci di trasmettere i valori profondi della nostra identita’”.

DAZI: MAMMI (EMILIA-ROMAGNA) AD HANSEN, SERVE POSIZIONE
UNITARIA COMMISSIONE E 1 MILIARDO PER PROMOZIONE

“serve una posizione unitaria della commissione europea per reagire ai dazi e creare le condizioni perche’ l’europa risponda con politiche forti e coese all’offensiva economica lanciata dagli usa. da parte nostra, come regione abbiamo chiesto al commissario europeo all’agricoltura christophe HANSEN di aumentare le risorse per la promozione dei prodotti a indicazione geografica fino a 1 miliardo di euro”, ha dichiarato l’assessore all’agricoltura dell’emilia-romagna, alessio MAMMI, che a verona ha incontrato HANSEN e ribadito la posizione della regione riguardo all’introduzione dei dazi, che colpiscono in primo luogo anche l’agroalimentare, uno dei settori pilastro dell’economia emiliano-romagnola. “nel frattempo abbiamo messo a disposizione 7 milioni di euro per la promozione extra ue del vino, e abbiamo intenzione di elevare fino a 5 volte il valore della promozione in territorio ue. e’ il momento di mettere in campo la miglior strategia di difesa per i nostri prodotti, ovvero l’attacco. vanno promossi, diffusi, fatti conoscere in tutto il mondo, sostenendo le imprese e i consorzi in queste importanti attivita’ di promozione”, ha concluso MAMMI.

DAZI: LACTALIS ITALIA, TASSE MINACCIANO MADE IN ITALY
NEL 2024 ESPORTATE 106.000 TONNELLATE FORMAGGI

“il settore caseario italiano continua a conquistare il mondo, e lactalis italia – prima realta’ del settore agroalimentare per presenza e capillarita’ sul territorio italiano con i brand galbani, parmalat, vallelata, zymil, ambrosi e castelli – ne e’ il principale ambasciatore”. lo afferma un comunicato di lactalis italia, che cosi’ prosegue: “con una quota del 16% dell’export caseario nazionale e oltre 106.000 tonnellate di formaggi distribuiti in 112 paesi per un fatturato di oltre 700 milioni di euro, il gruppo rafforza il proprio ruolo di leader nella valorizzazione del made in italy. investimenti mirati, innovazione e un’offerta sempre piu’ diversificata sono le chiavi di una crescita che non si arresta, nonostante le sfide globali. grazie alle sue divisioni ambrosi e castelli, lactalis produce le dop piu’ vendute come parmigiano reggiano, grana padano, gorgonzola e mozzarella di bufala, in ben 12 siti produttivi interamente dedicati, dove si promuovono e tutelano la tradizione e l’eccellenza casearia italiana grazie all’esperienza e competenza dei mastri casari. a livello di comparto, il 2024 ha segnato un record storico per l’export caseario italiano, con oltre 658.000 tonnellate esportate (+10,7% vs 2023) e un valore che supera i 5,4 miliardi di euro. l’apprezzamento per i prodotti caseari italiani e’ cresciuto costantemente, grazie a standard qualitativi elevati, produzioni dop e un forte legame con la tradizione. lactalis italia gioca un ruolo chiave in questa crescita, esportando oltre il 40% della propria produzione e consolidando la propria presenza nei mercati chiave come francia, svizzera, germania e stati uniti, e ampliando la propria rete in asia e america latina. come gli anni passati, anche il 2025 si conferma un anno ricco di investimenti. e’ infatti previsto un piano che ammonta a oltre 68 milioni di euro, a dimostrazione della volonta’ dell’azienda di continuare a crescere e innovare, in italia e sull’export. particolare attenzione e’ dedicata allo sviluppo di nuovi prodotti pensati per i consumatori non solo italiani, ma anche internazionali, come il un particolare formato di parmigiano reggiano a brand galbani studiato per il mercato statunitense o soluzioni innovative come la crema tiramisu’ in pouch e la mozzarella con infusione all’origano per la francia e l’europa. l’obiettivo e’ coniugare tradizione e modernita’, portando l’eccellenza casearia italiana sulle tavole di tutto il mondo. ‘l’export dei formaggi italiani e’ una storia di successo, frutto di qualita’, tradizione e un’incessante capacita’ di innovare. il made in italy e’ un patrimonio che il mondo ci invidia, e che dobbiamo tutelare con investimenti mirati e strategie lungimiranti. per lactalis italia, essere leader nell’export significa non solo promuovere i nostri prodotti, ma anche fare sistema e sostenere l’intera filiera produttiva italiana in un contesto globale sempre piu’ competitivo’, dichiara mauro FRANTELLIZZI, direttore export di lactalis italia. gli stati uniti rappresentano uno dei mercati piu’ strategici per lactalis italia, che vi esporta il 6% del totale dei propri formaggi, con una quota che sale al 10% per parmigiano reggiano. tuttavia, gli effetti dei dazi doganali minaccia pesantemente la competitivita’ del made in italy. ‘la situazione e’ chiara: da oggi i formaggi duri saranno soggetti a un dazio complessivo del 35%, sommando il 15% gia’ esistente a un ulteriore 20%, mentre la mozzarella affrontera’ un dazio totale del 30%. un incremento significativo, che rischia di frenare una crescita finora molto positiva. basti pensare che il grana padano e il parmigiano reggiano hanno chiuso il 2024 negli stati uniti con quasi 20 mila tonnellate esportate, segnando un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente. con questi nuovi dazi, prevediamo un rallentamento, soprattutto per i formaggi duri, e questo ci preoccupa molto – continua FRANTELLIZZI -. l’introduzione di questi dazi portera’ a un aumento del prezzo al consumatore, con possibili ripercussioni sulle vendite e dunque, in questo scenario, diventa ancora piu’ fondamentale fare sistema tra produttori, istituzioni e aziende per difendere il made in italy e rivolgersi a mercati emergenti’. a conferma della volonta’ di lactalis italia di continuare a investire sul territorio italiano e rafforzare la filiera produttiva, un focus centrale della strategia aziendale riguarda la crescita di ambrosi e castelli. queste due eccellenze del settore caseario, entrate a far parte del gruppo negli ultimi anni, sono oggi protagoniste di un importante percorso di sviluppo internazionale. ‘nel 2025 investiremo 15 milioni di euro negli stabilimenti di ambrosi e castelli per continuare a valorizzare la tradizione casearia in strutture sempre piu’ moderne e all’avanguardia – dichiara michele FOCHI, general manager di ambrosi e nuova castelli -. il nostro impegno e’ garantire che i formaggi italiani preservino la loro qualita’ e autenticita’. per questo, continuiamo a investire nella filiera, nell’innovazione e nelle strategie di sviluppo, e anche e soprattutto sulle persone e sui casari, perche’ la manualita’, esperienza e competenza si possano tramandare nel tempo. solo cosi’ possiamo tutelare il prestigio del made in italy e affrontare con successo le sfide del mercato’. con un impegno costante nell’innovazione e nella valorizzazione del prodotto italiano, lactalis italia si conferma un attore chiave nella promozione del made in italy nel mondo, difendendolo dalle minacce globali e rafforzandone la leadership nei mercati internazionali”. maggiori dettagli qui bit.ly/4i2a8Dq

DAZI: MARTINANGELO (AGROCEPI), SI A NEGOZIATI MA NON SACRIFICHIAMO QUALITA’ E SALUBRITA’ NOSTRO AGROALIMENTARE

“i dazi imposti da TRUMP sono un peso ingiusto e gravoso per le nostre esportazioni. siamo favorevoli a un negoziato con gli stati uniti che trovi un punto di caduta accettabile per tutti, del resto sembra evidente che i dazi non stiano facendo bene neanche all’economia americana, anzi”, dichiara corrado MARTINANGELO, presidente di agrocepi. “all’ue chiediamo tre cose: primo, negoziare senza escludere alcun mezzo di pressione, dai contro dazi allo strumento anticoercizione; secondo di non mettere mai sul tavolo delle trattative le regole che garantiscono qualita’ e salubrita’ ai prodotti europei. le cosiddette barriere fitosanitarie sono pensate per proteggere la salute dei consumatori ue, non sono dei dazi; terzo mettere in campo un piano straordinario per l’agrifood che vada oltre la pac e coinvolga tutta la filiera agroalimentare”, sottolinea MARTINANGELO. “al governo italiano chiediamo, oltre che di trattare insieme all’ue, invece di fare ricorso a misure che possano alleviare l’impatto di questa insensata guerra commerciale sulle nostre imprese, soprattutto con politiche fiscali: si potrebbe per esempio abbassare ires per le aziende che fanno export”, conclude il presdiente di agrocepi.

DAZI: MAMMUCARI (UILA), SERVONO NERVI SALDI E VISIONE STRATEGICA
PER VALORIZZARE LAVORO, IMPRESE E SICUREZZA ALIMENTARE

“stiamo vivendo tempi impazziti, tra rischi di guerre commerciali, sequestri ideologici e allarmismi, anche perche’ l’impatto dei dazi, secondo fonti autorevoli, puo’ considerarsi gestibile se si avra’ la capacita’ di mantenere i nervi saldi. serve unita’, coesione e visione da parte della ue per bilanciare in modo equo interessi e valori del lavoro e delle imprese, evitando escalation di prove muscolari gia’ vissute in passato, anche per posizioni estreme ambientaliste e salutiste che hanno distrutto la produzione di filiere strategiche per il nostro paese: dalla pesca allo zucchero al tabacco”, ha dichiarato la segretaria generale uila, enrica MAMMUCARI, intervenendo sul tema dazi nel corso del vinitaly. “da sempre riteniamo il commercio internazionale uno strumento efficace per favorire relazioni stabili e abbassare la conflittualita’ tra i popoli; in gioco non c’e’ solo la capacita’ di esportare produzioni agricole di qualita’, ma anche il comune interesse a promuovere un cibo buono, sostenibile e legale, nel rispetto di una reciprocita’ che tuteli i diritti dei lavoratori e la concorrenza leale tra imprese sul mercato. una visione d’insieme indispensabile per assicurare al contempo una maggiore autonomia produttiva e una transizione socialmente giusta. siamo qui al vinitaly, anche per valorizzare e rafforzare il lavoro congiunto che sindacato e sistema delle imprese quotidianamente svolgono a tutela dell’agricoltura, attraverso contrattazione e bilateralita’ e per ricordare ad istituzioni, politica e consumatori che dentro ad ogni buon bicchiere di vino c’e’ anche la saggezza, la professionalita’ e l’impegno quotidiano di decina di migliaia di lavoratori e lavoratrici. la filiera vitivinicola italiana e’ composta anche da queste competenze straordinarie ed essenziali che oltre ad assicurare vini che fanno bene alla salute, mettono in pratica attivita’ che salvaguardano l’ambiente e il benessere dei nostri territori generando prosperita’ e sicurezza alimentare. e’ quindi piu’ che mai necessaria la massima cautela nell’approccio a questo delicato momento per salvaguardare un patrimonio di ricchezza fatto di imprese e lavoratori”, ha concluso MAMUCARI.

DAZI: UIV, WHISKY E’ FUORI DALLA
LISTA DEI CONTRO-DAZI

con un comunicato uiv fa sapere che “il whisky e’ fuori dalla lista dei contro-dazi previsti dall’unione europea. lo ha annunciato pochi minuti fa il ministro degli esteri, antonio TAJANI (fi), al presidente di unione italiana vini (uiv), lamberto FRESCOBALDI, oggi a vinitaly”.

DAZI: TAJANI, NO A CONTROMISURE UE SU WHISKY
PER SCONGIURARE RITORSIONI SU VINO

“probabilmente oggi il consiglio europeo scegliera’ di ‘scongelare’ una vecchia lista di prodotti americani da sanzionare con l’aumento dei dazi. riteniamo che non debba essere inserito il whisky, che porterebbe a dazi piu’ forti sul vino”: lo ha detto il ministro degli esteri, antonio TAJANI, in collegamento con il vinitaly da bruxelles, dove partecipa alla riunione dei ministri del commercio europei. ne da’ notizia un comunicato di veronafiere. “c’e’ grande unita’ a livello europeo per evitare che ogni stato tratti per se’ . mi pare ci sia convergenza anche da parte della commissione ue sulla necessita’ assoluta di non scatenare una guerra commerciale. la speranza e’ quella di arrivare a zero dazi usa e zero ue, per dar vita a un grande spazio economico libero di mercato ue-usa, per favorire la crescita dell’economia”, ha aggiunto TAJANI che ha anche annunciato anche un nuovo piano per cercare nuovi settori dove aumentare le esportazioni: “organizzeremo iniziative per esplorare nuovi mercati e recuperare tutto cio’ che si puo’ dal danno dei dazi americani. saremo in india questa settimana, anche con la partecipazione del presidente di veronafiere, federico BRICOLO. successivamente a caserta per un business forum con gli olandesi e poi in giappone, in attesa della missione del presidente del consiglio meloni negli usa. l’italia vuole essere protagonista all’interno di una strategia per favorire non soltanto il nostro paese ma l’intera europa”.

DAZI: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA), MANTENERE LA
CALMA E NEGOZIARE MA NON SU SALUTE CONSUMATORI

“si sia pronti a trattare e si evitino escalation e contro dazi”. lo dichiara in un  comunicato da vinitaly luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia. “SCORDAMAGLIA – prosegue il comunicato – ha inoltre ricordato come anche la bce abbia evidenziato che l’effetto negativo sul pil europeo dei dazi di TRUMP sia stimabile intorno al -0,3% del pil se non venissero rimossi, ma che se a questo seguissero contro dazi europei sulle merci provenienti dall’usa l’effetto negativo sul pil europeo sarebbe doppio o triplo”. “manteniamo la calma e negoziamo – dice SCORDAMAGLIA – gli effetti negativi sul consumatore americano, sulla produzione americana e sullo stesso bilancio usa giocano a nostro favore: utilizziamo tutti gli strumenti per dialogare e far capire che la spirale dei dazi non giova a nessuno”. ma aggiunge l’amministratore delegato: “allo stesso modo l’apertura negoziale dell’unione europea non puo’ in nessun modo coincidere con lo smantellamento dei rigidi standard che l’europa ha introdotto oltre trent’anni fa a protezione dei cittadini e consumatori europei: parlare di accesso libero alle carni con ormoni, pesticidi da anni vietati in europa o a ogm non autorizzati e’ fuori discussione”. “negoziare si’ – conclude SCORDAMAGLIA – ma non sulle spalle dei cittadini europei”.

DAZI: DIANA (ARANCIA ROSSA SICILIA IGP), FARE SISTEMA CON
UE. CONSORZIO MODELLO PER LOTTA CAMBIAMENTO CLIMATICO

“un successo la partecipazione del consorzio dell’arancia rossa igp alla seconda edizione del salone internazionale degli agrumi in programma a mentone, in costa azzurra, fino al 6 aprile; uno degli appuntamenti di riferimento, seppur cosi’ giovane, per un altro dei mercati europei fondamentali per l’igp siciliana, la francia appunto”. lo rende noto un comunicato del consorzio dell’arancia rossa igp, che cosi’ prosegue: “e in questa occasione il consorzio ha partecipato, con il presidente gerardo DIANA, al momento di confronto dal titolo ‘agrumi e clima: come affrontare la sfida del cambiamento climatico’. ‘un’occasione importante questa di mentone che apre a un confronto con tante realta’ simili alla nostra a livello europeo – ha detto il presidente del consorzio di tutela dell’arancia rossa di sicilia igp, gerardo DIANA, nel suo intervento – in un momento cosi’ delicato dal punto di vista del cambiamento climatico, ma anche degli asset commerciali a livello internazionale e’ fondamentale fare squadra e ritrovare il senso di europa’. la francia rappresenta un mercato molto importante per l’arancia rossa di sicilia igp e avendo prodotti che possono alternarsi nel raccolto puo’ essere considerato un vero e proprio alleato di mercato’. ‘importante essere qui a parlare di terroir, un paese come la francia che ha fatto di questo concetto la base per raccontare e promuovere le proprie eccellenze’, ha proseguito il presidente DIANA che si e’ poi soffermato sui dazi imposti dal governo americano all’europa: ‘i dazi di TRUMP rischiano di danneggiare chi vende il nostro prodotto trasformato non solo in italia, per questo serve a nostro avviso una risposta intelligente unitaria dell’europa’. il focus dell’incontro di venerdi’ 4 aprile e’ stato, come detto, sui cambiamenti climatici e l’impatto sull’agricoltura. un cambiamento che, come sottolineato anche dalle altre realta’ presenti, tocca anche i paesi europei piu’ a nord. due sono le strade da perseguire secondo il consorzio di tutela dell’arancia rossa di sicilia igp, da un lato attraverso i privati, quindi i soci del consorzio, dall’altro con gli enti pubblici ossia regione e consorzi di bonifica. ‘nel primo caso ho riportato ai nostri colleghi come noi agricoltori con grande sforzo abbiamo trovato sistemi per resistere attraverso la creazione di sistemi di irrigazione che consentano un risparmio idrico e in molti casi abbiamo dovuto rinunciare a salvaguardare gli impianti piu’ adulti per garantire l’acqua a quelli piu’ giovani, investendo inoltre in innovativi impianti di irrigazione o attraverso l’utilizzo delle centraline meteo, tensiometri e sonde – ha insistito il presidente gerardo DIANA – dall’altro lato pero’ chiamiamo in causa il sistema pubblico che e’ estremamente lento e che deve fare i conti con tubature obsolete che disperdono troppa acqua; dobbiamo ancora inoltre sottolineare che per le annate 2023 e 2024 sono stati richiesti oneri per i consorzi di bonifica che sarebbero dovuti essere investiti in miglioramento fondiario, evidentemente opere mai realizzate, tanto che per queste due annate alcuni consorzi non sono stati in grado di fornire acqua, di questo la regione deve assumersi le proprie responsabilita”. il successo dell’arancia rossa di sicilia igp a mentone si e’ riscontrato anche a tavola, nella cena di gala e negli show cooking degli chef internazionali, oltre a essere rappresentata con uno stand con prodotti freschi e trasformati. in particolare, hanno apprezzato l’igp siciliana giullaume GOMEZ, chef dell’eliseo, xavier ROUSSEAU, chef della nazionale di calcio francese, christian GARCIA, chef del principe alberto di monaco, marc FLANAGAN, chef del re d’inghilterra, fabrizio BOCCA, cuoco di sergio MATTARELLA e tanti altri”.

DAZI: CAPUA (AGCI AGROLIMENTARE), RISCHIO MA ANCHE
OPPORTUNITA’ PER RAFFORZARE COMPETITIVITA’ EUROPEA

“apprezziamo l’intervento del commissario HANSEN, che ha inaugurato un significativo cambio di passo nelle politiche agricole europee. e’ fondamentale riconoscere il ruolo strategico degli agricoltori e promuovere la cooperazione, la tutela del reddito e lo sviluppo di nuove tecniche genomiche. solo con un impegno concreto possiamo costruire un sistema agricolo resiliente e sostenibile, capace di affrontare le sfide del presente e anticipare le esigenze del futuro, magari trasformando la minaccia in un’opportunita’ di apertura verso nuovi mercati”, ha detto antonello CAPUA, presidente di agci agroalimentare, commentando l’intervento al vinitaly del commissario europeo per l’agricoltura christophe HANSEN nel padiglione masaf. HANSEN ha incontrato istituzioni, operatori del settore vinicolo e giornalisti specializzati per parlare del “pacchetto vino della commissione europea”. “il commissario ha sottolineato l’importanza di un approccio pragmatico alle politiche agricole europee, evidenziando il ruolo degli agricoltori come parte della soluzione alle sfide ambientali e climatiche. HANSEN, che ha concluso il suo intervento con un incoraggiante ‘viva il vino italiano ed europeo’, ha ribadito la necessita’ di sostenere il settore agricolo attraverso incentivi mirati e investimenti in ricerca e innovazione, per garantire un’agricoltura europea forte e competitiva”, ha aggiunto CAPUA. “la nuova politica commerciale statunitense, caratterizzata dall’introduzione dei dazi voluti dall’amministrazione trump, rappresenta indubbiamente una sfida significativa per l’economia europea. tuttavia, anziche’ considerarla esclusivamente come una minaccia, potremmo interpretarla come un’opportunita’ per ripensare e consolidare il nostro modello economico continentale. i nuovi dazi americani ci invitano a una riflessione profonda sulla sostenibilita’ di questo modello nel lungo periodo. forse e’ giunto il momento di sviluppare strategie complementari che possano rafforzare la resilienza dell’economia europea di fronte agli inevitabili cambiamenti dello scenario globale”, ha concluso CAPUA.

DAZI: BMTI, RISCHI MAGGIORI PER
VINI FERMI IMBOTTIGLIATI

“alla luce delle recenti misure adottate dall’amministrazione TRUMP in merito all’imposizione di un ulteriore aumento del 20% sui dazi, bmti ha condotto una prima analisi dei quantitativi e dei valori dei vini importati negli stati uniti dai vari paesi. quello americano rappresenta il principale mercato di destinazione dei vini italiani, con una quota complessiva, nel 2024, del 23,8% sul totale dell’export in valore (elaborazione bmti su dati istat). l’italia, al tempo stesso, con circa 350 milioni di litri esportati negli stati uniti per un valore di quasi 2 miliardi e 400 milioni di dollari nel 2024 e’ il primo paese per quantitativi e il secondo, dopo la francia, per valori”. lo rende noto un comunicato di bmti che cosi’ prosegue. “nel 2024, i vini fermi imbottigliati rappresentano circa i due terzi dei vini esportati dall’italia negli stati uniti, mentre i vini sparkling circa un terzo. per entrambe le categorie, l’italia mantiene la leadership nelle importazioni statunitensi, sebbene con alcune differenze nei valori: per i vini sparkling gli stati uniti hanno importato nel 2024 dall’italia circa i due terzi del quantitativo totale, mentre in termini di valore tale quota si attesta su un 40% pari ad oltre 720 milioni di dollari. notevole la distanza tra il valore unitario dei vini italiani (5,90 $/l) e quelli francesi (23,73 $/l). per i vini fermi imbottigliati, gli stati uniti hanno importato dall’italia nel 2024 circa un terzo del totale, sia in quantita’ che in valore, superando 1,6 miliardi di dollari. la differenza tra il valore unitario dei vini fermi italiani (7,35 $/l) e quelli francesi (12,38 $/l) e’ meno marcata, ma ancora evidente. con l’introduzione del dazio aggiuntivo del 20%, le imprese statunitensi che importano vino dovranno sostenere un aumento dei costi. questa misura avra’ un impatto diretto sul mercato, poiche’ gli importatori potranno farsene carico in toto o in parte, provare a chiedere delle riduzioni dei listini alle imprese esportatrici e/o infine scaricare tali costi sui consumatori finali. in quest’ultimo caso, potrebbero potenzialmente verificarsi ripercussioni sui volumi di consumo e sulla selezione dei prodotti. bmti ha quindi analizzato l’impatto sulla competitivita’ dei paesi concorrenti, con riferimento ai vini fermi imbottigliati e agli spumanti, da cui emerge: vini sparkling, l’accesso al mercato americano rimane sostanzialmente dominato dai paesi ue: 65% italia, 20% francia e 12,5% spagna. a fronte di un’imposizione da parte degli stati uniti di un dazio uguale del 20% sui vini sparkling europei, il paese che potrebbe beneficiare di una posizione vantaggiosa e’ l’argentina che, nel 2024, e’ stato il quinto paese per volumi esportati negli stati uniti e che beneficera’ di un dazio relativamente vantaggioso (10%) rispetto ai competitor europei. tale vantaggio competitivo va comunque letto e dimensionato alla luce dell’attuale peso, decisamente residuale, dei vini sparkling argentini (0,3% del totale) rispetto a quelli italiani ed europei; vini fermi imbottigliati, non e’ un mercato di ‘quasi esclusiva’ competenza europea. tra i primi dieci paesi esportatori, infatti, ce ne sono cinque non europei ed hanno una quota delle importazioni statunitensi sicuramente minoritaria ma non trascurabile come nel caso degli sparkling. in particolare, la nuova geografia dei dazi da’ dei vantaggi competitivi a un gruppo di paesi concorrenti a quelli europei, come australia, nuova zelanda, cile e argentina, che nel 2024 hanno avuto un quantitativo complessivo di circa il 30% dei vini fermi importati dagli stati uniti e che vedranno sui propri vini un dazio aggiuntivo di solo il 10%, contro il 20% che sara’ imposto ai vini europei. in termini di competitivita’ relativa dei vini italiani, quindi, l’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione statunitense sembra poter essere un rischio maggiore per i vini fermi imbottigliati che, nel mercato statunitense, dovranno far fronte al minore impatto delle tassazioni sul prezzo di vini extraeuropei che gia’ rappresentano una quota importante delle importazioni americane. discorso diverso per i vini sparkling, per i quali, come visto, i principali esportatori nel mercato statunitense sono appartenenti all’ue e quindi soggetti tutti allo stesso dazio aggiuntivo del 20%”. l’analisi completa e’ disponibile al link: https://www.bmti.it/prezzi-uve-vino/43049/

DAZI: MELONI, SONO PREOCCUPATA MA NON NE
FAREI LA CATASTROFE CHE STO ASCOLTANDO

“sui dazi sono ovviamente preoccupata, e’ un problema che va risolto. non ne farei la catastrofe che sto ascoltando in questi giorni e che paradossalmente mi preoccupa piu’ del fatto in se’. parliamo di un mercato importante, quello degli stati uniti, che vale circa il 10% della nostra esportazione. non smetteremo di esportare negli usa, ma attenzione all’allarmismo che sto vedendo in queste ore”: lo ha detto la presidente del consiglio giorgia MELONI, in occasione della visita sull’amerigo vespucci a ortona (chieti). commentando le decisioni prese da TRUMP, MELONI ha affermato inoltre: “possiamo sfruttare la difficolta’ per passi avanti importanti in una fase che lo richiede. dobbiamo lavorare sulla competitivita’ delle nostre imprese. c’e’ un tema aperto rispetto al patto di stabilita’, c’e’ una norma che si chiama clausola generale di salvaguardia che prevede una sospensione, una deroga al patto di stabilita’. forse dovremmo ragionare di quello, o di fare una valutazione ulteriore su come e’ stato indicato il patto di stabilita’. c’e’ una materia energetica che e’ fondamentale: la riforma del mercato elettrico per esempio e’ una cosa importante ma bisogna accelerare. sull’energia forse bisogna essere un po’ piu’ decisi e coraggiosi”. “la possibilita’ di trattare con gli usa sui dazi non e’ questione di speranza. io credo che sia quello che va fatto: per l’interesse nostro, per l’interesse della nostra economia, per l’interesse europeo, per l’interesse occidentale. e quindi perseguo quello che ritengo sia piu’ giusto”, ha detto.  MELONI ha aggiunto: “non penso che in una fase come questa sia piu’ utile divaricare ulteriormente. credo che la cosa utile da fare sia continuare a cercare delle soluzioni comuni perche’ altrimenti, alla fine, ci indeboliamo tutti. poi, ripeto, sono valutazioni che si devono fare con altri interlocutori e vedremo anche qual e’ la posizione degli interlocutori. continuo a credere che in ogni caso in questo momento noi possiamo intanto fare alcune cose a livello europeo che sono molto importanti perche’ ovviamente, se abbiamo una difficolta’, quella difficolta’ deve portarci dall’altra parte a lavorare sulla competitivita’ del nostro sistema produttivo, della nostra industria, delle nostre aziende”.

DAZI: CIA, A RISCHIO AGROALIMENTARE IN 1 PROVINCIA
SU 5 CON EXPORT TOTALE DI 100 MLN VERSO USA

“i dazi imposti dagli stati uniti metterebbero a rischio il settore agroalimentare di una provincia italiana su cinque. nella lista delle province ad alto rischio, a seguito delle barriere protezionistiche annunciate da TRUMP, secondo l’ufficio studi di cia-agricoltori italiani ce ne sono 21, su un totale di 107, le cui esportazioni di food verso gli stati uniti generano un valore superiore ai 100 milioni di euro”. lo rende noto un comunicato della confederazione che cosi’ prosegue: “la piu’ esposta, in questa classifica che guarda ai valori assoluti dell’export, e’ la provincia di salerno con 518 milioni, suddivisi soprattutto in ortofrutta lavorata e conserve di pomodoro, oltre a zucchero, cacao e condimenti vari. segue milano, con 422 milioni di spedizioni verso gli stati uniti, che vedono in primo piano le bevande alcoliche da aperitivo. cuneo e’, invece, regina dell’export di vini con quasi 400 milioni di euro venduti negli usa dalle cantine dell’albese, delle langhe e del roero (barolo e barbaresco, in primis). poco fuori dal triste podio il trevigiano con il prosecco delle colline di valdobbiadene (355 milioni) e la food valley di parma, 306 milioni, nella quale i dazi colpiranno soprattutto i consorzi di parmigiano e prosciutto e le conserve di pomodoro. c’e’, poi, il confronto sui valori percentuali, con un quadro ugualmente allarmante, che mette in risalto le province piu’ vulnerabili, perche’ tanto dipendenti dall’export verso gli stati uniti. se grosseto, infatti, esporta negli usa 236 milioni di olio d’oliva, preoccupa ancor di piu’ che queste spedizioni rappresentino il 71% di tutte le vendite agroalimentari della provincia verso l’estero”. senza contare che “anche con un valore inferiore ai 100 milioni di export, sono tante le province piccole e rurali per le quali l’impatto sull’economia locale sarebbe maggiore rispetto ai territori piu’ ricchi, che riescono a diversificare i loro sbocchi commerciali”, ricorda il presidente nazionale cia, cristiano FINI. “cia – prosegue il comunicato – valuta particolarmente fragili le situazioni di nuoro e sassari, che destinano al mercato statunitense il 65% di tutta la loro produzione agroalimentare, soprattutto quel pecorino romano prodotto per il 90% in sardegna utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack”. “se il prezzo del pecorino romano non sara’ piu’ competitivo, verra’ probabilmente sostituito da altri formaggi di pecora americani – evidenzia FINI – determinando un crollo per l’economia delle province dell’isola che si regge su quella filiera. a preoccupare sara’ il prezzo del latte, che potra’ subire contraccolpi immediati”. “tra le province piu’ esposte fuori dal territorio sardo – conclude il comunicato – ci sono anche catanzaro, dove il mercato statunitense assorbe il 42% della produzione agroalimentare provinciale (ortofrutta lavorata, marmellate e conserve di pomodoro), siena (vino e olio d’oliva) con il 34% e roma (vino, olio d’oliva e di semi) con il 33%”.

DAZI: ROTA (FAI CISL), EUROPA DIA RISPOSTA COESA E
PUNTI A DIVERSIFICARE I MERCATI COME ASIA E INDIA

“l’agroalimentare e’ un asset strategico per il veneto: da domenica saremo per il terzo anno consecutivo al vinitaly, al fianco di terra viva. ricordiamo che tutto l’agroalimentare esportato negli stati uniti vale 7,8 miliardi e che il mercato americano per il nostro vino vale circa 2 miliardi, cioe’ il 25% del totale. sara’ fondamentale la risposta coesa dell’europa, ma sara’ inoltre necessario diversificare i mercati dell’export, guardando ad asia e india. da questo territorio rilancio inoltre la tutela della montagna e della aree interne, dove sarebbe opportuno una sorta di “no tax area” dove si preveda un sistema fiscale agevolato per imprese agricole e artigianali, eventuali start up giovanili, agriturismi”: lo ha detto il segretario generale fai cisl onofrio ROTA, chiudendo i lavori del congresso di fai cisl veneto.

DAZI: BUONGIORNO (UILA PUGLIA), UNA MINACCIA
PER IL LAVORO NEL SETTORE AGROALIMENTARE

“il rischio che i dazi provochino una contrazione dei volumi delle esportazioni puo’ avere impatti negativi sul lavoro del comparto agroalimentare, gia’ intrinsecamente fragile per via della stagionalita’”. lo afferma in un comunicato il segretario generale della uila puglia, pietro BUONGIORNO, unendosi al coro di quanti auspicano un passo indietro dell’amministrazione TRUMP sui dazi. “il comparto agroalimentare possiede una quota di poco inferiore al 10% per quanto riguarda il valore delle esportazioni pugliesi negli stati uniti, parliamo di 650 milioni sui 9 miliardi di euro – dice BUONGIORNO -. ad aggravare il quadro e’ anche l’indice di diversificazione delle esportazioni: se alto connota una concentrazione del valore in poche classi merceologiche e per la puglia si configura al 49,8%. cio’ significa che il nostro sistema economico risulta piu’ esposto alle congiunture negative che queste misure protezionistiche innescano. misure che, di fatto, rischiano di rallentare, un trend positivo di crescita. le ultime proiezioni parlano di una crescita che si avvicinava al 20% rispetto al 2023, basti pensare che la sola filiera olivicola ha fatto registrare un indice positivo pari al +60% rispetto ai 12 mesi precedenti. ma la crescita e’ altrettanto significativa in tutti gli altri comparti: + 11% nel volume delle esportazioni nel settore vitivinicolo e dei farinacei, + 17% in valore per il frutticolo. il momento florido della nostra economia agricola e’ testimoniato anche dai dossier dell’istat che certificano un aumento del valore della produzione agricola, nonostante non ci sia un aumento speculare delle produzioni, segno questo di un posizionamento di mercato solido per le nostre eccellenze, sempre piu’ riconoscibili sui mercati grazie ad una identita’ di prodotto forte e saldamente ancorata ad una narrazione che valorizza la sua qualita’”. il segretario generale della uila puglia, conclude con un appello: “per tutte queste ragioni come organizzazione sindacale, siamo preoccupati della situazione che si sta creando e, altresi’, ci auspichiamo una reazione compatta del sistema italia inteso nella sua interezza. il rischio che questi dazi avvantaggino produzioni estere, anche europee, che si posizionano sul mercato con un prezzo molto piu’ basso, si pensi all’olio spagnolo, puo’ pregiudicare la tenuta di molte filiere. questo puo’ tradursi in un rischio per migliaia di posti di lavoro. non possiamo permettercelo, per questo bisogna agire con equilibrio e lungimiranza”.

DAZI: AGCI AGROALIMENTARE PROPONE DIVERSIFICAZIONE
MERCATI, FILIERE CORTE E MARKETING MIRATO

“diversificazione dei mercati, valorizzazione delle filiere corte per ridurre i costi e migliorare la resilienza del settore agroalimentare ed implementazione di strategie di marketing mirate: sono queste alcune delle possibili soluzioni strategiche proposte da agci agroalimentare, in vista del prossimo vinitaly di verona, per rispondere all’aumento dei dazi doganali che impattano le esportazioni italiane vitivinicole e non solo, e alle sfide significative che il sistema agroalimentare si trova ad affrontare”, informa un comunicato di agci agroalimentare. al vinitaly “agci mettera’ in luce le problematiche legate ai dazi ed il loro effetto sui produttori locali, ponendo l’accento sulla necessita’ di un’azione collettiva per sostenere il nostro patrimonio agroalimentare, in confidente attesa di una risposta unitaria e decisa da parte dell’unione europea, come gia’ annunciato dalla presidente VON DER LEYEN, con misure di sostegno specifiche per sostenere i settori piu’ colpiti dai dazi (come i produttori di vini, olio d’oliva, pasta e sughi pronti), e sempre monitorando il rischio di un massiccio riversamento di prodotti da altri paesi (ad esempio, la cina) che potrebbero approfittare delle tariffe americane. in questo senso, agci agroalimentare presentera’ il proprio pacchetto di risposte commerciali. insieme, possiamo costruire un futuro piu’ solido e sostenibile per l’agroalimentare italiano”, ha dichiarato il presidente di agci agroalimentare, antonello CAPUA. “tra gli altri punti fondamentali che possono contribuire a mitigare gli effetti negativi dei dazi nell’agroalimentare e a promuovere, in generale, una maggiore resilienza del settore, agci agroalimentare segnala: sostegno agli agricoltori (implementare programmi di sostegno finanziario e tecnico per gli agricoltori colpiti dai dazi, come sussidi o prestiti a basso interesse); accordi commerciali alternativi (negoziare nuovi accordi commerciali o rivedere quelli esistenti per garantire condizioni piu’ favorevoli per le esportazioni agroalimentari); promozione dei prodotti locali (investire in campagne di marketing per promuovere i prodotti agroalimentari locali e incentivare il consumo interno); innovazione e ricerca (investire in ricerca e sviluppo per migliorare la competitivita’ dei prodotti agroalimentari, attraverso tecnologie sostenibili e pratiche agricole innovative); collaborazione con altre nazioni (creare alleanze con altri paesi che possono essere colpiti dai dazi, per formare un fronte unito contro le politiche protezionistiche); flessibilita’ nei prezzi (stabilire meccanismi per la flessibilita’ dei prezzi, in modo che gli agricoltori possano adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato); educazione e formazione (fornire formazione agli agricoltori su come gestire le sfide commerciali e migliorare le loro pratiche aziendali); lobbying e advocacy (rafforzare le attivita’ di lobbying per influenzare le politiche commerciali a favore del settore agroalimentare; accordi bilaterali (stabilire accordi bilaterali con paesi che non impongono dazi elevati, per facilitare il commercio; monitoraggio delle politiche commerciali (creare un’agenzia o un gruppo di lavoro per monitorare l’impatto dei dazi e proporre misure correttive tempestive)”, conclude il comunicato.

DAZI: VACCARI(PD), SALVINI VENGA AL
VINITALY A SPIEGARE SUA POSIZIONE

“sui dazi il governo italiano si e’ dimostrato finora una armata brancaleone”. lo afferma il segretario di presidenza della camera e capogruppo pd in commissione agricoltura, stefano VACCARI, che cosi’ prosegue: “prima equidistanza come chiedeva la presidente del consiglio giorgia MELONI, poi i dazi come un’opportunita’ del prode matteo SALVINI, poi siamo passati ad una moderata preoccupazione di fronte al fatto avvenuto, con uno stallo inspiegabile mentre altri paesi europei hanno gia scelto di adottare misure per proteggere imprese e lavoratori colpiti. e oggi la lega con matteo SALVINI che addirittura addossa le responsabilita’ all’europa rea di aver colpito il settore produttivo italiano ed europeo, mentre TRUMP di contro fa bene a difendere le sue imprese. infine la clamorosa proposta: si tratti con TRUMP in via bilaterale. una posizione in linea con le piu’ becere logiche sovraniste in totale dispregio delle richieste di confindustria e delle organizzazioni professionali agricole che sottolineano la necessita’ di rafforzare l’unita’ europea e di avviare, a testa alta, una serrata trattiva con gli stati uniti. SALVINI, con la maglietta di TRUMP e di PUTIN, si presenti domenica davanti ai cancelli del vinitaly e ripeta ai nostri produttori questa boutade propagandistica. difficile pensare che venga portato in trionfo”.

DAZI: MAGI (+EUROPA), MELONI FORTE
CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI

“se c’e’ da minacciare qualche migrante, MELONI fa il volto feroce; se c’e’ da affondare i barconi, MELONI e’ in prima linea; se c’e’ da urlare a scandali che non esistono come a bibbiano, MELONI e’ la prima ad arrivare; se c’e’ da mettere in carcere le donne con i loro bambini, MELONI non si fa problemi; se c’e’ sbattere i pugni, MELONI e’ quella che lo sbatte piu’ forte di tutti, almeno a parole. se c’e’ pero’ da rispondere a TRUMP e pianificare una strategia di contrasto ai dazi imposti dal suo alleato americano, MELONI abbassa la testa e si trasforma in un agnellino pasquale, accondiscendente, docile e quasi impaurita. MELONI insomma conferma il modus operandi: forte con i deboli, debole con i forti. e’ cosi’ che si umilia un paese intero, e’ cosi’ che non si tutela l’interesse nazionale, e’ cosi’ che si isola l’italia dal resto d’europa”. lo afferma in un comunicato il segretario di +europa, riccardo MAGI.

COMMISSIONE EUROPEA: DICHIARAZIONE VON DER LEYEN

DOPO ANNUNCIO DAZI USA

dopo l’annuncio del presidente usa donaldo TRUMP di voler imporre dazi del 20% sull’import dalla unione europea la presidente dlla commissione europea ursula von der leyen ha rilasciato questa dichiarazione: “l’annuncio del presidente TRUMP di tariffe universali su tutto il mondo, inclusa l’ue, e’ un duro colpo per l’economia mondiale. mi rammarico profondamente di questa scelta. cerchiamo di essere lucidi sulle immense conseguenze. l’economia globale ne soffrira’ enormemente. l’incertezza aumentera’ vertiginosamente e inneschera’ l’ascesa di ulteriore protezionismo. le conseguenze saranno terribili per milioni di persone in tutto il mondo. anche per i paesi piu’ vulnerabili, che ora sono soggetti ad alcuni dei dazi piu’ elevati degli stati uniti. l’opposto di cio’ che vogliamo ottenere. i dazi danneggeranno anche i consumatori in tutto il mondo. si faranno sentire immediatamente. milioni di cittadini dovranno affrontare bollette della spesa piu’ elevate. i farmaci costeranno di piu’, cosi’ come i trasporti. l’inflazione salira’. e questo sta danneggiando in particolare i cittadini piu’ vulnerabili. tutte le aziende, grandi e piccole, soffriranno fin dal primo giorno. da una maggiore incertezza all’interruzione delle catene di fornitura alla burocrazia gravosa. il costo per fare affari con gli stati uniti aumentera’ drasticamente. e per di piu’, non sembra esserci ordine nel disordine. nessuna via chiara attraverso la complessita’ e il caos che si stanno creando mentre tutti i partner commerciali degli stati uniti vengono colpiti. negli ultimi ottant’anni, il commercio tra europa e stati uniti ha creato milioni di posti di lavoro. i consumatori oltre atlantico hanno beneficiato di prezzi ridotti. le aziende hanno beneficiato di enormi opportunita’ che hanno portato a una crescita e a una prosperita’ senza precedenti. allo stesso tempo, sappiamo che il sistema commerciale globale presenta gravi carenze. sono d’accordo con il presidente TRUMP, che altri stanno traendo un vantaggio sleale dalle attuali regole. e sono pronto a sostenere qualsiasi sforzo per adattare il sistema commerciale globale alle realta’ dell’economia globale. ma voglio anche essere chiaro: ricorrere alle tariffe come primo e ultimo strumento non risolvera’ il problema. ecco perche’, fin dall’inizio, siamo sempre stati pronti a negoziare con gli stati uniti, per rimuovere qualsiasi barriera residua al commercio transatlantico. allo stesso tempo, siamo pronti a rispondere. stiamo gia’ ultimando un primo pacchetto di contromisure in risposta ai dazi sull’acciaio. e ora ci stiamo preparando per ulteriori contromisure, per proteggere i nostri interessi e le nostre attivita’ se i negoziati falliscono. osserveremo attentamente anche gli effetti indiretti che queste tariffe potrebbero avere, perche’ non possiamo assorbire la sovracapacita’ globale ne’ accetteremo il dumping sul nostro mercato come europei promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e valori. e ci schiereremo sempre per l’europa. ma c’e’ un percorso alternativo. non e’ troppo tardi per affrontare le preoccupazioni attraverso i negoziati. ecco perche’ il nostro commissario per il commercio, maros Šefčovič, e’ impegnato in modo permanente con le sue controparti statunitensi. lavoreremo per ridurre le barriere, non per aumentarle. passiamo dal confronto al negoziato. infine, vorrei anche parlare direttamente ai miei concittadini europei. so che molti di voi si sentono delusi dal nostro piu’ vecchio alleato. si’, dobbiamo prepararci all’impatto che questo avra’ inevitabilmente. l’europa ha tutto cio’ di cui ha bisogno per superare questa tempesta. siamo tutti sulla stessa barca. se affronti uno di noi, affronti tutti noi. quindi resteremo uniti e ci difenderemo a vicenda. la nostra unita’ e’ la nostra forza. l’europa ha il piu’ grande mercato unico al mondo, 450 milioni di consumatori, che e’ il nostro porto sicuro in tempi tumultuosi. e l’europa stara’ al fianco di coloro che sono direttamente colpiti. abbiamo gia’ annunciato nuove misure per sostenere i settori dell’acciaio e delle automobili. la scorsa settimana abbiamo limitato la quantita’ di acciaio che puo’ essere importata in europa senza dazi doganali. cio’ dara’ piu’ respiro a queste industrie strategiche. ora convocheremo anche dialoghi strategici con il settore siderurgico, automobilistico e farmaceutico. e altri seguiranno. l’europa e’ unita per le nostre aziende, per i nostri lavoratori e per tutti gli europei. e continueremo a costruire ponti con tutti coloro che come noi hanno a cuore il commercio equo e basato sulle regole come base per una prosperita’ condivisa”.

DAZI: DICHIARAZIONE MELONI SU MISURE
INTRODOTTE DA STATI UNITI

dopo l’annuncio del presidente degli stati uniti donald TRUMP di dazi sui prodotti europei la presidente del consiglio giorgia MELONI ha dichiarato: “l’introduzione da parte degli usa di dazi verso l’unione europea e’ una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti. faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli stati uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’occidente a favore di altri attori globali. in ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”.

DAZI: COLDIRETTI, RISCHIO RINCARI DA 1,6 MILIARDI
DI EURO PER I CONSUMATORI AMERICANI

“sarebbe di 1,6 miliardi di euro il costo che graverebbe sui consumatori americani con l’introduzione del dazio al 20% su tutti i prodotti agroalimentari made in italy annunciato dal presidente donald TRUMP, con un calo delle vendite che danneggera’ le imprese italiane, oltre ad incrementare il fenomeno dell’italian sounding. e’ quanto emerge da una stima coldiretti sull’imposizione di tariffe aggiuntive sul cibo made in italy esportato negli usa”. lo rende noto un comunicato della coldiretti, che cosi’ prosegue: “a cio’ va poi aggiunto il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, da calcolare filiera per filiera, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati. senza dimenticare l’aumento dei costi di stoccaggio, tanto piu’ sensibili se legati alla deperibilita’ del prodotto. l’altro fattore che preoccupa e’ il pericolo – continua coldiretti – di perdere quota di mercato e posizionamento sugli scaffali conquistati, favorendo la concorrenza da parte di altri paesi colpiti in maniera meno pesante dai dazi. secondo un’analisi l’export agroalimentare made in italy negli stati uniti ha fatto segnare nel 2024 il record di sempre con un valore di 7,8 miliardi e una crescita del 17% rispetto all’anno precedente. ‘questa deve anche essere l’occasione per l’europa, che deve rimanere unita piu’ che mai in questa fase e dialogare con un’unica voce, di mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse – sottolinea il presidente di coldiretti ettore PRANDINI -. burocrazia inutile che ha rallentato tutto e colpito le nostre aziende in maniera significativa. ci vuole un’iniezione di nuove risorse economiche. investire in digitalizzazione e innovazione e con agricoltura precisione per quanto riguarda il nostro settore. servono nuove risorse per internazionalizzazione e in questo momento diventa fondamentale diversificare i mercati. dobbiamo diventare piu’ competitivi abbassando costi imprese’. ‘dinanzi alla decisione usa e’ di vitale importanza evitare mosse avventate. va messa in in campo la diplomazia’, aggiunge il segretario generale di coldiretti vincenzo GESMUNDO. ‘l’italia e l’europa – conclude GESMUNDO – devono portare avanti il dialogo poiche’ la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti’.”.

DAZI: DREI (FEDAGRIPESCA), INTERVENIRE AL PIU’ PRESTO
CON MISURE PER LA COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE

“‘abbiamo criticato i dazi come strumento di politica economica ma gli usa hanno deciso di adottarli, pur se con percentuali inferiori a quanto minacciato. ora e’ tempo di lasciare alle istituzioni politiche e alla diplomazia europea ed italiana lo studio delle adeguate contromisure ai dazi. al tempo stesso ci preme pero’ sollecitare l’assoluta urgenza di concentrarsi sulle difficolta’ delle aziende, per le quali andranno subito pensate e predisposte misure a difesa della loro competitivita”. e’ questa la prima reazione all’annuncio dei dazi al 20% fatto ieri da donald TRUMP del presidente di confcooperative fedagripesca raffaele DREI”. lo rende noto un comunicato di confcooperative fedagripesca, che cosi’ prosegue: “significativa la quota di export nel mercato a stelle e strisce delle cooperative aderenti a confcooperative: negli usa il fatturato delle cantine cooperative e’ di oltre 570 milioni di euro, il 30% di tutto l’export vitivinicolo nel mercato statunitense (che si attesta su 1,9 miliardi di euro), mentre per un altro settore ad alto valore aggiunto con le sue produzioni dop come i formaggi, le cooperative commercializzano negli stati uniti 122 milioni di euro, il 25% di tutte le vendite di formaggi negli usa, che nel 2024 hanno toccato quota 484 milioni di euro. seguono poi altre filiere e prodotti in cui la cooperazione esporta valori significativi come il pomodoro da industria. ‘la situazione geopolitica internazionale che si e’ venuta a creare apre un reale problema di competitivita’ che coinvolge secondo DREI ‘tutte le aziende del comparto, non solo chi esporta negli stati uniti, perche’ l’effetto depressivo coinvolgera’ l’intero mercato’. ma quali sono le misure per la competitivita’ che possono realisticamente essere attivate in tempi rapidi? il presidente di confcooperative fedagripesca non ha dubbi: in primo luogo, spiega, per quanto riguarda il settore vino ‘occorre destinare maggiori risorse per la promozione, se davvero vogliamo aiutare le aziende ad acquisire nuovi mercati. andra’ fatto inoltre un grande lavoro di sburocratizzazione nelle procedure per l’accesso ai bandi. all’europa chiediamo misure per la promozione piu’ snelle e in generale risposte piu’ efficaci rispetto al passato perche’ quelle attuali risultano un po’ timide rispetto all’urgenza di aggredire nuovi mercati’. mentre sul piano nazionale, l’auspicio e’ che non si finisca per assumere provvedimenti che mirino alla riduzione del potenziale produttivo per tutelare il patrimonio vitivinicolo italiano. ‘produrre di meno non puo’ essere la soluzione per essere piu’ competitivi sui mercati e non dobbiamo farlo’, spiega DREI. piu’ in generale, per altri settori fortemente orientati alle esportazioni, le istituzioni secondo il presidente DREI ‘dovranno concentrarsi maggiormente nei rapporti internazionali per promuovere rapporti bilaterali con altri paesi extra-ue, anche attraverso nuovi accordi di libero scambio al fine di migliorare canali commerciali gia’ consolidati o aprire altri mercati in cui oggi e’ difficile conquistare quote di mercato. il settore lattiero-caseario rischia di veder compromessa la stabilita’ della tutela delle dop con il conseguente proliferare dell’italian sounding’.”.

DAZI: GIANSANTI(CONFAGRICOLTURA), COLPITI NOSTRI SETTORI
DI PUNTA SERVE RISPOSTA UE UNITARIA E DECISA

“‘come italia usciamo sicuramente penalizzati dall’introduzione dei dazi da parte degli stati uniti, in particolar modo per quanto riguarda i prodotti di fascia media: penso ad alcuni vini, all’olio d’oliva, alla pasta e ai sughi pronti’, ha dichiarato massimiliano GIANSANTI, presidente di confagricoltura, intervenuto alla trasmissione di rai uno porta a porta, condotta da bruno VESPA, e andata in onda mercoledi’ sera subito dopo l’annuncio ufficiale del presidente degli stati uniti, donald TRUMP, dell’introduzione di dazi del 20% sui prodotti provenienti dall’unione europea”. lo rende noto un comunicato di confagricoltura. “la risposta non puo’ che essere unitaria, europea, convinta, come annunciato dalla presidente VON DER LEYEN nella conferenza di stamane”, ha aggiunto GIANSANTI, secondo cui sono “fondamentali le misure previste per sostenere i settori piu’ colpiti”. “non dimentichiamo, infatti, che rischiamo anche un massiccio riversamento di prodotti da altri paesi che subiranno le tariffe americane, per esempio la cina”, ha evidenziato il presidente di confagricoltura. “in linea con quanto dichiarato dalla presidente VON DER LEYEN nella prima mattina di oggi, confagricoltura ribadisce la necessita’ di un’azione dell’unione tempestiva e coesa per salvaguardare la competitivita’ del sistema agroalimentare, italiano ed europeo, sui mercati internazionali”, conclude il comunicato.

DAZI: FINI (CIA), SERVE RISPOSTA NEGOZIALE IMMEDIATA
UE E RIDEFINIZIONE POLITICHE DI GLOBALIZZAZIONE

“la scure di TRUMP e’ arrivata, con l’annuncio di dazi al 20% che colpiranno indistintamente tutti i prodotti europei, a partire dall’agroalimentare made in italy. per questo serve subito una risposta ferma e immediata dell’ue per aprire una trattativa e scongiurare una guerra commerciale con un’escalation devastante in cui perderebbero tutti. e’ quanto afferma il presidente nazionale di cia-agricoltori italiani, cristiano FINI”. lo rende noto un comunicato di cia. “la politica dei dazi e’ sbagliata e controproducente”, ribadisce FINI, che prosegue: “adesso non bisogna andare in ordine sparso ma agire uniti come europa, con un approccio non di sudditanza. occorre un’azione diplomatica rapida, forte e decisa”. “va recuperato, insomma, quel sogno europeo di coesione che aveva animato i padri fondatori e che si e’ via via sgretolato, con gli stati membri sempre piu’ arroccati su posizioni e interessi nazionalistici, ritrovando un approccio condiviso e mirato per reagire alle forzature di TRUMP”, sottolinea il comunicato. allo stesso tempo “e’ necessario ridefinire le politiche di globalizzazione, che evidentemente stanno mostrando tutte le loro crepe, anche attraverso il ruolo del wto”, conclude FINI.

DAZI: MARETTI (LEGACOOP AGROALIMENTARE), DURO COLPO
PER VINO E ALTRI PRODOTTI DELL’AGROALIMENTARE

“i dazi del 20% sul vino ue, e quindi anche italiano, potrebbero essere un duro colpo per il commercio con gli usa, un mercato che vale 4,88 miliardi di euro e che rappresenta il 28% del valore totale delle esportazioni di vino ue’. e’ questo il commento di cristian MARETTI, presidente di legacoop agroalimentare, all’annuncio arrivato ieri dal presidente americano donald TRUMP dell’imposizione di nuovi dazi reciproci”. lo rende noto un comunicato di legacoop agroalimentare. “un duro colpo non soltanto per il vino, ma anche per altri settori dell’agroalimentare, come il lattiero caseario con i formaggi a pasta dura con i dazi che passano dal 15 al 35%, che trovano negli stati uniti in mercato importante di riferimento”, evidenzia MARETTI. “l’italia esporta negli stati uniti prevalentemente vino per quasi 2 miliardi di euro, olio e pasta circa 1 miliardo ciascuno, e formaggi per 550 milioni”, ricorda il comunicato, che conclude: “a risentire di questo aumento ‘saranno le filiere italiane, ma anche i consumatori americani – afferma MARETTI – che dovranno fare i conti con l’aumento dei prezzi delle bottiglie nei supermercati e nei ristoranti. questo si tradurra’ in un calo delle esportazioni, che gia’ nelle scorse settimane hanno subito un’importante battuta d’arresto, e che potrebbe mettere a rischio la tenuta economica di molte aziende agricole e in una diminuzione dei consumi negli usa. con questi dazi a perderci saranno tutti'”.

DAZI: BATTISTA (COPAGRI), RISCHIO PESANTE MA BISOGNA
EVITARE ALLARMISMI E PUNTARE SU DIPLOMAZIA

“l’introduzione da parte degli stati uniti di dazi del 20% sulle merci provenienti dall’ue rischia di assestare un colpo durissimo alla tenuta del comparto agroalimentare, che fa dell’export uno dei suoi punti di forza e che ha proprio negli stati uniti uno dei principali mercati di sbocco, secondo solo alla germania”. lo sottolinea in un comunicato il presidente della copagri tommaso BATTISTA all’indomani delle pesanti barriere tariffarie annunciate dall’amministrazione statunitense, che entreranno in vigore dal prossimo 5 aprile. “guardando ai numeri, parliamo di circa 58 miliardi di euro di tariffe aggiuntive che andranno a gravare sull’export nazionale, colpendo circa tre quarti delle esportazioni italiane verso gli stati uniti e andando a danneggiare in maniera sostanziale l’interscambio commerciale agroalimentare con il nostro paese”, evidenzia il presidente, ricordando che “le esportazioni agroalimentari dell’italia verso l’america ammontano a quasi 8 miliardi di euro, pari al 25% di quelle comunitarie e a circa un decimo dell’export agroalimentare complessivo del belpaese, che a fine 2024 ha sfiorato i 70 miliardi di euro in valore”. “ad essere principalmente colpite saranno le produzioni di punta del made in italy agroalimentare, a partire dai vini e dagli spumanti e passando per l’olio extravergine d’oliva, la pasta, i formaggi e i salumi; tutti prodotti che nell’annata appena trascorsa hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli stati uniti, con un aumento complessivo stimabile nell’ordine del 17%”, prosegue BATTISTA. “per il solo comparto agroalimentare, le perdite nel breve periodo, sulla base di elaborazioni della copagri, sono stimabili nell’ordine del 10-15%, percentuali sulla quali andranno pero’ a pesare le ricadute nel medio-lungo periodo, legate al rischio concreto che l’export italiano venga rimpiazzato da quello di altri paesi con dazi piu’ favorevoli; senza contare, poi, l’ulteriore rischio di vedere arrivare sul mercato comunitario, e di conseguenza nazionale, le produzioni agroalimentari precedentemente esportate negli usa e provenienti da paesi stranieri colpiti da dazi ancora piu’ salati”, aggiunge il presidente. “nell’esprimere, quindi, la nostra netta e totale contrarieta’ a ogni guerra commerciale che metta a serio rischio la stabilita’ e l’andamento dei mercati mondiali, con ripercussioni dirette sul reddito dei tanti produttori agricoli che hanno gia’ programmato e impostato le loro linee di produzione, nonche’ investito significativamente sull’internazionalizzazione verso il mercato americano, non possiamo che condividere l’invito del ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA ad evitare pericolosi allarmismi, confidando nel lavoro della diplomazia e nell’operato delle istituzioni nazionali e comunitarie, che gia’ dalle prime ore di oggi hanno iniziato a lavorare sulle azioni da intraprendere in seguito agli annunci dell’amministrazione statunitense”.

DAZI: SCORDAMAGLIA (FILIERA ITALIA), PENSARE
A MISURE FISCALI SU ECONOMIA DIGITALE USA

“si prevedono riduzioni di almeno il 10% per l’export agroalimentare italiano verso gli stati uniti, ma se si vuole rispondere si smetta di guardare solo alle merci americane importate e si cominci a pensare a un piano di misure fiscali sull’economia digitale americana”. lo afferma in un comunicato luigi SCORDAMAGLIA, amministratore delegato di filiera italia commentando i dazi del 20% imposti dall’amministrazione TRUMP sulle merci ue. “oggi non e’ facile stimare l’impatto che le nuove politiche americane avranno sul nostro export perche’ vanno considerate non solo le misure americane, ma anche la portata delle risposte europee”, aggiunge SCORDAMAGLIA. “secondo un’analisi filiera italia – continua il comunicato – sono attesi cali per l’agroalimentare del 10-12% in termini di fatturato e del 20% in volume su un export che oggi si attesta sui 7,8 miliardi di euro, in un contesto in cui comunque l’italian sounding resta una minaccia con 4 prodotti su 5 venduti con un richiamo all’italianita’ senza esserlo”. e se l’invito al buon senso resta sempre valido SCORDAMAGLIA commenta l’inasprimento delle misure americane con queste parole: “se l’ue vuole difendersi deve guardare all’economia dematerializzata, campo in cui gli stati uniti sono in attivo: la strategia non dovrebbe essere quella di tassare cio’ che passa dalle frontiere ma tutto cio’ che transita attraverso download, web, applicazioni e software”. infine SCORDAMAGLIA ricorda che TRUMP ha gia’ promesso compensazioni importanti agli agricoltori americani e alle imprese colpite da eventuali ritorsioni per i dazi, basti pensare che nel 2019 furono stanziati per i soli farmer americani 23 miliardi di dollari per compensare le ritorsioni scatenate dai dazi. “e questa e’ la via da seguire anche dalla commissione europea – conclude SCORDAMAGLIA – che invece ricordiamo per gli eventuali danni derivanti all’agricoltura europea dall’accordo mercosur e’ riuscita a promettere a malapena 1 miliardo di euro: con queste risorse ridicole e provocatorie l’europa non puo’ tenere il punto”.

DAZI: MASCARINO (FEDERALIMENTARE), SITUAZIONE PREOCCUPANTE
GOVERNO CI CONVOCHI PER GESTIRLA INSIEME

“i dazi dell’amministrazione di TRUMP ci preoccupano e non poco. il +20% di tasse, che si sommano a quelle gia’ previste per le nostre esportazioni, unite alla possibilita’ di averne ulteriori di tipo verticale su alcuni nostri prodotti merceologici come il vino, rischiano di avere effetti devastanti lungo tutta la catena del valore che come federalimentare stimiamo in un -10% sui fatturati e un -30% nei volumi dell’export”. lo dichiara in un comunicato il presidente di federalimentare, paolo MASCARINO. “il momento e’ molto delicato, come industria alimentare siamo consapevoli che ogni decisione dovra’ essere presa a livello europeo. il negoziato, cosi’ come ha sostenuto il presidente di confindustria emanuele andrea ORSINI (fi) – prosegue MASCARINO – dovra’ essere prudente e fermo, evitando di innescare una guerra dei dazi fra ue e america che sarebbe ancora piu’ drammatica con scenari ritorsivi che potrebbero peggiorare ulteriormente i dazi al nostro settore. dobbiamo trattare con gli stati uniti perche’ e’ un mercato per noi fondamentale, e al tempo stesso dobbiamo diversificare le destinazioni del nostro export cosi’ da compensare le nostre eventuali perdite derivanti dal mercato americano. quindi – aggiunge – ben vengano da parte dell’europa proposte in tal senso”. “federalimentare e’ convinta – conclude MASCARINO – che sara’ decisivo poterci presentare in ue con una proposta univoca e pragmatica che metta al centro gli interessi nazionali e del nostro comparto alimentare, trainante per l’economia del paese. per questa ragione, cosi’ come e’ avvenuto in spagna e francia, chiediamo al governo di essere convocati insieme a confindustria per gestire insieme e al meglio questa situazione”.

DAZI: BERTINELLI, DANNO PER TUTTI. NEGOZIEREMO PER FAR CAPIRE CHE PARMIGIANO REGGIANO NON E’ IN REALE CONCORRENZA CON PARMESAN

“apprendiamo dai media che gli usa hanno introdotto tariffe aggiuntive pari al 20%. si tratta di una tariffa fissa su tutte le importazioni che colpisce anche il nostro prodotto”. lo ha affermato il presidente del consorzio parmigiano reggiano nicola BERTINELLI in seguito all’annuncio del presidente usa donald TRUMP di voler imporre dazi del 20% sull’import dalla unione europea. “i dazi sul nostro prodotto passano quindi dal 15% al 35%”, ha precisato BERTINELLI, che ha proseguito: “di certo la notizia non ci rende felici, ma il parmigiano reggiano e’ un prodotto premium e l’aumento del prezzo non porta automaticamente ad una riduzione dei consumi. lavoreremo per cercare con la via negoziale di fare capire per quale motivo non ha senso applicare dazi a un prodotto come il nostro che non e’ in reale concorrenza con i parmesan americani. ci rimboccheremo le maniche per sostenere la domanda in quello che e’ il nostro primo mercato estero e che rappresenta oggi il 22,5% della quota export totale. il parmigiano reggiano copre circa il 7% del mercato dei formaggi duri a stelle e strisce e viene venduto a un prezzo piu’ che doppio rispetto a quello dei parmesan locali. noi non siamo affatto in concorrenza coi formaggi locali: si tratta di prodotti diversi che hanno posizionamento, standard di produzione, qualita’ e costi differenti: e’ pertanto assurdo colpire un prodotto di nicchia come il parmigiano reggiano per proteggere l’economia americana”. “nel 2019, quando TRUMP introdusse tariffe aggiuntive pari al 25%, il parmigiano reggiano fu il prodotto piu’ colpito con un incremento del prezzo a scaffale dai 40 ai 45 dollari al chilo”, ricorda BERTINELLI, che continua: “fortunatamente i dazi sono poi stati sospesi il 6 marzo del 2021 e non ci hanno creato problemi in termini di vendite. gli americani hanno continuato a sceglierci anche quando il prezzo e’ aumentato. negli stati uniti chi compra il parmigiano reggiano fa una scelta consapevole: ha infatti un 93% di mercato di alternative che costano 2-3 volte meno”. “imporre dazi su un prodotto come il nostro aumenta solo il prezzo per i consumatori americani, senza proteggere realmente i produttori locali”, spiega il presidente del consorzio parmigiano reggiano, che conclude: “e’ una scelta che danneggia tutti. oggi, il vero nemico dei produttori di latte non sono le loro controparti estere, ma i prodotti che vengono chiamati ‘latte’ o ‘formaggio’ pur non avendo alcuno legame con terra e animali, come i cibi a fermentazione cellulare”.

DAZI: BERNI (GRANA PADANO), ITALIA E UE ADOTTINO
MISURE A TUTELA EXPORT PRODOTTI COLPITI

“con 215.000 forme esportate e una crescita del 10,53% rispetto al 2023, gli stati uniti hanno rappresentato nel 2024 il terzo mercato per il grana padano dop, la denominazione di origine protetta piu’ consumata al mondo”. lo afferma un comunicato del consorzio grana padano, che cosi’ prosegue: “l’introduzione dei nuovi dazi imposti dal presidente TRUMP, che fanno lievitare il prezzo del formaggio del 20%, mette seriamente a rischio il consolidamento di questo mercato e le prospettive future dell’export negli usa. ‘finora, su ogni forma di grana padano esportata negli stati uniti era applicato un dazio pari al 15% del valore fatturato per circa 2,40€ al kg – spiega stefano BERNI, direttore generale del consorzio -. con l’aumento del 20%, il prelievo allo sbarco in usa salira’ a quasi 6 euro al kg al consumo che si amplificheranno ulteriormente, con inevitabili conseguenze sui prezzi americani. il 39% esibito ieri sera sulle tabelle di TRUMP non e’ vero per quanto riguarda il caseario perche’ il dazio all’ingresso in ue di formaggi americani e’ di circa 1,8€ al kg, quindi inferiore a quanto noi da sempre paghiamo, e con i nuovi dazi diventerebbe appena 1/3 di quanto noi dovremo pagare da oggi in poi. quindi, almeno per noi, e’ un’inesattezza colossale che il dazio aggiuntivo sia la meta’ del dazio addebitato ai formaggi usa perche’, ripeto, a noi oggi costa il triplo per entrare negli usa rispetto a quello che i formaggi usa pagano per entrare da noi’. BERNI sottolinea l’urgenza di un intervento politico e diplomatico: ‘le istituzioni italiane ed europee devono attivarsi immediatamente per contrastare questo contraccolpo, adottando tutte le misure necessarie a tutelare le esportazioni dei prodotti colpiti da questi dazi ingiustificati e per noi assai penalizzanti. siamo sconcertati perche’ ogni qualvolta c’e’ tensione internazionale i formaggi di qualita’ vengono colpiti oltre misura. e’ successo nel 2014 con l’embargo russo post invasione in crimea e da allora non esportiamo piu’ un solo kg in russia. e’ successo dall’ottobre 2019 al febbraio 2021, nell’ultimo tratto del governo TRUMP, potrebbe succedere in cina tra poco ed e’ successo di nuovo in usa oggi’. secondo gli esperti del settore, questa misura favorira’ soprattutto la diffusione negli usa di prodotti ‘italian sounding’, che sfruttano nomi e suggestioni della tradizione italiana senza offrire le stesse garanzie di qualita’ e autenticita’”.

DAZI: LOLLOBRIGIDA, EVITARE ISTERISMI E GUERRA COMMERCIALE. CI STIAMO CONCENTRANDO SU TABELLE DI TRUMP PER COMPRENDERNE GLI EFFETTI

durante il punto stampa in occasione della presentazione di macfrut il ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA ha parlato dei dazi usa (qui il video con dichiarazione integrale https://youtu.be/WDGqjHtp7bU). ha detto il ministro. opportuno “evitare isterismi. ci stiamo concentrando sulle tabelle di TRUMP per comprenderne gli effetti prevedibili. dobbiamo evitare una guerra commerciale. valuteremo all’interno dell’unione europea, che detiene la delega al commercio, come procedere e continueremo a ragionare con il nostro alleato strategico. TRUMP e’ stato eletto con un programma che prevedeva queste misure, quindi non sono una sorpresa. dobbiamo valutare insieme un bilanciamento. non vogliamo rinunciare al mercato americano, che rappresenta il nostro secondo mercato dopo quello europeo. i dazi esistono da sempre perche’ fanno parte di un sistema di regolamentazione del mercato, anche l’unione europea li applica nei confronti di paesi terzi. il primo a parlarmi di dazi non e’ stata l’attuale amministrazione TRUMP, ma la precedente amministrazione, che minaccio’ di imporli per costringermi a rimuovere la protezione sul parmigiano reggiano. gli stati uniti sono un alleato fondamentale e bisogna rispettare la democrazia: chi vince le elezioni in america e’ il nostro interlocutore. per esempio, noi blocchiamo l’importazione di ogm dagli stati uniti perche’ l’unione europea ha scelto di esserne immune, e io sostengo questa decisione. il popolo americano e’ come una famiglia per l’unione europea: ci ha permesso di essere liberi e per questo abbiamo molte ragioni per essergli grati. i dazi differenziati ci obbligano a calcolare l’export delle singole nazioni per comprendere le eventuali perdite, non possiamo affidarci a dati di cui non si conosce la provenienza”.

DAZI: ZINGARETTI (PD), TRATTARE UNITI PERCHE’ PIU’
FORTI, MELONI RISCHIA DI ESSERE COMPLICE DI TRUMP

“i dazi che ha messo donald TRUMP sono un colpo drammatico alle nostre imprese, all’economia e al mondo del lavoro”. lo dichiara in un comunicato stampa nicola ZINGARETTI, capodelegazione pd al parlamento europeo. “e’ chiaro – prosegue – che ora bisogna trattare e trovare una soluzione, ma non si deve trattare con il cappello in mano chiedendo l’elemosina. bisogna trattare come europei uniti e quindi piu’ forti. questa forse e’ la colpa piu’ grande di giorgia MELONI, che dice di essere un pontiere con gli stati uniti d’america, ma in realta’ rischia di diventare complice della politica di TRUMP contro gli interessi del made in italy. questo atteggiamento sbagliato e’ anche figlio delle divisioni della maggioranza e del governo. ma ora basta. bisogna mettere al primo posto gli interessi italiani delle imprese, dei lavoratori e delle lavoratrici. e bisogna dare una svolta alla politica del governo italiano, insieme all’europa, per essere piu’ forti e difendere il nostro sistema produttivo e le famiglie delle italiane e gli italiani. con molta enfasi avevano istituito il ministero del made in italy ora si impegnino davvero a difenderlo”.

DAZI: ITALMOPA, RISVOLTI MOLTO PESANTI
PER INDUSTRIA MOLITORIA ITALIANA

“italmopa, l’associazione industriali mugnai d’italia, aderente a federprima e a confindustria, esprime profonda preoccupazione nei riguardi della decisione assunta dall’amministrazione statunitense di applicare dazi tous azimuts anche sui prodotti importati dall’unione europea”. lo rende noto un comunicato stampa dell’associazione. “con tale decisione, l’industria molitoria nazionale viene colpita sia direttamente con l’applicazione di dazi sulle nostre farine e semole esportate verso gli stati uniti, sia indirettamente in quanto tali dazi saranno comminati anche ad altri prodotti del ‘made in italy’ alimentare quali, a mero titolo esemplificativo, la pasta alimentare o i prodotti della biscotteria e i lievitati, per i quali le farine e le semole risultano essere l’ingrediente principale – evidenzia andrea VALENTE, presidente italmopa -. non possiamo pertanto che augurarci che a fronte del rischio di un’escalation della guerra commerciale alimentata da reciproche e crescenti ritorsioni, che potrebbero prossimamente riguardare anche le nostre importazioni di materia prima frumento della quale siamo strutturalmente deficitari, prevalga, da ambedue le parti, la volonta’ di privilegiare un approccio di natura negoziale”. “nel 2024 – continua il comunicato – le esportazioni italiane di farine e semole di frumento tenero e di frumento duro verso gli stati uniti hanno raggiunto complessivamente 46.500 tonnellate, con una crescita del 24% rispetto al 2023 e del 135% nell’arco dell’ultimo decennio, ponendo gli stessi stati uniti ai vertici dei paesi extra ue destinatari dei nostri sfarinati”.

DAZI: EMILIA-ROMAGNA, DANNEGGIATO EXPORT DA 10,5 MLD
EURO L’ANNO DI CUI 986 MLN PER AGROALIMENTARE

“con i dazi annunciati dal presidente degli stati uniti, donald TRUMP, in emilia-romagna e’ danneggiato un export da oltre 10,5 miliardi di euro: quello americano e’ infatti il primo mercato di destinazione delle esportazioni di beni da parte delle imprese emiliano-romagnole, superando anche la germania. per l’emilia-romagna, il suo sistema economico e le sue filiere manifatturiere, potremmo essere alla vigilia di uno scenario drammatico, con ricadute durissime, visto il legame commerciale e di interscambio profondo con gli stati uniti. stiamo parlando di grandi gruppi cosi’ come di aziende artigiane e di migliaia di posti di lavoro. e’ per questo che chiediamo con forza al governo italiano di guidare la delegazione europea in una trattativa nel difendere gli interessi del paese, con voce forte e unica. ma anche di reagire con intelligenza affermando tutti i modelli di sviluppo sanciti nella bussola competitiva che si sta discutendo in europa, senza indugio e senza titubanze”. e’ la posizione, molto preoccupata, della regione emilia-romagna, espressa dal presidente, michele de PASCALE, che segue da vicino il ‘dossier dazi usa’ insieme al vicepresidente con delega allo sviluppo economico, vincenzo COLLA, e all’assessore all’agricoltura e ai rapporti con la ue, alessio MAMMI. lo rende noto un comunicato regionale che cosi’ prosegue: “nel 2024, l’emilia-romagna ha rappresentato, con un export di beni verso gli usa di quasi 10,5 miliardi di euro, pari al 16,2% del totale delle esportazioni italiane nel mercato americano (64,8 miliardi di euro), la seconda regione per valore assoluto dopo la lombardia (con il 21,2% dell’export nazionale negli stati uniti), prima di toscana (15,8%) e veneto (11,2%). per la regione gli stati uniti rappresentano il 12,5% dell’export regionale complessivo (83,6 miliardi di euro). oltre 6mila le imprese interessate. i principali settori per valore di export sono: i mezzi di trasporto/automotive (quasi 3,3 miliardi di euro esportati, pari al 31% dell’export regionale verso gli usa), i macchinari e gli apparecchi industriali (3,1 miliardi di euro, pari al 29%), l’industria alimentare e delle bevande (986 milioni di euro, pari al 9,4%). senza contare l’impatto e le ripercussioni sulla farmaceutica (circa 650 milioni di euro, pari al 6,2%)”. “al momento non e’ possibile stimare, neanche con approssimazione, l’impatto di questi costi sui volumi futuri di beni provenienti dall’emilia-romagna e importati dagli stati uniti – aggiungono de PASCALE, COLLA e MAMMI -. pero’ cresce la preoccupazione dopo l’introduzione di nuovi dazi del 20% su tutti i prodotti provenienti dall’ue con destinazione stati uniti: il costo complessivo dei prodotti esportati dalle imprese dell’emilia-romagna potrebbe crescere tra 2,1 e 2,7 miliardi di euro. costi che si scaricherebbero innanzitutto sugli importatori/consumatori americani: questo si configura come una tassa aggiuntiva sul valore di un bene importato, pagata dall’importatore americano a vantaggio del governo federale”. “l’elevata internazionalizzazione del sistema emiliano-romagnolo potrebbe amplificare l’impatto negativo dei dazi. pero’ un tessuto produttivo solido e ben inserito nelle catene internazionali, quale quello dell’emilia-romagna, puo’ essere nelle condizioni di mettere in atto strategie efficaci per mitigare l’aumento delle tariffe, con una diversificazione dei mercati come quelli dell’oriente, come dimostrera’ anche la presenza del sistema economico dell’emilia-romagna all’expo di osaka, in giappone. ora – concludono – ci aspettiamo un’italia protagonista in europa nel difendere gli interessi del sistema manifatturiero italiano a tutela del made in italy”.

DAZI: CALZOLARI (GRANAROLO), PENSIAMO DI POTER RADDOPPIARE
CAPACITA’ PRODUTTIVE STABILIMENTO USA

in relazione ai dazi annunciati ieri da donald TRUMP anche sull’agroalimentare – informa un comunicato di granarolo – il presidente gianpiero CALZOLARI ha affermato: “granarolo in connecticut ha uno stabilimento che produce mozzarelle, ricotte, mascarpone, burrate di qualita’. lo abbiamo rilevato tre anni fa e ora lo abbiamo allineato ai nostri standard di qualita’ e sicurezza alimentare. a prescindere dai dazi di TRUMP oggi pensiamo di poter raddoppiare le capacita’ produttive dello stabilimento'”.

DAZI: DALLA BERNARDINA (CAI AGROMEC), AGROALIMENTARE
PENALIZZATO LE ISTITUZIONI NON CI LASCINO SOLI

“esprimiamo forte preoccupazione per i dazi imposti ieri dall’amministrazione TRUMP sull’unione europea, che rischiano di avere pesanti ripercussioni sull’intera filiera agroalimentare”. lo afferma in un comunicato gianni DALLA BERNARDINA, presidente di cai agromec, commentando la decisione degli stati uniti ed evidenziando le difficolta’ che il settore agricolo e agromeccanico dovranno affrontare. “queste misure colpiscono un comparto gia’ messo a dura prova dai cambiamenti climatici e dalle difficolta’ economiche – prosegue DALLA BERNARDINA – e aggravano ulteriormente una situazione complessa, con costi in crescita e margini sempre piu’ ridotti per gli operatori del settore. e’ assolutamente necessario che gli agromeccanici non vengano lasciati soli”. “le imprese agromeccaniche – continua il comunicato – svolgono un ruolo essenziale nell’agricoltura moderna, fornendo servizi indispensabili per l’innovazione e la sostenibilita’ delle aziende agricole”. “e’ giunto il momento di riconoscere e valorizzare il nostro ruolo all’interno della filiera agricola, affinche’ venga rispettato e sostenuto adeguatamente”, sottolinea il presidente di cai agromec. secondo DALLA BERNARDINA, il problema deve essere affrontato con una visione piu’ ampia a livello europeo, considerando non solo i costi dei prodotti e il valore delle produzioni, ma anche il contributo fondamentale delle imprese agromeccaniche. “a rimanere scoperto, troppo spesso, e’ proprio chi fornisce i servizi agli agricoltori, permettendo loro di essere competitivi sul mercato. serve – conclude DALLA BERNARDINA – un intervento deciso per tutelare il nostro settore, senza il quale l’intera agricoltura rischia di soffrire conseguenze irreparabili”.

DAZI: RISSO (TERRA VIVA CISL), TRUMP SI ISPIRI A REAGAN
CHE RITENEVA INUTILI LE GUERRE COMMERCIALI

“diventa essenziale fare fronte comune per far sentire la voce delle aziende agricole che rappresentiamo. I dati ispi fanno notare che sia per l’italia, come per l’ue, le esportazioni verso gli stati uniti pesano circa il 3% del pil. l’italia e’ pero’ piu’ esposta sui prodotti finiti (19% delle sue esportazioni, contro l’11% europeo) e nell’alimentare (11% contro il 5%). l’impatto dei dazi andra’ quindi calibrato a seconda dei prodotti piu’ colpiti. in totale si prevedono 64 miliardi di perdita per l’europa e 4 miliardi per l’agricoltura, con le aziende agricole che ridurranno di conseguenza le prospettive di impiego e lavoro. TRUMP non ha fatto un atto di pace, anzi ha dichiarato una vera e propria guerra commerciale; avrebbe dovuto ispirarsi a REAGAN, anch’egli repubblicano, che riteneva le guerre commerciali e i dazi inutili e dannosi per la crescita delle imprese. adesso non ci resta che valutare l’impatto delle misure e reagire proteggendo le nostre aziende. saremo a vinitaly nei prossimi giorni che rappresentera’ quest’anno un luogo simbolico importante da cui partire per una reazione concreta dal settore vitivinicolo, uno dei piu’ importanti per l’export italiano”: lo ha detto il presidente nazionale di terra viva cisl claudio RISSO durante il congresso regionale del veneto dell’organizzazione, commentando l’annuncio dei dazi usa.

DAZI: CANER (VENETO), NECESSARIO DIVERSIFICARE PROGRESSIVAMENTE I MERCATI. PORRO’ QUESTIONE IN CONFERENZA REGIONI

il comparto vitivinicolo “affronta i dazi usa con la giusta dose di preoccupazione e ottimismo. il mercato statunitense del vino per noi vale 593 milioni di euro, siamo il primo esportatore nazionale e gli usa per il veneto sono il primo cliente. ma oggi di fronte ai dazi credo sia necessario diversificare progressivamente i mercati, guadagnando spazi in altri paesi. e’ una questione che porro’ quanto prima in sede di conferenza delle regioni”, ha dichiarato l’assessore all’agricoltura del veneto federico CANER.

DAZI: COPA E COGECA LANCIANO L’ALLARME
E CHIEDONO ALLENTAMENTO TENSIONI

“ieri sera il presidente degli stati uniti donald TRUMP ha annunciato il nuovo reciprocal tariffs act, che impone un’ulteriore imposta del 20% sulle merci dell’ue, che entrera’ in vigore nei prossimi giorni”. lo rende noto un comunicato di copa-cogeca, che cosi’ prosegue: “l’ue e gli stati uniti condividono un rapporto commerciale agricolo di lunga data e reciprocamente vantaggioso, basato su punti di forza complementari. l’introduzione di dazi aggiuntivi minaccia di interrompere le catene di approvvigionamento globali, far aumentare i prezzi e limitare l’accesso al mercato per gli agricoltori e le cooperative agricole su entrambe le sponde dell’atlantico, con conseguenze economiche significative per il settore agricolo. copa e cogeca esprimono profonda preoccupazione per l’annuncio di ieri del presidente degli stati uniti donald TRUMP che portera’ a un’escalation delle tensioni commerciali tra due partner commerciali chiave, che minacciano di minare un settore che si basa sulla stabilita’ e su mercati aperti e prevedibili. il presidente della copa, massimiliano GIANSANTI, nella sua reazione iniziale ha sottolineato che ‘gli agricoltori e le cooperative agricole europee stanno gia’ affrontando sfide crescenti, dall’aumento dei costi di produzione alle pressioni legate al clima. queste nuove tariffe aumenteranno ulteriormente l’incertezza e la tensione finanziaria nel nostro settore, colpendo sia i produttori che i consumatori. garantire la nostra sicurezza alimentare deve essere la bussola dell’europa in questi tempi difficili, poiche’ la nostra sicurezza nazionale comune inizia da li’. esortiamo i responsabili politici di entrambe le parti a cercare il dialogo ed evitare un conflitto commerciale su vasta scala’. riflettendo ulteriormente sull’annuncio di ieri, il presidente della cogeca lennart NILSSON ha aggiunto: ‘le misure commerciali di ritorsione non andranno a vantaggio degli agricoltori ne’ nell’ue ne’ negli stati uniti. al contrario, limiteranno le nostre opportunita’, aumenteranno i prezzi e indeboliranno la resilienza delle imprese agricole. chiediamo a entrambe le amministrazioni di dare priorita’ ai negoziati e di esplorare tutte le vie diplomatiche prima di ricorrere a misure che potrebbero avere conseguenze di lunga durata’. copa e cogeca esortano vivamente i responsabili politici dell’ue e degli stati uniti a esaurire completamente gli sforzi diplomatici nei prossimi giorni. entrambe le parti devono lavorare in modo costruttivo per affrontare le rimostranze senza mettere a repentaglio i vantaggi commerciali esistenti, garantendo che gli agricoltori e le cooperative agricole possano continuare a contribuire alla sicurezza alimentare e alla resilienza economica su entrambe le sponde dell’atlantico”.

DAZI: CARLONI (LEGA), UE NON PENSI A COME RISPONDERE,
VERO PROBLEMA PER AGRICOLTURA SONO EUROFOLLIE

“gli agricoltori italiani lo sanno bene: il vero problema che rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema sono le eurofollie, a partire da tasse e burocrazia. lo abbiamo visto nel caso del caffe’ e dei contributi per far chiudere le imprese. sarebbe meglio che bruxelles, invece di pensare a come rispondere agli stati uniti, si facesse un sano e profondo esame di coscienza su come ha provato a mettere in ginocchio l’agricoltura europea con green deal e sciocchezze simili”. lo afferma in un comunicato stampa il presidente della commissione agricoltura della camera mirco CARLONI (lega).

DAZI: FEDERVINI, GRAVISSIMO COLPO A LIBERO
SCAMBIO IMPATTA SU 2 MLD EXPORT ITALIA

“federvini esprime profondo rammarico e forte preoccupazione a seguito della decisione assunta dall’amministrazione statunitense di applicare dazi sui prodotti importati dall’unione europea. una scelta che rappresenta un grave passo indietro nei principi di libero scambio internazionale e che danneggera’ pesantemente l’interscambio transatlantico, con effetti particolarmente dannosi sulla competitivita’ delle imprese del settore agroalimentare”. lo rende noto un comunicato della federazione che cosi’ prosegue: “il solo comparto di vini, spiriti e aceti italiani vale oltre 2 miliardi di euro di esportazioni verso gli stati uniti e coinvolge 40mila imprese e piu’ di 450mila lavoratori lungo l’intera filiera. la misura avra’ impatti rilevanti anche su consumatori e operatori oltreoceano: sono migliaia gli addetti delle societa’ statunitensi coinvolti nell’importazione e distribuzione di questi prodotti, e l’aumento dei prezzi non sara’ limitato ai dazi imposti, ma si estendera’ a tutta la catena commerciale. dalle tavole dei consumatori statunitensi scompariranno molte etichette, non sostituibili da produzioni locali, mentre in italia e in europa si profila una grave crisi produttiva e occupazionale”.

DAZI: SQUERI (STERILTOM), STATI UNITI MERCATO IMPORTANTE
PER POMODORO INDUSTRIA RISCHI OCCUPAZIONALI E PRODUTTIVI

“i dazi aggiuntivi del 20% annunciati dall’amministrazione TRUMP rischiano di essere per il pomodoro da industria una mannaia che potrebbe metterci in ginocchio”. lo dichiara in un comunicato alessandro SQUERI, direttore generale di steriltom, societa’ di produzione di polpa di pomodoro per il settore food service e industriale. “come ha detto il presidente di confindustria, emanuele ORSINI, e’ importante che la trattativa fra unione europea e stati uniti sia ferma e prudente. in questo scenario di grande incertezza – conclude SQUERI – auspichiamo che il governo possa con visione e pragmatismo incidere positivamente sui tavoli negoziali europei, favorendo una de-escalation e tutelando l’italia, l’export e i migliaia di posti di lavoro che rischiano di scomparire”.

DAZI: UIV, TASSAZIONE AL 20% MINACCIA EXPORT
ITALIANO PIU’ DI QUELLO FRANCESE E SPAGNOLO

l’inasprimento dei dazi statunitensi sul vino italiano, fissati al 20%, potrebbe causare perdite annue per 323 milioni di euro, mettendo a rischio 364 milioni di bottiglie. l’italia, che rappresenta il 24% dell’export vinicolo verso gli stati uniti, risulta piu’ esposta rispetto a francia (20%) e spagna (11%). lamberto FRESCOBALDI, presidente di unione italiana vini (uiv), propone un accordo con i buyer americani per evitare che il rincaro si traduca in un aumento dei prezzi sugli scaffali, penalizzando la competitivita’ del prodotto italiano. anche paolo CASTELLETTI, segretario generale di uiv, sottolinea l’urgenza di strategie mirate per tutelare il settore, che rappresenta un pilastro dell’export agroalimentare italiano.

DAZI: BALDRIGHI (ORIGIN ITALIA), PROTEGGERE
SISTEMA IG IN SEDI INTERNAZIONALI

“chiediamo un intervento urgente all’europa e all’italia affinche’ difendano con forza il sistema delle ig nelle sedi internazionali, per sostenere un comparto economico strategico e proteggere le 300mila imprese italiane e i loro 900mila occupati che aderiscono al sistema delle dop-igp in italia”, ha dichiarato cesare BALDRIGHI, presidente di origin italia.

DAZI: MATTARELLA, TASSAZIONE ERRORE PROFONDO, DA UE RISPOSTA COMPATTA, SERENA, DETERMINATA

i dazi statunitensi sono un «errore profondo». dal canto suo l’europa deve studiare «una risposta compatta, serena, determinata». questa l’opinione del presidente della repubblica, sergio MATTARELLA, espressa nei colloqui con l’omologo estone alar KARIS.