(riproduzione riservata)
il ministro dell’agricoltura francesco LOLLOBRIGIDA ha risposto oggi alla camera al question time a una interrogazione di calogero PISANO (misto) sulla pac post 2027 ha detto il ministro “la pac e’ uno strumento decisivo e fondamentale per garantire il reddito degli agricoltori e produzioni di qualita’ accessibili a tutti. il governo meloni ha fatto la sua parte, risultando nella storia il primo per risorse investite in agricoltura, e i dati di crescita del settore, certificati da istat, lo testimoniano attribuendo gran parte dei risultati proprio a queste risorse, oltre ovviamente al lavoro dei nostri eccezionali produttori. grazie anche all’impegno del nostro governo – ringrazio il collega tommaso FOTI (fdi) qui presente e il vicepresidente esecutivo della commissione europea, raffaele FITTO (fdi) – siamo riusciti a ottenere una riserva di fondi destinati alla pac all’interno del cosiddetto fondo unico (ipotesi inizialmente preclusa). questo pero’ non e’ sufficiente perche’ la risposta della commissione prevede comunque che ciascuno stato possa destinare quei fondi a finalita’ non strettamente legate allo sviluppo della sovranita’ alimentare europea. se questa proposta venisse approvata potrebbe accadere che le risorse destinate agli agricoltori siano dirottate verso altri settori. immaginate allora un governo, diverso dal nostro, che decide di utilizzare quelle risorse per altre scelte, magari piu’ convenienti in termini elettorali nell’immediato, come la follia del reddito cittadinanza, ma che metterebbero a rischio il nostro modello alimentare e la tutela dell’ambiente che i nostri produttori garantiscono. per questo motivo, ancora una volta, lo scorso 22 settembre nel corso dell’agrifish ho ribadito che per l’italia la scelta piu’ coerente rimane quella di distinguere i fondi evitando l’istituzione di un fondo unico. le complesse dinamiche legate ai cambiamenti climatici, la concorrenza globale e le tensioni geopolitiche richiedono oggi piu’ che mai di incrementare e non certo di ridurre il budget destinato alla politica agricola comune. non e’ possibile ridurre gli investimenti a sostegno dell’agricoltura europea, soprattutto a fronte dell’aumento del bilancio europeo. l’attuale proposta riduce invece sensibilmente i fondi certi lasciando all’autonomia degli stati la determinazione delle risorse da aggiungere. significherebbe di fatto rinunciare a gran parte dell’elemento della pianificazione alla base di un quadro pluriennale di investimenti cosi’ immaginato dai padri fondatori dell’europa e in particolare a stresa quando si immagino’ la pac proprio per garantire una visione strategica di carattere europeo. ed e’ proprio questo rischio piu’ importante, che vediamo, porterebbe l’unione europea indietro di 60 anni in termini di pianificazione. praticamente, tutti i ministri dell’agricoltura degli stati europei hanno contestato in maniera aperta questa modalita’ che segna, quindi, un oggettivo disallineamento tra la volonta’ popolare, espressa dai governi di ogni segno e colore politico, e le burocrazie di bruxelles. insieme ai tanti parlamentari europei di molte delle famiglie piu’ importanti e anche a molti rappresentanti di quasi tutti i gruppi parlamentari, con i colleghi assessori regionali delle regioni italiane e le associazioni agricole che ringrazio, lavoreremo per chiedere ed ottenere una revisione di questa posizione”.