DAZI: MILANI (CONFAGRICOLTURA), IMPATTO INACCETTABILE MISURE CINA SU IMPORT PRODOTTI SUINICOLI DA UE

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“l’apertura da parte della cina di un’indagine antidumping sulle importazioni di prodotti suinicoli provenienti dall’unione europea rischia di avere conseguenze molto gravi per il comparto suinicolo italiano ed europeo. confagricoltura, per questi motivi, esprime forte preoccupazione e giudica inaccettabili le possibili misure restrittive”. lo rende noto un comunicato stampa della confederazione. “l’italia, a causa della peste suina africana, ha gia’ perso dal gennaio 2022 il limitato export che era riuscita a conquistare verso la cina. non per questo, pero’, possiamo restare indifferenti di fronte a questa notizia”, dichiara rudy MILANI, presidente della federazione suinicola di confagricoltura. secondo MILANI, “i volumi di carne che non potranno piu’ essere destinati alla cina dai paesi europei maggiormente colpiti da eventuali dazi finiranno inevitabilmente per riversarsi sul mercato interno, gia’ sotto pressione, con il rischio di un’ulteriore riduzione dei prezzi”. “il contesto – prosegue il comunicato – e’ aggravato da altri elementi: innanzitutto dall’accordo con gli stati uniti, che ha rimosso i dazi ue sulle carni suine americane lasciando pero’ un’imposta del 15% sulle esportazioni europee verso gli stati uniti; senza dimenticare il mercosur, che penalizza fortemente l’agricoltura senza garantire il principio di reciprocita’, cioe’ il rispetto degli stessi standard produttivi richiesti agli operatori europei anche per i prodotti importati dall’america latina”. “in questo contesto – continua MILANI – dire che la misura e’ colma oltre ad essere riduttivo, evidenzia anche che diventa estremamente complicato non solo fare impresa, ma persino sopravvivere. e’ inaccettabile che gli allevatori siano costretti a pagare dazio, nel vero senso della parola, per dispute commerciali che finiscono per rafforzare i nostri competitor globali e indebolire i produttori europei”. “alla luce di queste criticita’, confagricoltura chiede alla commissione europea di rivedere la propria politica commerciale e al governo italiano di farsi portavoce delle istanze del settore. l’agricoltura – conclude la confederazione – non puo’ piu’ essere trattata come merce di scambio nei negoziati internazionali”.